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Buonista, rossobruno o sovranista: manuale dell’insulto prêt-à-porter

Fatto110718Urge manuale di conversazione aggiornato per l’estate in società, un manualetto agile, di poche pagine, con gli insulti più à la pagee le loro nuove declinazioni. Un bugiardino che sia possibile sfogliare all’impiedi, persino con le mani bagnate, magari mentre si partecipa al linciaggio di un venditore ambulante sulla spiaggia perché “ci ruba il lavoro” (notoriamente, vendiamo tutti asciugamani e collanine). Ne proponiamo un piccolo sunto, segnalando che i lemmi e le espressioni idiomatiche che si usano a vanvera, a vanverissima e spesso addirittura a cazzo, sono numerose.

Radical-chic.Termine nobile su cui aleggia una certa confusione data dai tempi. Vi risparmio l’etimologia e l’origine, Tom Wolfe e tutto il resto, veniamo agli usi quotidiani. Radical-chic è oggi, di norma, riferibile a chi non calzi ciabatte di cocomero e si vesta di domopak rubato al supermercato. Il dibattito è se debba prevalere la parte radical o la parte chic. Per essere radical, oggi, basta non amare Salvini o pensare che non si può lasciar morire la gente in mare, e tutto il resto è relativo, anche se siete radical come Don Sturzo. Quanto alla parte chic, si suppone dipenda dal reddito, e/o dagli orologi indossati, e/o dal cachemire d’inverno. E’ possibile dunque lanciare l’insulto praticamente a chiunque mangi due volte al giorno. In sostanza radical è chiunque abbia posizioni appena appena a sinistra del Ku Klux Klan e chic chiunque abbia una situazione economica privata che non lo spinge, per necessità, a scippare una vecchietta.

Sovranista. Insulto uguale e contrario, con una sostanziale differenza: che cosa vuol dire sovranista non lo sa nessuno. Teoricamente sarebbe una variante di “nazionalista”, o un abbellimento gentile del sempre attuale “porco fascista”. Ma sovranista fa in qualche modo intuire che uno si intenda di questioni internazionali, trattati, rapporti di forza, geopolitica avanzata. Poi, siccome spiegare tutte queste cose a un sovranista è difficile (di norma siamo ancora a ma-ti-ta, letto faticosamente tenendo il segno con il dito indice), si risolve con i simboli. E via bandierine accanto all’account: un disastro. Chi mette quella dell’Ungheria, chi quella dell’Irlanda. Ogni tanto si sobbalza esclamando: “Ah, perbacco, ecco un sovranista del Messico!”, invece è solo un pirla che ha sbagliato bandiera. I sovranisti di sinistra si distinguono perché accanto alla bandiera del Messico (o dell’Ungheria, o dell’Irlanda, o persino italiana, quando ci azzeccano) mettono la bandierina blu dell’Europa.

Buonista. Parola talmente inflazionata e lisa che non darebbe conto parlarne. In breve, serve a identificare chiunque abbia una posizione non goebbelsiana nei confronti del mondo. Se non vuoi che il ladro di polli sia impiccato sei buonista. Allo stesso modo se vuoi tirare un salvagente a uno che sta affogando. Ci limiteremo a dire che l’abuso di questo insulto è dettato dall’incattivimento collettivo e dal nervosismo indotto dall’insicurezza sociale, per cui il buonista sembra un nemico degli usi e costumi correnti. L’espressione “buonista” è ormai in fase discendente e si usa spesso a sproposito (tipo “Mussolini fino al ’38 è stato anche buonista”)

Rossobruno. Insulto di recente conio e faticoso adattamento alla situazione italiana. Dovrebbe indicare, teoricamente, uno che è di sinistra (rosso), ma anche un po’ fascio (bruno). Ammesso che esista qualcosa di simile in natura, il termine si è presto snaturato e viene usato dagli ultras di Renzi per indicare chiunque non abbia resistito all’avvento del fascismo nell’unico modo concesso dal loro pensiero binario: votando per Renzi. In generale chi usa l’insulto “rossobruno” si sente forbito, informato e colto – la cosa ammicca a riferimenti storici – il che, ricordiamo a tutti, non vuol dire intelligente.

17 commenti »

17 Commenti a “Buonista, rossobruno o sovranista: manuale dell’insulto prêt-à-porter”

  1. Applausi !!!

    da stefano   - mercoledì, 11 luglio 2018 alle 08:57

  2. Lasciamo scegliere le categorie a chi ha voglia di sceglierle,sicuramente ne sorgeranno altre.

    Mettiamo sul tavolo tutto ciò che riesco a mettere.

    L’accordo di Dublino in cui tutta l’Europa continua a ribadire sono cazzi vostri,l’avete pure firmato,va assolutamente ridiscusso.

    La realtà dei Cpt nella quale i migranti vivono diffusamente d’inferno,e dove stile Buzzi e Carminati chi li gestisce fa affari d’oro dando merda da mangiare e intascandosi il 70-80% ogni migrante.

    Andando a vedere come da decenni i migranti vengono sfruttati e lasciati vivere in modo criminale nelle pianure a raccogliere frutta e verdura.

    In Libia e zone limitrofe hanno calcolato,fonti di una certa sicurezza,che ci sono dai 700mila al milione di persone che vorrebbero venire in Italia-Europa,possiamo accogliergli tutti noi?
    Con un trend che aumenterà sicuramente nei prossimi anni.

    No,mi spiace,non basta indossare semplicemente una maglietta rossa,e chi s’è visto,s’è visto.

    Se questo problema di enormi proporzioni non sarà gestito dall’intera Unione europea,ospitando il possibile in ogni Stato e aiutando il più possibile in Africa,ho idea che In tempi medio-brevi diventerà una guerra,e sarà troppo tardi.

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 11 luglio 2018 alle 10:25

  3. Rossobruno: personaggio di sinistra che corre in soccorso agli attuali vincitori.
    Più qualcuno mascherato alla Fusaro.

    da fridolin   - mercoledì, 11 luglio 2018 alle 17:56

  4. Ivo, ma che significa possiamo accoglierli tutti noi? Certo che possiamo, e dobbiamo. Del resto l’ Italia é un paese a natalitá negativa. Se nascessero piú cittadini italiani saremmo contenti, no? O pensi vieteremmo la natalitá per legge? E invece questi nouvi cittadini che ci mancano potrebbero arrivare dall’ Africa. Quale miglior regalo per questo paese?

    da Federico_79   - mercoledì, 11 luglio 2018 alle 18:02

  5. http://www.lastampa.it/2018/07/06/italia/europarlamentare-smonta-in-minuti-la-politica-sui-migranti-di-salvini-Le3UAnlMeR0sR0IhGqzXBP/pagina.html

    Sorprendente questo parlamentare

    da gis   - mercoledì, 11 luglio 2018 alle 19:15

  6. @ Federico_79

    Se si possono integrare fosse per me ne possono arrivare a volontà,non è un problema,ma non è così,ho scritto altre cose a riguardo,mi risponda sulle condizioni dei Cpt,degli sfruttamenti e delle condizioni di vita di molti di loro come raccoglitori nelle nostre pianure.

    Queste realtà,non solo quelle chiaramente,è ciò che “offre” l’Italia.

    Sa cosa succederebbe se milioni di africani venissero in Italia,insieme allo schifoso menefreghismo europeo?

    Salvini e i legaioli diventerebbero dei moderati a confronto, di cosa potrebbe nascere al loro posto con i numeri che si prospetta in futuro.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 11 luglio 2018 alle 20:39

  7. @Ivo Serenthà
    L’85% dei rifugiati vive nei Paesi poveri e i cinque che ne accolgono di più sono: Turchia, Pakistan, Uganda, Libano e Iran (dati UNHCR). Nell’ultimo anno sono arrivati in Colombia più di ottocentomila venezuelani e il governo gli sta rilasciando i visti e non pensa nemmeno a rimandarli indietro “perché hanno molta fame”. Dire “non possiamo accoglierli tutti” è un atteggiamento meschino da ricchi che ha inaugurato la vergognosa politica dello scaricabarile a livello europeo a cui stiamo assistendo in questi giorni. Per non dire che la libertà di movimento è un diritto umano che viene sistematicamente violato da quasi trent’anni, col risultato che la gente muore in mare ogni giorno nell’indifferenza (o nel sollievo) generale, e che se riesce a sopravvivere va incontro alla schiavitù, lavorativa o sessuale. Se si rispettasse il diritto alla libertà di movimento, nessuno morirebbe in mare e nessuno finirebbe nelle mani delle mafie. Le politiche di chiusura della UE sono le migliori amiche dei trafficanti. E quel parlamentare ha assolutamente ragione: dove sarebbero Salvini e tanti come lui se non ci fossero i migranti “clandestini”? A pulire cessi, visto che non hanno i titoli per fare altro. Si sono costruiti una bella carriera sulla propaganda razzista e sulla diffusione dell’ odio e della paura.

    da Irene   - giovedì, 12 luglio 2018 alle 08:49

  8. @ Irene

    Vado oltre il meschino che mi ha rivolto,se avere delle tesi che non si può ospitare all’infinito,può anche darmi del fascista,del razzista,e chi più ne ha,più ne metta.

    Rimango della stessa opinione,come ho scritto mi vergogno per come “ospitiamo” migliaia di profughi e migranti economici,e se non ci saranno interventi a tamponare questo esodo,nel migliore modo possibile e nello stesso tempo nel dividere equamente questa emergenza umanitaria a livello europeo,a mio parere per quanto sia antipatico ad usare un eufemismo,la situazione sociale andrà a finire drammaticamente,per tutti quanti ovviamente.

    Sperando di sbagliare,mi auguro davvero di vedere lucciole per lanterne.

    da Ivo Serenthà   - giovedì, 12 luglio 2018 alle 19:31

  9. Per i silenti cani da riporto del m5s: verrete ricordati e disprezzati, tra le altre cose, anche per aver permesso questo

    https://twitter.com/matteosalvinimi/status/1017493261487886336

    da Arturo   - venerdì, 13 luglio 2018 alle 11:39

  10. Alessandro, mi fai impressione.
    Sei la summa di ironia, intelligenza e capacità descrittiva.
    Come ti invidio…
    Bravo!

    da Giuseppe Appiani   - domenica, 15 luglio 2018 alle 15:47

  11. Stiamo calmissimi! :)))

    da Alessandro   - domenica, 15 luglio 2018 alle 15:48

  12. Oltre che degli insulti, questi sono i tempi dei però. Non so se è più difficile per uno di sinistra militare nel PD o per un giornalista con un minimo di pudore scrivere su un giornale filogovernativo.
    Per la cronaca lo ha ammesso dopo essere stato sgamato.

    https://pbs.twimg.com/media/DiIhYh9XkAAZrKo.jpg:large

    da Arturo   - domenica, 15 luglio 2018 alle 20:09

  13. Mi autodenuncio: ho usato “rossobruno” verso di lei (ma non solo), caro Robecchi. Mi permetta di puntualizzare:
    a) rossobruno NON è un insulto. O, meglio, per me lo è perchè ho le mie idee che sono diametralmente opposte ma in realtà NON è tecnicamente un insulto.
    b) non sono nè forbito, nè informato nè colto e nemmeno intelligente. E neanche “renziano”.
    c) lei, in questo momento e a parere mio, è “rossobruno” o, almeno, affine ad essi. Lei, semplificando, mi può dare del neo-liberale anche se non lo sono. E’ il gioco delle parti e lei campa anche di questo.

    da Roberto   - domenica, 22 luglio 2018 alle 11:17

  14. Io preferisco la complessità alle puttanate troppo facili. Lei definisce rossobruno, mi pare di capire, quelli che non hanno una sfumatura di rosso a lei gradita. Pazienza. Credo che la parola “rossobruno”, nell’accezione che emerge dal dibattito corrente, sia un insulto, anche vagamente incomprensibile. E sì, piace molto ai pasdaran renziani, sarà l’effetto collaterale dei popcorn

    da Alessandro   - domenica, 22 luglio 2018 alle 13:47

  15. Non ho capito la storia della sfumatura di rosso. Ma le assicuro che qui a Torino conosco, nell’ambito politico-sociale-associazionistico etc., varie persone che sono e possono essere considerate rossobrune. Il loro complottismo e la loro avversione (che sfocia nell’odio) non già verso l’establishment in senso lato o le élite ma verso le classi dirigenti, pongono loro fianco a fianco con la destra più retriva e reazionaria. E, dunque, alla fine, non è solo una vicinanza temporanea e d’azione perché il “nemico” è lo stesso ma essa comprende anche il “pensiero”. E, analogamente agli anni trenta del Novecento, si è formato un ibrido che potrebbe anche strutturarsi. Se poi sono puttanate, ok. Ma mi pare di capire che lei si adonta.

    da Roberto   - lunedì, 23 luglio 2018 alle 14:25

  16. Io mi adonto se lo si dice a me, perché vuol dire non aver capito né letto quel che scrivo da anni (ahimè potrei dire decenni). Dopo di che, ripeto, è l’uso a vanvera che si fa del termine (usato da molti troll e tifosi ciechi), che lo rende una puttanata propagandistica. Aggiungo che io considero un valore l’antifascismo, anche quello militante, per intenderci, e non andrei mai a braccetto con nessuno della destra retriva e reazionaria. Punto. Poi, però, sul fatto che ci sia un problema tra “popolo” (virgolette) e classi dirigenti, forse le classi dirigenti dovrebbero riflettere un po’, cercando di andare oltre lo “sbagliano i congiuntivi”. In ogni caso, rossobruno no, la sfido a trovare anche solo una mia riga (qui nel sito ci sono 11 anni di articoli) che simpatizzi anche lontanamente per qualcuno “bruno”

    da Alessandro   - lunedì, 23 luglio 2018 alle 16:47

  17. Per ridere (ma solo per ridere) sono costretto a correggerla: si scrive “à la page” non “à la pagee” come ha scritto lei.
    Io la conosco da anni e in effetti non è completamente ascrivibile alla categoria, anzi possiamo anche escluderla del tutto. Però sul fatto che ci sia un problema è indubbio e molti dovrebbero riflettere un po’. Leggendo i commenti non solo sul Fatto ma anche sul suo sito c’è da riflettere. In questa pagina leggo commenti di Ivo Serenthà che sono veramente esemplificativi. E’ questo il clima che mi preoccupa fortemente. Questa zona grigia di persone che non sono “fascisti” o razzisti ma girano la testa dall’altra parte, minimizzano, giustificano, contestualizzano etc.
    Ed anche i pasdaran del Comitato del No (i vari Montanari, Zagrebelski, le anime belle di Micromega – al soldo dell’odiato Debenedetti tra l’altro – e tanti altri) che allora gridavano alla svolta autoritaria ed ora sono silenti o quasi. Non so se sia semplice ipocrisia, opportunismo, cialtroneria o complicità vera e propria. E per favore basta parlare del senatore di Scandicci. Qua si cerca di volare un po’ più alto.

    da Roberto   - lunedì, 23 luglio 2018 alle 17:47

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