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gen 17

Matteo “ci ha messo la faccia”, ora purtroppo si vede tutta

Fatto180117Come presentarsi a un convegno di alcolisti anonimi con un fiasco di vino,     questa è stata l’intervista di Matteo Renzi, molto simile a quelle che danno i calciatori infortunati quando tornano in campo. Sia gli orfani di Matteo che i detrattori di Renzi hanno tirato un sospiro di sollievo: rieccolo in tutto il suo splendore, con le retoriche appena un po’ appannate dalla botta. Tra le tante, quella più mascelluta: il “metterci la faccia” e il dire sempre “io”. Ma insomma, si difende lui: l’Italia andava male, ci voleva una scossa, ho dovuto farlo. Forzando il suo carattere schivo, verrebbe da pensare, insomma si è sacrificato e ha “dato la scossa”.

Ora, un po’ per noia, un po’ per archeologia, a uno verrebbe voglia di andare a vedere le volte che “ci ha messo la faccia”, per tornare dall’esplorazione un po’ stordito, frastornato, stupefatto. Lasciamo stare le famose profezie su Monte del Paschi, rivelate al Sole 24 Ore e poi recitate in giaculatoria nel pied-à terre di Bruno Vespa: “Mps oggi è un bell’affare”. Caso di scuola, buono per le schermaglie e le polemiche da bar tra renzisti e antirenzisti, figuraccia ormai triturata dalla propaganda e dalla contro-propaganda. Però insomma, se un anno fa esatto il vostro promotore finanziario vi avesse consigliato così caldamente di investire in Mps, ora sareste sotto il suo ufficio ad aspettarlo con un bastone, sempre che possiate ancora permettervi un bastone. Ci ha messo la faccia, ecco, diciamo così.

Ma poi il problema è che la faccia ce la metti prima, e dopo a volte sei costretto a sperare che nessuno si ricordi che ce l’hai messa. Figurarsi se non ci metti solo la faccia, ma anche la mimica, lo spettacolino e tutto il repertorio. Tipo “Il mio sogno è sempre stato quello di fare lo steward”, alla toccante cerimonia che rilanciava (non ridete) Alitalia. Uno stand-up da comedian di Broadway (Off-off), con tanto di “Allacciate le cinture di sicurezza perché stiamo decollando davvero”, e poi il florilegio di calembours tristanzuoli che si sa: “Il decollo di Alitalia è il decollo dell’Italia”, e “Se vola Alitalia, viva l’Italia”. Consiglio il video, perché è anche questo un caso di scuola: presentare i desideri come già realizzati, un futuro ipoteticissimo come già avvenuto. Erano gli inizi di giugno del 2015, un anno e mezzo dopo quel decollo collettivo, così aggressivo e burbanzoso, Alitalia sta di nuovo col cappello in mano, i suoi dipendenti tremano, i conti ballano, siamo già all’atterraggio di emergenza.

Metterci la faccia ha questo, di bello, che nel momento in cui ce la metti fai un figurone con tutti, ma dopo, all’apparir del vero o quando il futuro non va come lo speravi, se ne ricordano solo quelli toccati dallo specifico problema. Come i dipendenti Alitalia, nel caso specifico. O come le popolazioni terremotate in un altro caso anche più mesto e doloroso, quando al consiglio dei ministri e poi in dozzine di dichiarazioni, si giocava la carta dell’efficienza “I container entro Natale e le casette in primavera”. Preciso. Definitivo. Poi, appena due mesi dopo, ecco che i conteiner non arrivano, le casette chissà, le poche che ci sono vengono assegnate a sorteggio. Moltissimo (bene) viene dalle donazioni private, dalle associazioni, dal volontariato, dalle raccolte fondi, “L’Italia decolla” si stempera in un più realistico e triste “L’Italia si arrangia”. Si scopre che non ci sono le stalle e il bestiame muore di freddo (gli allevatori lo dicono da settembre) e che intere zone rischiano lo spopolamento, insieme al loro piccolo ma vivo e ramificato tessuto produttivo. L’altro giorno, prime proteste pubbliche, ad Accumoli, altre ne verranno. La retorica volitiva del “metterci la faccia” perde un altro pezzettino, si consigliano i narratori del Grande Rientro di Matteo di pensarne un’altra.

10 commenti »

10 Commenti a “Matteo “ci ha messo la faccia”, ora purtroppo si vede tutta”

  1. bravissimo, come sempre :)

    da giovanni   - mercoledì, 18 gennaio 2017 alle 10:42

  2. Non ha vergogna, il tapino, a tornare sul luogo del ‘delitto’! Ma si sa questi politicanti da quattro soldi sono bravi a giocare, a falsificare, a mentire sfacciatamente, tanto le ‘interviste’ poi sono propagandate, amplificate, prese come esempi di progresso, intelligenza, e quant’altro. Ovviamente di loro non ci si può fidare, basta vedere come sono finiti in USA! Intanto, però, gli ospedali collassano per una stagione influenzale moderatamente severa, le ‘buone’ scuole restano senz’acqua e riscaldamento per un po’ di freddo (in inverno), e moltissimi lavoratori dipendenti si sono trovati con una busta paga di gennaio a ZERO euro (con su scritto ”decreto renzi” (ovvero gli effetti degli 80 euro se hai cambiato posto o hai fatto meno ore). Ma nessun intervistatore chiede lumi sul perché molti padri e madri di famiglia (anche single) si sono visti elemosinare a parenti e amici i soldi per mangiare un intero mese…

    da Giuseppe Michieli   - mercoledì, 18 gennaio 2017 alle 10:46

  3. Come sempre, grazie ad AR rido o sorrido. Poi, però, resto incazzato.

    da michele   - mercoledì, 18 gennaio 2017 alle 10:46

  4. Infatti, purtroppo, nulla da eccepire, il vuoto pneumatico di idee, dietro agli slogan, ai sorrisi, alle battute tristi; solo l’idea che la narrazione positiva ed affermativa basti a mutare le cose, come insegnano durante tutti i corsi per venditori.
    Questo è lo spessore di chi si è preso il primo, o secondo partito italiano, con la bella frotta di topini ipnotizzati dal piffero dello “storytelling” leopoldesco, dei “vincenti”.
    Profonda tristezza, perchè intanto i problemi veri incancreniscono.

    da federico   - mercoledì, 18 gennaio 2017 alle 10:52

  5. Fino a quando queste notizie saranno confinate a poche realtà informative,come quella del Fatto quotidiano,questi avranno la faccia di bronzo di presentarsi in qualsiasi luogo,con la medesima spocchia di prima.

    Chi lo scriverà e lo dirà che nei 1000 giorni governativi del bomba,il debito pubblico è aumentato di 2700 euro procapite.

    Silence! Il sistema sta lavorando per voi

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 18 gennaio 2017 alle 11:48

  6. Per me l’unico momento di verità l’ha avuto quando con il carrettino ha offerto i gelati alla stampa estera. Ecco, ho pensato, questo è proprio il mestiere adatto a lui.

    da Eparrei   - mercoledì, 18 gennaio 2017 alle 11:49

  7. Lui, fortunatamente, è uno. Io mi chiedo cosa abbiano visto i tanti, troppi, che al momento dell’entrata in scena di questa valletta di terza fila hanno avuto orgasmi incontrollati. “L’Italia deve tornare a fare l’Italia”, “Le donne e gli uomini del nostro tempo hanno bisogno di emozioni, di una storia alla quale credere, soprattutto se il finale è da scrivere insieme”, “Se avete sogni, provateci”….se dai fiducia ad uno che pensa e dice queste cose il problema sei tu

    da nè pd nè m5s   - mercoledì, 18 gennaio 2017 alle 15:49

  8. Equità, responsabilità, futuro. Tre parole che il signor “Ci metto la faccia” dimentica sempre. Non certo per senilità, visto gli anni. Purtroppo anche gli elettori se ne dimenticano spesso oppure, come dicono molti, chi c…o votiamo? Forse il punto è questo: il ricambio. C’è stato quello generazionale, come età, ma non di pensiero. Anche i “giovani” politici sono vecchi. Se le tre parole sono ostili da imparare che almeno si ricordi di una quarta: vergogna. Almeno per rispetto verso i cittadini che faticano ogni giorno. Vergogna di aver fatto diventare il Paese disuguale nel sociale, di aver cancellato il futuro di diverse generazioni di giovani. Purtroppo con gente simile non si potrà mai avere una legge che perseguiti chi ha fatto ( o non fatto) nulla per aiutare i suoi cittadini. E lasciate stare debiti, pil, share e spred vari. Sono solo alibi per la mancata responsabilità verso chi li ha eletti (anche se gli ultimi governi sono autoeletti).

    da M. Nove   - mercoledì, 18 gennaio 2017 alle 16:04

  9. Leggendo l’intervista ho avuto la terribile percezione che Renzi intenda risolvere i problemi del suo partito semplicemente con un po’ di calciomercato (peraltro, a quanto pare l’acquisizione di Carofiglio è andata male…). Fino a qui si poteva pensare che la fretta e l’approssimazione fossero conseguenza delle troppe emergenze da affrontare tutte insieme; ma ora che Renzi avrebbe tutto il tempo di dedicarsi con serietà a ricostruire il suo partito, se si limita al solito marketing pre-elettorale (i banchetti di una domenica, il sondaggio on line, la visita a effetto a Scampia) vuol dire che proprio gnaafa

    da Silbi   - giovedì, 19 gennaio 2017 alle 08:26

  10. Potrebbe aspettare che la baldanzosa fiorentina vinca lo scudetto prima di tornare in politica.

    da Sebastiano   - giovedì, 19 gennaio 2017 alle 10:13

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