Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
mer
14
lug 10

Doc3! Piccole divine crescono

Questa sera Doc3 propone un viaggetto interessante. Un’immersione nel mondo della moda dei bambini. E’ un mercato notevole, ma soprattutto, come vedremo stasera, una notevole fabbrica di illusioni, sogni, ambizioni proprie e altrui, strabismi, miopie, paure eccetera eccetera, insomma tutte cose che i bambini non dovrebbero avere, e invece… Il documentario di Chiara Brambilla è al tempo stesso delicato e implacabile. Delicato, perché alle tre bambine-divine protagoniste del doc non si può rimproverare nulla. Implacabile, perché i meccanismi (del mercato, del divismo, della competizione, ecc. ecc.) sono visibili in filigrana con una perfezione impressionante. Il mondo dei piccoli è una caricatura feroce del mondo dei grandi. Lucrezia, Emily e Rebecca, le tre bambine del documentario – ognuna con la sua storia, la sua famiglia – affrontano ognuna a suo modo il mondo della moda, dai casting alle sfilate, un po’ gioco (solo per loro) e un po’ prova di maturità e selezione feroce. Chiara Brambilla, la regista del doc, ha vissuto quasi un anno con loro, ha condiviso emozioni, delusioni e stress. Ma il suo lavoro ha un pregio assoluto: quello di guardare all’avventura di tre bambine con complicità e tenerezza, senza facili moralismi. Insomma, un ottimo doc, buona visione. Doc3 va in onda il mercalodì su Rai Tre, più o meno alle 23.45. Vi ricordo che si possono rivedere, una volta andati in onda, sulla pagina di Doc3, qui
Doc3 è un programma di Lorenzo Hendel, condotto in studio da Alessandro Robecchi, regia di Graziano Paiella. Consulente: Luca Franco. Produttore esecutivo: Monica Pacini.

34 commenti »

34 Commenti a “Doc3! Piccole divine crescono”

  1. il problema non è l’orario… ma il digitale… non so perché ma rai 1-2-3 all’improvviso mi si spixella… vedo solo quadretti verdi… ed ho pure cambiato antenna e cavo boh!
    peccato…

    da eve   - mercoledì, 14 luglio 2010 alle 22:58

  2. I miei complimenti per il documentario che ho avuto modo di vedere stasera su Raitre, unico canale per il quale vale oggi la pena di accendere la TV. Il mio pensiero va a quelle tre bambine, vittime innocenti dell’ignoranza dei propri genitori, talmente ignoranti che non si rendono conto del danno che stanno arrecando ai loro figli. Far sentire sulle spalle di una bimba di 10 anni la responsabilità di sogni e aspettastive che la madre non è riuscita a realizzare è forse una delle violenze più grandi che si possa commettere su un minore. Ai miei tempi i miei genitori avevano pianificato per me una carriera da scienziato o al più da medico affermato. Dio solo sa i danni e le sofferenze che mi hanno causato. Quanti conflitti ho vissuto, sempre combattuto tra la necessità di “non deludere nessuno” e le mie naturali predisposizioni… Come sarebbe bello se un genitore si fermasse solo per un istante a discutere col figlio di quali siano le sue naturali propensioni, i suoi desideri, se cercasse di educarlo a scegliere la sua via e a sviluppare senso critico. E invece quelle creature indifese sono costrette a farsi carico delle frustrazioni e dei fallimenti dei loro genitori vigliacchi. Ma appunto, è una uestione di cultura… o d’ignoranza.

    Ancora complimenti per il servizio, in particolar modo all’autrice Chiata Brambilla (spero solo omonima dell’attuale ministro del turismo)

    da Francesco   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 00:21

  3. Alessandro,

    sei diventato così noioso, un diminuendo ir-resistibile dai tempi di radiopop… fai qualcosa… lo dico per te!

    Scommetto che ci immaginavamo tutti e due una carriera diversa per un genietto come te!

    Ma 6 ancora vivo, però…

    Andrea

    da an mi   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 01:52

  4. I miei più vivi complimenti per il servizio di ieri “DIVINE”.
    Sono una pedagogista e vi confesso che sono rimasta allibita davanti all’egoismo, alle pretese di genitori che scaricano le proprie frustrazioni su queste figlie per loro “divine” ma in realtà dolcissime bambine di dieci hanni che hanno voglia di giocare sulle quali, però, grava il peso di genitori troppo impegnati a soddisfare i propri desideri che non quelli delle figlie, caricandole già a quest’età di responsabilità, sensi di colpa, eccessiva competizione, rivalità inutili.
    Lasciatele libere di vivere la loro vita, semplice e pura con gli occhi di dieci anni.

    da Emi   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 11:15

  5. Devo riportare un commento fatto sulla tua pagina (non ufficiale di Facebook…
    Claudia Gasparini scrive:
    “Ciao … sono la mamma di REBECCA … una delle tre bimbe del film DIVINE … volevo .. dire che mi è piaciuto il tuo commento iniziale di Rebecca … … so che questa non è la tua pacina ufficiale … ma spero che qualcuno ti riferisca questo …… Grazie ….”

    da Andrea Cadamuro   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 12:47

  6. Non so se si tratti di buon senso, di buona educazione o di pretesa di pari opportunità sociali… Fatto sta che si è ormai diffusa fra la gente la volontà di non rimanere indietro, indipendentemente dalle proprie reali condizioni economiche. Da una parte può essere una buona cosa rinvigorire il proprio orgoglio, ma dall’altra, favorendo il superfluo da mostrare pomposamente in giro, alla stregua del pavone con la sua bellissima coda, a lungo andare potrebbe incidere negativamente anche nei rapporti fra figli e genitori. Ai miei tempi (e daglie…) il più grande di età del parentato dei fanciulli era l’unico a provare il piacere di indossare un capo nuovo… Poi c’era il passa-abito/scarpe/ecc… Forse non era scic, ma rappresentava uno di quei fatti umani che, almeno per quanto mi riguarda, mi ricordo con simpatica nostalgia… In sostanza da sempre mi sento “temperato” a dovere. Mi piacciono le cose belle, ma riesco a farne a meno senza drammi quando non posso permettermele…

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 12:49

  7. Buon pomeriggio a tutti.
    IO sono la mamma di una delle bambine,,,,Vi posso solo dire che tutto quello che la mia figlia dici è perche lo senti è non perche gli viene detto di dire, con questo non voglio giustificarme per il fatto che lei DICA “CHE VORREBBE FARE LE COSE CHE LA SUA MAMMA NON AH POTUTO FARE “.( mi domando cosa c’e di male che lei vuole desiderare cose che io non ho potuto? )….Io credo di educare alla mia figlia in maniera serena, ma dando a conoscere l’importanza delle cose ,,,,,CIOE da dove provengo IO non ci tante possibilita di avere tante cose come i bambin c’e hanno qua, e questo che i bambini qua non sanno aprezzare tutto quello che gli viene offerto o meglio hanno cosi tanto che qualsiasi cosa vedono se gli puo comprare senza problema ma no sanno il valore delle cose. Tutto questo cerco i farglielo capire alla mia bimba , se lei fa un qualcosa devi essere a conoscienza e sopratutto farle capire che qualsiasi cosa lei faccia deve essere fata con responsabilita e SOPRATUTTO saper aprezzare le cose. Se il suo pensiero e quello glielo respeto come tal e non vedo perche le persone devano criticare quello che le bambine a possano sentire……………………SONO ORGOGLIOSA DELLA MIA BIMBA.

    da aldaemi   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 14:57

  8. Non ho potuto vedere il documentario, ma vorrei dire due cose a aldaemi: la prima è che nessuno ha criticato sua figlia. La seconda è se non pensa che è un ambiente pericoloso per lei, che qualcuno potrebbe farle del male. In un ambiente come questo una bambina di dieci anni è considerata già adulta e può essere considerata anche una da portarsi a letto. Che cosa non ha avuto lei? La possibilità di studiare? O di giocare con quello che voleva e non solo con le bambole? Una bambina ha bisogno di imparare a essere una PERSONA e imparare a dieci anni che la cosa più importante per gli altri è il suo corpo (perché fare la modella è un lavoro onesto, per carità, ma si usa il corpo) la trasforma in una cosa. E’ quello che si fa a noi donne da migliaia di anni. Molte persone stanno denunciando che la moda, la televisione, ecc…stanno mandando alle bambine proprio questo messaggio. Se vuole far crescere sua figlia come una persona libera, non segua la moda e la pubblicità. Mia madre l’ha fatto con me e io la ringrazio.

    da Irene   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 16:43

  9. Il problema di base che su tre bambine, una sola aveva la volontà e la voglia di giocare a fare la modella, mentre le altre, erano spinte dalle madri che si erano convinte che sarebbero riuscite a fare dello spettacolo, ma non ci sono riuscite.-

    da franci   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 16:54

  10. Nella società dell’apparire piccoli mostri crescono…

    da Adele5   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 17:08

  11. Sempre da FB:
    “Paola Lori:
    Caro Alessandro, quando mia figlia era piccolina mi hanno chiesto di portarla a fare dei provini per le sfilate di moda. Sul momento,orgoglio di mamma, ci avevo fatto un pensierino, poi per fortuna la ragione ha avuto la meglio e non ce l’ho mandata. Ora ha 15 anni e, orgoglio di mamma, l’ultima cosa a cui pensa è quella di apparire in tv! Sono proprio contenta di averci ripensato e a non averla fatta entrare in quel mondo effimero! Bel documentario davvero”

    da Andrea Cadamuro   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 17:33

  12. Alle bambine ovviamente no, che no si rimprovera nulla. Al mondo che gira intorno, qualcosina sì.
    Avevo scritto una cosa al riguardo poi ho letto il commento della mamma di una di quelle bambine e ho cancellato.
    Troppo critico, evidentemente.
    Dico solo che mi è venuta in mente la trasmissione e sono venuto qui per vedere se se ne parlava vedendo sul sito del Corriere una notizia che riguardava una norma che il Vaticano…
    bah

    da minimax   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 17:36

  13. Poeraaaannoi! Già la Magnani aveva dato un esempio illuminante di mamma italica ansiosa di strumentalizzare la figlia al fine di dare un senso alla propria vita.
    Persino Lucci delle Iene aveva fatto un servizio da spisciarsi dal ridere (e dal piagnere, in vero) su queste mamme dracula, che succhiano il sangue dei propri figli per massimizzare l’investimento rappresentato dall’avere un figlio. E così, purtroppo, è nello sport, in tutto: un’ansia che è quella dell’avere successo a tutti i costi, alla pensiero unico insomma.
    Cos’altro aggiungere, caro Robecchi, lo sai già cosa vorrei dire in particolare alla mamma sopra Aldaemi, ma mi autocensuro giustamente.
    Concludo soltanto dicendo che anch’io ho una figlia, pure fotogenica e parecchio caruccia (tutta suo padre), quindi capisco parecchio la tentazione di farne piccoli esperimenti nazi su queste poere creaturine, ma mai la metterei a passare ore ed ore in quei contesti che riducon i cervelli in pappa. Mai, per tutto l’oro del mondo; basta e avanza la scuola normalizzata e il telefascismo.

    da ab   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 18:21

  14. Off Topic:
    Caro Robecchi,
    sull’aggiornamento in lingua latina dei reati contro i minori commessi da preti depravati di cui danno notizia i vari media oggi, tu hai capito qualcosa? Io non c’ho capito un cazzo… ouch!

    da ab   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 19:06

  15. Aldaemi se permetti un piccolo appunto, non devi chiederti se sei orgogliosa di tua figlia (ci mancherebbe altro!), ma se un giorno tua figlia SARA’ ORGOGLIOSA DI TE, se sarà fiera di averti avuta come mamma. Te lo dico per esperienza, svegliarsi un giorno, magari a 30 anni e chiedersi: “ma quello che sto facendo, lo sto facendo per me, perché mi piace veramente o perché devo far piacere a qualcun altro?”. Beh ritrovarsi un giorno a porsi queste domande può devastarti. E’ necessario un cambiamento di prospettiva: non è il figlio che è al servizio del genitore, ma è il genitore che deve essere al servizio del figlio. Non è il figlio che deve far sentire orgoglioso il genitore, ma il genitore che deve far sentire orgoglioso il figlio.
    Se vuoi un consiglio non ossessionare tua figlia con la moda, dalle la possibilità di sperimentare cose diverse (e tra queste perché no, anche la strada dello spettacolo), ma assicurati che alla fine abbia informazioni e parametri sufficienti per poter fare un scelta personale. Che abbia la possibilità di dire: “nella vita voglio fare questo perché sento che mi piace veramente”. Solo allora sarà orgogliosa di te, perché le avrai dato la possibilità di provare, sperimentare, valutare e quindi… scegliere.

    Chiedi a tua figlia: vuoi fare la modella da grande? Le ti risponderà sicuramente di si. Poi chiedile: “Lo vuoi fare perché ti sto bombardando da quando sei nata con i book fotografici, gli abitini carini, i video su youtube delle modelle, le riviste di moda? Lo vuoi fare per me?”. Forse noterai un po’ di perplessità sul suo volto. Ma è probabile che per non deluderti (ahi come è brutto provare sensi di colpa a quell’età) di dirà che lo vuole fare perché le piace veramente. A questo punto puio accontentarti dell’alibi che ti ha dato o, se ci tieni veramente a tua figlia, puoi provare a chiederle ancora ancora: “e se ti piacesse qualche altra cosa? Cosa altro potresti fare? Ti va di provare qualche altra esperienza, magari per capire se c’è qualcos’altro che possa darti più piacere?”. Ecco questo sarebbe un dialogo (a mio avviso) più costruttivo verso tua figlia.

    Poi nel caso specifico il mio parere è che bastano pochi fotogrammi dell’ambiente ritratto dal documentario per capire che quello è il luogo in cui un bambino non dovrebbe mai stare. Solo l’immagine di quelle 10 persone che contemporaneamente mettevano le mani addosso a tua figlia (chi le aggiustava i capelli, chi la truccava, chi le sfilava gli abiti come fosse un manichino) è da far accapponare la pelle: il messaggio che le stai dando è: “ci serve il tuo corpo, permettici di impossesarci del tuo corpo, anche in 4 o 5 persone simultaneamente”. No, per un bambino che sta formando la sua personalità, non va proprio bene.

    da Francesco   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 19:58

  16. @ Francesco post nr. 15,
    tutto bello e bucolico. Ma sei proprio sicuro che valga ancora la favoletta della serie: “Vai e fai quel che ti piace, asseconda il tuo spirito libero e fa’ quel che nasce dalle tue predisposizioni più sincere etc. etc.”
    Mi spiace rovinare la festicciola, ma la retorica del preparare un figlio a ciò che più è vicino alle sue potenzialità è davvero una panzana per gonzi, almeno qua in questo Paese di stronzi cinici e di finti cristiani, dove vige la regola del più gretto e ignorante.
    Il mondo che porgiamo loro è un massacro collettivo, non ci prendiamo per il culo. Se poi uno ha le spalle coperte e vive isolato buon per lui finché regge, ma tirar su un figlio oggi in Italia con l’idea che tutto è possibile, beh… mi sembra una crudeltà bella e buona, un horror assicurato tanto quanto la storiella dei poerelli Hans e Gretel.
    Ho rotto le uova nel paniere, forse?

    da ab   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 21:16

  17. Ho appena finito di guardare a spizzichi e bocconi il video “Divine”. Una vera tortura mediatica per la tecnica usata… Ad intervalli regolari il video staccava e ritornava da capo riproponendo la pubblicità. La pena continuava poi per ritrovare il punto di stacco e riprendere la visione. Insomma 54 minuti che sono durati almeno il doppio. Spero che sia un errore e che non sia la nuova strategia messa in opera da rai 3 per intortirci di pubblicità anche sul web. A parte questa parte tecnica negativa, il documentario è molto bello ed istruttivo. Mi trovo ancora a bocca aperta. Conoscevo il problema, che fra l’altro anche Luchino Visconti ci aveva proposto nel 1951 col suo fantastico film “Bellissima” dove però la vera protagonista era la mamma, interpretata straordinariamente dalla grande Anna Magnani, ma oggi il sapore è molto più amaro. In sostanza ho visto tre bambine sostanzialmente sole. Modellate interiormente al solo fine di proporre la loro immagine in un mondo che altrimenti non si occuperebbe convenientemente mai di loro e della loro tristezza. Emi è fantastica nella sua sofferta profonda riflessione con cui esprime il suo desiderio primario di essere considerata un po’ di più dai suoi compagni. Tre bellissime bambine, responsabilizzate in ruolo di donne mature, innaturale nello standard dei dieci anni di età. Ad “ab” vorrei dire che è la vita che ci può portare a vendere qualcosa di noi stessi. Il corpo, pur essendo importantissimo, non è sempre la parte migliore di una persona che alcune volte le circostanze crudeli della vita potrebbero costringere qualcuno o qualcuna a mettere sul mercato. A parer mio la parte più preziosa che per convenienza materiale alcune persone mettono completamente a disposizione dell’altrui prepotenza è la mente. Questo sì che fa veramente scendere all’ultimo posto la dignità umana. E pensare che la politica di oggi, specialmente quella italiana, è inflazionata di menti vendute.

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 15 luglio 2010 alle 23:16

  18. Ciao Francesco.
    Mi permeto di risponderti perche in realta quello che mi ai scritto lo ho gia fatto.
    e ti ringrazio delle tue belle parole crude ma senza fare male, e questo e da applaudire, magari ci fossero persone come te che ti fanno questo tipo di reflessione, invece di giudicare in maniera che possano fare del male a chi lo legge e/o a chi lo riceve e giudicare tanto per giudicare e basta.
    Avevo messo in prattica quello che ho letto gia tempo fa, perche infatti la mia figlia fa quello che ci tiene da fare e non quello che io gli possa imporrere, ma sopratutto cerco d’insegnarli i valore alle cose,, e come dici tu DEVE ESSERE LEI ORGOGLIOSA DELLA SUA MAMMA…E NON IO DI LEI… ( MA TUTTA MAMMA DEVE ESSERE SEMPRE ORGOGLIOSA DEL SUO FIGLIO)
    scusa il mio Itlìaliano, ma auguro che mi sia fatta capire..
    Grazi ancora del tuo messaggio.

    da aldaemi   - venerdì, 16 luglio 2010 alle 01:00

  19. Attraverso Facebook sono venuta a conoscenza di questo sito….
    Ho letto attentamente…
    E come ho già commentato, sarà banale ma mi ripeto: Divine… è un FILM!

    Come quello della grande Magnani, NON E’ UN DOCUMENTARIO!

    Succede come nella realtà di tutti giorni dentro al mondo mediatico in cui viviamo, vengono estrapolate solo alcune frasi o scene e poi magicamente vengone ricomposte. In quale mondo assurdo viviamo? L’errore, se si può parlare di errore, l’hanno fatto nella loro dolce e amorevole ingenuità le mamme che non hanno messo clausole al FILM! Con i Vs commenti state danneggiando Loro ma soprattutto Le piccole che tanto vorreste che fossero tutelate… Lo capite?

    Un mio “vecchio” commento all’interno di una discussione su FB

    “Ciao a tutti, ieri con il mio piccolo Alli abbiamo ‘giocato’ a fare le ‘cioto’ con Jordan e… Lucrezia! La bimba del film/documentario. L’ho riconosciuta subito… Mi ha fatto tenerezza, Lucrezia, mentre aspettavamo, era in braccio a sua mamma e si coccolavano. Io ho visto il film – non documentario! – ed effettivamente prima di conoscerle personalmente la mamma non mi era risultata molto simpatica, ma ieri ho visto altro. Perché la regista non l’ha documentato?… Mi piacerebbe dire grazie al destino che mi ha fatto conoscere una bimba spettacolare e una mamma speciale, che ieri da Asti l’ha portata a Milano solo perché il servizio era di pomeriggio altrimenti non le avrebbe fatto saltare la scuola per delle foto! In bocca al lupo piccole Divine, lo siete davvero e che il destino vi porti tanta felicità!”
    Orietta Sestan, su Facebook, 5 maggio 2010 alle ore 10.00

    da Orietta Sestan   - domenica, 18 luglio 2010 alle 18:04

  20. Divine è sicuramente un film; è un film documentario (i documentari sono dei film, non di finzione ma comunque dei film), nel senso che racconta la vita di persone che non recitano un ruolo, bensì, almeno nel caso di Divine, vengono filmate nella loro vita quotidiana (ai genitori e alle bambine non viene assolutamente detto cosa fare e cosa dire).
    Non ha la pretesa di essere esaustivo e completo nel raccontare la complessità della vita delle persone in tutti i suoi aspetti (non sarebbe possibile in un’ora, due ore, tre ore di film), ma credo che il documentario ne racconti una verità. ce ne sono diverse per carità, ma a mio parere quella più importante, quella più necessaria. il punto di vista c’è in un documentario, deve esserci; non è una prerogativa del cinema di finzione. ed è frutto di molto molto tempo passato insieme alle persone del documentario, nel tentativo costante e continuo di capire e interpretare.
    l’approccio non è ideologico, non vengono “estrapolate frasi magicamente ricomposte” per farne un film a tesi, è un film che semplicemente pone delle domande allo spettatore. che poi sono le stesse che ci siamo posti noi continuamente durante tutto il percorso del film.
    la rappresentazione fedele della realtà non esiste, c’è sempre una scelta, un punto di vista, dietro ad ogni ripresa, dietro ad ogni taglio o non taglio.
    i documentari sono spesso degli specchi di noi, se si è disposti a guardare attentamente; non sempre ci piacciamo, a volte è doloroso, ma è fondamentale per la riflessione e la messa in discussione, e, chissà, per un possibile cambiamento.
    che poi in montaggio si facciano delle scelte, si privilegi una scena piuttosto che un’altra, alcuni tagli piuttosto che altri, è nella natura stessa del cinema e di qualsiasi lavoro audiovisivo.

    da Chiara Brambilla   - domenica, 18 luglio 2010 alle 19:59

  21. @ Chiara Brambilla,
    che io sappia però lo specchio riflette sì, ma inverte pure!

    da ab   - domenica, 18 luglio 2010 alle 21:55

  22. Ma sì, ma sì… Documentario, film? Come volete, non c’è problema! Uno guarda un filmato, e, gli piace o non gli piace, se ne fa comunque un’opinione. Quando a suo tempo vidi “Bellissima” provai un senso di tristezza per come veniva trattata la figlia nel film di Anna Magnani. Sia dalla regia che dall’egoismo della madre. Ma quella era tutto sommato una storia inventata… Il film “Divine”, che ho visto sul web in condizioni purtroppo disastrose, mi ha suscitato l’impressione inversa. Ho pensato a come sia stato possibile che delle bambine di dieci anni abbiano maturato ambizioni così fuori dal loro mondo di adolescenti. La scelta delle scene utilizzate per il montaggio è quasi sempre studiata per instradare l’opinione dello spettatore in una certa direzione. Forse io ho sbagliato strada nonostante tutto, ma ai miei occhi è apparsa una situazione in cui ho visto delle bambine sole, desiderose di affetti, di attenzioni, di emozioni diversi da quelli evidenti vissute all’interno della loro famiglia, che non hanno trovato invece soddisfacienti nel loro mondo esterno. Quello che mi manca nel film, ma forse mi sarà sfuggito, è lo spezzone della vita che ha condizionato le fanciulle a scegliere il mondo illusorio della moda. Sicuramente i media hanno avuto la loro parte di responsabilità… Secondo me i genitori non c’entrano più di tanto, anzi cercano di assecondare le figlie per la loro felicità. Complimenti all’autrice e a tutti i collaboratori. Unisco infine l’augurio di cuore alle famiglie interessate affinché le loro aspirazioni e quelle delle loro figlie diventino presto realtà concrete.
    Vittorio Grondona

    da Vittorio Grondona   - domenica, 18 luglio 2010 alle 23:28

  23. HO LETTO CON ATTENZIONE I GIUDIZI NEGATIVI E POSITIVI(pochi)… Sono la mamma di Rebecca V.una delle 3 bimbe.Non sono qui a giustificare niente di me o di mio marito .. nemmeno a fare attacchi a chi mi ha dato GIUDIZI veramente pesanti …vorrei solo dire che Rebe fin da piccola è sempre stata decisa su cosa fare o no … ha iniziato da piccola .. e naturalmente all’inizio abbiamo deciso noi per lei … ma poi è cresciuta … ha cominciato ad amare questo ambiente,ha cominciato a capire che guadagnava oltre che a divertirsi … a 5 anni mi ha chiesto di poter aiutare i bambini poveri dell’Africa … e noi come al solito l’abbiamo accontentata … a 6 anni ha fatto adozioni a distanza pagando lei con i suoi lavori … ha cominciato a fare sfilate di beneficenza che fa tutt’ora .. gli abbiamo insegnato ad aiutare,amare,e rispettare chi fosse meno fortunato di lei .. Rebe con noi ,soprattutto con me,ha un rapporto bellissimo … ma non lo dico per difendermi ..chi ci conosce rimane incantato per come ci confrontiamo continuamente su tante cose … io non sono una frustrata che fa fare questo alla propria figlia perchè nella vita non è riuscita a sfondare … per la cronaca faccio la cassiera e adoro il mio lavoro che è un PART-TIME .. e quando si ha dei figli ..il part-time è l’ambizione più grossa che possa avere una mamma …. Ora vi dico anche che mia figlia ha già 6 anni di contributi pagati … penso anche che non tutti i bimbi di 4 anni paghino il cud … mandano avanti impegni come adozioni a distanza … e aggiungo che Rebecca è molto orgogliosa di avere dei genitori così … e noi siamo orgogliosi di avere una bimba che a 10 anni ha già capito tante cose … che nonostante INVIDIE e CATTIVERIE GRATUITE … lei va avanti per la sua strada.che ha capito i valori che le vengono insegnati sia da me che da mio marito… Claudia …. VITTORIO GRONDONA … grazie …

    da Claudia   - mercoledì, 21 luglio 2010 alle 21:56

  24. Gentile signora Claudia, film del tipo “Divine” si girano per divulgare le conoscenze di alcuni aspetti di ciò che accade realmente nel mondo al fine di osservarne l’effetto che fanno sull’opinione generale. E’ pacifico quindi riscontrare pareri buoni o cattivi o addirittura opinioni della categoria del “non so”. Tanto più che viviamo in un paese dove la faccia di bambino/a viene velata in TV per non farlo riconoscere; dove un bambino/a, sottratto/a ai giochi per farlo/a lavorare è oggetto di scandalo; dove un bambino/a viene tolto/a a forza dai genitori riconosciuti indegni, da non si sa bene chi ed a quale titolo umano. Il più delle volte poi l’indegnità riscontrata risulta direttamente proporzionale a situazioni congenite di povertà conclamata. Viene poi affidato/a, alla stregua di un animale domestico, a comunità che io definisco di infelicità permanente assicurata. Una società come si deve dovrebbe invece fare di tutto perché il figlio/a possa crescere comunque accanto ai suoi genitori, magari aiutandoli e non allontanandoli dalla loro creatura, amplificando così al massimo l’infelicità della loro già troppo provata esistenza. Per quanto riguarda Rebecca, nel film si tocca con mano il clima sereno della sua famiglia, ma nel contempo viene fuori che i suoi rapporti con i compagni non sono il massimo… Sì, gioca con loro divertendosi, ma… Sembrerebbe quasi, dalle sue riflessioni, che non sia bene accettata dai suoi amici probabilmente a causa delle le sue ambizioni di modella che la sensibilità dei bambini collocano spontaneamente fuori dal comune in una coetanea. Quindi la prego di non prendersela più di tanto per i pareri negativi. Secondo me non sono rivolti alle tre famiglie. Le riflessioni di ciascuno, messe a disposizione di tutti, per esempio su un blog, sono a mio parere utilissime ad una società interessata a migliorarsi sempre di più.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 23 luglio 2010 alle 00:10

  25. Bellissime parole Vittorio .. a parte che DIVINE è stato girato almeno certe scene più di 1 anno fa ,e i rapporti che Rebecca ha ora con i suoi compagni sono a dir poco basati su una vera e forte amicizia … e Rebecca , ha superato perfettamente quel periodo NO … DIVINE doveva avere un’altra piega come documentario … a me personalmente non piace più di tanto , Chiara sa come la penso ….. ma sa anche le le vogliamo un bene infinito … Non sono le crtiche negative che fanno male … ma come vengono fatte … tutti si sono preoccupati di giudicarci e criticarci pesantemente … la frase diretta a me “” Quella mamma dovrebbe andare in galera “” mi ha fatto veramente stare male … Ma perchè nessuno ha chiesto a noi mamme nulla … è questo che mi fa arrabbiare … Dal canto mio … noi e Rebecca da chi ci conosce abbiamo solo ricevuto complimenti .. e per me è questo l’importante … Se in Italia è un problema l’immagine del bambino non velato …. che NON facciano più PUBBLICITA’,PROGRAMMI,FILM,SFILATE o CATALOGHI di MODA con bambini … penso però che poi nulla sia reale … Mi chiedo spesso perchè questo ambiente non venga mai fuori per quello che è realmente … i nostri bimbi lavorano con FOTOGRAFI,STILISTI e REGISTI di una professionalità unica … non è solo Claudia a sentirsi criticata .. ma tantissime mamme e papà che hanno i figli che fanno quello che fa Rebe … Su questo ci servirebbero tante ore per parlarne … e per poi non dire sul mondo dello sport ….. è peggio del nostro … la rivalità è ben peggiore … e come giudicare un papà o una mamma che consiglia al figlio/a di fare del male all’avversario per vincere .. o di fare cadere la compagna per poter aggiudicarsi il posto da protagonista nel saggio di danza.. non pensa che questi bambini/e siano messi in condizioni ben peggiori dei nostri?? E che dire poi di questi genitori.Questa non è una mia fantasia ma storie raccontate da tanti … non pensa che anche questo sia criticabile … non capsco perchè il mondo della moda o spettacolo dia tanto fastidio ad alcuni … io metterei anche questo su un blog per fare confronti(parlo dello sport) … e so già che si scatenerebbe un GRAN CASINO … Io sono su FACEBOOK .. se qualcuno vuole fare un giro nel nostro mondo è il benvenuto … Claudia Gasparini … Chiedo scusa se vi stanco con i miei discorsi … ma questo per me è l’unico posto dove poter dire la mia idea …. Ancora grazie Vittorio

    da Claudia   - sabato, 24 luglio 2010 alle 12:42

  26. Sono davvero contento che Rebecca abbia superato il suo piccolo dispiacere ritrovando così il naturale equilibrio nei rapporti anche con i suoi amici. Del resto non avevo dubbi in merito. E poi, tutti i papa e le mamme sanno quello che è bene per i loro figli. Sono gli unici a conoscerne il carattere, i limiti e le aspirazioni e quindi solo loro sono in grado di aiutarli con i consigli più appropriati. Il parere e le esperienze degli estranei a volte possono comunque essere di grande aiuto…

    Il volto velato dei bambini, e di qualsiasi altra persona, nelle riprese televisive, non è un problema italiano. E’ semplicemente un’ipocrisia inserita fra le regole dei media al solo scopo di aumentare la pelosa curiosità del pubblico. Nei casi in cui non esistesse il consenso per la pubblicazione dell’immagine in chiaro, sarebbe molto più saggio e decoroso non presentare nemmeno la sagoma degli interessati. In questi casi limitarsi alla sola cronaca verbale degli avvenimenti che si vogliono rappresentare sarebbe infatti più che sufficiente e nessuno avrebbe nulla da dire o da contestare. Non so a voi, ma a me fa un certo effetto negativo sentire parlare una persona senza vederla in volto… Senza potere osservare sul viso di quella persona indefinita le emozioni delle sue parole…

    da Vittorio Grondona   - domenica, 25 luglio 2010 alle 19:32

  27. Io, che ho visto il documentario e pure non sono contraria a priori a questo tipo di mondo, devo dire che mi sono fatta un’idea completamente diversa delle tre bambine.
    Ora, non so qual’è l’idea che avessero gli autori ma se dovessi sintetizzare:

    – Lucrezia mi è sembrata una bambina felice e soddisfatta del suo ruolo, che si diverte nel fare quello che fa ed estremamente matura..a lei e a sua madre tanto di cappello
    – Emily più che desiderare fare la modella chiede di essere accettata da amici e coetanei..e l’errore della madre sta nel riversare le sue ambizioni sulla piccola facendole credere che, una volta famosa, per lei fare amicizia non sarà più un problema. Fortunatamente Emily ha un padre saggio che la vede lunga e sono sicura riuscirà a stare accanto alla bambina come si deve senza crearle false illusioni
    – Rebecca è quella che, fra le tre, mi ha fatto francamente più pena e i commenti qui della madre consolidano solo l’idea che mi ero fatta. Non ho visto nemmeno per un istante la gioia nel suo volto nel fare la modella..si sono visti invece fin troppo bene due genitori tronfi che hanno fatto del lavoro della bambina la loro ragione di vita. Litigate su come si deve presentare ai casting, pagine di giornale esibite davanti agli altri genitori e, anche qui, righe su righe per raccontare quanti lavori abbia fatto, quanti contributi abbia versato oppure per lamentarsi di favoritismi perchè la figlioletta non è stata presa…e nel mezzo una bambina con gli occhi tristi chiusa in se stessa, con il suo lettore dvd e il suo nintendo ds.
    No, Rebecca non mi è sembrata contenta di essere lì..e io fossi nei genitori lascerei perdere i contributi e i Pitti per lasciare la bimba libera di viversi quel poco che ancora le resta della sua infanzia.

    da Terry   - venerdì, 30 luglio 2010 alle 01:09

  28. Io penso che lo scopo del film non fosse quello di invitarci a commentare l’aspetto socio/famigliare delle sole tre protagoniste, ma principalmente quello di illuminarci su un settore del lavoro infantile che per molti di noi era quasi del tutto sconosciuto. Mi sembra di avere capito che il mondo della moda infantile pulluli di piccoli aspiranti modelli/e dietro i quali esistono sicuramente i problemi o le felicità molto simili a quelli manifestati dalle fanciulle del film. Io credo comunque che situazioni del tipo siano presenti anche in altri settori. Nello studio, per esempio… Perfino nella scelta dei giochi. La verità è che comunque il mestiere dei genitori non è facile… Il mondo cambia… Anche nelle delicate sfere dell’infanzia. Quando ero piccolo io, finito l’anno di scuola, era prassi normale per i genitori fornire ai figli un’occupazione per “levarli dalla strada durante l’estate”. Questo era la motivazione ufficiale. Il “lavoro” più comune era il “fattorino”. Nessuno si scandalizzava. Io, però non ero contento allora… Se mi avessero intervistato avrei senz’altro fatto presente il mio personale disappunto. Oggi, però, benedico quelle scelte perché mi hanno aiutato a crescere responsabile preparandomi le basi per affrontare i problemi della vita con maggiore determinazione e sicurezza.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 30 luglio 2010 alle 09:40

  29. Cara Terry … Sono la mamma TRONFA …. sì , purtroppo ti devo dare ragione … quello che tu hai visto … con grandissima tristezza l’ha visto anch’io … Rebecca … mia figlia in questo film appare la bambina più triste … e questo non mi è piaciuto … hai visto quello che noi non siamo … hai visto 2 genitori che elencavano i lavori della figlia … hai visto 2 genitori lamentarsi di favoritismi NON AVUTI … 2 genitori litigare anche per i casting … ma sopratutto hai visto una bambina che non vuole fare queste esperienze … hai visto una bambina con occhi tristi … tutto questo l’ho visto anch’io .. I miei commenti qui anche se giudicati male da te … sono stati scritti non per giustificare le nostre scelte … ma per fare capire che Rebecca è una bambina totalmente diversa da come si vede in questo film … una bambina matura … e una bambina felice di fare tutto questo .. di guadagnare dei soldi .. e sopratutto di aiutare gli altri … Rebe la sua infanzia la sta vivendo ………… è una bambina normale e felice … Penso che se avesse scelto di fare invece uno sport competitivo … dove l’impegno è maggiore … e sopratutto fisso …. che la porterebbe a fare i compiti alle 10 di sera,tutte le domeniche impegnate … compleanni saltati … e,nel caso vincesse competizioni .. e andasse sul giornale … tanto di complimenti … sarebbe tutto meno criticabile …. perchè sarebbe nella norma … (questo è un esempio preso da alcune sue amiche che vivono realmente questa infanzia) ma lei ha fatto scelte diverse dalla norma …. e allora è tutto criticabile …. Io dal canto mio l’unica cosa che posso dire … è che se avessi saputo il finale di questa avventura , cioè il documentario .. sicuramente avrei impedito a mia figlia di farlo .. tu pensi che siamo più noi che lei a volerlo … invece ti sbagli …. Non sto giudicando o criticando il tuo punto di vista sul film … del resto è quello che penso anch’io … ma sto cercando semplicemente di fare capire che tutto quello che si vede … NON E’ ORO CHE LUCCICA …..

    da Claudia   - venerdì, 30 luglio 2010 alle 12:25

  30. Claudia io sono d’accordo con te quando affermi che impegnare un bambino in uno sport a livello agonistico o fargli fare ore ed ore di esercizio quotidiano per imparare a suonare uno strumento non è diverso dal portarli a fare dei servizi fotografici.
    Ripeto, io non condanno a priori il mondo della moda per bambini e in questo mi dissocio dalla chiave di lettura che ha dato Vittorio al documentario perchè portare un bambino a fare un servizio fotografico non lo vedo paragonabile ad un lavoro estivo come fattorino e non credo venga pensato da nessun genitore con le stesse finalità.

    Per me i bambini possono fare quello che preferiscono basta che sia una loro libera scelta e non venga vissuta come un’imposizione dei genitori…ovvio che su bambini di 1,2,3 anni la scelta parte sempre da un adulto ma credo anche che il ruolo di un genitore sia quello di vigilare e controllare che il bambino prenda sempre al cosa nella giusta maniera e non venga vissuto come un peso..e questo sia che si parli di fare nuoto 5 volte a settimana piuttosto che di fare una sfilata al Pitti.
    In questo documentario io ho visto una bambina contenta di fare quello che fa, entusiasta e con delle idee belle chiare sul suo futuro (Lucrezia), ho visto una bambina a cui della moda non interessa nulla ma che ama talmente tanto sua madre da farsi carico dei suoi sogni e crederle ciecamente quando le diceva che grazie alla moda avrebbe risolto i suoi problemi di socializzazione (Emily) e una bambina totalmente sopraffatta dalla fama di notorietà che i genitori hanno per lei (Rebecca)

    Claudia tu dici che Rebecca ama quello che fa e che è solo uscita male dal documentario ma, non so se lo hai notato anche tu, Rebecca delle tre è l’unica che non parla quasi mai..Lucrezia fa da padrona e racconta quasi tutto lei in prima persona, Emily si fa tramite con al sua voce dei desideri di sua madre..nel spezzone di Rebecca si vedono solo i genitori che litigano e si lamentano..i genitori che mostrano i lavori che ha fatto Rebecca, i genitori che parlano di favoritismi e invidie e, in mezzo a tutto questo, ogni tanto spunta la voce di Rebecca che dice “ma papà…non arrabbiarti, non fa nulla se non mi hanno preso, che vuoi che sia”

    Io non vi conosco e puoi avere tranquillamente ragione tu perchè ovviamente ho visto voi e la vostra bimba solo in 20 minuti di film..per cui se davvero Rebecca è orgogliosa e felice di fare quello che fa per me fate benissimo a farla andare avanti ma, se posso un consiglio, cercate di capire se è DAVVERO quello che vuole far lei..vedendo divine non parrebbe proprio.
    Ah ed è, ma immagino lo saprai già, proprio brutto sentire l’elenco di quello che ha fatto la bambina, dei lavori che ha svolto, della beneficenza che ha fatto..lo trovo davvero di cattivo gusto.

    da Terry   - venerdì, 30 luglio 2010 alle 14:58

  31. Io penso che un fanciullo non debba solo studiare e giocare. Un impegno serio e responsabile per il suo tempo libero è in ogni caso assolutamente positivo. Servizio fotografico e fattorino sono a mio parere due mansioni molto simili, soprattutto quando il prestatore d’opera è un bambino. Entrambe le occupazioni comportano la messa a disposizione altrui dell’attività del corpo e dello spirito. L’unica differenza che ci trovo è che per un ragazzino intorno ai dieci anni di età il servizio fotografico può anche essere piacevole e divertente, mentre il lavoro di fattorino è sempre faticoso e triste.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 30 luglio 2010 alle 20:49

  32. Fare l’elenco di tutti i suoi lavori non è nostra abitudine …. raramente parliamo di questo alle persone o conoscenti … solo i nostri amici INTIMI sanno … quella scena è stata creata … il fatto non della beneficenza … ma di adozioni a distanza … sarà forse di cattivo gusto averla detta … ma per Rebe è una soddisfazione sua personale … per quel che riguarda i genitori … TASTO MOLTO DOLENTE … non siamo così ….. Vittorio lei faceva il fattorino , mio marito vendeva ciuffi di prezzemolo , io volontariato con persone non vedenti perchè mia mamma è quasi cieca … contenti o no lo abbiamo fatto ….. e a distanza di anni per noi è un ricordo importante ….della nostra infanzia … Sempre gazie Vttorio …

    da Claudia   - venerdì, 30 luglio 2010 alle 22:53

  33. Ci mancherebbe!… Ognuno è libero di dire tutto quello che desidera. Nel limite del lecito ovviamente. Parlare di sè e delle proprie esperienze è l’elemento principale di una conversazione. Per conoscerci e soprattutto per confrontarci nei comportamenti. Quando discutiamo amichevolmente col prossimo, come avviene in questo prezioso blog, non siamo in una riunione per parlare d’affari o di strategie di lavoro, dove potrebbe anche non essere etico raccontare la personale situazione famigliare. Siamo fra amici che desiderano scambiarsi le opinioni. Sui fatti politici, sulla vita e anche sul film “Divine”… Le critiche sono in ogni caso dietro l’angolo, ma esse sono il sale che insaporisce ogni tipo di discussione.

    da Vittorio Grondona   - sabato, 31 luglio 2010 alle 09:22

  34. Dopo due anni ho visto il film “Divine” e mi inserisco in un forum vintage. Il film mi é piaciuto molto e mi sembra rappresenti con verismo estremo quelle che sono le dinamiche genitori/figli. Ho un bimbo di quattro anni e per me è il piú bello e il piú bravo di tutti. Già all’ asilo vorrebbe avere la parte da protagonista in tutte le recite. Questa cosa mi fa sorridere. Ma per ora fará solo foto per mamma e debutterà in recite scolastiche.
    Il video mostra solo l’aspetto al femminile (piccole modelle), ma non ci dimentichiamo (io ci penso spesso visto che ho un maschio) a tutti quei “pulcini” che ruotano nel mondo del calcio, con genitori che litigano sugli spalti, ai soldi che girano,… E anche sostanze in quell’ambiente.
    Le piccole divine, tutto sommato, rimangono sotto il controllo dei genitori, i calciatori in erba,invece, vengono scaraventati in altri luoghi con prospettive ben piú allettanti di guadagni e successo facili
    Forse la brava Chiara Brambilla dovrebbe farci un pensierino.
    Un ultima considerazione: Lucrezia é una bambina che é dovuta maturare in fretta, per via della perdita del suo papà. É davvero talentuosa e speriamo che non rimanga una bambina prodigio.
    Mi dispiace per la mamma di Rebecca.. nel film sembra solo un pochino stanca, ma non mi sento di dare dei giudizi negativi: ci sono genitori ben peggiori, che influenzano pesantemente tutta la vita dei figli.
    Emily é di una dolcezza disarmante.. E comunque ha un papà con i piedi per terra che saprà guidarla insieme alla mamma.
    Un bacio a tutti.

    da RO   - sabato, 25 agosto 2012 alle 11:41

Lascia un commento