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E’ come tirare i sassi. In memoria di Beppe Viola a 40 anni dalla morte. Teatro Parenti, 22 ottobre 2022

IMG-7588Il 17 ottobre 2022, al Teatro Parenti di Milano, per iniziativa di qualche amico, compagno di strada, lettore, fans, le figlie, e altri complici, maFoto Viola tutti soprattutto con la tigna di Giorgio Terruzzi e Paolo Maggioni, si è ricordato Beppe Viola a 40 anni dalla morte.  Metto qui il mio intervento di quella serata.

 

 

 

Ciao.

Non mi piacciono quelle cose “Io c’ero-io c’ero-io c’ero”.
Soprattutto perché io non c’ero.
Io avevo un anno, sul confine Villapizzone-Bovisa, quando Beppe Viola entrava alla Rai rispondendo “No” alla domanda “Lei è comunista?”.
E poi ne avevo 22 quando incautamente mi davano una tessera da giornalista professionista, e lui moriva proprio quell’anno lì.

in Milan, Italy, Monday, Oct. 17, 2022. (AP Photo/Luca Bruno)

in Milan, Italy, Monday, Oct. 17, 2022. (AP Photo/Luca Bruno)

Non mi piacciono neanche quelle cose è vivo è vivo, è qui con noi.
Mi viene in mente il mio papà che un po’ incredulo al funerale di un famoso mi disse: “Ghe baten i man perché l’è mort?”
Non è vero che è qui con noi… siamo noi che siamo qui con noi.
E siamo qui con noi perché gli volevamo bene.
Chi lo ha conosciuto, vabbé, per forza.
E chi lo ha conosciuto dopo, leggendo, perché ha imparato qualcosa.

Quindi qui faccio l’elenco di quello che ho imparato dal Beppe Viola.
Che le parole c’hanno un senso loro, come il pallone per Trapattoni, che sembra rotondo, ma delle volte c’è dentro un coniglio.
E che ridere non vuol mica dire essere scemi, anzi serve a capire chi sono quelli scemi che non ridono.
E che essere leggeri non è il contrario di essere pesanti, ma è il rovescio di essere dei pirla che si credono stocazzo.
Ma poi, dopo, quando il mio mestiere è diventato suo malgrado quella cosa che chiamano carriera, non lo so perché, forse è una roba di ore di volo… Dopo, dico, la vicinanza al Beppe Viola è diventata un’altra cosa, una gloriosa specializzazione nell’accumularsi delle rogne.

Perché nella mia immaginazione, il Beppe era anche quello che capitava a me, che bisogna andare in redazione.
Ma anche consegnare la rubrica…
o finire la canzone,
magari sei lì che devi chiudere il pezzo e ti viene un’idea più bella,
oppure un’ora da spendere meglio,un dialogo da ridere,

foto andrea cherchi31poi c’è una roba che hai letto che ti torna su, come i peperoni, dai, cazzo, rileggila..
o un amico che ha bisogno…
E resti indietro con le cose
…e allora ne inizi altre due, poi ti capita anche di finirne qualcuna e viene bene, o male, o così così
… e dai che ne scrivo un’altra…

Una cosa che ho imparato da Beppe Viola, una delle…
Non è che c’è la vita. e poi c’è quella roba lì,
è che c’è la vita CHE E’ quella roba lì.
E questo per me, da quarant’anni di lui ce non c’è più, e di mestiere mio che c’è – guarda le coincidenze – è una vicinanza da amici e fratelli.
Che lavoro fai?
Boh !

Poi, siccome anche un po’da balordi, ma i compiti bisogna farli, mi son messo a cercare una roba di Beppe che c’avevo in testa da sempre, così in testa che ho anche smesso di cercarla, perché la so a memoria e dice così:

C’ho via una gamba da quando ho fermato il tram in viale Porpora.
Il pallone però l’ho salvato anche se adesso non mi serve.

Ecco, sembrano due righe perché in effetti sono due righe.
E in due righe c’è dentro tutto, il ridere, il piangere, il tram in viale Porpora che non è l’Abu Dhabi di vetro di chi ce l’ha più alto, ridateci le Varesine, bastardi.
Sono due righe di verità vera, perché col cazzo che va tutto bene, ma noi ridiamo lo stesso.
Che è come tirare i sassi.

 

2 commenti »

2 Commenti a “E’ come tirare i sassi. In memoria di Beppe Viola a 40 anni dalla morte. Teatro Parenti, 22 ottobre 2022”

  1. Bello

    da Roberto   - martedì, 18 ottobre 2022 alle 19:06

  2. Grazie, gran bel ricordo di un grand’essere umano.

    da Giovanni   - martedì, 18 ottobre 2022 alle 20:26

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