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set 21

La guerra ai poveri. Adesso passa dai frigoriferi e dalla birra (ben calda)

PIOVONOPIETRECi sono due cose che contengono l’apoteosi della tristezza: la pizza fredda e la birra calda. Sulla pizza fredda non si è ancora pronunciato nessuno (diamogli tempo), ma pare che la birra calda si affacci periodicamente come geniale soluzione al male supremo delle città, dove molti giovani passano le serate in piazza sorseggiando colpevolmente liquidi non a temperatura ambiente, il che sconcerta e crea pericolo. La triste questione della birra calda torna alla ribalta in quel girone dantesco che sono le elezioni comunali a Roma, e precisamente nel programma di Carlo Calenda per il III Municipio, con tanto di slide, in cui si parla (testuale) di “movida a basso costo”, deriva da combattere con tutti i mezzi. Uno dei quali sarebbe, appunto, staccare i frigoriferi ai minimarket che vendono bibite, anche alcoliche come la birra.

Diciamolo subito, anche per non fare di Calenda uno strabiliante innovatore: questa faccenda di incoraggiare la vendita di birra calda ha radici antiche. Se ne trova traccia su Il Tirreno già nell’anno di grazia 2016, quando il comune di Pisa vietò la vendita di bevande fredde, sempre per contrastare la movida (allora, nei titoli, era “selvaggia”, al classismo del “basso costo” non si era ancora arrivati). Venendo ai giorni nostri, una simile ordinanza è stata adottata questa estate dal comune di Voghera (sì, quello dell’assessore leghista alla sicurezza che ha ammazzato a pistolettate un immigrato): si fa divieto ai commercianti di detenere e conservare bevande alcoliche “di qualunque genere e gradazione a temperatura inferiore di quella ambiente abbassata mediante utilizzo di sistemi e/o apparecchi di refrigerazione e raffrescamento”.

Naturalmente a tutti piace sorseggiare un gustoso Moscow Mule ghiacciato ai tavolini delle belle piazze italiane, nei privé o nei locali esclusivi, ma la birretta al volo, magari (sacrilegio!) seduti sui gradini o sulle panchine è considerato poco commendevole e foriero di disordini. Insomma, un nuovo – ennesimo – capitolo della guerra ai poveri passa questa volta per i frigoriferi, diavolerie moderne che attentano alla quiete pubblica e consentono momenti di ristoro e rinfresco alle classi meno abbienti (gente che non sa soffrire, secondo la vulgata salvinian-renzista, diseducata alla consumazione come dio comanda). La questione della birra calda nelle piazze del III Municipio di Roma è stretta parente delle ordinanze fiorentine che vietano di mangiarsi un panino in strada, cosa che dovrebbe avere il duplice scopo di aumentare il fatturato delle trattorie e di scoraggiare i visitatori poco solventi, insomma di tenere alla larga i poveracci che rovinano il paesaggio. Trattasi di lotta di classe, ininterrottamente e ferocemente condotta contro le classi meno abbienti che – dai tempi di Dickens e anche da prima – non possono frequentare taverne costose, né accasarsi in alberghi con molte stelle, né ambire all’ingresso nei bar di lusso, dove la birra fredda resterebbe naturalmente disponibile. Forse dovremmo, a questo punto, cercare una metafora o una allegoria per dire del ridicolo, e anche della violenza, di un simile disegno. Ma non è il caso di sforzarsi, è già tutto abbastanza metaforico così, e sapete tutti che, una volta toccato il fondo, si può sempre cominciare a scavare. Forse si scoprirà che le scarpe “a basso costo” rovinano i selciati delle nostre piazze, e bisognerà correre ai ripari, anche con mezzi drastici – severi ma giusti – tipo l’amputazione dei piedi ai cittadini di basso reddito.

8 commenti »

8 Commenti a “La guerra ai poveri. Adesso passa dai frigoriferi e dalla birra (ben calda)”

  1. Caspita, sempre più d’elite la classe politica italica, elargisce soldi a pioggia ai diffusi *prenditori italiani”, si incazza sul reddito di cittadinanza, non fa una piega sulle nuove retribuzioni da fame, molto di moda ultimamente e gli fa pure schifo se con quelle paghe i nuovi lavoratori miserabili, acquista cibo d’asporto e beve qualcosa di fresco.
    Fino a quando il tirare la corda non creerà reazioni possono permetterselo, anche se non potrà essere una condizione buona all’infinito,il torpore prima o poi finisce…

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 8 settembre 2021 alle 13:46

  2. Diavolo!! Pure questa notizia (nascosta ai più ) ci lascia di stucco ! Li dove tutti resteranno, ahimè.

    da Elena   - giovedì, 9 settembre 2021 alle 00:20

  3. Una analisi del consumo alimentare ben condotta. Un modo per o allargare l’attenzione al cibo non solo da chef. Grazie e spero in altri articoli.

    da Dino Silvestroni   - sabato, 11 settembre 2021 alle 17:18

  4. Il pezzo è ironico e dunque nulla da dire. Per il resto direi che è stata una settimana di polemiche stupide, pretestuose e ridicole da parte di maitre a penser livorosi come la psicologa dei parioli, lo storico dell’arte di firenze centro, il raimo, il di bartolomei, il lumbard che gentilmente ci ospita etc. Sempre dalla parte dei più deboli, neh. Coscienza tranquilla, convinzione di essere migliori degli altri e un’ipocrisia sconfinata. Ma sì, facciamoci una risata, basta che il vino bianco stia ben freddo nel secchiello.

    da Roberto   - domenica, 12 settembre 2021 alle 12:08

  5. Ma davvero lei crede che la lotta di classe passi per gli schiamazzi notturni? o è solo un modo, in linea con lo stile Fatto Quotidiano, di manganellare un candidato che non le piace?

    da Pietro   - domenica, 12 settembre 2021 alle 15:51

  6. Io credo che si penalizzino sempre i ceti più deboli. Primo. E, secondo, è semplicemente ridicolo che una critica a un candidato sia “manganellare”. Se un candidato non sa accettare le critiche non si candidi. manganellare è un’altra cosa. Il vostro linguaggio vi qualifica: chiami e fotti. Stia tranquillo, nessuno manganella nessuno. Far notare a qualcuno che dice o fa una cazzata non è manganellare. Impari a parlare, poi ripassi di qua, se vuole

    da Alessandro   - domenica, 12 settembre 2021 alle 15:55

  7. A proposito di linguaggio. “Io credo che si penalizzino sempre i ceti più deboli” è un po’ diverso dal dire “ora la guerra ai poveri passa dai frigoriferi”. Dunque c’è una “guerra ai poveri” (sic), pervicacemente e incessantemente portata avanti dai privilegiati neolibberisti. Mi pare un po’ ridicolo e inutilmente aggressivo. Fa il pari con chi ha detto che il Green Pass obbligatorio per Le Frecce e non richiesto per i regionali sia volto “a infettare impunemente i poveri e a tutelare i ricchi”. Posto che il Green Pass è uno strumento assurdo, ingiusto e dannoso e posta l’evidente contraddizione nel richiederlo su di un treno e sull’altro no, colui che ha fatto questa affermazione ignora di sapere che centinaia di lavoratori torinesi (magari qualificati ma non certo ricchi, tutt’altro) prendono tutte le mattine il Freccia rossa per andare a lavorare a Milano. La stessa persona, favorevole al green pass e a tutte le misure criticabili messe in campo dagli ultimi governi, ha scoperto che può utilizzare quest’arma contro il governo attuale e dunque, seppur tardivamente, in modo strumentale e con questo tipo di linguaggio ha iniziato a battere sul punto. Se poi viene criticato, grida al linciaggio e al manganello. Lui sì che chiagne e fotte. Il punto è che, purtroppo, la pandemia ha amplificato le diseguaglianze sia all’interno dei nostri paesi ricchi sia tra i paesi ricchi e i paesi poveri ed è un problema terribilmente serio. Banalizzarlo in questo modo mostra che chi lo fa in realtà non sente il problema e non ha nessuna empatia con i “sofferenti”; detto in modo crudo, non gliene frega un cazzo se non come strumento per le sue polemiche e tutto ciò è molto triste.
    Altro esempio:
    OMS 1: “Ci opponiamo fermamente alla terza dose per tutti gli adulti nei paesi ricchi, perchè non aiuterà a rallentare la pandemia. “.
    OMS 2:  “Ci sono abbastanza vaccini per tutti, ma non stanno andando nel posto giusto al momento giusto. Due dosi devono essere date ai più vulnerabili in tutto il mondo prima che i richiami vengano dati a chi ha completato il ciclo, e siamo ben lontani da questa situazione”.
    SINISTRA IN ITALIA (Letta, Speranza, Sinistra Italiana e compagnia cantante ma anche centristi e renziani vari): “Siamo sovranisti del vaccino. Vogliamo/esigiamo (pena la perdita per chi utilizza la libera scelta, formalmente concessa, dei diritti civili elementari) che tutti si vaccinino (compresi i ragazzini, tra poco anche i bambini under 12) e vogliamo la terza dose. In culo ai vulnerabili dei paesi poveri. Siamo “No border” solo a parole, in realtà siamo degli egoisti del cazzo e ci vogliamo asserragliare nei nostri paesi ricchi e fare delle simpatiche cene col vino bianco nel secchiello mentre discettiamo di massimi sistemi e di guerra al neoliberismo (i renziani omettono questo passaggio). Per farci belli, ogni tanto ci mostriamo indignati con Big Pharma. Ci contraddistingue una sfrenata ipocrisia e un sentimento di superiorità morale nei confronti della plebaglia ignorante (e burina). La pandemia ci rende golosi e sogniamo di sfruttarla per riconquistare la perduta egemonia culturale e magari inoculare un po’ di autoritarismo dei bei tempi andati.
    Aldilà della feroce ironia, io trovo tutto questo molto triste e sconfortante e quindi, scusate, mi cadono le braccia nel sentire certi discorsi perchè suonano più falsi di una moneta da cinque euro. E nel sentire tutte le polemichette del giorno come questa. Siamo degli egoisti, narcisisti, paranoici, destinati all’irrilevanza.

    da Roberto   - lunedì, 13 settembre 2021 alle 00:04

  8. Suvvia Robecchi, abbia fiducia nella stampa italica…

    L’Italia non è ferma all’ABC dell’informazione (dalle iniziali degli imprenditori a capo dei maggiori gruppi in ambito informativo).
    Infatti, con l’autunno, ci saranno tante novità in edicola.
    Le nuove testate, grazie a cooperative flessibili e disinvolte, potranno accedere al finanziamento pubblico e contribuire così alla crescita del Paese.
    Il collaudato circuito di edicole TV e programmi talk show si farà carico di rendere popolari i front-man di queste testate giornalistiche.
    E’ il caso di ricordare che i nuovi arrivi sul palcoscenico mass-mediatico potranno veicolare meglio (con la pubblicità) i concetti di Resilienza, Transizione energetica/ecologica, Rinascita e Rinascimento:

    La Signoria; Carriere della Sera; Malavitosi; A Piede Libero; Sinistrati, Lo Strillone; Clan&Baratti; Fumetti Abietti;
    Il Ratto e la Volpe; Il Fratello Maggiore; Il Sicario; Doppio Gioco; L’Irridente; Caos e Dintorni; I Fogli della Sibilla;
    Devoti ai Soldi; Armi x Crescere; Il Futuro Dietro l’Angolo; Il Tagliagole; Ai Pezzenti; AI (=Intelligenza Artificiosa);
    L’Improbabile; Qom_Plot Ti Amo; Figli della Pupa; Eco dalle Fogne; STORIA QUANTISTICA!

    da Osso-NBC   - lunedì, 13 settembre 2021 alle 18:44

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