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lug 20

Stati Uniti, da impero a Circo Barnum, la realtà ha ormai superato la fantasia

PIOVONOPIETREAmmetto di non aver studiato a lungo, ma mi pare di aver capito che l’unica abilità riconosciuta di Kim Kardashan sia usare in modo creativo il cospicuo sedere, oltre ad avere un marito, tale Kanye West, di professione rapper, candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Del quale – all’inizio distrattamente, ma sempre più avvinto secondo dopo secondo – ho visto un comizio elettorale in cui promette (tra altre cose, non tutte comprensibili) un milione di dollari a chi concepisce un figlio. Niente male: se aggiungesse uno yacht e una tenuta agricola in Arkansas sarebbe un buon incentivo alla natalità (ci metterei anche un mitra M16, non di peluche). Troppo facile prendersela con mister West, e va detto che la storia americana è piena di questi candidati “indipendenti”, pittoreschi, caricaturali. I più anziani e i più rockettari, ricorderanno le numerose candidature di Jellow Biafra, cantante dei Dead Kennedy’s (eccellente gruppo punk californiano) che aveva nel suo programma campi da golf nelle prigioni federali e nuove divise per la polizia: da clown. Un dadaista, insomma.

Ora c’è un piccolo problema: che le distanze tra lo sberleffo situazionista e quelli che ci credono veramente si sono assottigliate fino a scomparire, e questo anche per merito di un presidente in carica, Donald Trump, che ogni giorno pone il mondo davanti al dilemma classico: è matto o finge di? Insomma, con quale diritto sghignazziamo davanti a un rapper se a capo del mondo, con la valigetta dell’attacco nucleare, c’è uno che dallo studio ovale fa pubblicità ai fagioli di cui la figlia è testimonial? O che teorizza le iniezioni di candeggina contro il Covid? O che… il povero Donald è costretto a inventarsene una al giorno, un po’ come qui (in sedicesimo) sono costretti a fare alcuni bei tomi sovranisti che tifano per lui.

Per farla breve – e scusandomi con gli osservatori degli States che si sforzano di raccontarci quell’universo parallelo – bisognerebbe capire come diavolo è successo che l’America sia passata da colosso politico-militar-culturale che “ci ha colonizzato l’inconscio” (cit: Wim Wenders) a una specie di immenso circo con la donna barbuta, il cane che conta fino a otto, il presidente che vuole comprare la Groenlandia, un posto di matti armati fino ai denti.

Sempre casualmente, come per il comizio di Kanye West, si può inciampare nel sito di Turning Point Usa, formazione studentesca di sostegno a Trump, e anche in quel caso bisogna affrontare qualche secondo di spiazzamento: è uno scherzo o dicono sul serio? A parte le solite fregnacce ultra-liberiste (per esempio la maglietta “Le tasse sono un furto”, che potrebbero attecchire anche qui presso i nostri liberisti alle vongole), ci sono cose assai interessanti, come il censimento (nomi, cognomi, foto) dei docenti universitari di tendenze liberal, vere liste di proscrizione e il divertente slogan “Il capitalismo aiuta i poveri”.

C’era un confine, una volta, tra la caricatura e la realtà, e ora pare che il confine sia scomparso, che follia ideologica e grottesco non siano più distinguibili. “Gesù mi ha detto di comprare un fucile mitragliatore” non è più una battuta alla Woody Allen, è quello che dicono (peggio: pensano!) in molti, la metamorfosi del paradosso in realtà è sempre spaventosa, e la percezione diffusa che si ha dell’America oggi è quella di una specie di manicomio a cielo aperto, dove quando si annuncia una pandemia globale la gente si mette in fila per comprarsi un mitra. Fa ridere, ma mica tanto.

11 commenti »

11 Commenti a “Stati Uniti, da impero a Circo Barnum, la realtà ha ormai superato la fantasia”

  1. Anche io non ho studiato molto, ma abbastanza per non capire come la nostra storia italiana/europea non riesca a sganciarsi dal giogo psicologico della società americana, che come modello non è il migliore che potremmo scegliere. Sudditanza psicologica/finanziaria radicatasi nel dopo guerra, giustificata dal momento che ci hanno aiutati (non senza averne vantaggi) nella ricostruzione, ma che in seguito ci ha visto rincorrerli su terreni per noi “incolti”. Vent’anni di S. ci tengono lontani dalle nuove tecnologie e, paradossalmente, minano la nostra società che vuole stare al passo però delle peggio abitudini americane, sovranisti alle vongole con mitra di peluche compresi.
    E pensare che i greci erano delle brave persone.
    r.

    da Rita   - mercoledì, 22 luglio 2020 alle 08:32

  2. da colosso politico-militar-culturale che “ci ha colonizzato l’inconscio” ( condivido l’esternazione, ma escluderei il ” culturale ” . per me son rimasti alla cultura del cow boys.

    da franco casini   - mercoledì, 22 luglio 2020 alle 10:14

  3. Alessa’, è JELLO Biafra :)
    https://it.wikipedia.org/wiki/Jello_Biafra

    da Giovanni Gugliantini   - mercoledì, 22 luglio 2020 alle 10:31

  4. Caro elettore sognatore ti domanderai cosa ci sarà per te dopo l’enorme quantità di danaro che scaturirà dall’accordo europeo. Te lo dico io: niente. Come niente è stato dato agli americani delle promesse elettorali di mari e monti. Un popolo peraltro che non ha ancora capito che vivere in comunità bisogna amarsi e non odiarsi uno con l’altro spesso semplicemente per il colore diverso della pelle. Anche noi, sognatori italiani che abbiamo perfino pensato di diventare tutti ricchi come l’ex Cavaliere, essendoci ultimamente dedicati alla scuola leghista ed a quella generale delle destre ed, ancora, a quelle degli aspiranti filo destri di una sinistra annacquata, tardiamo a capire una cosa così semplice. Spenderanno, se ci riusciranno, la manna promessa a destra e sinistra senza progetti costruttivi di larghe vedute per la società reale e tu, carissimo elettore sognatore, continuerai ad ottenere la tua brava visita salva vita almeno dopo un anno dalla prenotazione, e le future mamme dei piccoli paesi dovranno continuare a fare i salti mortali per avere assistenza al parto, pratica ormai delegata alle strutture delle grandi città. Se hai soldi tuoi forse ti cureranno abbastanza in fretta, altrimenti ti toccherà fare la fine degli americani indigenti senza carta di credito. Stramazzerai al suolo nell’indifferenza generale. La sanità conta pochissimo elettoralmente. Per te, caro sognatore elettore, non ci saranno bollettini medici… Nel frattempo gli immigrati continueranno ad esser clandestini, destinati al lavoro di schiavi moderni. Ovviamente nell’indifferenza generale degli incalliti ascoltatori di chiacchiere mediatiche.

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 22 luglio 2020 alle 12:09

  5. E’ la disperazione. Quando gli eventi esterni non sono controllabili, subentrano reazioni irrazionali che svelano disperazione. E’ come quando la nave affonda e tutti fanno a gara per salire sulle poche scialuppe di salvataggio, calpestando gli altri. Il mitra serve a questo nell’America di oggi, è l’illusione di poterla sfangare in qualche modo di fronte a qualsiasi calamità che non si può controllare. E’ l’America dei privilegiati, che non possono tollerare la benché minima riduzione dei livelli di benessere raggiunti e quindi, di fronte all’incomprensibile, all’ingestibile, ricorrono alla difesa armata del proprio recinto.

    da Ottavio D'Alessio Grassi   - mercoledì, 22 luglio 2020 alle 12:19

  6. Con il senno di poi e con i se non si fa alcuna strada, ma provo ugualmente a tornare indietro a prima che pel di carota si insediasse alla Casa Bianca.
    Durante le primarie democratiche anziché scegliere Sanders, gli elettori scelsero la candidata più antipatica che ci potesse essere, purtroppo abbiamo capito anche con le recentissime primarie vinte da Biden, che un socialista come Bernie non ha alcuna possibilità di concorrere come Presidente a stelle e strisce, evidentemente dai più è visto come un pericoloso comunista.
    A pel di carota riuscì di vincere abbastanza agevolmente contro la Clinton, per i democratici fu un harakiri imperdonabile,e sono talmente messi male nella “culla della democrazia” che se non fosse stato per il covid-19 con tutta probabilità avrebbe replicato per altri 4 anni, anche se non mi sorprenderebbe se recuperasse ancora i consensi, al netto delle gaffes, delle stupidaggini assortite, i ricchi statunitensi si sentono tutelati da costui, a costo di invadere la Groenlandia per bucarla a ricercare petrolio…
    Anche perché il competitor democratico è un fac-simile di Trump, dopo le luci e ombre di Obama, rimarranno le ultime per chiunque vinca a fine anno.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 22 luglio 2020 alle 14:43

  7. anche noi non scherziamo come circo togni. ne abbiamo due che hanno fatto i preliminari con mike bongiorno, uno che potrebbe competere con l’azzeccagarbugli manzoniano con o senza capponi, una che ha sdoganato in politica lo slang romanesco con la rabbia georgiana di una mini starace in gonnella, uno che ha promesso dopo 30 anni di recuperare la carrozzeria della propria macchina e un altro che ha affittato in comodato gratuito qualche cadrega agli ex compagnucci di classe ed infine un pluriottuagenario attualmente in naftalina pronto ad uscire dal cassetto appena l’azzeccagarbugli revoca lo stato d’emergrnza. Non siamo messi male neanche noi o sbaglio?

    da Michele   - mercoledì, 22 luglio 2020 alle 15:06

  8. Aho (annuncia il tono) e non sarà mica poi tanto grave. È successo ai Maya e agli Aztechi, agli egizi, ai dinosauri; noi romani pure, abbiamo vissuto momenti ben più gloriosi (non me li ricordo eh!?)

    Succede. Il momento prima sei sulla luna, studi antropologia a Berkeley e balli al suono di… (hmmm, sono indecisa, un aiuto?j, e poi POUF, non ci sei più, né tu, né qualche milione di tipi come te. Il perché e il come sono importanti per lo studio autoptico e gli Esperti altra Galassia che verranno cercando di dare alla specie qualche chance in più di sopravvivenza, ma noi non stiamo imparando niente e dimenticando il poco che sapevamo.

    Siamo in questo POUF. dentro fino al collo. E probabilmente non ci si limiterà ad una popolazione all’ombra delle piramidi o stravaccata a Caracalla.. Thanks globalization!

    Sennò, qualche buona notizia??? L’unica soluzione che trovo è ‘immaginare Sisifo felice’..ma ammetto che è un ripiego.
    Grazie Robecchi, cronista di… POUF.

    da Linda   - giovedì, 23 luglio 2020 alle 07:14

  9. E’ bello immaginare il furbacchione Sisifo felice… Penso che porti bene. Temo però che la pena alla quale Giove lo condannò non lasci spazio ad alcuna reale felicità… Forse nonostante tutto una remota speranza c’è. Potrebbe forse succedere che quando si smetterà di portare d’esempio le sue fatiche inutili agli uomini che tribolano, che si disperano, che protestano sconsolati per ottenere solo fatica e null’altro, fino ad arrivare al punto estremo di pensare ad una spontanea concreta e proficua ribellione sociale, magari tramite le elezioni, anche per Sisifo si aprirebbe (forse) la strada del desiderio ribelle di dire a Giove: ora il masso lo vai a prendere tu.

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 23 luglio 2020 alle 11:29

  10. Per stare al tema di questo periodo di crisi sanitaria suggerirei il ballo al suono del “Pata Pata” della grande indimenticabile Miriam Makeba. Speriamo che si ritorni presto a praticare il “tocca tocca” senza alcun timore…

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 23 luglio 2020 alle 11:43

  11. però é jello biafra, non jellow.
    e approfitto per ricordare hunter s thompson che candidandosi alla carica di sceriffo nel 1970 a pitkin county si rasò a zero per poter dire che il suo avversario era un capellone

    da errata corrige   - venerdì, 24 luglio 2020 alle 09:26

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