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apr 18

Ieri la Lega evocava i Celti, oggi i campi militari della Wehrmacht

Fatto040418Scuseranno i lettori se mi porto avanti col lavoro e parlo del 25 aprile. Me ne dà occasione anticipata il sindaco leghista di Cologno Monzese, Angelo Rocchi che ha firmato (insieme all’assessora alla cultura Dania Perego) il patrocinio per una bella rievocazione da tenersi tre giorni prima della festa della Liberazione: un campo di fanteria nazista ai giardinetti. Motivazione etico-didattico: mostrare la vita quotidiana durante la guerra, a Cologno Monzese. Intenso programma (lo leggiamo su un manifesto che raffigura due soldati tedeschi, uno dei quali, poverino, ferito): “Preparazione del rancio con ricette d’epoca”, bello. “Cerimonia consegna onorificenze”, commovente. “Racconti, miti e leggende del Nord intorno al fuoco”. No comment. Il tutto in divisa, per la precisione quella della Wehrmacht. Organizzazione dell’accurata ricerca storica, un gruppo che si fa chiamare 36 Fusilier Kompanie (era un allegro club di volontari austriaci delle SS).

Insomma, spero vi sarà chiaro che la politica non c’entra niente: si tratta di rievocazione storica, con i nazisti en travesti che fanno i “banchi didattici” con i ragazzini e le famigliole.

Nessuno verrà fucilato e appeso agli alberi con il cartello “banditen”, nessuno verrà deportato per l’occasione in quanto ebreo o dissidente, nulla verrà requisito alle famiglie del luogo per preparare il rancio “con le ricette d’epoca”, e gli abitanti di Cologno Monzese, assistito allo spettacolo, potranno andare a fare la spesa invece che patire la fame. In soldoni: come rievocazione storica fa schifo, si può dire che è un falso.

Puntuale il doveroso corollario di polemiche e proteste, perché vedere simpatici buontemponi vestiti da nazisti che spiegano ai ragazzini cos’era Cologno durante la guerra mette in effetti un po’ i brividi.

Poi, come al solito è arrivata la toppa, un po’ peggio del buco. Il solito arrampicarsi sugli specchi: cambiata la foto del manifesto, quasi identico il programma (manca la “cerimonia consegna onorificenze”, un vero peccato per quelle croci di ferro che non verranno distribuite agli astanti). Il sindaco Rocchi (la sua amministrazione è un po’ in bilico per beghe interne, ma ha il fermo sostegno di Casa Pound, rappresentata dall’ex capogruppo leghista) ha detto che c’è polemica su tutto ciò che non piace alla sinistra e che ai giardinetti ci saranno anche la Croce Rossa, i partigiani eccetera. Insomma, dentro tutti, polverone totale, testacoda grottesco e figuraccia.

Mancando tre settimane al 25 aprile, la ridicola situazione di Cologno Monzese potrebbe servire per qualche riflessione. Quella là, la Liberazione, la Resistenza, fu una faccenda abbastanza seria e drammatica che chiudeva un periodo storico terribile, che non merita pagliacciate. Quanto all’ipotesi didattica invece sì, un intento c’è. E si rimanda ai tempi antichi della Lega bossiana, quella dell’indipendenza, dove si organizzavano ogni due per tre rievocazioni storiche di superiorità padana: divertenti ricostruzioni medievali anche in paesi nati negli anni Cinquanta. Che la Lega sia passata dai cortei in costume celtico ai campetti con le mostrine delle SS è un dato di fatto che dà da pensare.

A protestare (giustamente) con il sindaco di Cologno Monzese c’è anche il Pd milanese, per dire, quello che l’anno scorso, il 25 aprile, si presentò in piazza con magliette blu, bandiere blu e cartelli blu con nomi improbabili (persino la collaborazionista Coco Chanel). Chissà, forse l’annuncio di un campetto nazi alle porte di Milano gli ha fatto recuperare lucidità, speriamo. Ma speriamo soprattutto che lassù a Cologno nessuno si faccia male, si scotti col rancio, o resti impigliato nel filo spinato. Il sindaco invita alla festa le famiglie e gli stranieri, che così impareranno la nostra storia, ma un po’ per fiction, senza rastrellamenti.

10 commenti »

10 Commenti a “Ieri la Lega evocava i Celti, oggi i campi militari della Wehrmacht”

  1. Che tristezza,decenni di memoria e di storia gettati nello sciacquone,ma che ce ne frega a noi dei molteplici comportamenti disumani e criminali delle ss in quel periodo in Italia e in Europa,ci mancavano pure le celebrazioni in divisa.

    Mio nonno e mio padre si rivolteranno nella tomba!

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 4 aprile 2018 alle 10:52

  2. Che squallore e che tristezza! Quando pensi che al peggio possa esserci un limite, salta fuori un cretino che ti sorprende e ti dimostra che l’ignoranza è sconfinata quanto l’universo. Chissà se sono previsti allegri stand a forma di lager con distribuzione del tipico pasto del prigioniero politico/ebreo/partigiano catturato/zingaro/etc. con simpatiche rievocazioni delle punizioni senza motivo? Un modo come un’altro per favorire la didattica storica dei bambini, sotto ogni punto di vista. Magari a carnevale potrebbero decidere di vestirsi da piccolo Mengele! Perché essere dei banali Power Rangers?!

    da Barbara   - mercoledì, 4 aprile 2018 alle 10:57

  3. Io ci abito a Cologno Monzese e, quando ho saputo la notizia, sono rimasta esterrefatta. Nonché schifata e anche un po’ spaventata per la bruttissima piega che hanno preso le cose. La Lega sente di poter rialzare la testa e lo fa con un’arroganza senza limite.
    Non staremo con le mani in mano. In qualche modo contrasteremo questa barbarie. Anche l’Anpi è informata.

    da Carla Arosio   - mercoledì, 4 aprile 2018 alle 11:32

  4. Son saltate in tipografia le solite cinque righe sul partito quello del fascismo categoria superata, quello nè destra nè sinistra, quello al 32% che non essendo mai stato casa di Robecchi (la Lega sì, evidentemente), non può esser oggetto di critiche. La direzione del Fatto continua a non censurare la libertà del corsivista, non ce n’è proprio bisogno.

    da Federico Sollima   - mercoledì, 4 aprile 2018 alle 16:49

  5. Il discreto settarismo di chi, pur di dire che io non sono libero, difende pure la Lega e i suoi piccoli nazi da giardinetti. Vabbé, lo capisco, l’insuccesso gli ha dato alla testa. Però, essendo lui liberissimo, ci faccia sapere su che giornale scrive, così lo leggiamo!

    da Alessandro   - mercoledì, 4 aprile 2018 alle 17:02

  6. L’argomento finale sul dove scriva un cittadino che la critica sa molto di “lei non sa chi sono io”. Chiunque legga capisce che nel mio commento non c’è nessuna traccia di difese della Lega. Si chieda piuttosto se facciano più male alla causa antifascista le magliette blu del Pd o il devastante silenzio del movimento sponsorizzato dal suo giornale, che festeggerà tra pochi giorni l’ennesimo 25 aprile equilontano dalla resistenza e dal nazifascismo.

    da Federico Sollima   - mercoledì, 4 aprile 2018 alle 17:08

  7. Quello che sponsorizza il mio giornale non lo so, mi sembra che sia contrario a una linea 5stelle-Lega, ma è un giornale corale, che pubblica pareri anche contrapposti e quindi non è la mia principale preoccupazione. Mi spiace che lei pensi che il “ci dica dove scrive” suoni come un “lei non sa chi sono io” (anche perché lo sa, o dice di saperlo). Il fatto è che molti parlano di stampa, giornali e giornalisti (ovviamente tutti venduti e prezzolati, specie quelli che non la pensano come loro, ovvio, antico vizietto della libertà-solo-se-piace) senza aver mai messo piede in una redazione, che è la stessa cosa di quando i padri e le mamme pretendono di spiegare la fisica al prof di fisica che ha dato quattro al figlio. Che un giornale ti pubblichi e ti paghi perché scrivi cose che interessano i lettori non è contemplato, è solo servilismo: un’impostazione mentale che la dice lunga su chi la coltiva… Quanto al “Né di destra né di sinistra”, ho scritto più volte che lo dicono solo quelli di destra (lo dissi quando andava recitandolo il poro Veltroni, e l’ho ripetuto per i 5stelle…), ma non posso dirlo ogni volta, lo do per acquisito (e chi passa di qui lo sa bene). Aggiungo. Scrivevo di Renzi quando Renzi contava qualcosa e mi dicevano, uh, sei ossessionato! Ora scrivo della Lega perché temo che conterà qualcosa e mi dicono: uh, non parli dei 5stelle! Si rilassi, toccherà anche a loro, qui si aspetta… ho scritto di Craxi, Berlusconi, Renzi, il pentapartito, Monti e tutti i pupazzi che sono passati di qui, si figuri se mi farò mancare quelli nuovi… ma non come e quando mi consiglia lei, se permette. Il trucchetto di criticare non quelo che uno scrive (legittimo) ma quello che uno non scrive è vecchio come il mondo, e molto stupido. Comunque sarebbe ora, anche per gli ultimi giapponesi, di uscire dalla giungla e cominciare a occuparsi seriamente del paese, se vogliono farlo. Non mi risulta che il disegno di società che ha proposto il Pd (ammesso che ci fosse e non fosse solo un’azione per conto di Confindustria) abbia convinto molti. Perdere sei-sette milioni di voti in tre anni non è da tutti. Mah, sarà colpa mia… Toccherà anche ai pasdaran “farsene una ragione” (cit)

    da Alessandro   - mercoledì, 4 aprile 2018 alle 17:27

  8. Robecchi, non giriamoci intorno. Una responsabilità sua c’è eccome. Il Pd lo votano ormai solo i vecchi borghesi che avran tutti i difetti ma fascisti non diventan più. I diciottenni italiani votano tutti per quelli che “l’antifascismo non serve più”. Lei questo non l’ha mai denunciato. È incontrovertibile. Mai-una-parola-chiara. Il “ciaone” di quello, invece, sembra l’abbia davvero impressionata. Google è spietato, lei le battaglie le ha fatte contro il “ciaone”. Non c’entrano la sua libertà o come funzionino le redazioni. Sono scelte.

    da Federico Sollima   - giovedì, 5 aprile 2018 alle 04:35

  9. Bene, contesta le mie scelte, legittimo. Però parla come se avessimo cacciato via Eistein per prendere Sbirulino, e questo è un po’ settario, visto che i famosi “competenti” si sono rivelati (da subito come ho sempre detto io, dopo come si sono accorti tutti) dei discreti peracottari. Le segnalo tra parentesi il rapporto deficit-Pil, simpaticamente calcolato allo 1,9 prima del voto e oggi corretto al 2,3 (si erano dimenticati di metterci i soldi alle banche, i competenti!). Ha ragione sui giovani (non tutti), quelli che “l’antifascismo non serve più”, questo le segnala tra le altre cose che l’azione dei cosiddetti intellettuali del menopeggio è servita, per anni ci hanno detto che del ritorno del fascismo non c’era da preoccuparsi. Chissà, se quella tendenza esiste veramente tra i giovani, che non sia anche colpa di quelli che applaudono quando in piazza la polizia mena e ferma non i nazi, ma chi vi si oppone. O con un partito che per motivi elettorali non risponde a una strage fascista come quella di Macerata. Discorso lungo, chi si è fatto eccome. Ma io credo che poi sarà sulle scelte che si fanno le valutazioni, e le scelte del Pd le abbiamo viste, non tanto il “ciaone”, che però è molto rivelatore di una forma mentis, come del resto il “ce ne faremo una ragione”, molto simile al vecchio “me ne frego”, no. Piuttosto le politiche vere, l’aumento della diseguaglianza fatto passare per modernità, il disprezzo nei confronti dei lavoratori (a parole e a leggi). Insomma, forse non mi sono spiegato, cercherò di ridirlo in due parole: le colpe del Pd sono più gravi perché nel suo caso si configura un “tradimento” degli elettori, dei ceti sociali e politici che aveva rappresentato in passato. Non è difficile da capire: se ti spata un nemico ci sta, se ti spara il tuo amico è più grave. Se scopri che chi ha alle spalle una storia da “partito dei lavoratori” si rivela un sapiente organizzatore della loro sconfitta, ecco, diciamo che ti scappa la poesia. Sì, ha ragione, le “battaglie” (ahahahah!) le ho fatte (anche) contro il “ciaone”, che contiene molte cose, tra cui l’arroganza un po’ ridicola dei dilettanti. D’altra parte, sì, è brutto che un giovane non riconosca l’antifascismo come valore supremo, ma è molto triste anche che la forza politica che dovrebbe rappresentare per ragioni storiche l’antifascismo si presenti al 25 aprile inneggiando a Coco Chanel. Naturalmente potete continuare a prendervela con i congiuntivi di Di Mio e con i titoli di studio dei grillini, liberissimi, ma prima o poi dove volete (volevate?) andare ce lo dovreste dire. Che mondo, che società, che Italia… un hashtag non basta, sa? Vi piace Macron e leggete il Foglio, davvero potete stupirvi che milioni di elettori se ne vadano (in gran parte, tra l’altro, dagli odiati grillini)? Ho scritto spesso di tutto questo, sì. E’ il mio lavoro scrivere quello che penso.

    da Alessandro   - giovedì, 5 aprile 2018 alle 08:02

  10. bell’articolo, ottima conclusione.

    da Marco   - giovedì, 5 aprile 2018 alle 21:45

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