Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
mer
7
lug 10

Bentornato alfabeta(2): perché il tempo che abbiamo di fronte è tutto da inventare

Quando ero ragazzino aspettavo con ansia l’uscita di ogni numero di Alfabeta. Forse non capivo tutto, ma c’era dentro qualcosa che nuoveva le cose (già, le cose si muovevano…) e molti di quegli intellettuali che ci scrivevano mi hanno insegnato parecchie cose. Oggi che “intellettuale” è una parola umiliata e sconfitta, sbefeggiata e schifata dai giannizzeri ignoranti del “ghe pensi mi” – gente che approfitta dell’ignorantizzazione del paese da loro stessi foraggiata – è probabilmente il momento giusto per riprendere quell’avventura. Che era intellettuale, umana, politica. E che vuole esserlo anche oggi. Alfabeta2 esce oggi in tutte le edicole del Berlusconistan, è un giornale (una rivista?) né reduce né postumo (come dice la Redazione nell’editoriale), ma capace (si spera) di dare fastidio. Lo stesso fastidio che dà di questi tempi l’intellettuale. Io lo spero. Nel primo numero, del resto, scrivono nomi che hanno da dire parecchio: Eco, Cortellessa, Inglese, Illuminati, Balestrini, Ballestra, Virilio, Cardini. C’è un bel ricordo di Edoardo Sanguineti, Tronti, Colombo, e tanti altri. Le illustrazioni sono di Jannis Kounellis. Insomma, uno strumento per vedere quello che abbiamo davanti senza farci spaventare ma conoscendo l’emergenza del presente. Naturalmente alfabeta2 non è solo un giornale, ma anche un sito aperto ai commenti e al dibattito, costruito sulle ottime basi che ho detto. Sapendo quanto è difficile inventarsi un giornale di questi tempi, e sapendo quando scomoda è la figura dell’intellettuale in questi eterni anni Ottanta che ci perseguitano (alcuni addirittura dalla nascita), non posso che consigliarvi l’acquisto, e naturalmente la frequentazione del sito. Per il giornale andate in edicola. Per alfabeta2 elettronico cliccate qui. Prossimamente altre notizie. Per ora… leggete, bestie!
Cliccate sulla foto per vedere la copertina del n. 1

9 commenti »

9 Commenti a “Bentornato alfabeta(2): perché il tempo che abbiamo di fronte è tutto da inventare”

  1. Vado vado: mi faccio un regalo per il mio compleanno!

    da angie   - giovedì, 8 luglio 2010 alle 04:50

  2. Ai nostri interessi ghe pensi mi… Cuntent Marcegaglia?… All’ignorantizzazione del popolo ci pensa Minzolini, la verde dirigenza leghista e la marea di ranocchi gracchianti dalla bocca larga che parlano in TV a nostro esclusivo vantaggio senza capire una mazza di quello che dicono. Premi tasto 1 e incomincia il disco Cicchitto; spingi tasto 2 e si ode cacofonica la voce di Gasparri; spingi tasto 3 e senti Capezzone dire che la sinistra deve chiedere scusa, non sa per che cosa, ma quello è l’ordine e quindi non è necessario capirlo. Per sentire i nonsense di Bonaiuti bisogna invece essere iscritti ai circoli “per fortuna che Silvio c’è”, quindi occorre la password. Per decifrare Belpietro, Feltri, Sallustri, Ferrara, occorre infine una cultura particolare, quindi proviamo a formarci meglio dando una scorsa istruttiva ad “Alfabeta 2″.

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 8 luglio 2010 alle 09:58

  3. Sante parole, caro Robecchi!
    Cercheò di capirci qualcosa…

    da Tarkus   - giovedì, 8 luglio 2010 alle 12:48

  4. ma gli eterni anni 80 e’ una coincidenza o vi siete messi d’accordo con Michele Serra (L’amaca di oggi?)

    Io e’ dagli anni 80 che sostengo che il revival anni ’80 non esiste perche’ gli anni ’80 non sono mai andati via.

    grazie della segnalazione comunque, Kounellis alle illustrazioni e’ notevole!

    da liveon35mm   - giovedì, 8 luglio 2010 alle 14:33

  5. E’ sempre stato un giornale difficile, ma avere a che fare con le cose difficili, superiori alle nostre forze, è un gran bell’esercizio per crescere: fanno così anche gli atleti con i muscoli e con il sistema cuore-polmoni…
    E, scusa la battuta facile facile, ma oggi al governo abbiamo molto più di un AN-Alfabeta. Ti insegnano, e insegnano ai nostri figli, che non sapere un cazzo è bello bello, e che chi si informa e legge e prova a ragionare è un idiota.
    I risultati sono quelli che vediamo da almeno un decennio: la crisi più che economica è crisi di idee e di cultura, ma qui si raccontano ancora le barzellette sui cinesi che copiano.

    da giuliano   - venerdì, 9 luglio 2010 alle 10:03

  6. bene,
    allora prendimi per mano..
    e partiamo per questo nuovo viaggio!
    ah, a patto che..
    non diventi un cantico delle nostalgie, eh!!

    da stefania   - lunedì, 12 luglio 2010 alle 23:06

  7. Un’iniziativa che gia’ mi entusiasma (anche se, a dire il vero, non ho mai letto la rivista originale: negli anni ’80 mi affacciavo alla puberta’ e spendevo il mio tempo scorribandando in bicicletta e pensando alle ragazze)

    Buon lavoro !

    Carlo

    da Carlo   - martedì, 13 luglio 2010 alle 08:16

  8. Egregio Robecchi,
    come fare per avere la rivista in una edicola di Taranto.
    Chiedere aiuto alle Orsoline? Digiuno quaresimale? Profferte amorose?
    Così come per la prima serie fu un impresa riuscire ad averla ora sarà la medesima questione.
    Avete scelto città intelligenti e città stupide?
    Saluti.
    Claudio

    da claudio   - domenica, 18 luglio 2010 alle 23:07

  9. Bello, alfabeta2, bello, sì. Ma che dia fastidio? Ma sarà vero? E che di intellettuali che “danno fastidio”, davvero, oggi ce ne siano molti, sarà proprio vero? Certo, il 7 luglio del 2010 non era il 21 ottobre 2012, forse si poteva sperare appena di più, visto che eravamo nelle mani di gente che non diceva di sé nulla, se non menzogne e che disprezzava palesemente quelli che individuava come “intellettuali”. Ma ora? Abbiamo un governo di professori, più intellettuali di così!!! Quelli insegnano, dirigono università, enti di ricerca o di controllo o economici o ..quel che è! Quelli dal “pensiero” arrivano, sulle nostre vite, direttamente con la “prassi” e non hanno, o dicono di non avere, un ideologia alle spalle, ma la “conoscenza” dei meccanismi delle cose del mondo! Moderno, contemporaneo, mica novecentesco! Così, l’intellettuale che vedo oggi non ispira molta fiducia, e l’intellettuale “davvero” fastidioso per questo potere, qui, in Italy, non riesco ad individuarlo completamente. Il vero intellettuale, forse, penso, non deve smettere di erudirci con le sua parole superbe o le sue analisi inattaccabili, però, forse, aprirsi maggiormente al confronto, al dialogo con la realtà dei “non intellettuali”, alla realtà, forse, solamente.

    da Tiziana   - domenica, 21 ottobre 2012 alle 11:08

Lascia un commento