Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
sab
3
feb 07

Tre dischi per D: Jones, R.E.M., Lee

Norah Jones – Not to late (Blue Note)

Dopo averci fatto gridare al miracolo un paio di volte, si può dire che Norah Jones si assesta. Al suo terzo disco, realizzato senza fretta, conferma che la sua bravura sta nella semplicità, negli arrangiamenti scarni, nella voce che si insinua in quel piccolo e morbido impasto che alcuni hanno chiamato jazz-pop (i puristi del jazz sono autorizzati a svenire, quelli del pop non ci trovano niente di strano). Oltre alla voce, qui comanda la chitarra, le melodie sono pulite e sottili, più che al jazz si guarda verso il blues e forse il folk. Una buona manciata di canzoni, piacevoli all’ascolto e che dicono cose sensate, suonate e cantate come si deve. E c’è già uno stile Norah Jones.

R.E.M. – And I feel fine. Best 1982-87

Supponiamo che eravate su Marte, oppure che siete stati sordi negli ultimi vent’anni e avete recuperato da poco l’udito. Allora è assolutamente il caso di sentire questa raccolta dei R.E.M., dall’82 all’87, che contiene le loro prime canzoni. Il consiglio vale anche per chi pensa che i R.E.M. siano sempre stati melodici e soffici come oggi, mentre allora erano invece un bizzarro incrocio tra garage rock e spirito punkettino, piuttosto movimentati. Un ripasso fa sempre bene, insomma, anche perché si parla qui di rock ai massimi livelli. I fans, invece, quelli che di Stipe e soci sanno tutto, apprezzeranno il cd doppio, che contiene anche alcuni live, alcuni inediti antichi e molte curiosità. Manco a dirlo, c’è anche il dvd.

Amos Lee – Supplì and demand (Blue Note)

Coincidenze della discografia, ecco che Amos Lee licenzia il suo nuovo album in contemporanea a Norah Jones. Stessa scuderia, stessi concerti (Lee apriva i tour della Jones, ma anche i concerti di Dylan…) e spesso stessi commenti sulla musica tenera e intimista. Qui Lee conferma la sua impostazione: songwriter gentile, con un che di rilassato che rende le sue buone canzoni molto piacevoli, buoni accompagnamenti, e un eccellente sapore di steel guitar in qualche brano. Con un po’ di esagerazione si sono sprecati paragoni illustri, ma se c’è qualcuno a cui Amos Lee può somigliare è forse il primo Jackson Browne. Per chi ama il pop, non è un complimento da poco.

commenta »

Sei la prima persona a scrivere un commento a “Tre dischi per D: Jones, R.E.M., Lee”

Lascia un commento