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mar 24

Via di qui. Giovani, carini ed espatriati (ma sempre meglio che manganellati)

PIOVONOPIETREParafrasando una vecchia battuta cara ai romani quando se la prendono con Milano, si può dire che la cosa più bella dell’Italia è il treno per l’Europa, almeno se hai una vita davanti, delle aspettative, qualche ambizione non strangolata nella culla. Dice il Censis che nell’ultimo anno i giovani espatriati (una volta si sarebbe detto emigrati) sono stati più di cinquantamila, oltre il sessanta per cento del totale di chi ha scelto di andarsene da qui.

Per il governo dei patrioti non è un bel segnale che ci sia la fila per lasciare la patria, ed è un ulteriore contrappasso il fatto che le fughe siano in aumento da quando governa Giorgia Meloni che fu “ministro per la gioventù” sotto Berlusconi (altro che underdog, era ministra a trentun anni). Insomma, non sembra che i giovani siano convintissimi delle sorti luminose e progressive della Nazzzione, e non parlo solo di quelli bastonati qui e là, a Pisa da ultimo ma anche prima (e anche da governi precedenti, peraltro). E resta un fatto: il famoso “giovane”, che rischia di diventare sempre più raro per questioni demografiche (una specie di crisi industriale: nessuno li produce più) si configura come nemico da battere per questa maggioranza un po’ ardita e molto ideologica.

Non a caso il governo cominciò la sua opera con un decreto che inaspriva le pene per i rave party, un’emergenza che – tra le emergenze italiane – sta davvero in fondo alla lista. E ancora oggi nei suoi comizi-teatrino, tra faccette e vocette e smorfiette, il/la premier ci ricorda di aver fermato i rave con l’orgoglio di chi dice di aver sconfitto la fame nel mondo, generando in chi l’ascolta una stupita ammirazione (tradotto: me cojoni!). Era solo l’inizio. E’ seguita una girandola di inasprimenti delle pene come soluzione ai mali del mondo, tra cui carcere e risarcimenti per quelli che si chiamano “eco-vandali”, cioè i giovani che protestano per il cambiamento climatico. Come se l’eco-vandalo sia chi tira una tazza di zuppa in un museo o blocca una strada, e non chi da decenni avvelena fiumi, aria e popolazioni: i miracoli della neolingua.

C’è in tutto questo un bel pezzo della retorica law and order cara alla destra, sorvegliare e punire, anche se naturalmente si tratta di sorvegliare e punire chi dicono loro, perché invece per i colletti bianchi, l’affarismo politico e la corruzione dei piani alti i cordoni si allentano parecchio, tra abuso d’ufficio, traffico d’influenze e altro: né sorvegliare né punire. Un classico.

Punire si punisce, eh! Mai come quest’anno, per esempio, a causa dello sbandierato decreto Caivano, sono finiti dietro le sbarre tanti minorenni, come se la galera fosse l’unica risposta al disagio giovanile in zone ad alto rischio. Si aggiungano le piccole (?) norme repressive vagheggiate, o proposte, o caldeggiate dal ministro dell’Istruzione Valditara, i cinque in condotta minacciati, le bocciature, le sospensioni, persino una divertente inversione dell’onere della prova, per cui chi occupa un liceo, per dire, dovrà “dimostrare di non essere coinvolto (sic) in eventuali danneggiamenti”. Secoli di cultura giuridica che si rivoltano nella tomba perché è arrivato il ministro del Merito (ahahah! Ndr). Forse non è (solo) per questa mascelluta e volitiva opera balilla di “rimetterli al loro posto”, che i giovani se ne vanno, però l’atmosfera non invoglia a restare, Un vero peccato per chi si immagina una disciplinata gioventù littoria: di questo passo il salto nel cerchio di fuoco dovranno farlo i sessantenni.

7 commenti »

7 Commenti a “Via di qui. Giovani, carini ed espatriati (ma sempre meglio che manganellati)”

  1. Carissimo Alessandro, è un piacere leggerti…nella mia biblioteca tengo tutti i tuoi libri….la tua disamina è corretta, fotografa l’ Italietta meloniana, a base di intolleranza fascistoide, ignoranza, familismo, ruberie ! Pensavamo che avessimo toccato il fondo col nano malefico e invece questi sono peggio, odierna versione della calata degli Unni !

    da Vincenzo Siragusa   - mercoledì, 6 marzo 2024 alle 10:30

  2. Ottima analisi, come sempre. Caro Robecchi, è sempre un piacere leggere i suoi articolì: ogni mercoledì leggo moòto volentieri la sua analisi sul Fatto Quotidiano. Ancora bravo e…grazie!

    da Pietro Milazzo   - mercoledì, 6 marzo 2024 alle 14:38

  3. Buonasera, ho letto che i rave party non sono un problema. Che esperienza ne avete? Perché, forse, se lo raccontate a chi a subito lutti, ferite, furti e atti vandalici lo potreste far arrabbiare (e molto). Per tacere dell’insonnia obbligata. La faziosità e la cattiva informazione non mi sono mai piaciute!

    da Benedetto Bevendo   - mercoledì, 6 marzo 2024 alle 16:39

  4. Beh, certo, possiamo mettere qualche notte in bianco tra le emergenze nazionali, perché no? E anche sbandierarla come un’emergenza nazionale, perché no?

    da Alessandro   - mercoledì, 6 marzo 2024 alle 16:42

  5. Ho 73 anni sono un pensionato ma se fossi più giovane me ne andrai anch’io in un altro paese. Purtroppo mi sa che dovrò’ morire sotto i fascistoni. Tutto avrei pensato meno che di morire con sua eccellenza al governo. Con stima il benedetto uomo. PS. Pesci piccoli e straordinario

    da Renato   - giovedì, 7 marzo 2024 alle 07:10

  6. È bellissimo leggere qualcosa che avresti voluto scrivere tu

    da Rosanna Zucaro   - giovedì, 7 marzo 2024 alle 20:38

  7. grazie Alessandro

    da mauro bigioli   - venerdì, 8 marzo 2024 alle 14:32

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