Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
mer
20
mar 24

Nuovi culti. I Calendiani del Settimo Giorno: il sesto dicevano il contrario

PIOVONOPIETREDi tutte le tentazioni fetish che possono aggredire un uomo, potrei scegliere la più bizzarra: diventare calendiano. Certo, sarebbe un problema dirlo agli amici, è più facile confessare di provare piacere a farsi mummificare col domopak, o farsi appendere al lampadario legato come un salame spalmato di senape in grani; sarebbe – per quanto difficile da accettare – più comprensibile, meno ridicolo, ecco. E però non bisogna mai sottovalutare il fascino della trasgressione: diventare calendiano serve a stupire, assicura un’aura di prevedibilissima imprevedibilità che sconcerta, che spiazza. Davanti a una torta di mele, per esempio, un calendiano può mangiarla, usarla per il tiro al piattello, sedercisi sopra o inventarsi qualunque altra azione che ne faccia intuire la creatività un po’ bislacca ma divertente. E’ blu, no è giallo, ma hai detto che è blu!, no è verde! Lo strabiliante daltonismo del calendiano fa in modo che si perdano confini e ancoraggi alla realtà. Insomma, se vuoi essere veramente libero di dire una cosa alla mattina, il contrario nel pomeriggio, tornare a dire la cosa della mattina prima di andare a dormire la sera e svegliarti con un’altra idea, fidati, diventa calendiano, assicura una straordinaria libertà di parola e di indipendenza, specie da te stesso..

Anche per questo, mi stupisco che Calenda si ostini a voler guidare un partito e non fondi una religione. I Calendiani del Settimo Giorno sarebbe perfetto, così potrebbero smentire quello che hanno detto il sesto giorno, che era ovviamente diverso da quanto sostenuto nel quinto, ma molto simile alla tesi propugnata il quarto giorno. Il calendario di frate Calenda farebbe da bussola e programma, con consigli per tutti, lezioncine, ditini alzati a mo’ di ammonimento e, naturalmente proverbi che indirizzino i comportamenti dei fedeli, ma in modo sèrio. La codificazione della dottrina non sarebbe un problema: ci sarebbero i dieci comandamenti calendiani, no otto, no, tredici, ventuno, diciassette, no, due. A seconda di come si sveglia Calernda.

E ritengo anche colpevole, nel suo complesso, l’intera informazione italiana che, pur intervistando Calenda copiosamente ogni quarantacinque minuti, ospitandolo diuturnamente in tivù, interrogandolo alla radio e rilanciandone ogni sospiro, non ha veramente capito la grandezza mistica del fenomeno. Calenda è ciò che ogni marito vorrebbe essere, con una scritta al neon sulla fronte: “Cara, non è come sembra”. Invece, risulta che ancora qualcuno lo prenda sul serio, come nel triste caso della Basilicata dove i Calendiani del Settimo Giorno si presenteranno alle elezioni con la destra, perché i Cinquestelle cattivi non li vogliono dopo aver ricevuto ogni tipo di insulto e sberleffo, derisione e reprimenda. Insomma, Calenda voleva scegliere il candidato, e siccome gli hanno detto “Guardi, no grazie, come accettato”, trasmigra in un posto dove il candidato l’ha scelto Meloni, non fa una piega. Del resto questo avviene nel settimo giorno, per l’appunto, mentre nel sesto aveva detto “mai coi Cinquestelle” (dopo aver perso in Abruzzo) e nel quarto aveva detto “Bisogna parlare con Conte” (dopo che gli altri, senza di lui, avevano vinto in Sardegna).

Insomma, fidatevi, fate come me, diventate calendiani, chi l’ha detto che bisogna sostenere la stessa idea per più di due ore? Pensateci!

PS) Leggere questo pezzo vi ha privato di due minuti e quaranta secondi della vostra vita. Direi che per oggi vi siete occupati abbastanza di Calenda, potete passare a cose più serie.

3 commenti »

3 Commenti a “Nuovi culti. I Calendiani del Settimo Giorno: il sesto dicevano il contrario”

  1. Si,molto più serie.
    Ho finito di leggere “pesci piccoli’ straordinario, avvincente emozionante quattro ore veramente spese bene
    Grazie

    da Aldo   - mercoledì, 20 marzo 2024 alle 09:01

  2. Carissimo, Lei è uno dei miei scrittori preferiti, ho letto tutti i suoi libri , ma devo dire che adesso, leggendo i suoi editoriali , l’ apprezzo sempre di piú !

    da Vincenzo Siragusa   - mercoledì, 20 marzo 2024 alle 09:38

  3. Bravo Robecchi, sempre interessante e divertente il suo punto di vista che condivido pienamente.
    Complimenti per l’ultimo romanzo, Pesci piccoli, mi è piaciuto molto.
    Attendo di leggere il prossimo!

    da Marcella   - mercoledì, 20 marzo 2024 alle 16:46

Lascia un commento