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mer
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nov 23

Milei e l’Argentina. Ma il liberismo è proprio la caricatura di se stesso

PIOVONOPIETREForse dovremmo tenercelo stretto, questo Javier Milei, il nuovo presidente argentino, e non solo per la mole spaventosa di aneddoti, curiosità da manicomio, cani clonati, ricorso ai tarocchi come ispiratori di linea politica, e altre divertenti amenità che sembrano saltate fuori da un romanzo real-maravillosodella letteratura sudamericana. Un po’ Trump (non solo per la ridicola anarchia tricologica), un po’ Bolsonaro (“Che problema c’è se un’azienda inquina un fiume?”), ma poi gratta gratta, molto Thatcher e molto liberismo, anzi più liberismo, anzi più più liberismo di quanto riuscireste a immaginarne sotto l’effetto di acidi: uno per cui la compravendita di organi umani sarebbe “un mercato come un altro”. Ce n’è abbastanza per quel tipo di risata che si conclude immancabilmente con la smorfia: non c’è niente da ridere.

Provinciali come sa essere solo chi considera via del Corso, o piazza del Duomo, il centro del mondo conosciuto, dell’Argentina sappiamo pochissimo, a parte che giocano bene a pallone e che ballano il tango (luogocomunismo livello Pro), e molti scoprono solo ora che laggiù c’è un’inflazione del 140 per cento e il tasso di povertà sfiora la metà della popolazione. Oggi, ecco che arriva questo “loco” che vuole smantellare i ministeri, la Banca Centrale, escludere ogni attività dello Stato dagli affari non dico economici, ma sociali, o addirittura umani, privatizzare tutto, la scuola, la sanità, il territorio, “dollarizzare” il suo paese. E nel farlo (cioè, nell’annunciare di volerlo fare), en passant, nega una delle dittature più sanguinose del Novecento, quella di Videla e complici,  e si aggrappa ad economisti altrettanto sanguinosi. Ha chiamato uno dei suon cani, per esempio, Milton Friedman, il famoso economista liberista, le cui teorie fecero da base teorica al regime fascista di Pinochet, in Cile.

Sì, credo che forse un tipo simile dovremmo tenercelo stretto, perché Milei è una caricatura rivelatrice, e come tutte le caricature spiega bene, con tratti estremi ed elementi esasperati, quella che è una tendenza mondiale almeno dagli anni Ottanta in poi (Reagan, la Thatcher, eccetera, fino a Trump e altri campioncini dell’ultra-liberismo): il più forte vince, il mercato sistema tutto, chi non ce la fa cazzi suoi, le politiche di welfare sono una perdita di tempo e di soldi, il darwinismo sociale è la soluzione, e come si permette lo Stato di impedire a un povero di vendersi un rene?

Per quanto possa sembrare ridicola e grottesca (appunto: caricaturale), la figura di Milei rivela che quella corrente di pensiero – economico ma non solo – è in grande spolvero su tutto il pianeta, non a caso i primi ad applaudire e a congratularsi sono stati i campioni planetari della destra: Bolsonaro, Trump. Meloni, Salvini, tutti a battere le mani a un tizio che dice che il papa è “il rappresentante del Maligno sulla terra”. Non mancano, naturalmente, teorici e pensatori ultra-liberisti, bei tomi da social (e anche prestigiosi – ahah –  istituti e centri studi) che dicono che lo Stato è una specie di associazione a delinquere, che deruba la gente con le tasse e impedisce la libera espressione del libero pensiero del cittadino e la sua libertà di farsi – perdonate il francesismo – i cazzi propri. Ora vedremo se il “loco” rispetterà le sue promesse, cosa di cui è lecito dubitare, e per una volta potremmo concederci il lusso di vedere in bicchiere mezzo pieno (non siamo argentini), con l’ansia di vederlo un domani mezzo vuoto (potremmo diventarlo).

3 commenti »

3 Commenti a “Milei e l’Argentina. Ma il liberismo è proprio la caricatura di se stesso”

  1. Certo che per votare certa gente bisogna aver raggiunto un grado di esasperazione e di sfiducia nelle istituzioni al massimo livello. Qui ci resta una piccola speranza: che l’arroganza, la presunzione e la manifesta incapacità di cui stanno dando prova aprano gli occhi a chi li ha votati prima che sia troppo tardi. Per questo mi piace tanto il cognato che dice cavolate e fa fermare i treni per scendere dove gli fa comodo, è un prezioso alleato. Un barlume di speranza, ma me lo tengo stretto!

    da Liliana   - mercoledì, 22 novembre 2023 alle 21:02

  2. In fondo basta solo accontentarci della sopravvivenza che altro abbiamo ?, continuando a mostrarci le pessime condizioni altrui potremmo persino ritenerci fortunati..mentre loro continuano a rubare !se non sbaglio era in agenda da tempo. Tipo, fole ..sovvrappopolazione etc… piano Soros e altre storie che sembrano realiźzarsi ?

    da Elena   - giovedì, 23 novembre 2023 alle 06:11

  3. Col 140% d’inflazione si sono attaccati al primo squinternato con motosega incorporata,ai ricchi andrà bene comunque,i poveri che si sono fatti coinvolgere eccome se ne pentiranno.

    da Serentha Ivo   - sabato, 25 novembre 2023 alle 08:08

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