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La questione umorale: perché il renzismo sta sulle palle a tutti

Fatto220616La serena analisi del voto da parte di Matteo Renzi somiglia allo scomposto lamento di John Belushi nei Blues Brothers: “Non è stata colpa mia! Ero rimasto senza benzina… la tintoria non mi aveva consegnato il tight… il terremoto, una tremenda inondazione… le cavallette!”. Diffonde il verbo Maria Teresa Meli sul Corriere: “Può essere che a qualche renziano sia chiesto di farsi da parte”, che in italiano significa “pagherà qualche gerarca pur di mettere in salvo il Capo”, roba già vista. Il resto lo fa la capacità mimetica del giovanotto: bravi i 5 stelle che hanno vinto perché vogliono innovare, proprio come fa lui, che sarebbe una specie di Vero 5 stelle, e gli elettori che protestano dovrebbero votare per lui, si sono semplicemente sbagliati, che disdetta. Avessero vinto le Carmelitane scalze oggi Renzi andrebbe in giro senza scarpe dicendo che la vera Carmelitana è lui.

Eppure c’è un dato che Renzi ignora e che si sente palpabile nel paese, una specie di Questione Umorale: Renzi, il renzismo, la renzitudine e la renzità stanno sulle palle a una larga fetta della popolazione, per vari motivi. Il primo è, diciamo così, la sindrome di Silvio. Il sole in tasca, il “va tutto bene”, le fregnacce dell’Italia che riparte, la vecchia barzelletta made in Arcore che se dici che tutto procede per il meglio poi tutto procederà per il meglio. Dire queste cose mentre moltissimi vivono di voucher, pagano esami sanitari che prima erano gratuiti o vengono chiamati – da poveri – a rendere la mancia degli ottanta euro perché troppo poveri, fa piuttosto incazzare.

Ma questo è solo un lato della Questione Umorale. L’altro lato è, se possibile, ancora più irritante. E’ quel chiacchiericcio di gerarchi e gerarchetti del renzismo scatenati nei media e nel social network, quelli che, nel farsi portavoce del Capo, brillano per eccesso di zelo. Quelli che dicono “ciaone”, quelli che twittano che con Fassino a Torino arriveranno i Radiohead e invece con l’Appendino solo tristezza e strade deserte alla sera. Quelli che chiamano l’avversario #classedirigentemaddeché, o che sputano fiele su quello che era (un tempo) parte del loro elettorato. Quelli che irridono, che resuscitano in versione toscana quella spavalderia arrogante che fu la cifra del primo craxismo milanese. In soldoni, una classe politica di “nuovi e giovani” che nel vecchio Pci avrebbe a stento pulito i vetri della sezione, e oggi invece va in giro ostentando il cappello con le piume da statista. E’ questa, la vera #classedirigentemaddeché, uno spettacolo desolante per malagrazia verbale e pochezza culturale.

Ma il vero problema della Questione Umorale è che non è risolvibile. La cifra del renzismo conosce una sola modalità (la similitudine con Silvio è palese): quella della vittoria, della supremazia, della soddisfazione tronfia, della certezza di essere nel giusto. Se il renzismo mediasse, se ascoltasse, se guardasse la realtà, insomma, se facesse politica invece che propaganda, non sarebbe più renzismo, perché l’arroganza (come fu con Bettino) non è un orpello, ma un elemento strutturale, materia culturale e ideologica fondante. Tutti amano Mahammad Alì quando dice “lo stenderò alla terza ripresa”, ma questo avviene perché Alì, poi, lo stende davvero alla terza ripresa. Se fai costantemente il giro di campo alzando la coppa e perdi quattro a zero, la gente sugli spalti non batte le mani, ride, e dopo che ha riso va a votare per qualcun altro, senza rimpianti. Dunque il renzismo, e Renzi lo sa, non è emendabile: o così o niente, prendere o lasciare. L’unica opzione è il rilancio. Il renzismo fallisce? Più renzismo! Come l’autobus che va contro un muro a cento all’ora e l’autista che dice: acceleriamo!, e poi si stupisce e si offende se molti passeggeri scendono al volo.

14 commenti »

14 Commenti a “La questione umorale: perché il renzismo sta sulle palle a tutti”

  1. OT ma quante cazzo di Unità (disunite tra loro) ci sono ?
    Unità C1P8 e Unità R2D2 le abbiamo ?

    da david   - mercoledì, 22 giugno 2016 alle 08:49

  2. Ormai il renzismo di Renzi è materia più di studio psichiatrico che di analisi politica. Può l’Italia mettersi in mano di una persona nella quale il narcisismo sopravanza qualsiasi altra considerazione?

    da lachera   - mercoledì, 22 giugno 2016 alle 09:05

  3. Analisi perfetta, caro AR. Ogni volta che ti leggo mi ritrovo a condividere anche le virgole. Per parafrasare “Quelli della notte”, il livello di questa classe dirigente renzina è pazzagliano.

    da mauro cuman   - mercoledì, 22 giugno 2016 alle 09:06

  4. Caro Alessandro, analisi quasi perfetta, c’è un particolare che mi rode e che esterno, magari hai la soluzione, con Bettino e con Silvio c’era comunque un’alternativa, forse anche storica, certo dopo Bettino nacque FI, ma oggi non mi sembra che ci sia l’alternativa, anche sul voto, solo in paese cerebroleso come il nostro in cui il senso dell’ stato è solo una vuota parola i conservatori vanno a votare per l’ignoto come a Torino, un po’ come se al ballottaggio Chirac/Le Pen i francesi (che sono altra cosa rispetto a noi) avessero votato per Le Pen, ricordo ancora il discorso di Chirac ai francesi. Certo a Renzi manca il senso dello stato e quindi non può fare nessun appello, però sento in giro nelle strade, tra gli amici, al mercato delle bancarelle la gente che si chiede : e poi? potrebbe essere un asso nella manica, possiamo sperare che non la sappia perchè è arrogante, ma la paura spesso giuda le nostre scelte

    da Marco   - mercoledì, 22 giugno 2016 alle 09:42

  5. E’ una figura fantastica….adesso sta facendo circolare l’ipotesi di dichiarare che in caso di sconfitta ad Ottobre lui non si dimetterà. Hai capito il rottamatore? Da quando è morto Gelli non è più lui….

    da Eparrei   - mercoledì, 22 giugno 2016 alle 10:31

  6. Dire che sono d’accordo con lei,ormai pare un’ovvietà,penso che non ho da portare ancora testimonianze di quanto mi stia sulle palle il toscano.

    E mi porto avanti,anche se prematuramente,lo considero sul viale del tramonto,la sua Waterloo incassata domenica lo avrebbe ragionevolmente portato alle dimissioni,ma essendo sponsorizzato dai poteri che contano in questo paese,tiene duro,ma sta reagendo nel modo migliore per andare velocemente nel dimenticatoio.

    Si,concordo,alzare prima la coppa per mesi e incassare uno 0 a 4.lo porta nel modo più assoluto al pubblico ludibrio.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 22 giugno 2016 alle 11:36

  7. Poi, dopo tante analisi, serie e meno serie, mi si affaccia alla mente la soluzione più naturale, più ovvia: e se Renzi fosse semplicemente un cretino? :-)

    da Beppe De Nardin   - mercoledì, 22 giugno 2016 alle 12:58

  8. Renzi non cambierà e non si dimetterà e allora quale sarà la strategia della sinistra? Lascerà la strada aperta e spalancata al nuovismo un po’ neofascisteggiante dei Di Battista e della Taverna dei pentastellati in generale o cercherà di spiegare agli italiani, che la democrazia è difficile da mantenere senza superare ubriachiature momentanee e bisogna ritornare ai veri programmi di un partito popolare e di sinistra che fa della lotta per non lasciare nessuno da solo con i suoi problemi e cerca ripartendo dal basso come si cerca di fare a Napoli dove pure si devono smussare i toni e costruire sull’antifascismo e su un nuovo rapporto tra democrazia di base e delegati della sinistra e dei democratici nelle istituzioni la possibilità di nuove risposte alle nuove e vecchie esigenze della popolazione.
    Esigenza di pace, di convivenza civile e miglioramento concreto delle condizioni di vita e di lavoro.

    da Giuseppe Nasti   - mercoledì, 22 giugno 2016 alle 18:32

  9. Potrebbe anche essere che il padrone del bus cambi l’autista… magari con una che sa trovare la via guardando le stelle … già ma con 5 stelle dove vuoi che vada …

    da Marco da Zurigo   - mercoledì, 22 giugno 2016 alle 23:31

  10. Ci riprovo a inserire il commento di ieri

    Dire che sono d’accordo con lei,ormai pare un’ovvietà,penso che non ho da portare ancora testimonianze di quanto mi stia sulle palle il toscano.

    E mi porto avanti,anche se prematuramente,lo considero sul viale del tramonto,la sua Waterloo incassata domenica lo avrebbe ragionevolmente portato alle dimissioni,ma essendo sponsorizzato dai poteri che contano in questo paese,tiene duro,ma sta reagendo nel modo migliore per andare velocemente nel dimenticatoio.

    Si,concordo,alzare prima la coppa per mesi e incassare uno 0 a 4.lo porta nel modo più assoluto al pubblico ludibrio.

    da Ivo Serenthà   - giovedì, 23 giugno 2016 alle 07:14

  11. che strano, per la prima volta, oltre all’articolo e al suo autore, mi piacciono anche i commenti…

    da francesco   - giovedì, 23 giugno 2016 alle 07:55

  12. Insomma, che serve umiltà l’ho detto, adesso non rompetemi più i coglioni.

    da david   - giovedì, 23 giugno 2016 alle 09:34

  13. Successoni anche coi referendum all’estero vedo.

    http://www.theguardian.com/politics/2016/jun/22/eu-referendum-italy-matteo-renzi-uk-voters-wrong-choice

    da david   - venerdì, 24 giugno 2016 alle 07:55

  14. concordo completamente e nella mia mente risorge : che si fa?

    da marlene   - sabato, 25 giugno 2016 alle 10:17

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