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Gramsci, la connessione sentimentale e il Partito della (mezza) Nazione

180516primailfattoquotidianoLe amministrative sono qui, il referendum-fine-di-mondo è là, sullo sfondo, e ci aspetta. In mezzo ci sarà un lunghissimo estenuante match di propaganda, colpi bassi, gomitate, ginocchiate nelle palle, falsità e o-vince-il-sì-o-moriremo-tutti. Va bene, questo si sa.

Ma intanto è bene controllare se chi propone la famosa riforma costituzionale ha ben presente il polso del paese, se, insomma, ha allacciato con l’Italia un’intesa ideale. Qualche tempo fa i guru della comunicazione di Matteo Renzi spingevano assai su questo tasto: creare una “connessione sentimentale” con i cittadini. E’ una bellissima sintesi, questa della “connessione sentimentale”, e infatti mica è loro, ovvio, è di Antonio Gramsci che ne parlava a proposito del rapporto tra intellettuali e popolo-nazione. Rubata in fretta e furia a Gramsci quella bandierina, si prese ad agitarla freneticamente e oggi forse – quasi due anni e mezzo dopo l’incoronazione del premier – si può verificare se quella “connessione sentimentale” c’è stata o no, se qualcosa è cambiato, se quel senso di nuovo dinamico e berluccicante che twittava “arrivo, arrivo” dalle stanze del Quirinale si è “connesso” con il paese.

Parrebbe di no.

Lentamente, inesorabilmente, il nuovo è un po’ invecchiato. La fiducia nei politici e nella politica in generale non sta messa meglio di prima, anzi. La sensazione che si siano intaccati certi privilegi non esiste, il concetto di rinnovamento della classe dirigente (rozzamente definito “rottamazione”) si infrange sulla ghigna verdiniana. Sul jobs act si sono date cifre false ed esagerate e qualcuno comincia a pensare che con 19 miliardi si sarebbe potuta aumentare l’occupazione in modi più efficaci. In compenso i vecchi lavoratori precari (precariato più volte dichiarato abolito dal premier) macinano voucher come antichi cottimisti delle filande.

Si potrebbe continuare, passare per la buona scuola, o per lo straordinario volano economico che l’Expo avrebbe messo in moto, che però non si vede, o per la famosa questione morale. O si potrebbe dire dell’incauto innamoramento governativo per la classe imprenditoriale, tutta quella retorica su il “fare impresa” e il “made in Italy”. Bello, rubare frasette a Gramsci e programmi a Confindustria, fa molto Partito della Nazione. Ma poi si scopre (notizia un po’ silenziata) che 60.000 aziende hanno truffato l’Inps per avere incentivi dal Jobs act, che i soliti noti hanno i soldi chissà dove (ma non qui), per tacere della ministra Guidi. Ecco, anche questa narrazione si è un po’ arenata contro quello scoglio insormontabile che è il principio di realtà.

Ora, se ti dicono che non sei più precario e ti ritrovi precario come o peggio di prima, fai un po’ fatica ad avere ‘sta famosa “connessione sentimentale”.

Ma non è finita. Il lavoro di costruzione della nostra Costituzione (1947) è stato un delicato, perfetto, precisissimo lavoro di cesello. Anche se nel Paese i Don Camillo e i Peppone si prendevano ancora sonoramente a legnate, una connessione sentimentale tra il paese e la sua legge principale – e con l’assemblea che faticosamente la scriveva – c’era eccome. Per la Costituzione che si propone ora no. La sua scrittura pare sciatta e frettolosa, gli argomenti con cui la si sostiene sono impostati come un testa o croce sul premier attuale. In poche parole: il paese è diviso, queste riforme sono divisive e quelli che cianciavano di “connessione sentimentale”, comunque vada, avranno di fronte un paese diviso e incattivito dallo scontro. Chi teorizzava, avvolto inn una bella frase gramsciana, un’armonica unità d’intenti del paese e un abbraccio di amorosi sensi tra cittadini e “nuovo corso”, ha finito per dividere e lacerare. Insomma, un’altra narrazione farlocca per il Partito della (mezza) Nazione.

5 commenti »

5 Commenti a “Gramsci, la connessione sentimentale e il Partito della (mezza) Nazione”

  1. Bellissimo articolo riflessivo….anche siamo in una realtà che ha la memoria corta e si riflette poco…. si vuole i risultati subito le ideologie stanno scadendo e si è disposti a credere a promesse facili…Purtroppo vanno di moda gli urlatori…Vanna Marchi, il famoso BAFFO (televendite) Berlusconi ,Renzi, se pensiamo che L’UNITA Ha fatto finta di nulla su GRAMSCI Il direttore se non erro arriva dal Centro destra. Credo che ci si possa aspettare di tutto. obbiettivo IL POTERE non importa con chi e come. LA famosa frase della REGINA di FRANCIA…maestà il popolo HA FAME……dategli i Croissant…CALZA A PENNELLO

    da Gianluigi Fornari   - mercoledì, 18 maggio 2016 alle 09:36

  2. Ciao Rob

    Tutto tristemente vero, contenuti che esprimono esattamente gli esiti in cui si è incagliata la ridondante narrazione renziana (o quanto meno parte di essa) scritto con stile impeccabile…

    E’ sempre un piacere leggerti anche se nei recenti articoli colgo una deriva sempre più realistico – descrittiva, sempre meno ironico – satirica (immagino per tua precisa scelta): ecco, senza nulla togliere al tuo valore epistolare, di questo un po’ me ne dolgo…

    In senso lato, a proposito di “connessione sentimentale” (in questo caso tra articolista e lettore) mi piacerebbe se riuscissi nei tuoi scritti a tenere parte della verve satirica che trasli, nella tua veste autoriale, al grande Crozza…

    All the best

    da degiom   - mercoledì, 18 maggio 2016 alle 10:39

  3. Per l’idea che mi sono fatto sulla riforma della Costituzione,ovvero un potere assoluto per chi vince le elezioni,un Senato che dovrà comunque discutere e validare le leggi della Camera,con i senatori che arrivano dalle regioni,e che saranno anch’essi unti dall’immunità parlamentare e con diaria incorporata,mica ci vengono a gratis,il tutto con la giustificazione che gli attempati politici si sono ridotti di numero,bè signori,il mio no è già stato scritto sul certificato elettorale.

    Anche gli attempati costituzionalisti,hanno affermato che si rende la Costituzione ancora più farraginosa e interpretabile,direi che il no al referendum sia ancor più determinato.

    Scomodare Antonio Gramsci tramite le connessioni sentimentali con il popolo sovrano,direi che il suo sconforto apparirebbe senza appello per costoro,basta e avanza cosa è diventato il giornale che ha fondato.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 18 maggio 2016 alle 11:45

  4. L’articolo di a.r. mi ha riportato alla mente alcuni versi della canzone Innamorati a Milano (1965) di Memo Remici portata al successo da Ornella Vanoni. In particolare ricordo la sostanza delle prime parole: Sapessi com’è strano sentirsi innamorati a Milano. Senza fiori senza verde senza cielo senza niente. Fra la gente tanta gente (…). Penso infatti che sarebbe ugualmente strano sentirsi innamorati della politica del giorno d’oggi.Senza futuro per i giovani, senza pace sociale, senza programmi chiari… Proprio così, senza niente. L’informazione è limitata alle avventure dei voltagabbana, agli inciuci fra i partiti, alle marachelle dell’uno o dell’altro politico, in gara per chi l’ha fatta più grossa. Per la povera gente non c’è scampo, solo una pioggerellina di soldi nazionali in occasione delle elezioni. Elemosine fra l’altro che fanno pochissima momentanea differenza nella qualità di vita, soprattutto in prospettiva. Possibile che il cambio sostanziale di ben 47 articoli della nostra Costituzione da parte di nominati signorsì non stimoli nemmeno un briciolo di fantasia critica fra gli incantati dal verbo prolisso e cacofonico del potere economico? Sveglia ragazzi, non accontenitiamoci del successivo “abbiamo sbagliato” come è successo col cambiamento a spanna del Capitolo V.

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 19 maggio 2016 alle 11:01

  5. Si certo,L’unità e’ stampa faziosa e IlFatto di faziosità se ne intende…Citare Gramsci a casaccio tirandolo a sinistra e a destra passando per il centro e’operazione squallida di disinformazione e ne l’Unita’ ne’ IlFatto di Travaglio ne sono immuni. Gramsci quando scriveva pensava al Liberale Croce.Quello e’ il paragone culturale,mentre Travaglio&C. fanno paragoni col “grillismo” e gli altri col “renzismo”.

    da Tommaso   - venerdì, 20 maggio 2016 alle 13:22

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