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lug 15

Voi di Kepler fate un selfie, così vediamo come saremo

Fatto240715E dunque un’altra Terra – Kepler452b – con un altro sole, altre albe, altri tramonti, e magari altre vite, ma sul serio, che stappano come una bottiglia di champagne tutta l’immaginazione possibile sul mondo parallelo. Magari gente che ci fa le foto, a quei tramonti, e le manda alla ragazza. E poi, ora che salta il tappo della fascinazione per qualcosa lontano là fuori che ci somiglia: come si sta qua, come si sta là, e se ci sono – come dovrebbe e sarebbe giusto – altri terrestri, diciamo kepleriani, in qualche modo fratelli come sono fratelli i due pianeti. E allora sapere, sapere subito: ehi, amici, qui dicono che siete più avanti di noi, più anziani. Questo è bene, dai, spiegateci come avete fatto a cavarvela. Non avete isole di plastica in mezzo agli oceani vero? E ci mangiate tutti lassù, o è come qua che metà fanno la fame, metà se la cavano e uno su mille sta come un pascià? Vi scannerete mica anche voi su quale Dio sia migliore spero! Se siete invecchiati così bene da assomigliarci, avrete risolto delle cose che magari noi stiamo ancora pasticciando nel nostro stupido modo terrestre! Oggi ci sembrano tanti 1440 anni luce, e in effetti sì, non ti basta un pieno della macchina, ma magari domani chissà, e potremmo vederci, che so, in un bar a metà strada, e parlarne un po’ tranquilli davanti a un caffè o a cosa diavolo bevete lassù. Uno specchio per guardarci, un’altra Terra per misurarci, è un lusso grosso che non dovremmo sprecare. Ce l’avete la luna? Noi sulla nostra ci siamo stati, non c’è niente, ma da lì abbiamo visto quanto è bella la Terra da lontano, da vicino un po’ meno, ma… Mandate foto! Fate sapere, insegnateci qualcosa di utile. Siamo noi, siamo i terrestri, vostri fratelli, vedete? Ancora non ci conosciamo e siamo già qui a chiedervi consigli e dritte. Spero davvero che siate un po’ meno fessi di noi… lo spero per voi, ma anche per noi, davvero. Ciao.

7 commenti »

7 Commenti a “Voi di Kepler fate un selfie, così vediamo come saremo”

  1. Un selfie? beh, dipende… dieci anni fa avremmo archiviato tutto su CD-ROM, nel 2003 su floppy, chissà se esisteranno ancora i selfie nel 2020. (A proposito, qualcuno si ricorda di Starman di John Carpenter? l’ho rivisto di recente, è sempre molto bello – poco meno di quarant’anni fa abbiamo inviato un selfie nello spazio infinito, chissà se è mai stato decifrato)

    da giuliano   - venerdì, 24 luglio 2015 alle 12:27

  2. Che dire,non so se augurargli di conoscerci,forse lo sanno anche loro,se conosci l’homo sapiens lo eviti,e nel caso dovessero arrivare prima loro chissà cosa troveranno da noi,ad esempio i ragni sanno cavarsela bene quando le condizioni sono invivibili.

    Più che quei 1400 anni luce sono gli anni che verranno ad essere più problematici.

    da Ivo Serenthà   - venerdì, 24 luglio 2015 alle 21:47

  3. Un bel trafiletto Alessandro … forse un po’ scontato … Mi ha fatto ricordare quel magnifico film ‘Mars attacks’ e specialmente quella scena dove il presidente americano , interpretato magistralmente da Jack Nicholson, tenta di bluffare con l’extraterrestre con il risultato di finire atomizzato.

    da Marco da Zurigo   - sabato, 25 luglio 2015 alle 00:24

  4. Tutto fa brodo affinchè si possa scantonare dal problema reale, la sostenibilità dell’agire dell’uomo su questa terra. Per cui ora salta fuori uno scienziato che annuncia(parente di Renzi forse???)uno studio su alberi modificati geneticamente che trattengono l’anidride carbonica, ora si producono film di fantascienza che casualmente attribuiscono la fine della terra a tempeste solari(guardacaso le stesse tesi dei negazionisti del surriscaldamento globale),con eroi che puntualmente ci salvano e ora la scoperta di un bel pianeta che in caso di emergenza può fungere alla bisogna(e che saranno 1400 anni luce!?). Il messaggio sottinteso è: alla fine a tutto c’è rimedio e quindi possiamo bellamente continuare a distruggere la sedia su cui siamo seduti?

    da Eparrei   - sabato, 25 luglio 2015 alle 08:38

  5. ….distruggere la dedia su cui siamo seduti.

    da Eparrei   - sabato, 25 luglio 2015 alle 08:39

  6. (giusto per la precisione, non c’è bisogno di modificazioni genetiche per far assorbire agli alberi l’anidride carbonica, è quello che fanno da sempre)(la fotosintesi clorofilliana, per intenderci)

    da giuliano   - lunedì, 27 luglio 2015 alle 12:49

  7. …È proprio l’attività di ricerca che si sta conducendo presso il Lawrence Berkeley National Laboratory e l’Oak Ridge National Laboratory, dove gli scienziati stanno studiando particolari specie di piante capaci di assorbire, attraverso le foglie, maggiori quantità di anidride carbonica per poi trasferirla al suolo. In breve, si tratta di modificare geneticamente alcune specie arboree per aumentare la cinetica di trasferimento del carbonio al suolo, rendendole molto più efficienti rispetto alle piante presenti in natura. È una sorta di accelerazione del processo della fotosintesi clorofilliana che dalle foglie alle radici trasferisce il carbonio dall’aria al suolo…..

    da Eparrei   - martedì, 28 luglio 2015 alle 09:54

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