Come i pantaloni a vita bassa, le scarpe a punta, i capelli lunghi, torna periodicamente di moda il sistema danese. Dunque il modello a cui ci si ispira è un paese con il Pil procapite più alto del nostro, meno di sei milioni di abitanti, un livello di tassazione del 50 per cento e che spende in politiche di sostegno del mercato del lavoro il 2,6 del Pil. Qui di abitanti ce ne sono 60 milioni, il Pil scende a rotta di collo, della tassazione – minore che in Danimarca – si lamentano tutti e per le politiche di sostegno al lavoro si spende lo 0,4 per cento del Pil. Dunque il modello è un’elegante giacca di cachemire, ma qui non abbiamo il cachemire, né i soldi per comprarlo, né l’organizzazione per darlo a tutti. Il modello danese, insomma, è bello, affascinante e suggestivo. Con un solo difetto: abita in Danimarca e qui non ci può venire.
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Anche il Paradiso è bello, ma per andarci bisogna morire. Io penso che anche in Italia si potrebbe star bene, peraltro senza dover morire. Sarebbe sufficiente fare politiche sociali e non politiche capitalistiche. Per esempio, permettere una liquidazione di 27 milioni di euro non è sociale e nemmeno bloccare gli stipendi e far pagare il ticket sanitario alla povera gente è sociale… In sostanza il capitalismo, lasciato nelle mani della politica e dei capitani coraggiosi, nel cui labirinto l’Italia si è colpevolmente cacciata, non è altro che un sistema antisociale. C’è del buono in Danimarca?… Buon per i suoi abitanti. Noi, in compenso siamo circondati da tantissime cose belle, ma la politica di cui sopra ce le sta svendendo tutte un poco alla volta… E al nostro PIL aggiunge l’illegalità della malavita… Per superare la crisi, dice…
da Vittorio Grondona - lunedì, 22 settembre 2014 alle 10:43
Potremmo eventualmente invadere la Danimarca ;-)))
da michele - lunedì, 22 settembre 2014 alle 11:21
Però la flessibilità ce la abbiamo già a livelli danesi. Ricordiamolo sempre perchè è dalla legge treu che della flexsecurity facciamo solo la flex (come giustamente diceva Lei in un precedente post)
da david - lunedì, 22 settembre 2014 alle 14:39
per dire il livello di aziendalismo introiettato e proiettato: il ministro Boschi che invita ad accettare la riduzione dei diritti dei lavoratori in nome dell’ “amore per la ditta”
da david - lunedì, 22 settembre 2014 alle 18:11
L’erba del giardino degli altri è sempre più verde …
Ma i giardini danesi sono veramente belli verdi …
da Marco da Zurigo - martedì, 23 settembre 2014 alle 15:01
ho appena letto che Rajon è stato costretto a ritirare la proposta legge antiabortista affermando che non ha sufficiente consenso popolare; come sempre la lotta paga
da david - martedì, 23 settembre 2014 alle 17:33
Siccome sono in lettura da lastampa.it segnalo
«Nessuno dei ricorsi presentati da Silvio Berlusconi alla Corte europea dei diritti dell’uomo è stato sinora oggetto di una decisione sull’ammissibilità», afferma una nota del tribunale di Strasburgo, con un tono gelido che cela a malapena l’irritazione.
Egregio sig. Robecchi, in qualità di professionista dell’informazone Le chiedo di smentire che – tutta – la stampa ha preso sul serio una semplice indicazione dell’avv. Pietro Longo senza nemmeno verificare ? Cioè gli italiani hanno avuto uno spottone sul ritorno dell’agibilità politica a reti unificate a buffo ?
Cioè non c’è un ordine che interviene ? Si rettifica spontaneamente ? SI bestemmia violentemente ?
da david - martedì, 23 settembre 2014 alle 17:38