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mer
21
mag 14

Due contendenti, una sola logica: da seconda media

Può essere anche divertente sedersi su un sasso, in alta montagna, e vedere due stambecchi che si prendono allegramente a cornate per il controllo di un cocuzzolo. Ma questo solo se siete in un documentario sulla natura, o in vacanza, per cui a un certo punto spegnete la tivù, oppure raccattate lo zaino e tornate a casa. Qui, invece la battaglia dei due stambecchi avviene per il controllo di un territorio che sarebbe anche nostro, intesi come italiani, e ha dei tratti peculiari assai sgradevoli. La polarizzazione della campagna elettorale tra i due schieramenti principali (il Pd renziano e il movimento grillino) nasconde infatti (parola sbagliata: non lo nasconde affatto) qualcosa di profondamente autoritario, la certezza che il dubbio non sia utile. Insomma: i due stambecchi non si limitano a offrire il loro affannato spettacolino, ma pretendono adesione incondizionata, tifo da ultras e arruolamento volontario. L’esercito grillino ha certezze granitiche e incrollabili. Strano davvero per un movimento post-ideologico che dice un po’ tutto e il contrario di tutto, che propone (vagamente, va detto) un totale ridisegno della società che in condizioni storiche normali richiederebbe anni, idee, uomini di immenso spessore e altre cosucce che evidentemente mancano. Eppure. Eppure chi non ci sta, chi non ci crede è nemico, con il corollario di insulti e contumelie che conosciamo (è la superficie, certo, ma viene voglia di fermarsi lì). Un impianto autoritario, insomma, forte del vecchio e frusto concetto del “chi non è con noi è contro di noi”.
Dall’altra parte, dalla parte dell’altro stambecco, la cosa non è molto diversa e potrebbe sembrare addirittura speculare. L’affermazione renziana (più volte ripetuta) che chi non sta con questo governo non sta con l’Italia è un sillogismo molto caro ai regimi autoritari. L’opposizione (chi non crede alle ricette di chi governa) non è considerata parte di una dialettica politica, ma viene relegata tout court a “nemica della patria”. O stai con Matteo o sei contro l’Italia, è il succo (al netto delle parole d’ordine da seconda media, tipo gufi e rosiconi, che valgono come gli zombie dell’altra parte, speculari anche in questo, gli stambecchi), ed è un succo acido e indigeribile. Per esempio uno potrebbe pensare che flessibilizzare ancor più il lavoro non faccia bene al paese, posizione legittima. O che governare insieme ad Alfano e Giovanardi non sia un toccasana. Invece no: o ci stai o sei nemico. O ci credi o tifi disastro.
Si aggiunge alla competizione tra i due stambecchi, e ne è un portato ovvio, il richiamo alla “vittoria” come unica cosa che conta. Vinciamo, noi, no, vinciamo noi. Insomma, lotta maschia e scontro di ego dove il dubbio rompe solo le balle, la complessità è considerata una seccatura e la logica binaria (dentro/fuori, vincere/perdere) è l’unica che conta. Bene. Piccolo appello personale. Chi si è stancato di assistere alla lotta a cornate può guardarsi intorno: magari il cocuzzolo offre piccole, minoritarie, addirittura perdenti ma più dignitose forme di vita. Forse non egualmente potenti, più aduse a frequentare il dubbio, più “sostenibili” e che non chiedono arruolamenti. Ecco. Guardarsi in giro, l’Europa e l’Italia sono abbastanza grandi, ci sono anche altre idee, altre visioni del mondo, altri codici di comportamento che non pretendono adesione fideistica, adorazione del capo o sanguinosi insulti a chi non ci sta o non ci crede. La biodiversità è anche questo. Meglio sostenerla, prima che restino solo stambecchi rabbiosi.

3 commenti »

3 Commenti a “Due contendenti, una sola logica: da seconda media”

  1. Caro Robecchi
    l’unica certezza che unisce chi segue il M5s è che il disastro culturale, morale, economico e politico in cui versa il nostro paese è responsabilità principalmente dei partiti che a fasi alterne hanno governato gli ultimi vent’anni (PD e PDL in primis).
    Capisco bene, avendola per tanti anni subita anch’io, la sua attrazione per le altre forme di vita minoritarie e dignitosissime. Chi non ha i prosciutti sugli occhi deve però ammettere che alla prova dei fatti, la loro capacità di incidere nella realtà, non fosse altro che a livello culturale e morale è stata pressochè nulla. Devo dire che dopo essere cresciuti ascoltandoli appassionatamente, ci siamo anche stancati dei vari intellettuali a riposo sull’amaca o delle varianti radical chic a cui lei si è iscritto buon ultimo. A quando una sua attenta analisi delle innovazioni introdotte dal M5s? L’onestà dimostrata ( rimborsi e finanziamento pubblico) e la qualità delle proposte su energia , ambiente , partecipazione lo meriterebbero. Per usare un riferimento certamente a lei caro , libertà è spazio di incidenza (Gaber).Si sa le corna non piacciono a nessuno… ma se proprio si deve scegliere meglio stambecchi scalcianti che timorose pecore, felici di brucare nel sottobosco in attesa della periodica tosatura.

    da Cataldo   - mercoledì, 21 maggio 2014 alle 11:20

  2. un mio nipote fa la seconda media e giuro, è taaaaaanto più maturo di sti due e dei loro supporters (anzi tre che pure b. e i suoi mica scherzano)…

    da eve   - mercoledì, 21 maggio 2014 alle 17:44

  3. Grande Cataldo! Che “ci siamo stancati degli intellettuali a riposo sull’amaca” é bellissima e chiarissima!
    In questa sua analisi con l’azzeccatissima immagine degli stambecchi, il grande Robecchi ci mette la sua solita straordinaria arguzia, ma non prende in considerazione (volontariamente?!) particolari grossi e maestosi come elefanti! Non é obbligato, ci mancherebbe, a “una attenta analisi delle innovazioni introdotte dal M5s”, ma la comprensibile “attrazione per le altre forme di vita minoritarie e dignitosissime” sembra allora un po’ come nascondersi dietro un dito.

    da Eliana   - sabato, 24 maggio 2014 alle 10:41

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