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Due o tre cosucce sul caso del martire Sallusti. E perché non è il caso di piangere

Va bene, pare che tutto il mondo “intellettuale” italiano, con tutto il milieu giornalistico in prima fila, compatto e granitico, sia in grandi ambasce per il rischio che Alessandro Sallusti, oggi direttore de Il Giornale e al tempo dei fatti di Libero, finisca in galera a seguito di una condanna per diffamazione. E’ confortante assistere a una così poderosa levata di scudi contro la restrizione della libertà personale, e dispiace semmai che tanta compattezza non si veda in altre occasioni. Tanta gente va in galera per leggi assurde e ingiuste – come circa tremila persone accusate del bizzarro reato di “clandestinità” – eppure la notizia è Sallusti. Bene, allora vediamola bene, questa notizia, al di là delle sentenze, delle polemiche, dei meccanismi della giustizia. Proviamo insomma ad applicare il vecchio caro concetto del “vero o falso?”
Il fatto. Nel febbraio del 2007 una ragazzina di Torino (13 anni) si accorge di essere incinta. I genitori sono separati. La ragazzina (che tra l’altro ha problemi di alcol ed ecstasy) vuole abortire, ha il consenso della madre, ma non vorrebbe dirlo al padre (i genitori sono separati). Per questo si rivolge alla magistratura. E’ quanto prevede la legge: mancando il consenso del padre si è dovuto chiedere a un giudice tutelare, che ha dato alla ragazzina (e alla madre, ovviamente) il permesso di prendere una decisione in totale autonomia. Come del resto precisato in seguito, a polemica scoppiata, da una nota dettata alle agenzie dal Tribunale di Torino: “Non c’è stata alcuna imposizione da parte della magistratura”.
L’articolo querelato. Strano che, in tutto il bailamme suscitato dal rischio che Sallusti finisca in carcere, nessuno si sia preso la briga di ripubblicare l’articolo incriminato. Anche in rete si fatica a trovare la versione completa, anche se basta scartabellare un po’ nella rassegna stampa della Camera dei Deputati per trovarlo (andate qui e leggetevelo). L’articolo (Libero, 18 febbraio 2007) è firmato con lo pseudonimo di Dreyfus (quando si dice la modestia) e racconta la vicenda in altri termini. La prosa maleodorante e vergognosa – un cocktail di mistica ultracattolica e retorica fascista – non è suscettibile di querela e quindi ognuno la valuti come vuole. Ma veniamo ai fatti. La vulgata corrente di questi giorni insiste molto su una frase, questa:
“… ci fosse la pena di morte, e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo e il giudice”
E’ vero. Si tratta di un’opinione. Scema, ma un’opinione. Disgustosa, ma un’opinione.
Vediamo invece le frasi che non contengono opinioni ma fatti. Falsi.
Il titolo, per esempio: “Il giudice ordina l’aborto / La legge più forte della vita”.
Falso. Nessun giudice ha ordinato di abortire.
Altra frase: “Un magistrato allora ha ascoltato le parti in causa e ha applicato il diritto – il diritto! – decretando l’aborto coattivo”.
Falso. Il giudice ha dato libertà di scelta alla ragazzina e alla madre.
Ancora: “Si sentiva mamma. Era una mamma. Niente. Kaput. Per ordine di padre, madre, medico e giudice, per una volta alleati e concordi”.
Falso. Il padre non sapeva (proprio per questo ci si è rivolti al giudice) e le firme del consenso all’aborto sono due, quella della figlia e quella della madre.
E poi: “Che la medicina e la magistratura siano complici ci lascia sgomenti”.
Falso. Complici di cosa? Di aver lasciato libera decisione alla ragazza e a sua madre?

Ora, sarebbe bello chiedere lumi anche a Dreyfus, l’autore dell’articolo. Si dice (illazione giornalistica) che si tratti di Renato Farina, il famoso agente Betulla stipendiato dai Servizi Segreti che – radiato dall’Ordine dei Giornalisti – non avrebbe nemmeno potuto scrivere su un giornale il suo pezzo pieno di falsità.
Non c’è dubbio che il caso della ragazzina torinese sia servito al misterioso Dreyfus, a Libero e al suo direttore Sallusti per soffiare quel vento mefitico di scandalo che preme costantemente per restringere le maglie della legge 194, per attaccare un diritto acquisito, per gettare fango in un ingranaggio già delicatissimo. Ma questo è, diciamo così, lo sporco lavoro della malafede, non condannabile per legge.
Condannabile per legge è, invece, scrivere e stampare notizie false. Di questo si sta parlando (anzi, purtroppo non se ne sta parlando), mentre si blatera di “reato d’opinione”.
Il reato d’opinione non c’entra niente. C’entra, invece, e molto, un giornalismo sciatto, fatto male, truffaldino, che dà notizie false per sostenere una sua tesi.
Per questo la galera vi sembra troppo? Può essere. Ma per favore, ci vengano risparmiati ulteriori piagnistei sul povero giornalista Sallusti che non può dire la sua.

PS) Un mio vecchio maestro di giornalismo, all’Unità (sono passati secoli, ma io gli voglio ancora bene), scrutava i pezzi scritti da noi ragazzini con maniacale attenzione. Quando trovava qualcosa di querelabile ci chiamava e ci diceva: “Vuoi che ci portino via le rotative? Vuoi che ci facciano chiudere il giornale dei lavoratori?”.
Nel fondo di oggi su Il Giornale, Sallusti lamenta con toni da dissidente minacciato di Gulag, che non intende trattare per il ritiro della querela, che ha già pagato 30.000 euro e non vuole pagarne altri 30.000. Spiccioli. Ecco. Forse “portargli via le rotative”, come diceva il mio vecchio compagno sarebbe meglio. Meglio anche della galera. Di molte cose abbiamo bisogno, ma non di un martire della libertà con la faccia di Sallusti.
(la foto è di Barbara Silbe)

121 commenti »

121 Commenti a “Due o tre cosucce sul caso del martire Sallusti. E perché non è il caso di piangere”

  1. da giorni continuo a parlare della sottile(?)differenza fra reato di opinione e reato di diffamazione ma mi sa che non mi ascolta nessuno.Meno male che c’è Robecchi

    da virginia   - martedì, 25 settembre 2012 alle 14:39

  2. Ottimo. Sottoscrivo e condivido.
    (Nel mio account fb a commento di questo caso son stata duramente criticata perché io invoco l’isolamento per Sallusti e simili!)

    da ab   - martedì, 25 settembre 2012 alle 14:47

  3. Sono andato a vedermi l’articolo attraverso la rassegna stampa della camera (btw, nel tuo post non trovo nessun link anche se credo che tu volessi metterne uno quando hai scritto “andate qui e leggetevelo”).
    Non ce l’ho fatta a finirlo per via dei conati di vomito.

    Francamente, punire col carcere Sallusti (e Dreyfus?) e’ eccessivo ; ma chi ha scritto e pubblicato quello schifo non dovrebbe piu’ avere la possibilita’ di farlo.

    da Emanuele Ripamonti   - martedì, 25 settembre 2012 alle 14:58

  4. Come al solito, si invoca una deroga alla legge quando nelle sue maglie resta intrappolato il potente di turno.
    (E dunque, Alessandro, concordi con me che Carofiglio ha fatto bene a querelare chi, nel recensire un suo libro, lo ha definito “scribacchino mestierante”? Come tu stesso hai avuto modo di precisare, la libertà di opinione è una cosa; la diffamazione a mezzo stampa un’altra)

    da Paola   - martedì, 25 settembre 2012 alle 15:02

  5. Grazie Emanuele. Ora il link al pezzo c’è. Scusate tutti. Leggetelo, se vi regge lo stomaco.
    a.r.

    da a.r.   - martedì, 25 settembre 2012 alle 15:03

  6. gran fact checking! grazie :)

    da michele kettmaier   - martedì, 25 settembre 2012 alle 15:17

  7. «Il reato d’opinione non c’entra niente. C’entra, invece, e molto, un giornalismo sciatto, fatto male, truffaldino, che dà notizie false per sostenere una sua tesi. »

    grazie per questo articolo, Robecchi!

    da giuliano   - martedì, 25 settembre 2012 alle 15:22

  8. Ma tutti quelli che lo difendono a spada tratta in nome della libertà di opinione avranno letto quelle righe vergognose?
    Grazie Alessandro di avermi chiarito le ideee,

    da Gianni   - martedì, 25 settembre 2012 alle 16:29

  9. l’articolo è veramente rivoltante… e come dici tu è sfacciata propaganda… a me non sembra per niente troppo severa la condanna, anzi!

    da eve   - martedì, 25 settembre 2012 alle 16:31

  10. (p.s. ovviamente parlo dell’articolo di sto dreyfuss mica del tuo…) (ma mi sa si capiva 😉

    da eve   - martedì, 25 settembre 2012 alle 16:31

  11. Meno male che ho letto il pezzo di Dreyfus. E se portassero via le rotative a Il Giornale sarebbe fantastico. L’informazione respirerebbe un’aria più pulita e Montanelli smetterebbe di rivoltarsi nella tomba….Grazie Robecchi

    da fabrizio   - martedì, 25 settembre 2012 alle 17:20

  12. Se finisse in galera, si rischierebbe di leggere che topi e scarafaggi fanno lo sciopero della fame con i detenuti pur di liberarlo…

    da gianguido mussomeli   - martedì, 25 settembre 2012 alle 17:28

  13. Fiumi e fiumi di inchiostro e ancora la notizia “Sallusti rischia di andare in galera” non è confermata. Per confermarla o per smentirla una volta per tutte basterebbe accertare se in sentenza gli è stata applicata oppure no la recidiva prevista dal quarto comma dell`art. 99 cp (reiterata e/o specifica e/o infraquinquennale). In caso affermativo, alla conferma della condanna da parte della Corte di Cassazione conseguirà l`emissione dell`ordine di carcerazione (e questo, per singolare contrappasso, grazie ad una riforma attuata dal governo Berlusconi. In caso negativo, si attiverà la procedura prevista dall`art. 656 comma 5 cpp (googlare per credere).

    da MauGandolfi   - martedì, 25 settembre 2012 alle 18:33

  14. @ Paola,

    mi spiace ma la querela del magistrato (ora senatore piddì) Gianrico Carofiglio al recensore non ha nulla a che vedere con la diffamazione a mezzo stampa.
    BENVENGANO le stroncature motivate fatte da chi di letteratura s’intende, come erano quelle d’una volta ora scomparse in tempi mediocri e omologati: è l’ora di finirla con le leccate del volevosi tutti bene fra amici che s’improvvisano artisti.

    da ab   - martedì, 25 settembre 2012 alle 18:38

  15. Dirla meglio di così – oltretutto in modo serio – non si poteva, grazie (riporterò)!

    da betta   - martedì, 25 settembre 2012 alle 20:39

  16. @ Nr. 8 – Gianni commento di Martedì 25Sett2012 h.16:29

    Caro Gianni, non andare a vedere – come purtroppo ho fatto io – i commenti sul Giornale.
    Si direbbe che chi commenta parli di fatti totalmente diversi, viste le opinioni espresse: un coro di indignazione basato solo sugli ‘articoli’ di Sallusti con il consueto condimento di ‘giudici comunisti’ che ‘lo fanno per i soldi’.

    O nessuno dei lettori del Giornale ha riletto l’articolo originale e confrontato le tesi, oppure – più facilmente – nessuno vuole che i fatti confondano le proprie opinioni.

    Complimenti ad Alessandro Robecchi per l’articolo.

    Fabio Bianchi

    da MC202_zipper   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 07:53

  17. Condivido in pieno le tue osservazioni sull’ennesimo caso Sallusti. A queste voglio aggiungere un altro punto, a cui la stampa non ha dato molta rilevanza.
    Vittorio Feltri pibblica sul Giornale, il 21 Settembre, l’editoriale a difesa di Sallusti che potete leggere qui: http://www.ilgiornale.it/news/interni/839270.html

    La parte che mi ha colpito dell’articolo e’ la sottostante:

    “L’avvocato dell’azienda editoriale si era distratto e non aveva tutelato l’imputato. Che, in primo grado, fu condannato a una pena pecuniaria: 5mila euro.” ***
    “Trascorre un po’ di tempo, e si celebra il processo di secondo grado, ancora senza l’avvocato di fiducia, assente ingiustificato: ha disertato l’aula per smemoratezza o altro, non si sa; lui non è più rintracciabile. Automaticamente, gli subentra un legale d’ufficio che forse non si prende molto a cuore la storia, cosicché il verdetto è micidiale. La pena pecuniaria di 5mila euro, e sottolineo 5mila euro, viene trasformata in pena detentiva: un anno e due mesi di prigione. ”

    Quello che mi ha colpito e’ l’indifferenza ( 0 forse strafottenza) di Sallusti e del Giornale nei confronti dell’iter giudiziario. Delle due l’una: o il Sallusti ha cercato volontariamente la condanna per poter indossare la veste di martire e continuare la sua battaglia contro la magistratura, oppure ritiene di essere cosi’ al di sopra della giustizia ed e’ cosi’ certo dell’impunita’, da poter ignorare i processi giudiziari in cui e’ coinvolto.
    Beh, in entrambi i casi merita la condanna.

    da Tiziano   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 08:25

  18. Ma adesso, in queste ore che la vicenda sta assumendo connotati drammatici (mandare al fresco il proprio direttore!) questo sedicente Dreyfus non sente l’esigenza di uscire allo scoperto, di dire la sua? Resta acquattato nell’ombra, manda un innocente al gabbio… Che gli dice la coscienza? Ce l’ha una coscienza?

    da pococurante   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 08:31

  19. penso che un pò di carcere a chi chiede il carcere per ogni scemenza non di destra non sarebbe male. il giornalismo di Sallusti è un grosso buco nero dell’informazione, non ricordo se Boffo è stata attaccato da lui, sicuramente da quell’ambiente. chi di spada ferisce…che vada in galera.

    da marco   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 08:46

  20. La legge è legge. Se un reato prevede la galera, galera sia!

    da Mario   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 10:29

  21. L’articolo di Sallusti sembra un racconto dell’orrido. Evidentemente era destinato ad un tipo di elettorato abituato ad una informazione un tanto al chilo e questo il giornalista ne era (e ancora ne è) perfettamente a conoscenza. Un lettore attento non avrebbe esitato a considerare la notizia semplicemente un’esposizione dei fatti inverosimile in una società civile com’è sicuramente la nostra. Io penso che non si dovrebbe andare in galera per una cosa così insignificante per l’intelligenza normale. Anche i riferimenti al giudizio di Salomone e all’uccisione del figlio di Priamo erano imprecisi e incompleti… A Sallusti bisognebbe “spuntargli” ogni tanto la penna… Quando poi racconta il falso per punizione dovrebbe essere inserito per almento un mese in una catena di montaggio, come quella della Fiat, per esempio, sotto le grinfie del signor Marchionne… Così, tanto per fargli capire che ogni lavoro è una cosa seria, compreso quello del giornalista. Ribadisco che la galera in questo caso sarebbe una punizione idiota, da medioevo.

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 10:57

  22. Non è per fare l’avvocato del diavolo, ma questo pezzo è in parte capzioso, come lo era quello incriminato. L’articolo di Farina, Sallusti o chi per essi era pieno di “falsità” da un punto di vista tecnico diciamo, ma cose del genere vanno poi giudicate nella loro sostanza. Libero non è un quotidiano di informazione nel senso stretto del termine, ma un’emanazione giornalistica di una certa “cultura” italiana, letto da utenti “educati” ad una certa vena polemico/accusatoria che fa capo all’area del nord est italiano. Che può piacere o meno, ma esiste, ed è gente non particolarmente acculturata e politically correct, ma comunque degna di rispetto ed ossatura industriale del paese. Un conto è se l’Ansa pubblica una notizia come “Giudice fa abortire ragazzina”, ed un conto è se lo fa Libero. Un conto è se l’ansa pubblica una notizia dal titolo “Berlusconi è amico di mafiosi” ed un conto è se lo fa il Manifesto. O l’Unità. Insomma, la notizia dell’aborto e del giudice ai tempi era stranota all’opinione pubblica: Libero la riprende e dice: “la verità è che il giudice ha fatto ingerenze sulla ragazzina!” In un certo senso si avvicinava più ad un pezzo d’opinione che ad uno di cronaca.
    Non voglio certo dire che siano tesi condivisibili, eleganti, serie, deontologicamente sottoscrivibili, tutt’altro (in realtà Libero punta molto sulla spettacolarizzazione della notizia per vendere copie, è un loro marchio di fabbrica), e può benissimo essere che tali tesi vengano sanzionate per i modi, le parole, la veemenza: non sono assolutamente un lettore di Libero né voglio difenderne i giornalisti, ci mancherebbe altro, ma appunto il succo dell’intervento dello pseudo Farina di quel giorno era di denunciare una forte ingerenza dello Stato in scelte di carattere etico, anche assurgendo il caso specifico di cronaca a summa di un certo andazzo della magistratura, che si inserirebbe per estensione in un più ampio discorso sul rapporto tra poteri dello stato, un tema tutt’altro che banale. Siete d’accordo? Siete contrari? Non importa, ma ritengo che tutto ciò non possa essere sbrigativamente etichettato come reato di falso giornalistico, perché, banalmente, non lo è. Come scrive il lettore Vittorio nel commento precedente la galera è una condanna idiota, sia perché esagerata e ridicolmente spettacolarizzante, sia per (scusatemi la piccola demagogia) sproporzionata rispetto alla media italiana, dove per andare in carcere sul serio si devono commettere reati di entità ben maggiore di questo presunto.

    da Francesco Rossi   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 11:29

  23. Un Dreyfus del genere non merita nessun Zola

    da alfonso diego casella   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 11:44

  24. I signori giornalisti sono pienamente consapevoli che dare una notizia falsa,porta,chi legge o ascolta,a conclusioni sbagliate.Questa manipolazione della mente sociale porta a sua volta,ad agire in modo contrario allla ragione dei fatti.Questo male protratto nel tempo,ha portato l’Italia dov’è adesso.Non ci siamo arrivati all’improvviso nel bagno di cacca.Certo i giornalisti non sono i soli colpevoli,ma hanno fatto la loro parte(consistente).L’applicare ora la legge con Sallusti,vuol dire porre un freno alle falsita’,e alle mezze verita’ dei mezzi d’informazione.

    da franco   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 12:07

  25. grazie Alessandro,
    come sempre.
    daniele

    da daniele de michele   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 14:31

  26. Grazie Robecchi

    da Gilberto Gasparini   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 14:50

  27. Non mi sembra sufficientemente sottolineato che Sallusti – di cui penso tutto il male possibile – viene incriminato e condannato come direttore, per omesso controllo, e non come autore. É accettabile questa norma che coinvolge il direttore di un giornale? A me sembra una norma di tipo fascista, come tutte quelle che riguardano gli ordini corporativi professionali… Capisco che adesso questa è la legge e va rispettata. Però parlarne non è male…

    da Pino.s   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 15:03

  28. Grazie per le precisazioni. In effetti erano indispensabili. C’è da chiedersi per quale ragione si sia cercato di sotterrare la vicenda e portarla sui falsi binari del reato d’opinione

    da Francesco Blancato   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 15:18

  29. Ringrazio Serra e la sua Amaca per avermi fatto scoprire Alessandro Robecchi e il suo blog che mi hanno ricordato uno dei tanti misfatti (impuniti)a mezzo stampa.
    Concordo nel tramutare il carcere (del tutto inutile per il recupero dell’imputato)nel sequestro delle rotative (benefico perl’intera comunità).
    Grazie ancora.

    da Serge Moon   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 15:34

  30. Caro Robecchi, a complemento del tuo post ti allego qui di seguito una mail che ho inviato il 22 scorso a Travaglio (e alla quale non ho avuto fino ad oggi il piacere di avere una risposta) a Massimo Fini, che ha scritto sul “Fatto” di “difesa di Casta”, cioè con argomenti analoghi ai tuoi. Dopo questa premessa, è ovvio che sono d’accordo con te e con Fini. E così, siamo in tre: meglio di nessuno… Buon lavoro e un amichevole saluto.

    Caro Travaglio,
    premesso che ho cominciato a fare il giornalista nel 1945 e quindi mi permetto di darti del “tu”, leggo sul “Fatto” di oggi la tua difesa di Sallusti (che secondo me è per principio indifendibile, ma è un’opinione come un’altra). Posso condividere la quasi totalità delle considerazioni, ma su una sono molto perplesso: «…Da vent’anni, da quando in Parlamento si dicono tutti “liberali” e “garantisti”, non si contano le promesse di di riformare il codice penale sulla diffamazione. La soluzione è una regoletta che imponga a chi sbaglia di ristabilire la verità» (impresa non da poco, annoto, visto che di verità ce n’è quasi sempre più di una) «e riparare all’offesa in forme e spazi proporzionali al danno arrecato, e solo in caso di rifiuto preveda la possibilità di adire le vie legali (anche, nei casi più gravi e dolosi, col carcere)».
    Ora, la “regoletta” esiste già da lungo tempo. Se non è stata abolita senza che io me ne ricordi, data la tarda età, si chiama “art. 8 della legge sulla stampa” e impone tra l’altro di pubblicare la rettifica a una notizia non vera «nello stesso carattere e con la stessa evidenza» di quella incriminata. Quindi, se così è, come al solito non c’è bisogno di inventare leggi nuove, ma di fare applicare quelle esistenti. Altro è il discorso delle conseguenze penali. Mandare in carcere un giornalista per “omesso controllo” è roba da Urss di Breznev (e magari anche di Putin, ma questa è un’altra storia).
    Capisco che Sallusti in carcere costituirebbe un precedente pericoloso per un giornalista come Travaglio, afflitto da quintali di querele, ma «gettare il cuore oltre l’ostacolo» per Zio Tibia mi sembra un po’ eccessivo. Fermo restando che, in ogni caso, per un reato non doloso di “omesso controllo” il carcere è come la ghigliottina per un furto di polli.
    Se sbaglio, mi corriggerai, come diceva papa Woytila. Non mi sento né “carogna” né “schiavo”, come purtroppo straparla il tuo amico Grillo generalizzando oltre i limiti del tollerabile, ma nemmeno onnisciente e infallibile come Lui (la maiuscola è d’obbligo, per chi si sente un gradino sopra Dio, ma questa è un’altra polemica).
    Buon lavoro e amichevoli saluti.
    Giuseppe Dicorato

    da Giuseppe Dicorato   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 16:11

  31. Chiedo scusa, ma nel post precedente un tasto sbagliato ha fatto saltare alcune parole all’inizio, stravolgendo il senso di un’affermazione che va così letta: «…a Travaglio (e alla quale non ho avuto fino ad oggi il piacere di avere una risposta). Un paio di giorni dopo ho inviato una mail di approvazione, sia pure con qualche riserva, a Massimo Fini, che sul “Fatto” ha accusato Travaglio di “difesa di Casta”, con argomenti analoghi ai tuoi». Così il post ha un senso.

    da Giuseppe Dicorato   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 16:20

  32. Grazie sig.Robecchi

    da skelfrog   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 17:22

  33. Ottima ricostruzione e poi sì condivido …….Non abbiamo bisogno di un martire con la faccia di Sallusti…….

    da patrizia   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 17:28

  34. mi pare che questo pezzo di tale Robecchi molto fazioso,altrimenti dovrei pensare che chi ha scritto analizzi allo stesso modo dell’articolo e del titolo che ha portato alla condanna di Sallustri,anche,ad esempio,i tanti articoli e titoli del Fatto quotidiano che riportano falsità e distorsioni della verità.Se poi vogliamo parlare di titoli degli articoli di un po’ tutti i giornali,viene da mettersi le mani nei capelli.Ma capisco che vada di moda per tante persone,usare due pesi e due misure a seconda delle simpatie o antipatie per le persone coinvolte

    da Pippo   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 17:35

  35. Oh, là.

    da Maded   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 17:41

  36. Condivido totalmente l’articolo e chi ha ritenuto l’articolo di Dreyfus da VOMITO e dell’orrore
    aggiungo un mio parere personale su quello schifo
    cito:
    – ”un ginecologo con qualche attrezzo le ha estirpato il figlio e l’ha buttato via. Lei proprio non voleva. Si divincolava”….
    -” Le dava dei calci proprio nella sua pancia che le dava il vomito ”
    A parte l’attacco al giudice, genitori e ginecologo, questo ”giornalista” pensa di essere all’epoca ante 194, quando le mammane con attrezzi strani facevano abortire.. e lascia intendere , perchè nel papello non lo dice, che la ragazzina abbia abortito oltre i 90 gg, perchè è solo verso il 5° /6 ° mese che il FETO si muove e scalcia..
    Andrebbe ricoverato questo giornalista, oggi martire, non carcerato o multato
    e comunque la cassazione è stata chiara.
    ”LA CASSAZIONE: «HA SCRITTO IL FALSO»
    Con una nota dell’ufficio stampa della Suprema Corte, la Cassazione ritiene che «è opportuno precisare» aspetti del ‘caso Sallusti’ «non esattamente evidenziati dalla stampa nei giorni scorsi». Per prima cosa la falsità della notizia contenuta nell’articolo anonimo attribuito a Sallusti.”
    SCRIVERE FALSITA’ NON E’ LIBERTA’ DI ESPRESSIONE O DI PENSIERO.

    da JeSuis Stephanie   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 22:24

  37. MA CON TUTTE LE FALSITA’ CHE HANNO SCRITTO I GIORNALISTI CHE LAVORAVANO ALL’UNITA SOLO SUI GULAG E I PAESI COMUNISTI, LE ROTATIVE DELL’UNITA’ POTEVANO RIMANERE AL LORO POSTO…I GIORNALISTI NON SO….

    da gioele   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 22:48

  38. Per Pino S. che si chiede se “è accettabile questa norma che coinvolge il direttore di un giornale?”
    Certo che sì! O cosa ci sta a fare un direttore? Cosa significa direttore responsabile? Decorativo incapace di intendere e di volere? Va bene che in Italia fuinziona così in diverse circostanze, ma responsabile significa “che risponde”.

    Saluti

    da Elena   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 22:53

  39. La prima cosa che ho pensato leggendo la notizia è stata: ma non si vergogna questo giornalista a mettere in piazza una ragazzina di 13 anni? Quando poi ho letto il suo articolo…beh spero proprio che in prigione ci vada, o che paghi in qualche modo per la sua disonestà, non so come altro chiamarla…

    da Maria   - mercoledì, 26 settembre 2012 alle 23:45

  40. il povero sallusti è il sintomo delle condizioni in cui versa questo paese. la gente lo trova simpatico!!!e non solo le donnine di settantta anni e passa.. quelle che guardano i pacchi e veline… come la mia povera mamma…ma anche tutti quelli che si sentono berlusconiani….poi, di la a sinistra ci sono le stesse sozzure. ha detto bene la santanchè… bisognerebbe fare la rivoluzione.. peccato che, se scoppiasse, io per prima cosa andrei a cercare proprio lei e la fustigherei a sangue.se scriverà di nuovo su un giornale, questo sarà lo scandalo, proprio ora che nessuno puo’ ancora dire che è un brav’uomo!!!!!

    da mirko russomanno   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 01:01

  41. Che poi anche ammesso si tratti di una legge sbagliata, tutti, di qua e di là, a difendere il povero sallusti; ma a mio parere ci sono altrettante leggi dello stato a dir poco illiberali e vergognose, ma se le infrango io voglio vedere in quanti si mobilitano per invocarne la modifica o l’amnistia per me. qua mi pare che siamo alle solite: quando si tocca qualche casta tutti a fare quadrato

    da giulio   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 02:58

  42. per chi si fosse accorto solo ora del problema (compreso forse sallusti) invito a leggere la seguente vicenda:
    http://www.umanitanova.org/n-5-anno-91/cosenza-nuovi-roghi-nuovi-eretici
    http://scirocco.blog.tiscali.it/2011/02/05/a-proposito-del-reato-di-diffamazione-adesso-ci-si-mette-anche-il-vescovo-nunnari/?doing_wp_cron

    da lorenzo   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 04:20

  43. Sallusti si salverà il sedere e se ne sbatterà di tutta questa solidarietà. Domani ricomincerà come prima e, se servirà al suo datore di lavoro, riaccenderà i motori della fabbrica del fango (insieme a Feltri e Belpietro). La cosa che fa molto pensare, ma la causa non è una sorpresa, che nessuno abbia parlato delle vittime di questa storia. Quasi scontato in questo paese da terzo mondo. Se c’è un condannato, ci sono delle vittime: madre e figlia, magistrato sommerso da falsità e magari, secondo i desideri di sallusti, meritevole di pena di morte. Le migliori firme e menti del paese tutte occupate a salvare il soldato Sallusti e nessuno che butta giù uno straccio di difesa e solidarietà per le vittime. Sallusti se la caverà e farà la vittima per un bel pò di tempo. Ci mancava anche questa. Belpietro l’ha fatto per molto meno: un attentato taroccato.

    da Edoardo   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 07:08

  44. Condivido ogni singola parola, includi pure punteggiatura, spazi e organizzazione del testo. :-)

    da Rosanna   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 07:53

  45. Feltri nell’ultima puntata di Portaaporta ha dichiarato che Dreyfus é lo pseudonimo di Renato Farina.

    da Davide Tedeschini   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 07:54

  46. Quando la libertà di stampa diventa libertà di insulto

    da Consuelo Vignarelli   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 08:10

  47. Complimenti per l’articolo. D’accordo con il commento misurato dalla ministra Severino: omogenizzare la pena agli standard europei sì, la diffamazione non può essere punita con la detenzione, ma smettiamola con i piagnistei. Sono giornalista professionista e resto basita dalla reazione dei colleghi e del sindacato. Liberi di pensare e quindi liberi di diffamare: sarebbe questa la nostra deontologia? Il “giornalismo” di Libero e il Giornale, al di là dei contenuti e degli orientamenti politici a cui ognuno può aderire o meno, è un coacervo di violenza ed aggressività che mischia cronaca e opinione: mi piacerebbe che l’Ordine prendesse una posizione in merito. Perché semplicemente NON RAPPRESENTA UN GIORNALISMO SERIO. Predicare bene e ruzzolare male: mi sembra una costante della “professione” a cui appartengo e di cui spesso provo vergogna.

    da Camilla Gaiaschi   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 08:37

  48. Robecchi sei un grande, finalmente qualcuno che dice le cose come stanno….ma perchè siete così pochi????
    Grazie dal profondo della coscienza comune….se ancora ne esiste una…

    da raffaella   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 08:42

  49. Grazie Alessandro, davvero grazie… un abbraccio da Bologna. Nicoletta e Checco “Ted Nylon”

    da Nicoletta   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 08:59

  50. Vorrei fare un commento su quanto si dice a proposito di uniformare le nostre leggi in materia di diritto di opinione a quelle degli altri paesi europei. Ieri sera fra un tg e l’altro in cui si parlava di Sallusti ho visto su La7 il promo del film della serie di Millennium,trilogia di romanzi di Stieg Larsson, scrittore svedese, ambientato nella civilissima Svezia da cui tutti prendeno esempio quando c’è da fare campagne di civiltà. Protagonista è un giornalista che già dalla prima pagina si scopre essere stato CONDANNATO A QUATTRO MESI DI RECLUSIONE per diffamazione per aver riportato sul suo giornale una notizia falsa. Quindi…..

    da Antonio   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 09:05

  51. un solo sentito commento: grazie Robecchi.

    da gianluca   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 09:51

  52. Come al solito se a rischiare la galera è una persona che ci sta antipatica , e Dio sa quanto Sallusti sia antipatico, le cose vengono distorte. Punto uno se la madre e la bambina si rivolgono al giudice penso non sia stato per la richiesta di un consiglio ma hanno richiesto la possibilità di abortire a 13 anni, il giudice ha chiesto un parere ad uno psicologo o si è considerato lui/lei (perchè in tutto questo bailame non si dice che il giudice in quell’artilo non viene nominato) all’altezza di valutare le conseguenze di una simile decisione? La condanna è per mancato controllo da parte del direttore responsabile e non per aver scritto direttamente l’articolo e allora, visto che viene citata come esempio, l’unità qualche anno fa in piena campagna elettorale regionale pubblicò un articolo nel quale accusava il padre di Storace di essere stato un picchiatore durante il regime fascista salvo poi scoprire che all’epoca era solo un ragazzino e dover fare marcia indietro. Il direttore responsabile in quel caso fu buttato in carcere o “donato” ai servizi sociali per essere rieducato? tra laltro il rischio di carcere è perchè c’è il rischio di reiterazione del reato, cioè di scrivere stupidagini o di non controllare che qualcuno scriva stupidagini? Per inciso io non ho mai votato per storace chi mi conosce sa che normalmente io voto per chi perde e in quella occasione lui vinse!!! In qualsiasi paese civile per la diffamazione a carico di giornalisti esistono pene pecuniarie e non il carcere. Io in un paese che carcera i giornalisti sia pure per diffamazione non voglio vivere e questa magistratura che si erge a moralizzatrice dei costumi del belpaese (na vorta!!) a me non piace. E come finale perchè all’approssimarsi dell’ultimo giudizio l’avvocato del magistrato ha fatto una proposta di chiudere la vicenda con il pagamento di ulteriori 30.000 euro? che si siano resi conto di averla fatta troppo grossa? ma questa è solo dietrologia. Buona giornata a tutti

    da stefano   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 10:08

  53. Una domanda per Farina e Sallusti. E se al posto loro si fosse trovato ad esempio: Padellaro, Mauro, Travaglio (che ha preso le difese di Sallusti), Santoro, De Gregorio e altri poco gradevoli a Sua Emittenza? Sicuri che avremmo assistito alla stessa solidarietà?

    da Edoardo   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 10:37

  54. Eh già ancora a spalare m* su sallusti, visto che politicamente non è della tua parte. Poi ovviamente a difendere la guzzanti quando dice che la carfagna ha fatto carriera a suon di pomp***, perché quelle non sono scurrili battute da osteria quella è S A T I R A e in nome della libertà d’opinione va difesa a tutti i costi. Invece chi parla anche solo vagamente di aborto (uno di destra, poi, mon dieu! che schifo) allora iniziamo a contargli i peli del c* e fare dei bei distinguo. Una volta si diceva: non sono d’accordo con te, ma sono pronto a combattere pur di permetterti di esprimere la tua idea. Dalle parti di sinistra invece va per la maggiore: troverò di sicuro qualche pretesto per difenderti o per linciarti, dipende se mi aggrada o meno ciò che pensi.

    da Sallusti   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 10:41

  55. E’ proprio vero: NON C’E’ PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE.
    Nessuno dei “giornalisti” vuol capire la differenza enorme tra la libertà di espressione e la libertà di diffamazione.
    La differenza consiste nello scrivere un articolo in cui il giornalista può (e ci mancherebbe) criticare l’operato di chiunque, purché la critica si basi su fatti VERI e non su fatti (?) distorti ad arte per colpire chi ti sta sulle palle per i più svariati motivi.
    La “MACCHINA DEL FANGO” che in questi anni cupi ha colpito persone e istituzioni, con appoggi ai più alti livelli (politici e istituzionali – o presunti tali-) dovrebbe insegnare qualcosa:
    a questo punto della storia, almeno i “giornalisti” dovrebbero capire la differenza tra libertà di espressione e la libertà di diffamazione gratuita.
    Anche la “ggente” comune lo ha capito, non mi si venga a dire che i “giornalisti” sono meno intelligenti e non afferrano la differenza !

    da Fabrizio   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 10:42

  56. Al di là delle mie personalissime opinioni che ho per l’operato giornalistico del Direttore Sallusti, vorrei ricordare che c’è una legge, stolta a mio modo di vedere, che è stata applicata per arrivare alla sentenza. Una legge ingiusta che deve assolutamente essere corretta in quanto, come più volte ho affermato, non si deve andare in galera per un articolo giornalistico, soprattutto quando, come nel caso che ci occupa, appaia nella sostanza inveritiero senza ombra di dubbio fin dalle prime righe. Il caso Sallusti cade quindi a “fagiolo” come si suol dire. Nessun caso simile riferito ad una persona “qualunque” avrebbe potuto mettere fine a questa stortura legislativa. Sallusti, vip indiscusso della diffusione dell’informazione di parte, ha alle spalle “le palle” e gli “euro” necessari per far correggere una legge sbagliata nei suoi fini sociali.

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 10:43

  57. >

    Ho cominciato a leggere qualche riga, ma proprio non ce la faccio. Mi scuso.

    da ghiaccio-nove   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 10:44

  58. Sinceramente non vedo perché il reato di diffamazione si debba considerare con indulgenza. Scrivere falsità su una persona può avere conseguenze devastanti, se non nei fatti, quantomeno sul piano psicologico. Che reati molto più gravi in Italia rimangano impuniti, che si possa interpretare come diffamazione l’espressione di un’opinione, è vero, ma questo dovrebbe impedire di prendere in considerazione i casi in cui la diffamazione esiste veramente e danneggia le persone? Credo che solo il rispetto per sua figlia, il desiderio di proteggerla dal circo mediatico, abbia impedito alla madre di quella ragazzina di sporgere querela. Come si sarà sentita a leggere quelle frasi orribili sul suo conto?

    da Irene   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 10:49

  59. Scusate mi sono dimenticato di scrivere qualcosa riguardo ai commenti dei “politici” che si lamentano della durezza della condanna di Sallusti….ma le leggi non sono scritte da loro? Perché é ancora in vigore una legge del 1948, sulla base della quale la magistratura (inappuntabilmente) ha comminato la condanna? Perché ancora non hanno provveduto a cambiare questa norma “iniqua” ?

    da Fabrizio   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 10:52

  60. Nel mio commento n. 57 (pubblicato privo della frase iniziale)mi riferivo ovviamente all’articolo di Sallusti. Meglio precisarlo. :)

    da ghiaccio-nove   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 10:56

  61. Fa pena ammetterlo, ma la “casta dei giornalisti” vuol difendere se stessa. E poi, caro Sallusti, se i giornalisti non possono pagare i loro sbagli, non vedo perchè lo debbano fare i magistrati. O i rappresentanti politici. O le forze dell’ordine.

    da Fabio   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 11:02

  62. E’ possibile sapere se Robecchi, così come ha recuperato il testo dell’articolo di Dreyfus, riesce a recuperare anche il provvedimento del magistrato dell’epoca?. Nel frattempo vorrei far presente che le persone vanno dal Giudice (soprattuto in tema di diritti civili) per avere provvedimenti e non consigli; e i Giudici su quelle richieste e istanze provvedono cioè ordinario (ordine non e’ una parolaccia, sta nel codice di procedura civile).
    Grazie.

    da Gianni   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 11:12

  63. Ha detto Ferruccio De Bortoli che questa è una “sentenza pericolosa per la democrazia”. Maddeché? Se uno pubblica un articolo (scritto da un altro che si nasconde dietro l’anonimato, essendo stato da tempo espulso dall’Ordine) contenente falsi deliberati, il cui scopo era quello di mettere in cattiva luce un magistrato, al quale venivano attribuiti atti in realtà mai compiuti, e per questo motivo viene denunciato da quello stesso magistrato e poi riconosciuto colpevole e per questo condannato, non ci troviamo davanti ad un pericoloso attacco alla democrazia e nemmeno (come molti corifei gridano) alla libertà di stampa e di opinione, ma semplicemente all’applicazione della legge. La quale, in determinati casi e a certe condizioni (per esempio: essere pregiudicato, come Sallusti), prevede anche la pena detentiva per chi si macchia del reato di diffamazione a mezzo stampa. Che per un reato del genere il carcere sia eccessivo, si può discutere; del resto, non è il solo caso in cui si potrebbe pensare a pene meno afflittive ma altrettanto (e forse più) efficaci. Sarebbe bello però che tutte le energie ora profuse nella difesa del diritto di opinione e della libertà di stampa fossero disponibili per analoghe battaglie anche quando il protagonista è un cittadino qualunque, non appartenente all’Ordine e nemmeno, magari indirettamente, alla categoria. Altrimenti sarebbe più onesto ammettere che ci troviamo di fronte ad una difesa corporativa. O no?

    da Riccardo   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 11:17

  64. Nel commento di prima ho scritto ordinario anziché ordinano. Chiedo venia.
    Aggiungo che fanno sorridere i politici che ora dicono “stiamo valutando per capire cosa fare”; forse bastava modificare un articolo ormai antiquato, previsto all’epoca di Gutemberg mentre oggi l’informazione scorre in mille modalità incontrollabili.
    Infine, concordo comunque con Serra, sulla opportunità che chi usa pubblicamente le parole ha una grande responsabilità morale e sociale e dunque dovrebbe utilizzarle con la dovuta attenzione.

    da Gianni   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 11:18

  65. Il fuoco di sbarramento della corporazione (“categoria” non mi sembra un termine appropriato) dei giornalisti mi ha fatto pensare a quando un’altra “categoria protetta”, meglio conosciuta come “Casta”, cioè quella dei politici, improvvisamente si accorse, circa 20 anni fa, che in Italia esisteva una legge che permetteva di trattenere un cittadino in carcere a lungo (anche qualche anno) senza nemmeno aver subito un processo. Cosa fu ad aprire gli occhioni ingenui ed innocenti dei nostri politici? Ma è ovvio: l’inchiesta “Mani Pulite” e la carcerazione preventiva di numerosi personaggi di spicco della politica e della finanza. Prima di allora però molti altri cittadini avevano avuto l’opportunità di subire quel trattamento senza mai essere stati riconosciuti colpevoli di alcunché: il sospetto di essere implicati in certi reati (soprattutto quelli politici, come l’associazione sovversiva o la banda armata) era sufficiente a far scattare le manette e dare inizio ad una lunga detenzione che spesso finiva con una assoluzione e, in alcuni casi, con la morte del malcapitato. Negli anni 70 e 80 sono stati in tanti, soprattutto tra le fila della estrema sinistra ed extraparlamentare, a denunciare l’iniquità di quella norma, ma l’establishment politico di allora era totalmente sordo e ne giustificava l’esistenza con la necessità di avere strumenti operativi efficaci nella lotta al terrorismo sovversivo (BR, Prima Linea, NAP, NAR, ecc.). Uno dei casi più eclatanti fu quello di Giuliano Naria, che trascorse in regime di carcerazione preventiva parecchi anni (9 in tutto), prima di essere assolto perché del tutto estraneo ai fatti contestati. Per chi volesse rinfrescarsi la memoria: http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/29/morto_Naria_passo_anni_carcere_co_0_97062914696.shtml

    da Riccardo   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 11:57

  66. Mi rivolgo all’autore del commento n.54, che si firma Sallusti:
    davvero dici che non è così che la Carfagna ha fatto carriera? In fondo, che c’è di strano e diffamatorio? E’ un metodo diffusissimo, ormai quasi istituzionalizzato, manca poco che venga perfino inserito nel CCNL. Quindi, se fosse vero la Carfagna non sarebbe stata la prima e nemmeno l’ultima.

    da Riccardo   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 12:09

  67. Ma basteranno quindici mesi per rieducarlo?

    da Enzo   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 12:10

  68. PS: non vorrei creare equivoci. Il metodo a cui mi riferivo si applica, a volte con alcune varianti, a entrambi i sessi.

    da Riccardo   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 12:11

  69. “La ragazzina (che tra l’altro ha problemi di alcol ed ecstasy)”
    Questo passaggio è passabile di querela se la ragazzina non è stata condannata in via definitiva e in ogni caso non è legata all’argomento ma fornisce un dettaglio protetto dai capisaldi della legge sulla privacy. In astratto potresti finire in galera per questo tuo commento, come la mettiamo? È giusto? Tecnicamente se un giornalista domani scrive un pezzo di cronaca nera dicendo: spacciava droga, i carabinieri hanno arrestato un cittadino… Rischierebbe una pena detentiva da 1 a 6 anni. Per spaccio di cocaina la pena più applicata è il patteggiamento con la condizionale a 1 anno e 1/2. Il discorso non è difende Sallusti ma una categoria che può anche sbagliare (ed è giusto che paghi economicamente e professionalmente). Il tuo è un discorso ideologico legato alla simpatia per un direttore. Poi mi chiedo, sei un giornalista? Pubblicista, professionista o praticante? Conosci la legge? Hai mai lavorato e rischiato con una notizia? Se vuoi fai politica ma non usare la demagogia perché francamente è inutile per un sano confronto.

    da Andrea   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 12:24

  70. Devo ringraziare Michele Serra per avere fatto notare il suo blog,essendo all’oscuro
    del motivo per cui era stato condannato il signor Sallusti.Ma perché viari giornali,
    anche quello che compero tutti i giorni non hanno pubblicato sui loro giornali al
    meno un sunto di quello che era stato scritto sul Giornale nel 2007 ?

    da Oreste Cantoni   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 13:12

  71. Oreste… Su “Libero”… Su Libero!…
    Con simpatia. Vittorio

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 13:49

  72. la cosa più divertente (si fa per dire) è che tutti siamo d’accordo sul fatto che la legge è sbagliata. Ok, una legge sbagliata la si cambia: chi poteva cambiarla e non l’ha fatto? che so, magari la destra di Silvio Berlusconi che ha governato l’Italia per 10 degli ultimi 12 anni?

    da giuliano   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 14:09

  73. Credo che la condanna di Sallusti sia legata al fatto che i giudici hanno stabilito che la pubblicazione di notizie false fosse deliberata, fatta intenzionalmente.

    Questo non ha nulla a che vedere con le opinioni (che sono il commento al fatto accaduto) nè alla possibilità di commettere errori nel riportare i fatti.

    A mio avviso il fatto di pubblicare intenzionalmente notizie false deve essere punibile penalmente, così come viene punita penalmente ogni modalità tramite la quale si arreca danno intenzionalmente.

    Viceversa se si tratta di un errore, allora credo sia corretto stabilire solo l’ammontare di denaro che compensa il danno causato e prevedere il risarcimento.

    da claudio   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 14:09

  74. aggiungo: magari l’autore dell’articolo incriminato, visto che siede in Parlamento, non poteva presentare una proposta di legge in merito?

    da giuliano   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 14:13

  75. Esagerata la galera per una cosa del genere?
    Quanti di voi hanno letto il best-seller “Uomini che odiano le donne”, dove il co-protagonista è un giornalista che sconta sei mesi di galera per la diffamazione di un industriale.
    Non credo che l’autore si sia inventato di sana pianta un caso di malagiustizia, penso che nel suo paese certi reati vengono puniti col carcere, un carcere umano, magari concordando anche il periodo, ma pur sempre un carcere.
    Stiamo parlando della civilissima Svezia.
    Qui da noi, in un porcaio dove la gente va in galera per il colore della pelle o per aver rubato due mele, dove i potenti la galera non la fanno MAI, regolarmente, una notizia come quella di oggi mi riempie di gioia!
    Sallusti ha persino rifiutato i servizi sociali, una volta che aveva la possibilità di fare davvero qualcosa di utile per sé o per la comunità, invece di comportarsi da parassita qual è, ha rifiutato.
    Io lo manderei a vangare la terra, tutte braccia rubate all’agricoltura!!!

    da Claudio   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 14:23

  76. Farina ha scritto un pezzo con delle falsità. Quindi carta straccia. Che per questo però il suo direttore abbia rischiato il carcere (anche se a norma di legge) per un omesso controllo (di cui a memoria si ricorda fu applicato solo per Guareschi in ben altri tempi) mi sembra un po’ eccessivo.

    In Italia dove il carcere è sempre un’exterma ratio per i giudici, ma quando ci sono in ballo politici e personaggi dello spettacolo (e quindi visibilità) arrivano le sentenze più dure.

    Tornando su Farina: che tu scriva “E’ vero. Si tratta di un’opinione. Scema, ma un’opinione. Disgustosa, ma un’opinione” si nota nella tua OPINIONE un forte pregiudizio tipico di chi pensa di avere la verità in tasca. Non condivido il pensiero di Farina, ma lo rispetto, così come rispetto il tuo. Ovviamente questa è una mia opinione.

    da Paolo   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 14:52

  77. Sono contenta di leggere un articolo che parte dal presupposto che “la notizia” su cui si basa la denuncia a Sallusti è praticamente sconosciuta.
    Ho letto una quantità infinita di opinioni, ma sui fatti di partenza era impossibile farsi un’idea.
    Compreso su Radio Tre stamattina, dove a Tutta la città ne parla, si è continuato a parlare del reato di opinione, senza che si capisse da dove tutto era partito. Leggere l’articolo di “Dreyfus” e poi quello di Alessandro Robecchi invece è illuminante.
    Quindi il reato in questione è molto più la diffusione di notizie false che non quello di opinione. Sentivo che c’era sotto qualcosa di poco chiaro!

    da Anna   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 14:57

  78. Grazie per l’articolo molto esauriente e che spiega bene perché il reato di opinione non c’entra niente

    da Innocenzo   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 15:02

  79. riporto dal sito:
    http://www.filodiritto.com/index.php?azione=visualizza&iddoc=2324

    Pubblicazione di un articolo anonimo

    “In tema di diffamazione commessa con il mezzo della stampa, la pubblicazione di un articolo senza nome comporta l’attribuzione di questo alla redazione e cioè al direttore responsabile del periodico. La firma apposta sull’articolo, infatti, ha la funzione di individuare la persona che si assume professionalmente la responsabilità delle notizie pubblicate. Nel caso di articolo sottoscritto, pertanto, il direttore è chiamato a rispondere solo del reato «proprio» previsto dall’articolo 57 del Cp. Il direttore che consenta, invece, la pubblicazione di un articolo anonimo assume in prima persona la responsabilità del contenuto, avendo comunque utilizzato lo strumento, di cui egli stesso può disporre, per la sua diffusione. Non si tratta, al riguardo, di una «responsabilità oggettiva», bensì di una consapevole condotta volta a diffondere uno scritto diffamatorio” (Cass. Pen., sez. V, sent. n. 16988/2001).

    da Antonio   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 15:08

  80. Anche a me ha sorpreso per la levata di scudi multipartisan della classe giornalistica in favore di Zio Tibia. A parte questo, da persona di sinistra, sento fortemente la mancanza nel nostro paese di una destra seria e degna, svincolata finalmente dalla volgarità e tracotanza del potere mediatico berlusconiano. Che sia Renzi la persona che potrà riempire questo vuoto?

    da Giovanni   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 15:16

  81. A proposito di “levata di scudi” (@giovanni), interessanti quelle di oggi di Padellaro e Pigi Battista. Ossia, quando gli estremi si incontrano vuol dire che c’è del marcio in Giornalandia. E che marcio!

    da Giuseppe Dicorato   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 16:32

  82. Peccato che nel virgolettare la frase incrimanta non abbia messo le due righe sopra, in cui l’autore dice: “Qui ora esagero. Ma prima domani di pentirmi, lo scrivo”. Ma questo è il suo blog e fa bene il suo lavoro di giornalista di prendere un estratto ed usarlo a supporto del suo punto di vista.
    Io non condivido questo pezzo, ma trovo che vivere in un paese dove pubblicare le intercettazioni del Presidente del Consiglio o del Capo dello Stato sia meno “rischioso” che dare un proprio giudizio (in questo caso palesemente provocatorio), mi fa proprio schifo!
    Ormai siamo un paese in mano ai magistrati. Woodcock, Ingoria & c. possono ormai tutto.
    Se non si ferma questa tendenza continueremo a fare del male al ns paese.
    Mi ricordate di qualche giornalista o direttore che ha avuto probelmi per la pubblicazione di intercettazioni uscite non si sa come dalle aule di tribunale?

    da Tino   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 17:42

  83. “Io lo manderei a vangare la terra, tutte braccia rubate all’agricoltura!!!”
    Bravo! Una cultura veramente raffinata.

    da dreyfus2   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 17:54

  84. Arrivo su questo sito grazie ad un link lasciato da qualcuno sul sito di Antonio di Pietro, dove pure si discute del caso Sallusti.
    Che dire, mentre Di Pietro blatera anche lui, scriteriatamente, di “libertà di opinione” e si appresta a perdere un TOT di voti al giorno, compreso il mio, fin quando la vicenda non sarà archiviata, il gestore di questo sito, questo ALESSANDRO ROBECCHI, conquista la mia simpatia e la mia fiducia di lettore. Fino a ieri lo conoscevo poco, pensavo fosse un notista alla Travaglio, forse con più humor e certamente meno graffiante. Invece è un “giornalistone” che scrive splendidamente cose del tutto SENSATE. Bravo! Con una menzione speciale per essere stato in grado di trovare il PDF con l’articolo oggetto del contendere.
    Che poi Robecchi, mettendo il link, dica di “trovar strano che nessuno si sia preso la briga di ripubblicare l’articolo incriminato” io lo trovo… un modo molto elegante di mettere un “punto fermo” in tema di etica giornalistica. E parlando di Sallusti mi pareva davvero il caso!

    da Fabio   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 18:08

  85. @ ab
    Valga quanto mirabilmente sintetizzato da Michele Serra: “L’esercizio della libertà d’opinione circonfonde i giornalisti di un’aura di intoccabilità della quale è vile approfittare”. Libertà d’opinione non è libertà di insulto: si può tranquillamente stroncare un libro senza spingersi a offendere sul piano personale il suo autore.

    da Paola   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 20:53

  86. Se non avessi letto il tuo articolo anch’io avrei pensato che si stese disquisendo su un reato di opinione considerando che tutta la categoria dei giornalisti ne deplorasse la gravità della pena. Grazie Alessandro

    da Alessandro   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 21:13

  87. levata di scudi?io ho visto freddezza,perchè sa sallusti scrive su un giornale di berlusconi!se fosse a repubblica,l’unità o l’espresso sarebbero tutti in piazza a gridare allo scandalo.la libertà di stampa a senso unico,allora prendiamo tutti gli articoli di qualsivoglia argomento analizziamoli vediamo quante bugie e falsità ci sono mettiamo tutti i giornalisti in galera,mettiamo quelli che scrivevano su mannino,enzo tortora…

    da alex   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 22:30

  88. Un articolo che non dice niente, come la maggiorparte dei commenti.
    Allora, dando per scontato tutto quello che si è scritto; e cioè che si èscritto il falso, che Sallusti è brutto e schifoso e antipatico e tutto quello che volete.
    Ma il succo della questione é:
    Come mai a fronte di tanta discrezionalità dei magistrati è stata comminata una siffatta condanna proprio al giornalista manigoldo ?
    lo stesso articolo alla fine ammette l’esagerazione senza entrare nel merito.
    Allora che ha scritto a fare ?
    Ah!!!Ho capito. Per dirci che Salllusti è un pessimo giornalista
    Azzarola…allora giusto condannarlo. Anzi sulla forca immediatamente

    da Paolo   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 22:37

  89. Grazie per l’articolo di approfondimento che mi a aiutato a capire la verità,ma fatemi capire una cosa se l’articolo querelato contiene veramente delle falsità scritte da un giornalista già radiato all’albo,io chiedo a voi giornalisti invece del carcere a chi lo ha pubblicato secondo me meriterebbe solo lo stesso trattamento di chi lo ha scritto. Cosi eliminando spargitori di fango migliorerebbe anche un po la categoria dei giornalisti che ne ha bisogno.

    da Giuliano L.   - giovedì, 27 settembre 2012 alle 23:18

  90. il commento 88 è simpatico, di quelli da incorniciare…”un articolo che non dice niente, come la maggior parte dei commenti”: io per esempio avevo fatto notare che l’autore dell’articolo siede in Parlamento, e che i giornali per cui scrive Sallusti sono di proprietà di uno che è stato presidente del Consiglio per più di dieci anni. Se questo è niente, se il ripresentare l’articolo originale di Libero è niente…
    mah.
    (molti altri commenti sono interessanti, però capisco che a leggere si fa fatica)

    da giuliano   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 08:08

  91. Finalmente leggo un articolo onesto su questa faccenda, le faccio i miei più sinceri complimenti.
    Purtroppo, il comportamento della maggior parte dei suoi colleghi fa pensare che l’ordine dei giornalisti sia ormai diventato una casta…

    da Valerio   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 10:15

  92. Concordo con Paolo.
    Poi fa ridere che gli stessi che parlano di conati di vomito, di tutta una valanga d’insulti dettata dalla (presunta) scarsità giornalistica di Sallusti (o Farina), miracolosamente si irritano se dai dello “scribacchino mestierante” il (secondo me, comunque, bravo) scrittore-magistrato-parlamentare Gianrico Carofiglio.
    Ma per favore: Dreyfus ha scritto un articolo di opinione (discutibile, ma pur sempre d’opinione), in cui emerge che egli non avrebbe concesso l’aborto, suffragato da alcuni dati falsi, così come il 70% (percentuale fatta a sentimento) degli articoli della stampa italiana. E’ sacrosanto punirlo ma, santa pazienza, col carcere?!? E solo perché ha toccato un magistrato che, inutile negarlo, in Italia, al pari di politici, banchieri, sindacalisti, e chi più ne ha più ne metta, appartiene a una CASTA! E adesso spero di non finire in carcere anch’io…ma tanto anche il mio è uno pseudonimo…

    da Pierpaolo   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 10:18

  93. Alex, Paolo, Pierpaolo: vi prego di non offendervi se vi dico che siete noiosi e accecati da fazioso livore. Se si vuole discutere sulla congruità della pena prevista dalla legge in questi casi, facciamolo pure: tutte le leggi si possono cambiare, sperabilmente in meglio; ma vi prego, non confondete i piani e soprattutto non rovesciate i fatti e la logica. Sallusti è responsabile come se fosse l’autore dell’articolo in quanto, in qualità di “direttore responsabile” (per l’appunto) la legge prevede che egli sia perseguibile per gli eventuali reati derivanti dalla pubblicazione di articoli non firmati. E’ proprio per questa ragione che percepisce uno stipendio più sostanzioso di quello dei suoi colleghi. Più responsabilità, più soldi. Ora, succede che l’articolo in questione contenesse – già nel titolo – alcune affermazioni false e proprio per questo lesive del prestigio e dell’onorabilità (è il codice che si esprime in questo modo, non io) di un persona, nella fattispecie il giudice Cocilovo. Il quale, ovviamente, si è mosso come avrebbe potuto fare qualunque altro cittadino (compresi voi) al suo posto: tu mi diffami, io ti denuncio. Tanto più che i fatti (falsamente) descritti nell’articolo erano già stati smentiti nei giorni precedenti su altri giornali e agenzie. Improbabile che un giornalista, soprattutto se direttore responsabile di un giornale nazionale che vende ogni giorno alcune decine di migliaia di copie, non ne abbia contezza. Epperò decide di pubblicarlo ugualmente, assumendosi consapevolmente la responsabilità del contenuto. Sallusti conosce bene la legge, anche perché ha già subito delle condanne, e tuttavia non si ferma. Quanto ai giudici, non hanno fatto altro che applicare la legge, che in questi casi (essendo Sallusti pregiudicato) non permette di concedere le attenuanti generiche e la conseguente conversione della detenzione in ammenda. La discrezionalità l’hanno usata, ma a favore di Sallusti, al quale non hanno applicato l’aggravante della recidiva, che avrebbe comportato una pena detentiva più lunga. A questo però non si sarebbe arrivati se egli avesse accettato l’offerta della parte offesa (il giudice Cocilovo) che chiedeva la pubblicazione di un articolo di rettifica ed il versamento in beneficienza di 20mila euro. Quanto alle caste: quella dei giornalisti, a mio giudizio, è piuttosto una corporazione, come dimostra anche il profluvio di articoli usciti in questi giorni a difesa di Sallusti e della libertà di stampa e di opinione, libertà peraltro mai messe in discussione da questa sentenza. E infatti voi siete liberi di sostenere che il bianco è nero e che Sallusti è bello. Sono opinioni, libere e legittime.

    da Riccardo   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 11:25

  94. Non mi stupirei affatto se saltasse fuori un commento firmato Pierluigipaolo d’accordo nella sostanza con Paolo… A parte gli scherzi, l’opinione non è un fatto… Raccontare volutamente un fatto falso che discredita il prossimo non è quindi un’opinione. E’ a tutti gli effetti un reato. A mio parere, però, non da galera quando gli effetti del discredito non hanno nella sostanza provocato danni irreversibili come potrebbe essere un suicidio. Paolo Guzzanti dice che uno scritto non deve portare mai in galera il suo autore. Io sono nella sostanza d’accordo con lui, ma con l’aggiunta di un piccolo, modesto “dipende”… E qui che deve intervenire il legislatore e tutto il Parlamento per modificare con maggiore chiarezza interpretativa la legge che ha portato all’esagerata condanna definitiva in carcere di Sallusti.

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 11:52

  95. Eh… Sallustius unicus, Sallusti multi (troppi?)

    da stefano   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 12:15

  96. Perchè in galera è eccessivo? Io ci finisco in galera se diffamo qualcuno.

    da semprerosso   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 14:49

  97. Ci torno sopra, ed a prescindere dal caso sallusti e dalle sue notizie false. Domanda:è giusto in nome della libertà di stampa minare, financo distruggere, la reputazione di una persona?

    da semprerosso   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 14:56

  98. Ammazzalo e che presentazione! Ma se vogliamo dirla tutta diciamola e non passiam subito alla frutta. Ho letto senza compiacimento di tutti quanti ogni commento, manca un dato, sarà senza importanza, ma la notizia la diede il giorno prima “La Stampa”. Il giorno dopo Libero la riprese (come tutti) perchè era uno scoop, e si credeva, senza tema di sorprese. Le dichiarazioni esternate erano quelle del Primario di Psichiatria che dalla Stampa eran riportate: “povera bimba lei non voleva, guarda che strazio ed io adesso che faccio?” Alcuni giorni dopo tramite l’ANSA “La Stampa” rettificava la notizia, aveva riportato una bugia in buona fede e a Lei toccava cospargersi il capo con la cenere.
    Se è vero che Sallusti fu colpevole, non meno grave è il solito comportamento: due pesi e due misure a seconda dell’appartenenza politica o dell’antipatia che una persona suscita. La Stampa non venne processata si chiese a Libero di dare una smentita? E pechè avrebbe dovuto smentire il fatto visto che la notizia era da un’altra testata era partita? Poi c’è l’omesso controllo e qui m’inchino, avrebbe potuto dire il nome del collaboratore e invece l’ha protetto a spada tratta. Perchè? Ma è così ovvio! L’attacco/riflessione non era rivolto ad un giudice particolare ma al potere che ha certa Magistratura, nè erano in discussione tutte le leggi ma solo una legge (la 194). E queste non sono forse opinioni? Ma chi prendete in giro! L’aver pubblicato l’avviso di garanzia prima ancora che lo ricevesse Berlusconi non conta, così come non ha importanza sapere se la legge ha punito i giornalisti ed i giudici che hanno passato queste informazioni.
    Continuiamo a fare il popolo bue , quello che si accontenta di vedere in carcere l’avversario senza controllare che cosa fanno i loro, in fin dei conti il potere è questo: far quel che si vuole e dire che si provvederà.
    Solo in Itala può capitare d’essere carcerati per omesso controllo e questo perchè a differenza di tutti gli altri stati occidentali applichiamo ancora una regola del vecchio codice Rocco. La stessa che servì nel ’25 a incarcerare Pertini o non lo sappiamo? Sallusti Santo? Ma non diciam cazzate! Ma nemmeno voglio che, sol perchè avversario, non possa più dire quel che pensa!

    da domenico rucco   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 15:12

  99. ottima la precisazione, però:
    «avrebbe potuto dire il nome del collaboratore e invece l’ha protetto a spada tratta. Perchè? »
    perché è uno che è stato espulso dall’Ordine dei Giornalisti, per motivi gravi. Oggi l’autore di quell’articolo siede in Parlamento, ce l’ha portato Berlusconi.
    Magari Robecchi ha sottomano il motivo che ha portato all’espulsione di Farina dall’Ordine dei Giornalisti…

    da giuliano   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 15:48

  100. “Ma nemmeno voglio che, sol perchè avversario, non possa più dire quel che pensa!”
    c’è troppo da commentare ma tanto lo sai già (mi permetto il tu scusa se non è consentito) per il resto se leggi bene tutti i post ci sono tante sensate risposte alle tue affermazioni. in aggiunta nella vicenda credo che l’illustre “direttore responsabile” abbia commesso + di 1 reato

    da lorenzo   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 15:56

  101. il motivo dell’espulsione dovrebbe essere un articolo simile a quello in oggetto dettato dal sismi ed un giornalista non può essere stipendiato dal sismi correggetemi se sbaglio

    da lorenzo   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 16:21

  102. va bene parlare di Sallusti ma per favore prima ci sono delle priorità da rispettare

    1) la fame nel mondo
    2) i cambiamenti climatici
    3) la guerra
    4) il fascismo
    5) la carestia
    6) la siccita’
    7) le cavallette
    8) lo scioglimento dei ghiacciai
    9) i rottami in orbita nello spazio
    10) l’inquinamento dell’aria
    11) l’inquinamento dell’acqua
    12) l’inquinamento del nostro pianeta
    13) la tv spazzatura
    14) la chiesa cattolica
    15) l’ignoranza nella quale la chiesa cattolica tiene le popolazioni dell’africa costringendole a pratiche sessuali non protette
    16) l’aids
    17) le malattie incurabili
    18) le malattie curabili ma dolorose
    19) le malattie curabili, non dolorose, ma che ti gonfiano i piedi
    20) i fulmini
    21) le alluvioni
    22) le frane
    23) i terremoti
    24) gli sciacalli dei terremoti guidati da vespa e berlusconi
    25) i meteoriti
    26) il meteorismo inopportuno
    27) i treni in ritardo
    28) maria de filippi
    29) berlusconi
    30) la carfagna ministro che ha mortificato questo Paese insultando l’intelligenza delle persone
    31) brunetta ministro che ha mortificato questo Paese insultando l’intelligenza delle persone
    32) la russa ministro ha mortificato questo Paese insultando l’intelligenza delle persone
    33) rotondi ministro che ha mortificato questo Paese insultando l’intelligenza delle persone
    34) quella t***a esplicita della brambilla ministro che ha mortificato questo Paese insultando l’intelligenza delle persone
    35) maroni ministro che ha mortificato questo Paese insultando l’intelligenza delle persone
    36) bossi ministro che ha mortificato questo Paese insultando l’intelligenza delle persone
    37) La gelmini che ha distrutto la scuola pubblica -gesu’ ti prego falla diventare nottetempo francofona cosi’ che lei sia costretta ad emigrare in un remoto villaggio delle Antille dove lo scemo iperdotato del paese si invaghisca di lei possedendola violentemente da tergo solo con cadenza settimanale cosi’ che lei abbia a vivere nella disperazione non trovando acquietata la sua fame di cazzo-
    38) putin e la guerra in cecenia
    39) l’attacco alla liberta’ di stampa
    40) la mancanza di liberta’ d’informazione
    41) feltri
    42) libero e il giornale
    43) paolo berlusconi
    44) paris hilton
    45) i camperisti
    46) i polacchi
    47) l’aggressione alla popolazioni indigene dell’amazzonia
    48) il papa e le sue politiche di rapina e sfruttamento delle persone
    49) il papa e la chiesa
    50) il papa vivo
    51) il terrorismo
    52) le bollette da pagare
    53) i furti e le rapine compiute ai danni dei poveretti
    54) il mobile che non passa dalla porta
    55) le finestre con gli spifferi
    56) la sedia zoppa
    57) le sedie che non reggono
    58) la sofisticazione alimentare e il cibo avariato che ti costringe a scariche di diarrea fulminante
    59) le pozzanghere
    60) la mafia e la criminalita’ organizzata
    61) i delitti irrisolti
    62) le zolle fuori posto nel campo di calcio
    63) il pallone sgonfio e te che non hai l’ago per gonfiarlo
    64) la perenne volonta’ truffaldina delle merde bianconere
    65) moggi e la sua cricca
    66) galliani e la sua cricca
    67) le cicche sotto il banco
    68) le merde che pesti per strada
    69) le armi
    70) le mine antiuomo
    71) emilio fede anche se non è più in tv
    72) la monarchia e la dittatura
    73) i pantaloni che ti stringono
    74) le maglie macchiate
    75) i cibi macrobiotici
    76) pupo e malgioglio
    77) i cani che scoreggiano in casa
    78) la cupidigia
    79) l’avarizia
    80) l’egoismo
    81) le disuguaglianze tra i popoli
    82) l’alito pesante
    83) i cibi difficilmente digeribili
    84) la ruggine
    85) i nemici dello sporco impossibile
    86) le gomme delle biciclette che si forano con un niente
    87) gli uccelli che ti cagano nella coppa
    88) i sindaci leghisti che si fanno eleggere nelle liste democratiche
    89) i preti pedofili
    90) il volontariato cattolico
    91) le sostanze odorigene puzzolente
    92) la puzza delle ascelle che si ribellano ai deodoranti e che il tuo vicino di autobus ti piazza sotto il naso
    93) la gente che non si lava e ammorba l’aria in generale
    94) il bullismo
    95) il racket
    96) l’usura
    97) le religioni
    98) i piedi gonfi
    99) padre pio
    100) i santi non ancora proclamati
    101) un capello nella minestra
    102) dar da mangiare ai pesci nell’acquario
    103) i brufoli
    104) l’opportunismo dei parlamentari pdl
    105) il prurito alla zona pelvica
    106) la mancanza di parcheggi
    107) gli automobilisti indisciplinati
    108) un pelo superfluo

    cosa dicevamo di Sallusti?

    da Claudio Notturni   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 16:23

  103. Claudio,
    Secondo hai tralasciato qualcosa, ma sono d’accordo.
    a.r.

    da a.r.   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 16:29

  104. Di molte cose abbiamo bisogno, ma non di un martire della libertà con la faccia di Sallusti!!!!!!!!ahahahahahahahah fantastico grande robecchi. analisi impeccabile. via le rotative da libero,il giornale ecc.

    da valmat_   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 19:25

  105. Aaaaaaah finalmente!!! Grazie!

    da Barbara   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 20:21

  106. Sottoscrivo completamente. E aggiungo: dov’e’ la tutela per quel povero giudice che Farina-betulla- sallusti hanno diffamato senza alcun ritegno? E che dopo 7 anni di aggressioni a mezzo stampa viene addirittura fatto passare per il magistrato malvagio che mette il bavaglio alla stampa, con tanto di intervento del capo dello stato….? C’e’ da vergognarsi a fare questo mestiere, altro che scendere in piazza per sallusti. Scendiamo in piazza per un ordine dei giornalisti decente che sanzioni pesantemente chi diffama e vende per vere notizie completamente false, sapendo di farlo, quindi in perfetta mala fede.. Baastaaaa!

    da elena scarrone   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 22:34

  107. Eccolo che Riccardo del commento 93 cade nella trappola della malainformazione per non usare altro termine.
    Sallusti non ha ne cumuli di pene e nemmeno recidivo come dichiarato dallo stesso Bruti Liberati inn un comunicato stampa della procura di Milano di cui si ha evidenza anche sui principali quotidiani.
    Nello specifico l’articolo del cp dice:
    “Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a lire un milione.”
    Cioè si poteva comminare anche una semplice multa come si fa ai vari Travaglio e altri condannati per diffamazione. Ma guardacaso a Sallusti hanno dato il carcere.
    Eppoi ci dicono che i giudici applicano la legge e non hanno discrezionalità
    Si!!!!La applicano come pare a loro Ahhhahahahaha!!!!!

    da Paolo   - venerdì, 28 settembre 2012 alle 22:40

  108. Vorrei chiedere a Sallusti perché non ha invocato la ” libertà d’opinione ” per difendere Santoro, Biagi e Luttazzi dall’editto bulgaro del suo padroncino Silvio Berlusconi.
    Probabilmente guadagna così tanto (l’ha detto lui) per le Sue “opinioni” che non vuole scontentare chi lo paga (alla faccia della libertà di stampa!).

    da Roberto Troisi   - sabato, 29 settembre 2012 alle 10:49

  109. Non c’è solo questo caso per certi veri squallido. Sui vari blog si parla anche della lettera di Lavitola. Come al solito si urla al falso, alla patacca nella speranza di difendere un manipolo di pataccari di professione. Poi, però, accade di dover rinfrescare la memoria corta di qualche smemorato.
    Basta ricordare la registrazione della telefonata tra i due: lavitola e il presidente del consiglio, una tal silvio. Li vengono dette di ogni (cpyright Minetti) e finisce con la frase del nostro (di tutti) presidente del consiglio in carica: “sono stanco, gli italiani non si possono governare, me ne vado all’estero e lascio questo paese di merda”. Davvero una bellissima frase di un Presidente del consiglio di una nazione Europea con tutti i problemi che aveva da gestire. Se accostiamno la lettera di Lavitola a quella conversazione telefonica non si può far altro da dire che la lettera è una raccolta di mammolette. Altro che falso.

    da Edoardo   - sabato, 29 settembre 2012 alle 13:31

  110. Ora Feltri da’ dell’infame a Farina eppure lo ha sempre orgogliosamente ospitato e difeso, contro qualsiasi regola
    di comune buon senso, sui fogli che ha diretto anche
    dopo la radiazione da parte dell’Ordine dei Giornalisti a
    causa del suo (di Farina) coinvolgimento con il Sismi.-
    Quando si dice la coerenza !

    da Roberto "Hibbing Mn 1959"   - sabato, 29 settembre 2012 alle 17:56

  111. Sallusti sono sempre stato convinto che fosse un bandito dell’informazione,dopo gli articoli per cui è stato condannati ancora di più è giusto che si faccia qualche giorno di galera.
    G.B.

    da gaetano barba   - domenica, 30 settembre 2012 alle 16:54

  112. Paolo (commento 107), nella trappola ci sei cascato tu, di nuovo. Infatti non sei bene informato, altrimenti sapresti che Sallusti non era incensurato (cioè era pregiudicato) quando è stato condannato. Questo è il motivo che ha impedito l’applicazione delle attenuanti generiche (che altrimenti si riconoscono in modo automatico) in mancanza delle quali non si può procedere alla commutazione della pena detentiva in ammenda. Informati, per una volta. Oppure studia.

    da Riccardo   - domenica, 30 settembre 2012 alle 17:43

  113. Riccardo (commento 112) Mi sa che ci è cascato anche il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, visto che chiedeva di accogliere il ricorso in punto attenuanti generiche. Forse deve informarsi anche lui, oppure studiare.

    da antonio   - lunedì, 1 ottobre 2012 alle 09:03

  114. Anto’, fa caldo. Anche ai migliori capita di sbagliare.

    da Riccardo   - lunedì, 1 ottobre 2012 alle 09:44

  115. Indipendentemente dai commenti personali, gratuiti e sciocchi che individuano immediatamente come il Robecchi sia di parte (vedi il “bizzarro” reato di clandestinità) e da che parte stia, come quelli della maggior parte dei commenti del gregge, il punto fondamentale, a parte la vicenda in sè stessa, è determinato dalla difesa ad oltranza dei privilegi di un “povero” giudice. Infatti, se lo stesso articolo (brutto o bello che sia) avesse tirato in ballo un qualsiasi altro mortale, non sarebbe successo nulla.

    da KT   - lunedì, 1 ottobre 2012 alle 16:02

  116. Caro Riccardo COMMENTO 107, lei fa confusione.
    Non ho detto che non è pregiudicato.
    Ho detto, come riportato da Brutri Liberati; che non è recidivo e quindi verrà scarcerato. Pregiudicato e recidivo sono cose diverse!!!!
    Di attenuanti generiche si parla dopo la sentenza di condanna.
    Ma come ho dimostrato, riportando l’articolo del cp, potevano tranquillamente non condannarlo comminando solo una ammenda, soprattutto sapendo che la sua responsabilità è di omesso controllo, cioè oggettiva. Te capì!!!!

    da Paolo   - giovedì, 4 ottobre 2012 alle 23:20

  117. Ovviamente questo articolo è valido solamente perchè Sallusti è di destra o meglio lavora per un giornale di destra.
    Fosse stato il direttore di un giornale di sinistra….tutti in piazza a difendere il giornalista…..scioperi per solidarietà …. Santoro che canta Bella ciao, Libertà a reti unificate …. le mitiche vignette di Vauro …. e l’immancabile superpippotto moralista di Travaglio in erezione agonistica!

    da totoland   - mercoledì, 10 ottobre 2012 alle 16:31

  118. Una tredicenne adottata, con problemi (di disadattamento?)resta incinta di un quindicenne amichetto. La madre adottiva è per l’aborto, ma non vuole coinvolgere il padre adottivo, separato, del quale prevede la contrarietà, e si rivolge direttamente al giudice tutelare perché dia il consenso al posto del padre. Il giudice ascolta la madre e la figlia, non il padre, dopo di che da il via libera all’aborto. Poteva impedirlo, non lo ha fatto. Per chi considera l’aborto un delitto, il giudice ne è responsabile quanto la madre e certo più della ragazzina tredicenne, per definizione incapace di intendere e di volere. La volontà del giudice e quella della madre si sono sostituite a quella della minore, che poi ha – necessariamente – abortito. Nel film Juno una situazione analoga
    viene risolta in termini opposti. No, non possiamo dire che il giudice abbia obbligato la tredicenne ad abortire, ma non risulta abbia fatto niente per evitare che la sua volontà – inesistente – venisse prevaricata. La querela per diffamazione era probabilmente frutto di cattiva coscienza di un giudice non all’altezza, come tanti, delle sue responsabilità.

    da disgustavo   - mercoledì, 24 ottobre 2012 alle 14:08

  119. non capisco tutte queste discussioni.Sono anch’io una pubblicista, che per un periodo ha pubblicato tutti i giorni su un quotidiano. C’è una legge, c’è un clamoroso reato. Di che opinione si parla? e perché nei vari articoli e lacrimosi commenti all’ arresto di sallusti, non si entra mai nel merito della vicenda? E’ vergognoso per qualsiasi giornalista venir a sapere che un simile personaggio sia rimasto dal 2007 seduto tranquillo alla scrivania di direttore di un giornale. Metterlo in galera come merita e basta sarebbe soltanto normale. Invece no: si vorrebbe cambiare la legge!
    Per quel che ne so (a proposito di quel che dice il primario intervistato) anche riportare notizie senza averle prima accuratamente controllate è reato.

    da marisadibartolo   - sabato, 1 dicembre 2012 alle 13:03

  120. Scusate! ma devo proprio fare un P.S importante. E’ risaputo- almeno da qualsiasi giornalista anche occasionale- che il direttore è SEMPRE RESPONSABILE (ANCHE PENALMENTE )d’ogni riga pubblicata- anche se non l’avesse scritta lui. Quindi Sallusti dev’essere- oltre tutto-uno zoticone ignorante. Chissà, forse la galera gli servirà per leggere qualche libro.

    da marisadibartolo   - sabato, 1 dicembre 2012 alle 13:18

  121. Sallusti è stato condannato per un reato di diffamazione e non di opinione

    da ciò segue che

    CHI SEGUITA A SCRIVERE CHE SALLUSTI E’ STATO CONDANNATO PER UN REATO DI OPINIONE STA AFFERMANDO IL FALSO E DIFFAMANDO LA MAGISTRATURA E LO STATO

    Inoltre questa sceneggiata dell’evasione dai domiciliari fa pena, Sallusti si sta atteggiando a fare l’eroe mente è uno che diffonde falsità. Spero che sia accontentato e che sia messo in galera tra i detenuti che riempiono le carceri italiane.

    La libertà d’informazione non è libertà di scrivere falsità, come fa da sempre quel giornale, che andrebbe fatto chiudere.

    da Antonello   - sabato, 1 dicembre 2012 alle 19:29

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