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Camerati che sbagliano. Riesumato Enrico De Pedis: Alemanno lo assume all’Atac

Nella tomba del boss della banda della Magliana trovata anche una laurea rilasciata a Renzo Bossi nel 1784. Per rispetto della tradizione la bara di De Pedis aperta a colpi di mitra. Gli inquirenti: per quella di Cossiga useremo un manganello

Il mistero si infittisce e il giallo, se possibile, si complica sempre più. La tomba di Renatino De Pedis è stata aperta a Roma, nella basilica di Santa Apollinare, la settimana scorsa, ma ancora non sono stati resi noti tutti i dettagli. Per ora, solo mezze verità e qualche indiscrezione. Cominciamo dalle certezze: il corpo nella cripta appartiene in effetti a De Pedis. “E’ lui, non c’è dubbio – ha detto un medico legale – appena abbiamo aperto la cripta ha tentato di spararci, di presentarci un cardinale e di venderci due chili di cocaina”. Ma se non sussistono più dubbi sul cadavere, in buono stato di conservazione e solo un po’ infiltrato dai servizi segreti, restano numerosi interrogativi su altri oggetti ritrovati nella tomba di De Pedis, che gli inquirenti definiscono “interessanti”. Tra questi, la moka da cui uscì il caffè di Sindona, la verità su piazza Fontana, due timer per esplosivi, una gigantografia di Totò Riina e cinque lettere di Moro mai pubblicate dalla stampa. “Siamo rimasti veramente stupefatti – ha detto un magistrato – e per un attimo abbiamo pensato di aver aperto per sbaglio la tomba di Andreotti, che però è ancora vivo, e questo è un altro mistero italiano”. Tra gli oggetti ritrovati nella tomba di Renatino De Pedis ci sarebbero anche due scudetti chiusi in uno scrigno. Imbarazzate reazioni  dalla dirigenza juventina: “E’ vero, sono nostri, ce li hanno rubati, ma non abbiamo denunciato il furto perché li avevamo rubati anche noi”. Le operazioni per l’apertura della bara sono durate due ore durante le quali almeno otto pregiudicati si sono presentati per sparare qualche colpo di pistola al cadavere di De Pedis, chi per questioni personali, chi in nome dei vecchi tempi. Nonostante la presenza delle forze dell’ordine, comunque, la folla di curiosi è cresciuta a dismisura, segno che la curiosità per i vecchi boss della banda della Magliana è ancora viva. Anche per questo il sindaco Alemanno ha convocato una conferenza stampa che ha concluso con parole commosse: “De Pedis è uscito dalla sua cripta e finalmente si è fatta chiarezza. Ora per lui c’è un posto all’Atac”.

4 commenti »

4 Commenti a “Camerati che sbagliano. Riesumato Enrico De Pedis: Alemanno lo assume all’Atac”

  1. Ahahahah, i due scudetti!
    Strepitoso Robecchi.

    da Tarkus   - domenica, 20 maggio 2012 alle 10:52

  2. chiedo scusa, ma questo post è da appollottolare e buttare via, mi sembra di essere finito sul sito di Forattini.
    (Dimmi che non lo hai scritto tu, Robecchi.)

    da giuliano   - domenica, 20 maggio 2012 alle 13:31

  3. Come ci sarà finito il corpo del boss della banda della Magliana in una tomba della basilica di Santa Apollinare? Era forse in odore di santità?… Per me rimane un (sacro) inspiegabile mistero.

    da Vittorio Grondona   - martedì, 22 maggio 2012 alle 14:11

  4. assunto all’ATAC è stupendo! e del resto con certi autisti che paiono zombi, nessuno se ne accorgerebbe!

    da Ago   - martedì, 22 maggio 2012 alle 15:55

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