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Ciao, Vecio! La figu di Enzo Bearzot

E’ morto Enzo Bearzot. Ho scavato tra le mie figurine dell’anno scorso e ho trovato anche la sua. L’ho scritta quando era vivo, e mi sembra giusto. Mi sembra un omaggio dovuto, visto che ci ha fatto vincere una coppa del Mondo, e soprattutto perché alla domanda "Come vorrebbe essere ricordato?" lui rispondeva: "Come una brava persona". In effetti basterebbe questo. Comunque ciao, grazie.

FIGU – Album di persone notevoli. Un programma di Alessandro Robecchi e Peter Freeman. Produttore esecutivo: Erica Vitellozzi. In redazione: Cristiana Turchetti, Paolo Zappelloni, Paola Ippoliti. In onda dal 12 ottobre 2009, Rai Tre, ore 9.10

5 commenti »

5 Commenti a “Ciao, Vecio! La figu di Enzo Bearzot”

  1. Dov’ero la sera dell’11 luglio 1982?… Davanti alla TV c’ero pure io naturalmente, sebbene non sia mai stato un patito del calcio. Ero a Cesenatico e dopo la partita ero d’accordo di accompagnare a Bologna una persona con la quale avevo appuntamento nei pressi del “grattacielo” di quella magnifica, accogliente cittadina. Non vi dico l’avventura di poche centinaia di metri con la macchina nuova nel bel mezzo di un’euforia sfrenata. Macchine tipo 500 pitturate in bianco/rosso/verde sbucavano da ogni dove. Pure i visi di alcune persone erano addobbate di quei colori. Canti, risate e fischi in perfetto surround riempivano l’aria. Il tetto della mia auto era tambureggiato senza sosta dai festanti incontenibili. Ogni colpo per me era un tuffo al cuore… Unica consolazione era che anche le altre auto in circolazione in quel luogo non stavano certo meglio. Sembrava che l’Italia intera fosse venuta lì, attorno a me, per dirmi che in fin dei conti il calcio, quando è giocato bene, non è poi così male e qualche soddisfazione riesce pure a darla…
    Un sincero ciao a Enzo Bearzot,

    da Vittorio Grondona   - martedì, 21 dicembre 2010 alle 16:56

  2. Una gran brava persona, del genere “si lavora sodo e si parla poco, e nell’interesse di tutti”. Sono sempre stato contento del suo successo.
    Intanto oggi per la commemorazione nei tg c’è chi ha detto che come calciatore non ebbe fortuna: a dire il vero, ha fatto più di dieci campionati in serie A, col Torino e col Catania soprattutto. Io lo so perché aveva l’età di mio padre, ma basterebbe guardare, informarsi… (leggendari i suoi duelli con Sivori, nel derby Juve-Toro). Un bel mediano grintoso, a detta di quelli che c’erano; e poi una lunga e fruttuosa esperienza da secondo di Valcareggi, come allenatore.

    da giuliano   - martedì, 21 dicembre 2010 alle 18:12

  3. Mi associo a Vittorio Grandona. Grande squadra, grande gruppo, vittorie indimenticabili contro le migliori squadre del mondo del momento. Gli amanti del gioco del calcio (non solo tifosi) hanno vissuto momenti memorabili. Non so se tutto questo sarebbe accaduto senza Bearzot, si sa solo che con lui è accaduto. Una persona onesta e un gran signore. Non sarà mai dimenticato come Pozzo. E quella partita di scopa con Pertini, Causio e Zoff. Davvero una bella immagine dell’Italia che non è dato vedere di questi tempi. Grazie ancora.

    da EDOARDO   - martedì, 21 dicembre 2010 alle 19:43

  4. Io quel giorno dell’82 ero a Torino a vedere i Rolling Stones.
    Ricordo che Mick jagger azzeccò il risultato mandando in visibilio tutto lo stadio.
    Sicuramente fu una vittoria pulita (non come quelle durante il ventennio o come quella di Caino Lippi).
    Senz’altro un Grande, RIP.
    Bravo Robecchi.

    da Tarkus   - mercoledì, 22 dicembre 2010 alle 09:45

  5. …ed è stato bello scoprire che i Rolling stones, avevano invitato sul palco tutta la Nazionale.
    In questi giorni ho letto “Il romanzo del vecio” e se pure è un testo del 97 è attualissimo. Sul Paese, non solo sul calcio.

    Grazie per la figu Robecchi!

    da Rob   - martedì, 4 gennaio 2011 alle 08:39

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