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Il dibattito sì! Meno male che Lecco c’è!

Chissà perché questi amici di Lecco si ostinano a invitarmi. Con loro si fanno sempre chiacchiere interessanti, sono bravi, e soprattutto si muovono, in un posto che sta per cadere nel baratro: avranno come sindaco Roberto Castelli, dunque è possibile che siano perduti per sempre, e questo me li rende simpatici. E’ il motivo per cui io mi ostino ad andarci. Dunque questa sera, all’Officina della Musica (via Piava 5, Pescarenico, Lecco) parleremo un po’ di tutto, lavoro, sanità, telecomando di ricino, Protezione Incivile, insomma tutto quello che in Italia funziona benissimo, basta guardare il Tg5. La serata comincia alle 21, come al solito una specie di dibattito partendo dalla satira e arrivando all’Italia, cioè partendo da una cosa serissima e arrivando alla farsa. La serata è organizzata da Qui Lecco Libera e da Esserevento.it. Robecchi c’è, bene, magari dopo mi portano al centro Benessere a divertirmi come un Bertolaso qualsiasi.
Se venite anche voi può essere che ci divertiamo e magari, chissà, diciamo tutti qualche cosa sensata, il paese ne ha assai bisogno.
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12 commenti »

12 Commenti a “Il dibattito sì! Meno male che Lecco c’è!”

  1. Caro Robecchi,
    non sai quanto mi fa piacerisssimo questo bel progetto di QuiLeccoLibera che ti coinvolge giustamente, sicura espressione di democrazia fattiva sul territorio.
    A proposito di dibattiti (di quelli che per ora non passano alla maggior parte degli italiani semplicemnte perché capaci di COMUNICARE informazione ben fatta!), sabato scorso son stata a Milano al convegno organizzato da Piero Ricca di QuiMilanoLibera e dal titolo “Libero Web in Libero Stato”, al teatro Blu in collaborazione con Claudio Cavalli e Claudio Messora. Interesssantisssimo.
    Sono intervenuti anche altri personaggi fra cui voglio citare gli egregi discorsi di Vittorio Agnoletto e Loris Mezzetti. Grande intervento sec. me è stato anche quello dell’avv. Scorza, esperto di questioni legali internet. Sono intervenuti sul tema discusso o decreto Paolo Romani (!) anche telefonicamente o via Skype, come ad es. Roberto Zaccaria e Alessandro Gilioli e altri interessanti ospiti fra cui il senatore Vita e Grillo.
    Mi è piaciuto molto la chiarezza e la sintesi del dibattito, lo scambio di differenti opinioni, la discussione di idee alternative, visioni pessimistiche o ottimistiche sul panorama rete nel prox futuro italiota a breve-medio-lungo termine. Mi sono piaciute le domande libere e interessanti del pubblòico attento dalle 15:00 alle 19:00 (anzi, il pubblico voleva restare a parlare, cioé era intenzionato a continuare, ma dovevamo lasciare il teatro…).
    Mi è piaciuta la passione sincera, autentica con la quale il pubblico presente al Teatro Blu è intervenuto, lo spirito critico che ne è emerso, vero termometro dello stato di sanità di una vera pratica democratica; insomma, un vero e proprio talk show ben fatto. Bravi sec. me anche i ragazzi di QuiMilanoLibera che organizzano sempre e con motivazione nel backstage.
    Mi è piaciuto, nn per ultimo, l’unità di intenti comuni che è emersa: sapere che belle intelligenze come Agnoletto, Mezzetti, Scorza, Messora, Ricca, Gilioli e tutti gli altri presenti si stanno connettendo in bei progetti d’informazione generale mostra indiscutibilmente che il nostro progetto di resistenza via rete funziona, eccome.
    Evidentemente il macabro disegno culturale di morte della p2 (chiamato “Rinascita democratica” e rivendicato dal non maestro, l’aretino Lucio Gelli e relaizzato dal suo miglior discepolo Silvio Berluskoni) non ce l’ha fatta ad uccidere lo spirito del nostro popolo, che si ribella per via democratica, eccome.
    Per concludere: vorrei vedere anche te, detto col cuore, caro Robecchi in uno di questi prox incontri di QuiMilanoLibera, sarebbe certamente un contributo originale. Vorrei vedere anche te, caro Alessandro, vederti nel loro prox dibattito o manifestazione in piazza vs. questo regime mediatico.
    Magari ti conoscerò allora e sarò lieta di stringerti la mano.
    Concludo con una citazione che a me piace molto e che mi sembra particolarmente adatta alla questione contemporanea: “Ogni agire, ogni atto, già in sé (da sé) trasmette – pure senza l’esplicita intenzione – vita o morte. E talora comnica: essenziale in questo caso, oltre l’intenzione, è appunto la vitalità del riuscire a connettersi.”
    Danilo Dolci, “La legge come germe musicale” Piero Lacaita Editore, Roma, 1993, p. 52.
    Con stima tanta,
    A.

    da angela   - lunedì, 15 febbraio 2010 alle 10:27

  2. Quando Cofferati fu eletto sindaco di Bologna ero mezzo contento. Quando se n’è andato ero contento del tutto… Ora che Bologna rischia il commissariamento si sta confermando il mio parere negativo per le primarie pilotate… Questo è il frutto di un sistema elettorale schifoso che la politica dello scranno ci ha regalato nostro malgrado. In sostanza sono sempre i partiti che scelgono e quando è reso necessario unirsi in coalizioni con idee diverse per raggiungere in qualche modo il quorum (paletto), peraltro furbescamente allontanato ogni volta dalle maggioranze politiche di una parte e dell’altra, si combinano pasticci che alla fine portano anche nella simpatica Lecco ipotesi di sindaci del calibro dell’On. Castelli. Lecco non si merita un sindaco come l’On. Castelli per due importanti ragioni: 1) non è solo un uomo notoriamente di scarsi buoni sentimenti umani; 2) è anche un leghista… E, parafrasando Peppino De Filippo, ho detto tutto!…

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 15 febbraio 2010 alle 13:09

  3. “..avranno come sindaco roberto castelli…”??..é tutto da vedere!! come candidato si -purtroppo aggiungo io- ma non è detto che nostra simpatia castelli ce la faccia…

    da mattia   - lunedì, 15 febbraio 2010 alle 16:24

  4. Io vedrei bene il sistema del voto ponderato

    concesso in base ad un esame.

    Basta prendere i “grandi temi” dei programmi elettorali (quando ci sono) e fare domande a difficoltà crescente.

    Prendi “politica estera”, metti che la domanda base sia: dov’è l’Iraq sulla cartina, se non lo sai il punteggio relativo è zero, se no vai avanti.

    Prendi “inseminazione artificiale”, metti che la domanda di base sia: cos’è uno spermatozoo, se non lo sai il punteggio relativo è zero, se no vai avanti

    Il voto ponderato non toglie il principio del suffragio universale, ma solo una sua componente (ogni voto è uguale).

    Purtroppo di queste cose non si può parlare perché la democrazia è tautologica: che tutti votino (in modo uguale) è un bene perché di sì. Mentre va bene che per qualunque altra cosa ci siano selezioni anche parecchio arbitrarie.

    A me basterebbe anche solo la scuola dell’obbligo + un esamino veloce di storia,geografia,comprensione del testo e questioni su fatti degli ultimi due anni (cose tipo “chi è il presidente della Russia?” “Dove si trova il Sudan su questa cartina?”).

    Già solo decurtare vecchietti rincoglioniti, fans del Grande Fratello e altri analfabeti di ritorno sarebbe un enorme vantaggio.

    da gianguido mussomeli   - lunedì, 15 febbraio 2010 alle 17:01

  5. g.musumeli…la penserei anche io così, ma se lo dicessimo in giro ci taccerebbero di antidemocratici. C’è troppa gente che non ci capisce un tubo e non sa neanche, forse, in quale tipo di paese viva…ce n’è troppa il cui cervello è infarcito di cavolate mentre manca l’abc….E certamente ad alcuni, partiti o chiesa che sia, preme che restino così, l’ignoranza è facilmente manovrabile…si può credere anche che gli asini volino o che MrB sia un santo.

    da mietta   - lunedì, 15 febbraio 2010 alle 17:21

  6. @gianguido e mietta: non sono d’accordo. C’è gente che non ha certe nozioni, ma che dal vivere e lavorare e penare impara a giudicare. Per contro, ci sono fior di “dottori” e teste di cazzo istruite, che ti sanno magari dire gli affluenti dello Zambesi o la formula del DNA e sono però disonesti, corrotti, immorali come quelli che ci governano. Quel che conta è il senso critico. ( tutto ciò non toglie che “sapere” in ogni senso sia una gran bella cosa, oltre che un piacere)

    da adele5   - lunedì, 15 febbraio 2010 alle 19:48

  7. Sono d’accordo con adele5, gente titolata che sostiene gli impresentabili di governo ce n’è ed anche gente umile che invece non li sopporta.
    Eppure anche io penso che un criterio di ponderazione occorra trovarlo. Qualche domanda a risposta multipla per verificare la competenza del candidato elettore sul terreno della sensibilità sociale. Ma semplice semplice: chi è un immigrato clandestino? a) un povero sfruttato senza diritti, b) un malvivente, c) il protagonista di un videogioco che piace a Renzo “la trota” Bossi.
    Oppure: che ti aspetti dai componenti delle forze di polizia in servizio di piazza? a) che agiscano solo a tutela dell’incolumità e della sicurezza di tutti i cittadini b) che picchino indiscriminatamente uomini, donne e bambini purchè siano di sinistra, c) che impediscano ogni turbamento dell’ordine costituito. Oppure: come vorresti la scuola di tuo figlio? a) con insegnanti qualificati e classi non superiori ai 15 alunni b) con il maestro unico e classi di 50 bambini possibilmente senza figli di immigrati c) le maestre sono tutte racchie.
    E si potrebbe continuare ancora per molto.

    da Carlo   - lunedì, 15 febbraio 2010 alle 22:49

  8. adele5…bisogna vedere cosa intendessi io per ignoranti! Non parlo di gente umile, contadini od operai che spesso hanno anche da insegnarci, parlo di quella plebe belante che sa solo ingozzarsi di false notizie, di spettacoli degtradanti, di personaggi che tutto hanno meno che qualità o una morale…Quelli io temo,figurati se non stimo i poveri o coloro che pur non avendo potuto istruirsi lo hanno fatto in proprio e sanno dispensare perle di saggezza.

    da mietta   - martedì, 16 febbraio 2010 alle 09:24

  9. oddio, non vorrei essere stata io quella che ha innescato la sagra dei luoghi comuni a cominciare appunto da me per finire alle perle di saggezza. Volevo solo dire che non condivido il voto ponderato perché: 1) chi stabilirebbe i criteri di valutazione: la gelmini o il ministro di turno? berluskaz? Veltroni? una commissione (un’altra!) di politici ammuffiti-ammanicati o di baroni
    mafiosi? il prete della parrocchia? o anche uno di noi che scriviamo sul sito? la ggente con un referendum? o CHIUNQUE ALTRO?
    2) chi dovrebbe applicarli: quelli già sopraccitati?
    Per concludere: ai tempi dell’unità d’Italia si votava per censo e alfabetizzazione, con Giolitti si è arrivati al suffragio universale maschile, esteso alle donne solo nel ’46 . Che facciamo? Torniamo al 1800. seppur con altri criteri e le migliori intenzioni? Anche a me farebbe piacere che non votassero tutti i berlusconiani ( sono stata definita “talebana di sinistra”), ma non capisco come impedirglielo, pena la ritorsione contro di me e quelli che la pensano come me.
    Purtroppo. l’unica è lavorare con ogni mezzo a lungo, lunghissimo termine sulla “cultura” (in senso antropologico, s’intende) delle persone – compresi noi stessi

    da adele5   - martedì, 16 febbraio 2010 alle 12:27

  10. adele5…non ci fraintendiamo.So benissimo che quel che dici è la verità, sarebbe una cosa impossibile da attuare da tanti punti di vista.Ma dentro di noi lo possiamo pensare che certa gente non dovrebbe o potrebbe concorrere all’elezione di chicchessia? L’unica è come ben dici lavorare sulla cultura, ma non saranno rose e fiori e sempre che “qualcuno” lo permetta…per ora mi sembra proprio di no!
    Ciao

    da mietta   - martedì, 16 febbraio 2010 alle 13:07

  11. Il problema è tipicamente umano. Voglio dire che con una parte politica qualcuno sta bene e qualcun’altro sta male e così viceversa succede con l’altra parte. Il voto viene di conseguenza. I popoli si “svegliano” quando la maggioranza, indipendentemente dalle individuali conoscenze, scopre di stare male e quindi cerca di rivoluzionare il sistema. Naturalmente se ne ha la forza sociale. Nel nostro Paese manca questa forza. La crisi prodotta dalle banche e dalla pochezza politica delle varie “volpi” dalle grandi vedute che hanno gestito la finanza mondiale in questi ultimi tempi, ha aiutato nella sostanza gli affaristi del “tutto è mio” che di conseguenza possono fare con maggiore prepotenza tutto quello che vogliono in forza della loro accresciuta supremazia sociale. In questa triste situazione, quindi, la povera gente non osa ribellarsi per tanti motivi. In testa quello di perdere anche quel poco che le resta individualmente e soprattutto per il bene della famiglia. La delocalizzazione delle produzioni, poi, è stata la disfatta dell’armonia sociale. Quando le proteste degli affamati e le informazioni vengono di fatto “sedate”, la dittatura purtroppo è già dietro l’angolo… Spero proprio di sbagliarmi!…

    da Vittorio Grondona   - martedì, 16 febbraio 2010 alle 14:33

  12. credo che l’idea del voto ponderato e delle sue possibili applicazioni pratiche fosse solo una traccia per ironizzare. E’ ovvio che indietro non si torna. Piuttosto, semmai vi è un problema di sistema elettorale. Io sarei per il proporzionale puro, ma qui già siamo nel campo dei discorsi seri.

    da Carlo   - martedì, 16 febbraio 2010 alle 15:54

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