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set 09

Micromega – Scuola di giornalismo

Cari tutti. Oggi esce nelle edicole del regno Micromega. Numero parecchio interessante: si parla soprattutto di libertà d’espressione, giornalismo e giornalismi, di primi ministri che passano seratine interessanti, sesso e politica, escort e politici e tante altre cose ancora. Non sto a dirvi che le firme sono quelle della prestigiosa testata: da Paolo Flores D’Arcais a Furio Colombo, a Rodotà ecc. ecc. Senza farla tanto lunga, il sito di Micromega è qui e potete andare a leggervi il sommario. Il mio pezzo si intotola Scuola di giornalismo, e quelli di Micromega hanno detto giustamente che è meglio se aspetto un po’ a pubblicarlo gratis sul sito, perché loro tenterebbero di venderlo, se ci riescono. Questa sì che è un’idea balzana, ma comunque, ok, amici, provateci, auguri. Hanno detto che se lo pubblico gratis troppo presto mi rigano la macchina, e davanti a una questione di principio come questa ho deciso di dargli ragione (in effetti hanno ragione, credo). Dunque qui vi metto solo il titolo e il sommario. Per il pezzo completo aspettate un po’, la pazienza sarà premiata. Intanto, naturalmente, potete procurarvi una copia di Micromega con mezzi leciti o illeciti, non mi interessa, non voglio saperlo.
Scuola di giornalismo.
"La gavetta, caro giovine, ricordati sempre la gavetta! Se il tuo desiderio è servire la verità, scrivere in buona fede, informare i tuoi lettori con onestà, essere pronto a ricrederti se cambi idea, non servire il padrone del momento, non essere servile… Se vuoi fare tutto questo, caro giovine che sogni il giornalismo, non scordare quanto è importante la gavetta! Prendi subito la tua gavetta e vai in uno dei paesi della lista che ti allego. Sono i settanta paesi del mondo dove la stampa è più libera che qui".

15 commenti »

15 Commenti a “Micromega – Scuola di giornalismo”

  1. Potevi dirgli che, rispettoso della legalità e del monopolio statale della violenza come sei, se ti rigano la macchina, tu gli righi suasorella. Credo sarebbe stato un messaggio di onestà in questa Italia che fatica a comprendere i pricipii dello Stato di Diritto.
    Cmq dicci che il minchiomega vado alla feltri che te lo leggi senza comprarlo, basta non sgualcirlo…
    ciao Ale! 😛

    da franz   - venerdì, 25 settembre 2009 alle 10:56

  2. Eh sarebbe bene, come dicevano ieri sera da santoro, che quei giornalisti che tengono alla loro dignità professionale, oltre a partecipare alla manifestazione del 3 ottobre, incominciassero a render note le pressioni cui sono sottoposti, o le porcherie che hano dovuto mandar giù….o ancora le cattiverie che son stati costretti a commettere per la tiratura del giornale.
    Non ce lo aspettiamo da Feltri…una carogna,degno scribacchino del suo datore di lavoro, che dico..del suo dux!

    da mietta   - venerdì, 25 settembre 2009 alle 11:05

  3. se uno sa leggere tra le righe, si capiscono eccome le pressioni. Per fare un esempio, il pur orrido Belpietro nel suo editoriale di addio al Giornale prima del rientro di Feltri disse che se ne andava perchè si era rifiutato di pubblicare certe cose. L’arrivo di Feltri ci ha spiegato quali erano queste cose.

    da giovanni   - venerdì, 25 settembre 2009 alle 13:01

  4. Anche l’orrido Facci, ieri sera,ha detto chiaramente che se n’è andato prima che lo cacciassero perchè voleva scrivere cose poco gradite..mi pare sulla Carfagna. Però mai un cenno di critica vera, di dissociazione da un modo criminale di far giornalismo voluto dal sultano.Solo ora dice che non c’è libertà di espressione…e prima di essersi spintaneamente licenziato non se ne era accorto?

    da mietta   - venerdì, 25 settembre 2009 alle 14:10

  5. @ mietta,
    concordo con l’epiteto “orrido facci”. in toto. mamma mia, che mercenario odioso, altro che giornalista!
    e siccome sono una testarda, aggiungo la solita appendice: siccome sostengo il fatto di padellaro sia economicamente che moralmente, non mi capacito ancora come sia stato possibile prendere un altro paraculo o copia/incollatore presente da millenni sulla piazza come telese, che di tutto potrebbe occuparsi, ma di certo non di buon giornalismo (e, pensare che persino beha l’ha definito un “bravo giornalista”… no comment, davvero).
    un altro paraculo, ecco cos’è telese! uno che appena si volta la pagina è subito pronto a cambiare la maschera; vale a dire, l’esatto rappresentante dell’italiano medio sempre pronto a saltar sul carro dei vincitori. bleahhhh!
    l’ho scritto anche a padellaro, quindi non glielo mando certo a dire dietro, ma purtroppo non ho ricevuto risposta, ahimé.
    ecco il mio giudizio lapidario e argomentabilissimo: per me, luca telese a “il fatto quotidiano” è na marchetta. stop.
    e non mi si venga a dire “vedremo se hai ragione…” perché son proprio quelli senza spina dorsale, quelli sempre pronti a spolverare la terra appena pesticciata dal nuovo corso, quelli che si fanno pronti rinforzatori della voce del momento ad essere i peggiori.
    secondo me, il vero giornalismo ha che fare con altri universi mentali, non certo con le convenienze e con il senno di poi.

    da angela   - venerdì, 25 settembre 2009 alle 15:14

  6. Sì angela, condivido…un gruppo di persone in gamba come coloro che hanno fondato questo nuovo giornale che bisogno avevano di incollarsi anche Telese? Misteri gloriosi!…Anche io penso che chi fa vero giornalismo sta su un altro pianeta…mentre ieri sera hanno avuto anche il coraggio di offendere Bocca. Non sempre condivido ciò che scrive e del resto è normale..ma prima di parlarne un Belpietro si dovrebbe sciacquare la bocca. Se c’è libertà in questo paese e ne usufruisce anche lui, lo deve a gente come Bocca che ha anche rischiato la SUA vita.
    ciaooo

    da mietta   - venerdì, 25 settembre 2009 alle 15:28

  7. non mi è mai piaciuto molto Enrico Mentana, però ieri sera ha detto una cosa che secondo me merita attenzione: che non ha mai visto giornalisti sbracciarsi per denunciare la perdita di libertà di stampa (riassumo “al volo”, ma il concetto era questo). Non so se la mia interpretazione corrisponda con quella di Mentana, ma è certo che se uno vuole fare il giornalista sul serio, cioè cercare le notizie e renderle pubbliche, ha vita durissima.
    Ne consegue che chi lavora nei giornali non è quasi mai un giornalista vero. (del resto, in un Paese dove fanno ministro le Carfagna e le Brambilla e dove una Gabriella Carlucci parla di fisica quantistica in Parlamento…)

    da giuliano   - venerdì, 25 settembre 2009 alle 17:14

  8. info off topic
    ricordo vivamente la manifestazione romana “agenda rossa” sabato 26/09/2009 in memoria delle stragi falcone/borsellino che hanno spianato la strada alla seconda (?) repubblica del mafioso berluskone e per esigere verità ora e subito.
    inerente al tema, vedi un gioiello di video girato a n.y.c da alcuni meravigliosi e veri italiani in trasferta…
    http://www.youtube.com/watch?v=JrvdnDctOFs

    da angela   - venerdì, 25 settembre 2009 alle 17:31

  9. Il giornalista di oggi scrive libri, esprime pareri, analizza i fatti, fa le inchieste… La qualità della sua professione è molto migliorata rispetto al passato. Si può dire che ormai faccia parte di una casta, come i politici. Qualche volta diventa politico lui stesso. Proprio come nella politica, anche nella carta stampata girano i quattrini e più voltagabbana si è in entrambi i settori e più quattrini si mettono in tasca. Voglio dire che è molto difficile trovare al giorno d’oggi un giornalista o un politico che preferisca seguire ad ogni costo la sua passione senza macchia e senza paura, sacrificando nel contempo il miglioramento della sua condizione economica. Ci sono i bravi, per carità, come del resto ci sono anche i preti buoni… Quelli che lo fanno per vocazione, ma oggi sono molto rari.
    Ho trovato Filippo Facci addirittura simpatico nell’intervista che ha rilasciato ieri ad Annozero. Che dite, m’aggia curà?…

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 25 settembre 2009 alle 22:15

  10. @ vittorio grondona,
    te lo sei già detto da solo: ripigliati su facci dal ciuffo sparviero perché finché c’è consapevolezza, c’è qualche chance di recupero… e se non ce la fai in questo modo, leggiti un po’ le sue porcherie di ieri, di oggi, di domani… fai te. se proprio non ce la fai a finirli perché ci vuole un bello stomaco tosto, guardati un po’ di video circa i suoi interventi boiata che ha sempre rilasciato a dx e a manca; c’è l’imbarazzo della scelta. ripeto, fai un po’ te.
    ma se è vero che chi somiglia si piglia, non sarà che ti stai trasformando anche tu in un gormita contemporaneo?
    … a vittò, si fa per scherzà!

    da fansss   - venerdì, 25 settembre 2009 alle 23:43

  11. Fansss,
    ha ragione. Da Facci una volta ho preso perfino del demente per un mio post sul sito di Sabelli Fioretti che non gli era piaciuto… Mi ha scritto privatamente poi dicendo in sostanza che gli era scappato quel termine, da lui riservato genericamente a tutti quelli che perdono tempo scrivendo sui blog. Quindi sono in linea con Lei. Io mi sono riferito alla sola intervista di Annozero. In quella occasione mi è sembrato sincero pur nella sua solita impulsiva esposizione, e quando uno è sincero è quasi sempre simpatico… in quel momento… Grazie per la divertente tirata d’orecchi… Se le interessa, mi sono già curato!

    da Vittorio Grondona   - sabato, 26 settembre 2009 alle 10:14

  12. giovedì scorso ho pranzato a modena. (embè?) in trattoria c’era la tele accesa su itaglia uno e, poco prima del rotocalco di regime denominato studio aperto ho visto una trasmissione condotta da quel fenomeno della disinform’azione itagliese ch’è paolo del debbio che ha presentato come “la nostra inchiesta” una dozzina di risposte alla domanda “secondo voi c’è sufficiente libertà di stampa in italia?”.
    “l’inchiesta” è stata condotta in c.so venezia a milano (zona ad alta concentrazione di notai, avvocati, assicuratori, bancari, headhunters e relative associazioni di categoria).. conseguentemente/ovviamente, le intervistate erano tutte carfagne lampadate con almeno 3 chili d’oro appesi tra collo ed orecchie e col cagnolino (gran cacatore da marciapiede) di seta ben vestito, mentre gli intervistati erano tutti lampadati rampanti incravattati appartenenti alle categorie di cui sopra.
    ecco tutt* (ovvero il 100% dei risponditori!) hanno affermato convinti che di libertà di stampa, in itaglia, ce n’è sin troppa.. anzi (più o meno testuale) che bisognerebbe limitare i “poteri” che i giornalisti hanno di infilarsi nella vita privata “degli altri” e che pensano solo a scrivere falsità per screditare chi sta lavorando duro per il nostro paese, etc..
    un paese in putrefazione.

    da iggy   - domenica, 27 settembre 2009 alle 11:28

  13. Iggy tira fuori un nome che di solito rimuoviamo con cura.
    Del Debbio… ecco un vero “mostro”, anche peggio di Feltri.
    Perché su Feltri lo sappiamo tutti che non crede veramente alle xxxxxxx che dice, invece Del Debbio è sempre uno shock (quello è così anche a casa sua…).

    da giuliano   - domenica, 27 settembre 2009 alle 13:29

  14. giuliano, mettiti nei miei panni: stavo addirittura pranzando. ho chiesto di abbassare il volume.. per fortuna ho stato ascoltato 😉

    da iggy   - domenica, 27 settembre 2009 alle 13:48

  15. Ho comprato il bimensile 14€, sono stato contento di averli spesi, dopo il pezzo di Robecchi , sto leggendo tutto con molta attenzione. Lo spavento è questo: non è un romanzo, non è fantascenza. E’ l’italia…

    da Maurizio   - lunedì, 28 settembre 2009 alle 10:07

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