Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
dom
23
ago 09

Voi siete qui – Feltri, a papi serve l’Avvocato

Non vado con le minorenni, non faccio festini, non mi drogo, non gioco d’azzardo. Ma, gente, non sono un santo, qualche perversione un po’ schifosa e degradante ce l’ho anch’io: leggo la stampa di destra. Dunque ieri, con l’editoriale di presentazione di Vittorio Feltri su il Giornale, ho avuto la mia overdose, minuti di deliquio purissimo, sollucchero cristallino. Impossibile fornirvi una sintesi, ma vi regalo una frase feltriana tra virgolette: è giusto che sghignazziate un po’ anche voi. Sentite qua, Feltri dixit: “La famiglia Berlusconi e gli altri azionisti da me si aspettano molto tranne una cosa: che trasformi il Giornale in un megafono di Berlusconi”.
Confesso di avere fatto un salto sulla sedia. Immaginate il frenetico giro di telefonate tra gli azionisti de il Giornale. Geppo Berlusconi telefona a Paolo Berlusconi: “Cazzo, non gliel’hai detto?”. “No!”. Paolo Berlusconi telefona a Gildo Berlusconi: “Porca miseria, ma non gliel’hai detto tu che deve fare il megafono di Berlusconi?”. “No”. Gildo Berlusconi chiama subito Pierpiero Berlusconi e gli fa: “Cretino, ti sei dimenticato di dirgli che deve fare il megafono!”. Pierpiero Berlusconi chiama Ugolino Berlusconi per dirgli: “Pezzo di deficiente! Ti sei scordato di dirgli la cosa più importante!”. Eccetera eccetera. Per fortuna Vittorio Feltri non ha bisogno di ordini espliciti, capisce le cose al volo. E mentre gli azionisti e la famiglia Berlusconi si telefonano, lui scrive il suo editoriale, per attaccare la sinistra almeno da Turati in poi e, soprattutto, per dire quanto era zozzo Gianni Agnelli. Battaglia cominciata a Libero, che ora teme di lasciare alla concorrenza. Dannazione. Titolo “Agnelli e Silvio, chi è il peccatore”. Noi, tra Agnelli che ci voleva pecore e Silvio che ci vorrebbe veline, non ci caschiamo e ci facciamo una risata. Bella trovata, prendersela col padrone morto per salvare l’utilizzatore finale vivo. Ma senza megafono, mi raccomando.

17 commenti »

17 Commenti a “Voi siete qui – Feltri, a papi serve l’Avvocato”

  1. Grazie…ancora una volta riesci a farci ridere dove, ad onor del vero, ci sarebbe da mettersi a piangere…ma, ricordo male o Feltri era quello che aveva detto di essere indipendente e che “se ne era andato” dalla editoria Berlusconi appunto per poter dire quello che voleva?…cosa che ovviamente non e’ mai successa pero’, lui ha provato a farcelo credere…d’ altronde a contar balle ha imparato da uno dei maestri della storia contemporanea…il suo ex-nuovo capo…

    da Alessandro   - domenica, 23 agosto 2009 alle 13:35

  2. Lui non è un cortigiano!In effetti…è un pagliaccio!

    da Mauro Pigozzi   - domenica, 23 agosto 2009 alle 15:26

  3. Mandiamogli una bella mail e comunichiamoglielo!

    da stellavale   - domenica, 23 agosto 2009 alle 16:36

  4. Ho avuto occasione di sentire l’intervista rilasciata da Vittorio Feltri a Emilio Fede sul TG4. Tombola ho pensato. connubio perfetto…. Specchio specchio dei media tromboni, chi sarà il prossimo megafono di Berlusconi?…
    Prima al Giornale ce n’era uno mica male… Al TGuno ce n’è oggi uno trasparente… In Parlamento poi c’è la maggioranza e nel TG4 c’è prona la sostanza. A Libero infine è arrivato l’indipendente. Al foglio si schieran compatti con l’acuto micione centinaia di gatti… Mancava proprio l’amplificazione ideale… Come a Beverino, spezzino comune ridente, dall’oblio è rispuntato il littorio, al Giornale con voce potente, è felicemente tornato Feltri Vittorio!…

    da Vittorio Grondona   - domenica, 23 agosto 2009 alle 19:57

  5. Mauro Pigozzi ti sbagli: se ricordi bene nel medioevo c’erano anche i pagliacci/giullari di corte e visto che nel medoievo ci siamo tornati ecco che il cerchio si chiude.

    da zioFa   - lunedì, 24 agosto 2009 alle 11:05

  6. l’ unica cosa che purtroppo non avremo il piacere di avere, come nel medioevo, e’ che quando il giullare non faceva ridere il re’ solitamente veniva dato in pasto alle bestie…

    da aandena   - lunedì, 24 agosto 2009 alle 15:03

  7. AHAHAHAHAHA. Gente di cosa opsss casa nostra. Credo che Feltri dovrà fare i conti con le copie vendute. Tutti sanno che i giornali sono in declino. Un mio amico fa l’edicolante da 20 anni , non sa come uscirne. non guadagna più. quest’anno ha deciso di chiudere alle 7 di sera anzichè le 8. In ogni caso il giornale farà la fine che si merita. Con giordano prima e lui adesso si ritroveranno a ricomprarsi le copie per sostenere i numeri.ahahaha Ai miei tempi esistevano giornali del tipo STOP, cronaca vera i cui titoli erano del tipo: ” CADE E SI RIALZA”. ” Si sbarba e non si riconosce”. Con l’ultimo riassunto del preciso Travaglio sulla storia di Feltri del perchè e del percome se ne andò dal giornale ha reso tutto molto semplice e chiaro. L’unico che ci crede alle balle forse è solo lui. Una fine giusta è la chiusura della testata per fallimento.

    da Maurizio   - martedì, 25 agosto 2009 alle 10:49

  8. le copie invendute? non credo importi un granchè, fino a quando lo Stato continuerà a regalare soldi agli editori.
    togliere il finanziamento pubblico ai giornali!

    da Icekent   - martedì, 25 agosto 2009 alle 12:44

  9. Dimentichi che i finanziamenti sono proporzionali alle vendite : Meno copie meno finanziamenti che dovrebbero essere vietatissimi.. ma agli italioti piace essere presi per il culo e fare la fila in posta a pagar bollette come sport prediletto. delle copie invendute gli importa eccome… vedi come hanno silurato il mitico giordano che doveva fare salre le vendite.
    Sono contento di questo lento ma inesorabile cambiamento delle cose ahahahahahahahahaha.

    da Maurizio   - martedì, 25 agosto 2009 alle 16:08

  10. Ho imparato a conoscere Feltri quando fece chiudere L’Europeo, tanti anni fa(1986 circa). Era un bel giornale di sinistra, non molto diverso dall’Espresso, e Feltri appena arrivato lo riempì subito di foto del duce e dei Savoia (se qualcuno vuole cercare le annate in biblioteca…). I lettori che aveva fuggirono schifati, i lettori di Gente non arrivarono, il giornale chiuse (ma forse era proprio quello che volevano alla Rizzoli).
    Che Feltri venga definito oggi “grande giornalista” fa davvero spavento, oltre che fare schifo – e chiedo scusa per il turpiloquio, ma in casi come questi come si fa a stare zitti?

    da giuliano   - martedì, 25 agosto 2009 alle 16:44

  11. La dura vita di uno zerbino che si credeva un tappeto persiano…

    come volevasi dimostrare alla “voce indipendente” deve essere venuta subito un po’ di raucedine…direttamente dal sito di repubblica.it

    ROMA – Ci voleva Gheddafi a dividere ‘Libero’ e ‘Il Giornale’ , quotidiani di proprietà del premier, solitamente in linea sulle scelte del governo. La visita di Silvio Berlusconi a Tripoli in programma il 30 agosto e l’annunciata esibizione delle ‘Frecce tricolori’ sui cieli libici hanno visto schierarsi su posizioni opposte il direttore del ‘Giornale’, Vittorio Feltri e quello di ‘Libero’, Maurizio Belpietro: il primo favorevole per ragioni di realismo politico alle quali il secondo contrappone ragioni ‘morali’.

    “Da giorni – scrive Belpietro nel suo editoriale in prima pagina – penso che il cavaliere non dovrebbe andare in processione a dorso di cammello da Gheddafi, perché anche se c’è una ragion politica che spinge ad imbarcarsi per quel viaggio, c’è una ragion morale che porta da un’altra parte, ovvero lontano dalle tende beduine del capo della Jamayria. Capisco le ragioni che spingono Berlusconi tra le braccia del leader arabo, ma non mi adeguo”.

    Nell’editoriale, Belpietro si dice anche preoccupato dal fatto di condividere, nell’occasione, “l’opinione dell’Italia dei valori, il partito delle manette fondato da Antonio Di Pietro, e il fatto mi allarma”. “Vittorio Feltri, fresco di reinsediamento alla guida del Giornale, la pensa diversamente: “Si dà il caso – scrive in prima pagina Feltri – che la Libia sia tra i nostri principali fornitori di petrolio (immagino utile anche ai compagni per campare da signori) e abbia recentemente stretto un patto con Berlusconi e Maroni impegnandosi, in cambio di molto denaro, a contrastare lo sbarco dei migranti a Lampedusa. Chiunque – aggiunge Feltri – capisce che la collaborazione con il Colonnello, piaccia o no, è indispensabile; quindi non ci è consentito assumere atteggiamenti ostili verso di lui”.

    da aandena   - mercoledì, 26 agosto 2009 alle 01:06

  12. Giuliano, quando intendi turpiloquio, ti riferisci a quando parli di “Grande Giornalista”? aandena, sarei curioso di sapere cosa avrebbero scritto se erano ancora a parti invertite come direttori…

    da Mauro Pigozzi   - mercoledì, 26 agosto 2009 alle 11:43

  13. Realismo politico, ragioni morali… Sono solo due delle tre carte. La terza è lui, il Cavaliere… Ed è lui anche il furbo manovratore del gioco. Così, qualunque carta si scelga sarà sempre quella sbagliata. Ci rimetteremo quindi in realismo politico, in ragioni morali e, per quanto riguarda la povera gente, in ragioni umane ed economiche. In Iraq con la scusa di annientare la dittatura siamo andati con bombe e guerrieri. In Afghanistan stiamo facendo lo stesso… Si vede che per i nostri politici la dittatura che fa comodo alle tasche è la sola democrazia che conoscono.

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 26 agosto 2009 alle 12:52

  14. Feltri fa venire il voltastomaco solo a guardarlo, figuriamoci a seguirne le capriole fatte per compiacere il padrone: corri a prendere la palla, va’!
    Mi son dunque sforzata a buttare giu’ sta monnezza di editoriale raccapricciante: meriterebbe l’esilio solo per la cattiveria che trapela dalle tecniche retoriche usate alfine di distorcere la realta’ e manipolare le menti dei lettori gia’ compromessi.
    Che gli venga quel che si merita, perdiana! E se ha na figlia o na moglie, che le palpeggi pure il suo tanto amato Mr. Simpatia il trombino, tanto a loro piacera’ di sicuro…
    Ma va a farti ricoverare, mentecatto va’!

    da angela   - mercoledì, 26 agosto 2009 alle 21:19

  15. Una volta insegnavano che il Grande Giornalista è quello capace di mandare avanti le osservazioni che ha raccolto, le informazioni, i filmati: e non la sua faccia.
    Enzo Biagi era così, diceva sempre (e mostrava nei fatti) che in un’intervista è importante l’intervistato, non quello che fa l’intervista. Con l’andazzo che c’è da quando Lega e Berlusconi e AN sono al potere, è vero, ha ragione Pigozzi: “Grande Giornalista”, o anche solo “giornalista”, è diventata una parolaccia, sinonimo di “servo” e di altre parole che non sto qui a ripetere (perché anche il servo lo si può fare con dignità e indipendenza…)

    da giuliano   - giovedì, 27 agosto 2009 alle 10:21

  16. questo autorevole esponente del pensiero liberale, dovrebbe essere consapevole del fatto che in una democrazia con un minimo di senso, è indispensabile che esistano voci che trovano poco riscontro con il gradimento di chi in quel momento esercita il potere, perchè ne è sintomo di garanzia.
    quello che dovrebbe spiegarmi però, magari in un bel editoriale, è perchè questo servizio dovrebbe pagarlo di tasca propria quando c’è già chi glielo fornisce abbondantemente aggratis.

    da daniele   - giovedì, 27 agosto 2009 alle 18:17

  17. Leggete questa perla di eleganza dell'”Uomo libero” “Non cortigiano” e capirete perchè il Puttaniere ha sborsato più grana per acquistare Littorio che il nuovo centravanti del Milan… si parla di Boffo, direttore di Avvenire:

    DINO BOFFO, IL SUPERMORALISTA CHE FA IL CATTO-CONTROPELO ALLE AMMUCCHIATE DI PAPI SILVIO, è UN “noto omosessuale, già attenzionato dalla Polizia di Stato, a suo tempo querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo aveva una relazione”

    Bravo Feltri, io proporrei a Papi un aumento, tra l’inchiesta De Benedetti (con super-testimone campione di legalità: Cirino Pomicino) questa nuova impresa da Lord Inglese…

    da Mauro Pigozzi   - venerdì, 28 agosto 2009 alle 10:42

Lascia un commento