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Speciale censura! Cucù! Crozza Italia non c’è più!

Visto? Non è che ci voleva molto a fare i profeti… Sapete una cosa? Telecom Italia, proprietaria de la 7, monopolista dei telefoni, ha bisogno come il pane di un governo amico, e non può certo far arrabbiare papi Silvio. L’anziano latin lover è ancora abbastanza potente da dettare la sua legge in questo paese… E anche se Crozza Italia Live faceva il record di ascolti della rete, beh… pazienza! Del resto, già nell’autunno del 2008 Berlusconi in persona aveva emanato un editto bulgaro – ma emanato in Italia, però, un editto italiano – in cui ordinava ai suoi (deputati, senatori, famigli, camerieri ecc. ecc.) di non andare da Crozza. L’unico caso al mondo in cui un primo ministro ordina a qualcuno di non andare a un certo programma tivù, ma allora la stampa (tanto distratta, poverina) non se n’era nemmeno accorta. Ora, i vertici de la 7 comunicano che ci saranno due puntate speciali di Crozza Italia (invece di 10…). Cominciano a parlare, come si fa in questi casi di bugdet, di innovazione… L’innovazione sarebbe mandare in onda un programma di Luca Barbareschi, deputato Pdl. Dunque riassumendo:
Sabina non faceva satira, era impazzita, faceva i comizi, era cattiva, non faceva più ridere… via!
Daniele era volgare, diceva le parolacce, non aveva limiti, insultava Ferrara… via!
Maurizio ha cantato ‘O chiodo fisso, ha ridicolizzato Brunetta, insomma ha fatto il suo lavoro…. via!
Come dite che si chiama ‘sta roba?

33 commenti »

33 Commenti a “Speciale censura! Cucù! Crozza Italia non c’è più!”

  1. Ti sei scordato di Corrado Guzzanti…anche lui sparito!
    Come si chiama ‘sta roba? CENSURA, CENSURA, CENSURA…..e queste emittenti meriterebbero di essere abbandonate dai teleutenti….certo ci rimane assai poco, solo Rai3…finchè ce la conservano! Potremmo tornare a passatempi più sani come la lettura, l’uncinetto o il piccolo punto, le parole crociate o il bricolage :-D…almeno finchè non riavremo la possibilità di scegliere di nuovo come passare le serate in maniera inteligente.Noi il cervello lo vogliamo conservare integro…e la satira ci piace assai, quella vera….non quella pataccara simil babaglino.

    da mietta   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 10:23

  2. Come dite che si chiama ’sta roba?..
    Si chiama MONOPOLIO.

    Il più grande di tutti, Corrado Guzzanti, ai tempi dell’Ottavo nano ne coniò lo slogan del Partito-Azienda:
    “…facciamo un po come cazzo ci pare”.

    Siamo un Paese intristito, perchè non ci rendiamo conto che il cambiamento E’ a portata di mano, perchè per i media “fa sempre più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”… perchè cinque italiani su 10 accettano di essere sgovernati da PD-PDL. Perchè ci accontentiamo. Tutti.

    E gli artisti, e gli intellettuali specialmente, invece di “accontentarsi” dovrebbero imparare a conoscere e sostenere in blocco cose concrete e contagiose, dal basso, come http://www.comunivirtuosi.org
    Quella sarebbe la scintilla, per smettere di lamentarsi della classe politica impresentabile di questo Paese.
    Sennò ti tieni Papi e la sua corte, o Bersani/Franceschini/D’Alema/Veltroni/Prodi che no, non sono la soluzione: sono parte del problema.

    Robecchi, a SETTEMBRE presentiamo il libro “L’anticasta, l’Italia che funziona” di Boschini e Dotti, edizioni EMI, a Roma. I dettagli ancora non ci sono.
    Se vuole essere della iniziativa, fare da moderatore, fare domande, fare un corsivo, qualunque cosa le venga in mente di fare: è strabenvenuto.
    Lei e i suoi colleghi, e i suoi lettori. E pure il bravo Crozza…(magari).

    Info (“compiti per le vacanze”):
    http://www.comunivirtuosi.org/index.php/progetti-realizzati/1-progetti-realizzati/565-sindaco-ce-posta-per-te

    Trailer del “Viaggio nell’Italia dei Comuni a 5 stelle”: http://www.anticasta.it

    Buona estate a tutti. Prometto che fino a settembre non vi tedio più

    da Roberto   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 10:54

  3. fascismo ..si chiama fascismo

    da Chica   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 10:56

  4. mi alzi la palla per raccontare una cosa a dir poco disgustosa che ho visto proprio ieri sul tiggi’ serale di la7, che fa capire anche che non e’ solo Telecom il proprietario del maiale:
    nel servizio si stava parlando di banche e mentre la voce di commento diceva, piu’ o meno “…grazie alla grande solidita’ del sistema bancario italiano…” l’immagine inquadrava una enorme filiale bancaria di una decine di vetrine ognuna delle quali mostrava a caratteri cubitali, nitidamente, una teoria di UNICREDIT UNICREDIT UNICREDIT UNICREDIT UNICREDIT
    Come finiva il servizio non lo so, sono andato in bagno a vomitare.

    da zioFa   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 10:57

  5. Uno pensa che avere in casa il meter Auditel possa servire a qualcosa: indirizzare l’opinione di chi indirizza le opinioni: ad esempio premiando il TG di Piroso anziché quello di Minzolini.
    E invece no: neppure ciò funziona.

    da mfisk   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 11:44

  6. Questa cosa si chiama “ottimismo di papi”.
    Quando non c’è ottimismo, ma proprio non c’è per niente, bisogna crearlo… E allora via libera ai trombettieri del re. Il TG1 e il Tg2 hanno già incominciato a strombazzare note stonate, ignobilmente tacendo sugli avvenimenti che stanno ridicolizzando il nostro Paese; dei TG del Cavaliere è meglio non parlarne… Adesso tocca a La 7 liberarsi completamente di ogni causa di pessimismo e di turbamento delle legittime curiosità del popolino teleguidato. Dovrà quindi dimostrare anch’essa la sudditanza senza riserve alle regole generali della prepotenza del potere, uniformandosi di conseguenza alla canzone del caimano, pardon, del Quarnaro “Eia Eia Alalà!” nella versione moderna che probabilmente ci canterà Barbareschi.

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 11:46

  7. Quoto Chica, mancano i manganelli e l’olio di ricino, ma sempre dittaura è: quando ci sarà bisogno di violenza useranno anche quella – e infatti guardate cosa è successo ieri a Napoli, una ragazza pestata dagli skins. Diceva Montanelli: “Se Mussolini avesse avuto le televisioni sarebbe ancora qui”.

    da CoB   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 12:56

  8. Mi sa che ormai ci tocca invidiare gli iraniani

    da Pietro   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 14:35

  9. Compagni (si fa per scherzare, non penserete mica che stia parlando sul serio?) sbagliate, non si chiama censura, voi subito cattivi, si chiama facciamo-la-prova-a-farlo-fuori-e-poi-vediamo-che-succede-in-caso-contrario-si-smentisce-e-si-ordina-il-reintegro. Rientra tra i canoni della satira, chi la spara più grossa fa ridere di più. La Telecom l’ha sparata grossa. Crozza le sparava troppo grosse per una piccola TV, talmente tanto che anche il piccolo Brunettolo nel suo piccolo si è incazzato. Che c’è di strano, siamo o non siamo un paese comico? Il primo attore non è forse il Primo Puttano d’Italia? Qual’è lo scandalo? Da un paese in cui non ci si indigna se un vecchio calvo si tromba a pagamento le veline pubblicamente cosa si pretende di aspettare?
    Finitela di essere moralisti. La soluzione c’è. Tutti i Groenlandia, l’unico paese occidentale in cui i comunisti vincono le elezioni.
    C’è qualcuno che vuole comprare casa mia?
    mauspezz

    da mauspezz   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 14:55

  10. Ma no…..

    da stellavale   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 15:07

  11. Grandissimo “straccio” Liguori! dice che i lettori di Repubblica sono una massa di imbecilli. Tutta invidia, cazzo. Pensava di avere il monopolio, riguardo agli imbecilli. E invece no, è stato surclassato anche in questo. Poraccio, l’uomo chiamato straccio.

    da RickHelmut   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 16:12

  12. E’ la dimostrazione che in Italia chi fa satira fa più politica dei partiti.

    da Giorgio   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 16:35

  13. Ragazzi, qui nel Nord Est siamo già oltre. Ieri l’Arena di Verona aveva in cronaca un pezzo che raccontava la vicenda di un eccentrico 70enne locale (eccentrico perchè invece di andare alle bocce si diverte ancora a fare il musicista, il pittore, il burattionaio e lo scrittore) multato dai vigili perchè ha chiamato il suo vecchio lupo berluscane. Non solo, al cancello di casa ha aggiunto al cartello Attenti al cane il suffisso berlus: Attenti al berluscane. Pare che i vicini abbiano tollerato per un po’ poi hanno chiamato le guardie. Risultato: una multa da 55,60 euro per violazione al dispositivo dell’articolo 33 del regolamento di polizia urbana che prevede, per i possessori di uno o più cani, l’affissione di un cartello al cancello dell’abitazione contenente (solo) la scritta Attenti al cane. Il nonno, che è eccentrico e forse comunista ma non fesso, si è rivolto ad un avvocato e nella memoria difensiva spedita al sindaco ha motivato il nome dato alla bestia (senza offesa)con “la vivacità amorosa inversamente proporzionale all’età”. Per quanto riguarda il cartello, l’avvocato si è limitato a far osservare che la parola Berluscane contiene la parola cane e quel che più conta è preceduta dall’avvertimento Attenti (secondo me è geniale). Adesso la palla passa al sindaco, il leghista Flavio Tosi, che può annullare la sanzione o anche aumentarla. Ah, dimenticavo. Il nonno vive con 4 cani. L’ultima, una cagnetta trovate abbandonata nelle campagne vicine, l’ha chiamata Noemi.

    da gino   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 16:46

  14. @ pietro che dice “Mi sa che ormai ci tocca invidiare gli iraniani”
    veramente eran loro a invidiarci ma dopo questi giorni che stanno massacrando a manganellate i manifestanti e ci son scappati i morti, anche loro hanno avuto una bella razione di regime fascista. Noi ormai ci siamo abituati.

    da zioFa   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 18:19

  15. Alessandro, lo sai benissimo che LA7 non ha soldi e che Crozza è un programma costoso.
    Non tiriamo in ballo regimi e censura quando è solo un problema di conti, please.

    da Francesco   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 18:19

  16. Paolo Liguori? Chi? Il lottatore continuo? Ma va, impossibile! Una persona imparziale e corretta come lui… Comunque anche su Crozza ripartirà la solita tiritera: fa la vittima, perchè dovrebbero censurarlo dato che l’anti-berlusconismo non funziona ed, anzi, gli porta voti! Infatti li censurano perchè NON gli fanno paura! Ma andate a cagare, soprattutto quei giornalistucoli de sinistra (per modo di dire) che avvallano queste teorie: Polito Margherito, il revisionista Pansa etc.etc.etc…

    da Mauro Pigozzi   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 18:59

  17. Già, costava troppo. Strano, visto che ne hanno fatte 4 edizioni e che l’ultima costava meno della penultima. Strano, visto che ancora non si era parlato di soldi. Ma comunque, gente. Non è questo il problema. Il problema è che un commento come quello di Francesco si trova sempre. E’ esattamente quello che dice il censore. Problemi di budget. O di buon gusto. O di opportunità. Oppure il programma è vecchio (strano: miglior ascolto de La 7 nella stagione passata). Insomma, tranquilli, c’è sempre un motivo per chiudere… C’è sempre qualcosa che dà ragione al censore. In presenza di censura c’è sempre qualcuno che dice… eh! Censura! Non esageriamo!
    Il meccanismo è oliato e perfetto, e funziona sempre. Per la cronaca ricordo il consiglio dei ministri del 28 novembre 2008. In quell’occasione istituzionale, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi disse ai suoi: "Non andate da Crozza, soprattutto i ministri". (se cercate i giornali dell’epoca non farete fatica a trovarlo). Fu il piccolo editto bulgaro di Crozza. La parodia di Brunetta non andava giù. Non andava giù O’ chiodo fisso. Non andava giù "statisti a confronto". Insomma, come vedete tutti… Questione di costi!

    da a.r.   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 19:35

  18. Oh, io mi riferivo al controllo del regime iraniano sui media, mentre per tutto il resto non c’è nulla da invidiare e, anzi, approfitto per esprimere la mia solidarietà ai dimostranti iraniani.

    da Pietro   - mercoledì, 24 giugno 2009 alle 21:19

  19. Il direttore Minzolini appare al Tg1 e spiega: “Non mi occupo dei festini a casa del Premier. Anche perché non mi ha mai invitato”. Ammirevole anche la linea difensiva di Libero: “La figa piace a tutti, Prodi è impotente, i negri stiano a casa loro, non rompeteci i coglioni”.

    da gianguido mussomeli   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 00:57

  20. Anche chi vede la censura ovinque si trova sempre.
    La televisione non è un giochino necessario e chi la fa ha ben ragione di sentirsi privilegiato.
    Ti risulta che LA7 se ne sia fatta mai nulla degli ascolti?
    E’ un’azienda che è andata avanti a testa bassa fintanto che ha potuto, lo sai benissimo.
    Che questo sia onorevole o da idioti, è soggettivo.
    Resta il fatto che finanziare Crozza per quattro anni (mi) pare un chiaro segnale da parte dell’emittente.
    E ora taglia.
    I budget sono calati ovunque senza alcun intervento della censura, mai come fai a pensare che una parodia di Brunetta possa motivare questo ridimensionamento?
    Mi pare quantomeno presuntuoso pensare che qualche battuta messa in bocca al falso ministro sia sufficiente a far prendere cotali (e presunti) provvedimenti.
    E per ogni Francesco che fa ragionevolmente i conti, c’è sempre qualcuno che grida alla censura quando finisce l’inchiostro.

    da Francesco   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 01:39

  21. Ubriaco di sonno e di stanchezza, affastellai pensieri assonanti senza curarmi di rileggere.
    Quindi ribadisco: per me sono soltanto paranoie.
    Il fatto è che la classe degli autori sia ormai viziata e impreparata alla crisi.
    Ma cosa ci aspettavamo?
    Cinquant’anni fa il Bianciardi traduceva Miller, scriveva La vita agra, e faceva la fame.
    Adesso a mettere in bocca una battuta al Brunetta, comporre una pernacchia al Berlusca si rischia di arricchirsi e diventare una star.
    Chiaro che alla prima ventata di ridimensionamento (o una ricollocazione nel palinsesto) il pensiero vada alla congiura.

    da Francesco   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 08:59

  22. Quando finisce l’inchiostro di solito se ne compra dell’altro. Non mi risultano programmi satirici nelle attuali programmazioni televisive o radiofoniche. Eppure piacciono alla gente… Prima o poi la politica li toglie definitivamente di mezzo. Se non la vogliamo chiamare censura, chiamiamola pure in un altro modo, ma il percorso finale conduce sempre alla stessa meta: chiudere gli occhi al popolo. Il budget c’entra come i cavoli a merenda quando il fine è solo il potere.

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 09:19

  23. Ubriaco. Questa e’ la sola parola che posso condividere dei deliranti discorsi di Francesco.

    da zioFa   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 09:33

  24. @ Grondona :-) oggi l’ho scritto bene!
    Pienamente d’accordo…la satira è sparita dai palinsesti di tutte le emittenti…e quando muore la satira non è mai un buon segno. Ricordo con grande rimpianto ad es. “l’ottavo nano” e le profetiche gag di Guzzanti….ahhh, se in tanti le avessero ascoltate con orecchio attento!
    Comunque siamo un paese atipico…altrove la satira è al vetriolo, da noi era tollerata solo quella pilotata del bagaglino…con i suoi lazzi, frizzi e false prese per i fondelli dei potenti….solo per suscitare risate crasse.

    da mietta   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 09:37

  25. Vittorio,
    sulla satira mi trovi d’accordo: ce n’è poca, quasi nulla.
    E’ anche vero che la bella satira che colpiva proprio tutti l’abbiamo lasciata agli anni ’70.
    Adesso si fa una satiretta che spesso e volentieri è ad appannaggio dell’una o dell’altra parte politica.
    Nel momento in cui la satira si lascia strumentalizzare, tradice se stessa. E rischia l’estinzione.

    da Francesco   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 09:38

  26. zioFA,
    perché non ti spieghi per bene?
    Di quale delirio parli?
    Conosci il mondo della televisione o dici solo di non guardarla?
    Altrimenti resta solo “ubriaco”, che francamente può essere considerato offensivo.

    da Francesco   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 10:56

  27. solo solo solo,
    ormai non si è più abituati a confrontarsi con chi la pensa diversamente.

    da Francesco   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 10:59

  28. Come ho detto prima, si dice sempre: che convenienza ha Berlusconi e accolita dei rancorosi a spingere perchè certe trasmissioni e comici vengano emarginati? Non lo so, probabilmente nessuna, però viene fatto sistematicamente, quindi il ragionamento è: meglio non rischiare! E’ un pò la storia di Mentana: si viene a sapere, per sua ammissione, che il vero motivo dell’allontanamento da Mediaset è perchè invita troppo Di Pietro e doveva smetterla… dove sono tutti quelli che, da destra a sinistra, dicevano che Di Pietro alla fine con il suo antiberlusconismo giovava al Cavaliere? Magari ammettere d’avere sbagliato, no, eh?

    da Mauro Pigozzi   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 11:05

  29. ti ho solo preso un po in giro Francesco scusa non ti volevo offendere – seriamente a me pare che ciai le fette di salame negli occhi e non serve conoscere “l’ambiente della tivu'” per capire quando c’e’ un regime che censura barbaramente tutto quello che gli da fastidio perche’ abbiamo decine di esempi tutti i giorni, ogni giorno sempre piu’ clamorosi e nel silenzio generale – il “rumore” e’ censurato anche quello.

    da zioFa   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 11:17

  30. Si vuole, semplicemente, che la gente pensi quel che vuole il principe. Ma chissà come mai in tutti i regimi i primi avanposti da conquistare sono i mezzi di comunicazione e la stampa! Mahh…sarà un caso?
    L’ometto si sente perseguitato, crede che tutto il clamore intorno a lui, nazionale e non, derivi dal’invidia…di cosa, di grazia? E’ un pover’uomo, fondamentalmente solo anche se contornato da tanti leccapiedi (attento, sono una brutta razza…pronta ad abbandonare la nave quando affonda) e che sa che cadendo nella polvere rischia di grosso,di finire in galera quasi come un comune mortale. E così, sempre più sopra le righe, minaccia tutto e tutti….senza capire che sono i suoi comportamenti a dar adito alla critica….che in Italia, ahimè, è abbastanza flebile. Altrove sarebbe già nella polvere.

    da mietta   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 12:28

  31. Quando la TV metteva i mutandoni alle graziosissime ballerine e imponeva una rosa vistosa nella scollatura delle cantanti c’era nei programmi di varietà di fine settimana una parte dedicata all’ospite, normalmente un comico famoso. Cito Walter Chiari per dirne uno. Quel momento era molto atteso dagli spettatori perché in poche battute satiriche imparavano nel verso giusto i fatti che li circondavano, che purtroppo erano normalmente truccati anche dai telegiornali democristiani di allora. Il rischio dei comici era grande e la censura colpiva di brutto, trasformandosi però in pubblicità per le loro attività teatrali e cinematografiche, che in sostanza li interessavano molto di più della TV. Dario Fo ne sa qualcosa. Il giornale Avvenire metteva la “E” di escluso per tutti i film di Totò… Figuriamoci pertanto l’aria che tirava allora, che comunque rispetto a quell’attuale era ancora molto profumata. Oggi hanno tolto i mutandoni alle ballerine e le rose biricchine alle formose cantanti, ma la satira continua ad essere oscurata… Chissà perché…
    Gentile Mietta, non si preoccupi, il mio cognome è da sempre stato modificato per essendo Grondona una bellissima località piemontese. Le dirò di più, perfino un panettone di Genova una volta si chiamava Grondona… Ora non so. Di solito, prima di farlo scrivere da altri mi affretto a precisare: una gronda grossa…

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 12:59

  32. @ Grondona

    Il mio era stato semplicemente un errore di digitazione, visto che sulla tastiera la i è vicina alla o. Ho il massimo rispetto per i nomi delle persone e per questo mi sono scusata.
    E diamoci del tu…il lei sul blog non si usa e poi mi fa sentire ancora più “anziana” :-)

    da mietta   - giovedì, 25 giugno 2009 alle 14:15

  33. crozza italia sfugge alla logica ormai consolidata dell’imposizione per quello viene cancellata. ma come, un programma televisivo, che pretende di usare il libero pensiero come mezzo di intrattemimento? ma dove siamo?
    così poi si confondono gli spettatori, ormai sempre più abituati a farsi guidare istituzionalmente da modelli culturali consoldati e soprattutto preconfezionati.
    no, non è pensabile credere di dover innescare un meccanismo che porti lo spettatore a misurarsi con una scelta, non esiste la scelta esiste la tv, trasversalmente egemone nella sua varietà. prendere o lasciare.

    da daniele   - venerdì, 26 giugno 2009 alle 19:03

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