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feb 09

Voi siete qui – Ottimismo made in Italy

E’ vero: c’è sempre un motivo per essere ottimisti. Per esempio se ti spari in un piede puoi sempre rallegrarti di non averli colpiti tutti e due. Così non c’è disastro italiano che non abbia il suo lato positivo. Le cifre sullo stato della giustizia sono un buon esempio: sarà vero che trasecoliamo apprendendo che il Gabon o Sao Tomè stanno messi meglio di noi, ma intanto impariamo la geografia, non è cosa da poco che Calderoli, seduto in platea all’apertura dell’anno giudiziario, apprenda che esiste il Gabon. L’ottimismo risponde a un diffuso pessimismo, colpo su colpo, una specie di ping pong, e in questo è maestro il dott. Maroni, ministro dell’interno (italiano, purtroppo, non del Gabon). E’ uno che oscilla: prima c’è la guerra civile, poi l’emergenza sicurezza non esiste, poi c’è un’emergenza sul traffico di organi… aspettiamo la prossima mossa. Intanto, registriamo une certa tendenza all’oscillazione presso tutti i grandi pensatori della maggioranza di governo, e ci ha intenerito vedere alla tivù un certo Cota, della Lega, sbracciarsi per dire che non c’è nessuna emergenza sicurezza, e questo in un Paese in cui si discute di mettere 30.000 militari per le strade. L’ottimismo, comunque, è fortemente caldeggiato. Gli stessi telegiornali, soprattutto di marca Mediaset, che fino a otto mesi fa (prima delle elezioni) descrivevano l’Italia come una specie di girone dantesco di crudeli assassini appostati dietro ogni angolo, oggi scelgono i toni soft. C’è la crisi? Che bello, tornano i mercatini dell’usato! Wow! I viaggi di nozze tirano ancora! In compenso, ci piace fare i democratici con la democrazia degli altri. Obama vara la sua prima legge contro le discriminazioni salariali di genere e tutti gridano hurrà e stilano pagine e pagine di cori entusiasti. Il giorno seguente l’Eurispes ci dice che qui (non in Gabon) le donne guadagnano in media il 16 per cento in meno degli uomini (i quali peraltro hanno i salari più bassi d’Europa), e la notizia finisce in un trafiletto. Ottimismo, per distrazione.

4 commenti »

4 Commenti a “Voi siete qui – Ottimismo made in Italy”

  1. ah come sarei ottimista anche io seduto su una pila di miliardi!
    quanto mi ha tirato su il morale vedere Amanda Lear dire in TV che lei e’ felice quando c’e’ crisi perche’ la crisi porta nuovi stimoli!
    Ma perche’, o Amanda, non lo hai detto davanti a 300 operai in cassa integrazione? quanto sarebbe stato stimolante sentire 300 persone all’unisono dirti: ma vaffan********ooooooo!!!

    da zioFa   - domenica, 1 febbraio 2009 alle 16:19

  2. Trattasi della cosiddetta sindrome di Pollyanna. Io la Pollyanna che è in me sto cercando di ucciderla, bisogna ribellarsi, a tutto.

    da stellavale   - domenica, 1 febbraio 2009 alle 18:45

  3. in quest’ultimo periodo, giustissimamente, si è dato il rilievo che meritava ai fatti di gaza.
    molto meno ad altri, p.es.:
    La fame e il colera ha colpito uno Zimbabwe già in ginocchio, con una crisi economica che ha portato l’inflazione annuale a raggiungere 231.000.000 per cento, e una paralisi politica aggravata dall’isolamento internazionale e dalle sanzioni. In estrema sintesi, sono anch’essi frutto della crisi politica e sociale che attanaglia da anni il Paese e alla quale la diplomazia internazionale non riesce a dare soluzioni. L’epidemia e la carestia sono conseguenze dell’irrisolto, durissimo contrasto tra Mugabe, al potere fin dall’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1980, e l’opposizione guidata da Morgan Tsvangirai.

    anche questo tipo di notizie interessano poco. in italia praticamente a nessuno.

    da riccardo   - domenica, 1 febbraio 2009 alle 19:22

  4. Già me li immagino i nostri governanti con l’anello al naso e la sveglia al collo danzare allegri per il benvenuto di rito alla crisi che avanza a gran passi anche nel nostro Paese ed allo sfascio totale della nostra giustizia “tutti per uno”. Le lacrime sono ormai finite e non ci resta che ridere… Come deficienti… Proprio oggi in TV c’era una discussione gestita orribilmente dal signor Massimo Giletti sugli ultimi stupri che si sono consumati nella piena sicurezza pomposamente garantita dal bastone della destra. Non ci crederete, ma anche su un tema così delicato la nostra RAI ha lanciato il televoto per invitare il popolo a pronunciarsi con un si o un no se le pene previste per questi scempi della civiltà fossero o no troppo lievi. Una telefonata di questo tipo al giorno toglie davvero l’intelletto di torno. Questa è purtroppo la strada economica che sta percorrendo la grande imprenditoria del nostro capitalismo guidato dal cavaliere ridens e riverito dai verdognoli extraterrestri padani: Alegher, alegher, ch’el bus del cul l’è negher…

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 2 febbraio 2009 alle 04:13

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