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20
giu 08

260 anziani ricoverati: hanno mangiato la social card

E’ emergenza anziani in molte città d’Italia. Oltre 260 i ricoveri e oltre 100 le situazioni critiche. Ricevuta insieme alla pensione la Social Card ideata dal ministro Tremonti, molti di loro l’hanno subito ingoiata. "E’ per  gli anziani in difficoltà economiche", era stato annunciato. E anche: "Servirà anche per gli alimentari". Molti, dunque, l’hanno ingoiata subito, approfitando del fatto che si sta entrando nella quarta settimana del mese, periodo in cui molti anziani italiani non ingeriscono proprio nulla. "Meno male che il governo si occupa di noi", ha detto alle agnzie un vecchio di Firenze appena uscito dalla rianimazione. Poi, sapendo che il governo ha reitrodotto i ticket sulla sanità, si è subito sparato in testa. "Una social card per i poveri è quello che ci voleva – ha detto il ministro Tremonti – anche se si tratta di una soluzione tampone. Finché non li elimineremo tutti avremo ancora seri problemi con l’Inps". Secondo le prime stime, se i 100 anziani in gravi condizioni non ce la faranno, il risparmio per l’ente pensionistico sarà di circa 22.000 euro, a regime". Molto dispiaciuto il ministro Brunetta: "Peccato: se muoiono non potrò licenziarli".

7 commenti »

7 Commenti a “260 anziani ricoverati: hanno mangiato la social card”

  1. Da come ho inteso i fortunati(si fa per dire)titolari della social card avranno diritto a 400 euro annuali ,pari a meno di
    2(due) euro giornalieri,per far fronte alle precarie condizioni economiche.Bhe,trovansomi nei loro panni non esiterei a restutuire la citata card al mittente con allegata una missiva contenente il seguente testo:PAZIENZA ESSERE POVERO,MA L’ESSERE ANCHE UMILIATO QUESTO E’ DAVVERO INACCETTABILE !”

    da Spartacus   - venerdì, 20 giugno 2008 alle 21:21

  2. In tempo di guerra c’era una grande miseria ed il cibo era razionato per legge. Per gestire la situazione inventarono la tessera annonaria, senza la quale non si poteva comprare nulla lecitamente. Chi poteva comprava in nero. Mi raccontava mio padre che un federale in un comizio avrebbe detto pomposamente che aveva regalato la sua tessera ai poveri… Come facesse a mangiare probabilmente lo sapeva solo lui ed suo partito… Tremonti, preso atto che con la creazione politica di stipendi e di pensioni da fame il razionamento in Italia è già da un pezzo a regime per i lavoratori dipendenti ed i pensionati, piuttosto che affrontare il faticoso controllo dei prezzi, che metterebbe di malumore gli avidi commercianti, piuttosto che umanizzare gli stipendi e le pensione, col rischio di provocare addirittura l’ira della confindustria, ha indelicatamente istituito la tessera del povero con la quale i sudditi più miseri, catalogati opportunamente nel database delle nullità, possano umiliarsi pubblicamente raccattando le briciole che cadono dalla sua mensa e da quella dei suoi ricchi amici per il compiacimento appunto di questi ultimi e di tutti gli altri fortunati non aventi per condizione diritto a tale schifosa tessera di distinzione evidente di classe sociale. Tanto che se ne fa un povero della privacy? Non mangia mica con quella!…

    da Vittorio Grondona   - sabato, 21 giugno 2008 alle 10:31

  3. Una carta di credito per gli anziani? E perchè non un conto online a loro intestato con cui poter spendere i 400 euro su ebay?
    Già me la vedo la mia vecchia zia novantenne partecipare ad un’asta per comprare le zucchine online da un agricoltore americano…

    PS: Ho avuto un’idea per un emendamento alla legge sulle intercettazioni. Una bella social card per i magistrati con le prime 400 ore di intercettazioni incluse, le altre se proprio vogliono farle le pagano di tasca loro… così tuteliamo la privacy dei cittadini e razionalizziamo la spesa per la giustizia.

    da Sandro Simone   - sabato, 21 giugno 2008 alle 13:17

  4. sappiamo benissimmo che questo esecutivo in fatto di concessioni
    non può spingersi oltre la carità( l’ideologia è l’ideologia!) esattamente lo 0,000000001/2 in più rispetto al precedente. naturalmente l’ennesmo giuoco di prestigio fa assumere a quello 0,000000001/2in più, i crismi di una prestigiosa innovazione in fatto di politiche economico-sociali. il contenuto conta relativamente sono le idee in sè la vera panacea.
    è nell’acquolina in bocca, l’essenza che determina il senso reale di una esigenza biologica da soddisfare. il cannolo, solo uno stupido dettaglio.

    da daniele   - sabato, 21 giugno 2008 alle 18:25

  5. vorrei capire di più su questa “social Card”… ne possono fruire anche gli invalidi civili, come me, che percepiscono una pensione da fame? Sono delusa perchè non si sente mai parlare degli invalidi civili che sembrano dimenticati da tutti e soprattutto dal Governo. Vi chiedo, gentilmente di delucidarmi in merito perchè, anche se questa novità è come dare elemosina agli italiani, purtroppp è meglio di niente. Vi ringrazio anticipatamente. Cordiali saluti
    laura de angelis

    da laura de angelis   - lunedì, 23 giugno 2008 alle 10:53

  6. E’ la prima volta che vi scrivo… si vede che ci sono tanti itasliani, invalidi ed emarginati da questa società di perbenismo come me che hanno lo stesso mio pensiero. ecco perchè il mio scritto vi sembra un “duplicato”, si vede che siamo proprio in tanti. Motivo in più per sollecitare chi di dovere di ricordarsi anche di “noi”.
    Grazie!

    da laura de angelis   - lunedì, 23 giugno 2008 alle 10:56

  7. Qualcuno dirà che avere ripristinato la tessera del pane di triste memoria sia meglio di niente … Io penso invece che sarebbe molto meglio niente. Non credo che sia giusto che una società cd civile pretenda la svendita della dignità di alcuni suoi cittadini per un tozzo di pane. Occorre invece mettersi insieme al fine sociale di riuscire a smuovere le acque stagne di un capitalismo strafottente ed ingiusto che pensa solo a sè stesso. Alcuni euro elemosinati una tantum in base ad un squallido elenco dei poveri, nel quale sono inseriti sicuramente molti liberi professionisti e commercianti che dichiarano quasi zero al fisco, mentre sono ignorati, altrettanto sicuramente, casi particolari di disagi sociali non necessariamente legati alla povertà statistica, non sono la soluzione più equa per garantire i diritti di tutti gli italiani di cui agli articoli 2 e 3 della nostra bellissima Costituzione.

    da Vittorio Grondona   - martedì, 24 giugno 2008 alle 10:13

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