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mar 08

Voi siete qui – Il liberismo dei puffi

Apprendo dai giornali (forse la parola apprensione deriva da lì) che il grande scontro teorico sul liberismo oppone oggi due giganti del pensiero economico: Giulio Tremonti e Renato Brunetta. Il rimpianto per coppie ben più serie (i fratelli Govi, Totò e Peppino, i vecchietti del Muppet Show) si fa struggente. Ma sia, il mondo si evolve, dal liberismo si è passati al neo-liberismo, poi si è scivolati nell’ultra-liberismo ed eccoci finalmente – qui e ora – al liberismo dei puffi. E’ una piccola vertigine, ma piacevole: in sostanza si teorizza di attenuare il capitalismo perché sotto i suoi nefasti effetti rischiano di farsi male i capitalisti, ammetterete che è un bel contrappasso. Ma la realtà è più avanti della teoria. Per anni, per esempio, un solo argomento ha troncato tutti gli altri come una porta tagliafuoco: è il mercato. Davanti a questa frasetta telegrafica – è il mercato – cadeva ogni possibile alternativa, il dogma non si discute, specie quando è puntato come un fucile. Eppure, che il liberismo dei puffi sia già tra noi lo si vede ogni giorno. Se il mercato comandasse davvero, per esempio, Malpensa sarebbe oggi un bell’appezzamento di terreno coltivato a colza o granoturco e la compagnia di bandiera potrebbe forse vivere senza il respiratore artificiale. Del resto, si vuole il liberismo (vendere Alitalia), ma non se ne vogliono gli effetti (che Alitalia decolli e atterri dove più le conviene). Tremonti teorizza un controllo del capitalismo in chiave anti-cinese, e in sostanza anti-asiatica, ma qui, intanto, si gioca in miniatura: si attenua il mercato non per riequilibrare le sorti del mondo, ma per tenere buoni quattro leghisti varesotti. Pensare in grande, ma agire in piccolo; teorizzare nuove prospettive avanzate, ma fare i furbi come contadini arretrati. Il nuovo paraliberismo sembra quello che è: un po’ paraculo. Meno male che ci sono le forze progressiste, che nel dibattito sul liberismo intervengono con chiarezza cristallina. Alla Calearo, per intenderci, quello dello sciopero fiscale. Ma sì, anzi, yes. We can.

7 commenti »

7 Commenti a “Voi siete qui – Il liberismo dei puffi”

  1. quello che non capisco è la teoria del controllo del capitalismo in chiave anti-cinese, cioè colaninno ( ne prendo uno a caso)per esempio non deve limitarsi a produrre solo qui in italia e vendere in tutto il mondo ma può costruire la vespa in cina e venderla in tutto il mondo e risparmiare sul costo del lavoro, mentre i cinesi non possono vendere i loro prodotti
    in tutto il mondo, ma possono al limite costruire i prodotti di tutto il mondo(occidentale)a basso costo e fare concorrenza ai prodotti che loro stessi cosruiscono ma che però non possono vendere in tutto il mondo per non fare concorrenza agli altri
    parliamo della teoria quantistica che mi viene il mal di testa?
    (se unisco tremonti e brunetta cosa esce, una trenetta? e il pesto? ah, lo mette colaninno, lavora a genova…il basilico lo fanno in cina però…costa meno, sai i genovesi..-)

    da daniele   - domenica, 9 marzo 2008 alle 12:38

  2. I fratelli Govi mi giungono nuovi. Forse erano i De Rege.
    Saluti.

    da Galliano   - domenica, 9 marzo 2008 alle 17:54

  3. Insomma questi due economisti del paese dei puffi (e degli snorky, cioe` l’Italiota stivale) oltre a pensare seriamente a come evadere capitali e condonare qualsiasi malefatta del loro grande puffo (ma questo sarebbe il meno, il problema e` che la legge e` generalizzata a tutti gli italioti , con conseguenze nefaste come il condono edilizio ..) devono preoccuparsi di:
    – non far pagare l’IVA ai piccoli artigiani leghisti (compresi negozietti di paese: macellai vivaisti piccole imprese familiari del nord)
    – far impunemente schiavizzare dai latifondisti meridionali gli immigratio neri tramite caporalato
    – e permettere ad aziende finte italiane (come GEOX: ho comprato le originali a 20(venti!) dollari ad Hanoi con una bella scritta made in italy ….) di continuare ad avere la botte piena e moglie ubriaca – e cioe` vantarsi di dare lavoro in Italia quando si tratta solo di inscatolare e spazzolare migliaia di scarpe fatte in asia a pochi dollari
    in definitiva : un lavoraccio!

    da Angelino   - lunedì, 10 marzo 2008 alle 11:05

  4. la verità è un’altra! se scrivi pdl su google, il primo risultato è il partito comunista svizzero! adesso si spiega tutto…

    da stefania   - lunedì, 10 marzo 2008 alle 14:10

  5. Le nuove coppie comiche!

    da stellavale   - lunedì, 10 marzo 2008 alle 15:02

  6. Come non essere daccordo sulla descrizione che fai dei sapienti, dotti e stimati economisti che ci impatiscono lezioni di economia in televisione (e apparentemte consigliano il capo sulle politiche). Ben poca competenza e coscienza, nessuna seria discussione, solo una raffica di SLOGAN che si piantano nei cervelli. Le loro teorie sul mercato e liberismo poi…

    Se vi va di fare un giro io ne parlo (forse in modo un po’ asettico) su http://sloganelettorali.blogspot.com

    da Jack   - martedì, 11 marzo 2008 alle 00:25

  7. Sarebbe bello se al dibattito tra liberisti e neo-protezionisti si incuneasse qualcuno che si chiedesse perche’ l’economia del Veneto e’ diversa da quella della Calabria e cosa si puo’ fare per stimolare crescita e benessere.

    da Miti   - giovedì, 10 aprile 2008 alle 13:07

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