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Fisica: nelle liste del PD le donne si depositano sul fondo

Due professori di fisica del Mit di Boston, Walter Smith e Walter Brown, hanno rivelato gli sconcertanti risultati della loro scoperta, che presto verrà pubblicata su Science, la prestigiosa rivista. Secondo gli studi dei due scienziati, se si mette nelle liste del Pd una buona dose di candidature femminili, la maggior parte di esse tende a sedimentarsi sul fondo della lista, in posizioni dove per venire elette in Parlamento non basterebbe un miracolo. Le conclusioni della ricerca hanno destato scalpore. Alcuni fisici italiani fanno sapere dal loft del Circo Massimo che la cosa era ovvia e risaputa. In ogni caso, il fenomeno è tenuto sotto osservazione. "E’ vero – ha detto un candidato Premier che preferisce rimanere anonimo – presentare tante donne per eleggerne poche costa poco e ci fa fare bella figura"

14 commenti »

14 Commenti a “Fisica: nelle liste del PD le donne si depositano sul fondo”

  1. Ho lavorato per anni in un’associazione professionale di pubblicitari, settore in cui le donne sono la maggioranza. Ma nell’associazione le donne presenti sono sempre state meno del 30%, e nel consiglio direttivo meno del 10%. Perche’? Prima di tutto perche’ non si associano, e quando si associano restano qualche tempo e poi se ne vanno.

    http://www.adci.it/

    Inoltre le donne sono responsabili del 90% degli acquisti di beni di consumo. Potrebbero dominare l’economia. Ma non lo fanno.

    Le donne “si depositano sul fondo” per responsabilita’ anche degli uomini. Ma c’e’ una corresponsabilita’ e mancanza di consapevolezza anche da parte delle donne.

    da Gianni   - giovedì, 6 marzo 2008 alle 12:23

  2. eqquindi il peso specifico delle donne sarebbe maggiore rispetto a quello degli uomini?
    mela segno.

    da iggy   - giovedì, 6 marzo 2008 alle 13:13

  3. Dando un’occhiata alle liste avevo avuto anche io questa impressione, ma sono ignorante in fisica. Ora che è scientificamente provato mi sento meglio… cioè peggio.

    da Skoptes   - giovedì, 6 marzo 2008 alle 14:39

  4. @ iggy – e tanti saluti alla ormai anacronistica “piuma al vento” del famoso compositore milanese. :)
    a parte gli scherzi, sebbene lo si possa dire della propria moglie, penso che il peso specifico oggi sia uguale a quello dell’uomo ma che il problema dipenda dal diverso grado di stronzaggine che e’ sempre stato maggiore nell’uomo.
    E questo risponde anche alla inesattezza di Gianni sulla presunta incapacita’ di associarsi delle donne – ma te sei mai riuscito a entrare in un capannello di donne che chiaccherano tra di loro, senza essere gay? 😀

    da zioFa   - venerdì, 7 marzo 2008 alle 10:12

  5. Mah, forse il dibattito dovrebbe essere un po’ alto e fare un saltino. E nemmeno una donna. Male.

    da a.r.   - venerdì, 7 marzo 2008 alle 10:18

  6. evabbe’ a.r. ma te non puoi fare un articolo da scompisciarsi dal ridere e poi pretendere un dibattito serio, dai! certo se vogliamo metterla su quel piano, ti dico che anche io sono preoccupato da quello che vedo in giro, da come le donne di Milano e dintorni (delle altre non so molto) siano inerti e piu attente all’edonismo personale (ai c@zzi propri per dirla piatta) che ad associarsi in qualcosa di costruttivo e socialmente utile ma per stimolarle a commentare ci vuole qualcosa di un po piu’ ruvido di un commento satirico!

    da zioFa   - venerdì, 7 marzo 2008 alle 11:46

  7. ok – mi mostro: io sono una donna.
    Ho scelto apposta un nickname neutro per evitare, almeno sul web, di essere “giudicata” secondo stereotipo prima di aprire bocca. Preferisco essere considerata una persona, a prescindere dal sesso.

    Per questo non credo che la situazione politica e sociale delle donne sia colpa di un genere piuttosto che dell’altro: trovo una spiegazione nella cultura che ancora ci convince che certe cose non sono per noi femminuccie, e che convince i maschietti di valere di più (i miei amici sono terrorizzati dall’eventualità che le loro compagne guadagnino più di loro). La trovo anche nei meccanismi del lavoro che ci costringono materialmente a scegliere tra la famiglia e la carriera, facendoci sentire un peso se decidiamo di fare figli e meno donne se scegliamo il successo lavorativo.

    da Skoptes   - venerdì, 7 marzo 2008 alle 14:47

  8. Ma che vuoi che ne sappiamo noi Alessandro! Lo sai che per un parere autorevole in meteria di fisica devi interpellare la Carlucci!

    da Abesibé   - venerdì, 7 marzo 2008 alle 18:19

  9. Io non credo che ci sia una differenza di genere. Voglio dire abbiamo lo stesso encefalo. Certo fino a 100 anni fa le donne erano ignoranti e al massimo producevano figli e pulivano la casa (c’è ancora chi crede che le donne abbiano il gene della domestica, ma lasciamo perdere) In sintesi credo che sia una questione di tempo, nelle società più evolute la percentuale di donne è abbastanza alta, temo che l’Italia non sia tra queste.
    “per stimolarle a commentare ci vuole qualcosa di un po piu’ ruvido di un commento satirico!” ZioFa non credo di esser così sempliciotta
    “meno donne se scegliamo il successo lavorativo.”Skoptes io non mi sento meno donna perchè non ho figli e non credo che la mia domestica che di figli ne ha sette sia più “donna” di me
    La battuta delle donne che si depositano sul fondo è deliziosa!

    da Emmyfinegold   - venerdì, 7 marzo 2008 alle 20:40

  10. Io e mio fratello, maschietti, da piccoli giocavamo con i soldatini, il meccano e giochi simili. Mia sorella, femminuccia, si dilettava con le bambole, con la cucina… Il papà usciva di casa alla mattina presto e ritornava alla sera, spesso tardi, in cerca di risorse per la famiglia. La mamma rimaneva a casa a fare appunto la “casalinga”. In sostanza tutti seguivamo alla perfezione il concetto di famiglia che i nostri avi ci avevano tramandato. Le lotte economico/sociali erano finalizzate per lo più al miglioramento della situazione dell’intera famiglia e non limitate all’individuo. Io penso ancora oggi che i ruoli sociali dei generi siano sostanzialmente diversi, a differenza quindi dei diritti che devono ovviamente essere uguali per tutti. Se proprio non riuscissimo ad accettare questa realtà, potremmo rischiare di affondare sempre di più nel caos attuale che di moderno ed evoluto ha solo l’apparenza. I ruoli si capovolgono, le famiglie si sgretolano, i figli soffrono e noi alla fine della storia siamo sempre più soli. Fuori dal concetto di famiglia, invece il ruolo di tutti è sostanzialmente uguale nei doveri e nei diritti e come tale dovrebbe essere regolamentato. Alla fin fine si tratta quindi di scelte di vita, sia da parte dell’uomo che della donna. E’ impossibile ottenere la perfezione sociale pretendendo di tenere i piedi nelle staffe di entrambe le condizioni.

    da Vittorio Grondona   - sabato, 8 marzo 2008 alle 12:11

  11. Quindi le femmine devono badare alla casa e ai figli e i maschi lavorare. Se io femmina mi laureo mi specializzo ecc, dopo anni di studio devo buttare via tutto? Forse bisognerebbe rivedere il concetto di famiglia. Tutto questo mi sembra un po’ antiquato, la società si evolve, fortunatamente.

    da Emmyfinegold   - sabato, 8 marzo 2008 alle 15:58

  12. Gentile Emmyfinegold studiare fino a laurearsi non significa pretendere poi il diritto a qualcosa di più dalla vita rispetto ad altri che non hanno avuto la fortuna di andare avanti negli studi. Io credo che sia invece una stupenda opportunità, ancora riservata purtroppo solo ad alcuni, per emanciparsi culturalmente. Cosa di indubbio e concreto valore aggiunto anche in ambito familiare. Nessuno nega però la libertà di ciascuno di scegliere fra il successo personale e la famiglia. Mi creda è così anche per il maschio, non solo per la femmina. Mi dica lei come vede invece un buon concetto di famiglia moderna… Non credo che una donna madre si senta “evoluta” quando per carenze economiche e sociali si trovi costretta ad uscire di casa per andare a fare la schiava presso altre famiglie o per impiegarsi presso le imprese dovendo di conseguenza non solo trascurare la propria identità di madre e di moglie, ma ricorrere suo malgrado al parcheggio dei figli un po’ di qua ed un po’ di là arrabattandosi alla meglio in una società che di fatto non è in grado di assicurare nemmeno gli asili nido necessari. Io penso che questo non sia un concetto sano per una società serena. Si consoli, comunque, io non sono nella lista di alcun partito, quindi le mie balzane opinioni sono solo mie e si fermano lì.

    da Vittorio Grondona   - sabato, 8 marzo 2008 alle 17:15

  13. Quindi io mi laureo, mi specializza, ottengo un dottorato, poi vado a fare la casalinga e se mi va bene parlo con l’ortolano? Nemmeno io sono sulla lista di un partito.

    da Emmyfinegold   - domenica, 9 marzo 2008 alle 18:34

  14. Gentile Emmyfinegold le chiedo scusa per non essermi spiegato bene. Io sono infatti convintissimo che lei sia liberissima di laurearsi, di specializzarsi, di fare la sua carriera senza ostacoli maschilisti, di guadagnare secondo i suoi meriti effettivi senza discriminazioni di sorta, di non fare la casalinga se non vuole, di parlare con l’ortolano solo quelle volte che desideri autonomamente fare la spesa… Lotto, per quello che posso, perché appunto si arrivi a questo risultato sociale di libertà, di diritti, di parità incondizionata dei generi… IL mio discorso era limitato ad una modesta e personalissima opinione maturata attraverso una lunga esperienza di vita. Tutto qui.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 10 marzo 2008 alle 13:34

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