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apr 07

GQ UltimaPagina – Ma Dio con chi sta?

Non c’è dubbio che stiamo assistendo, in tutto il mondo, a un grande ritorno delle religioni, come si può facilmente appurare contando i cadaveri. E’ così che succede: quando si parla molto delle divinità, finisce quasi sempre che si sbudella qualcuno, certe volte all’ingrosso. Tutti dicono “Dio è con noi” mentre bombardano gli altri o si fanno esplodere in mezzo alla gente, il che è particolarmente sleale e, oltretutto, difficile da dimostrare. Dio è con noi!, urla il dirottatore. E persino le hostess più esperte hanno un sussulto: oh, cazzo, ma non era con noi? La confusione generata da questo spiacevole quiproquò finisce quasi sempre per ammazzare qualcuno.

La cosa si spiega in modo abbastanza semplice: il dirottatore e la hostess non stanno parlando dello stesso Dio, e questo complica ulteriormente le cose. La legge elettorale non è chiara, e anche fare le elezioni sarebbe un bel casino. Quindi la spinosa questione di quale sia il Dio maggioritario e con chi sta, viene lasciata alla volontà dei singoli, che nella loro serena analisi sull’argomento la affidano alle armi da fuoco.

Eppure l’uomo, alcune centinaia di millenni fa, ebbe due notevoli intuizioni.
La prima: esiste certamente un’intelligenza superiore.
La seconda: non sono io.
Questo sentimento così umano – il sentimento di sentirsi un perfetto coglione – lo indusse a immaginarsi qualcosa di meglio, a cercare intelligenze superiori. Si guardò in giro, ascoltò i suoi simili, valutò l’umanità circostante, e si disse sconsolato: però, sono dei bei coglioni anche loro! Dunque lavorò di fantasia e creò essere superiori e divini: finalmente qualcosa di perfetto, un Dio, la miglior invenzione dell’uomo insieme alla ruota, all’i-Pod e ci metterei pure il doppio bianco dei Beatles. Fatto questo, anche per distrarsi dall’immenso lavoro teorico, l’uomo cominciò a sbudellare chi si era immaginato un Dio diverso dal suo. Questo atteggiamento prova e dimostra l’assunto iniziale: è proprio un coglione.

Ma veniamo ai giorni nostri. Come tutti sapete lo scontro centrale è tra un ascetico barbuto che vive in montagna in una grotta e un petroliere che vive a Washington, alla Casa Bianca. Ognuno dei due è convinto di essere in missione per conto di Dio, e a pensarci bene questo è un ottimo argomento in mano agli atei. A sentire quel che si dice in certe moschee di Teheran è in certi supermarket evangelici americani, lo sbudellamento continuerà per un bel pezzo: persino gli atei pensano che se Dio si facesse vedere e li fulminasse tutti e due non sarebbe male. E’ possibile che se si applicassero a certi luoghi di culto le recenti leggi sulla violenza negli stadi la situazione potrebbe migliorare, ma come fa notare qualcuno quasi sempre la violenza avviene fuori dagli stadi, a Guantanamo, o nei mercati di Baghdad, e si ritorna daccapo.

Ma c’è un altro grosso problema che riguarda le religioni, cioè la fidelizzazione del cliente, il marketing e la conquista di nuovi mercati. Andare a sterminare i Maya e gli Aztechi, per esempio, si rivelò un’eccellente mossa per i devoti spagnoli. E che le religioni siano sempre a caccia di nuovi clienti non è certo un mistero, te ne accorgi quando vieni importunato dal tizio di Scientology.
In ogni caso il problema pare irrisolvibile: nonostante portino tanti problemi e creino spesso intralcio al traffico urbano, le religioni sono in grande spolvero e si assiste a un massiccio ritorno della fede. Questo è pure giusto: l’uomo ha sicuramente bisogno di qualcuno di Superiore e Infallibile. E si capisce: chi non vorrebbe credere a qualcosa di più intelligente – o come minimo meno scemo – dell’uomo?

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