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nov 06

GQ UltimaPagina – Mr Bin is a rockstar

Del mito si sono occupati in tanti, tipo Nietzche, Freud, gli 883. E questo perché la creazione del mito è una faccenda piuttosto affascinante.
Prendete mister Bin, per esempio.
A parte uno o due degli Oasis e magari quelli vecchi e maialissimi di Prince, non è che amo i videoclip. Però non me ne perdo uno di mister Bin, rockstar maledetta, Marilyn Manson gli fa una pippa.

Anche se ha il mitra invece del cestino di vimini, sembra in tutto e per tutto mia nonna che va a funghi sulla Presolana. Sempre peraltro seguito da una badante vestita come lui, con la mitraglia e gli occhi vigili. Provate voi ad avere gli occhi vigili abitando tutto l’anno in una grotta delle montagne pakistane.
Sono videoclip ben costruiti, arricchiti da quella speciale mitologia delle star che fa impazzire i biografi. Questo video è di due anni fa. Ma no, è di ieri. Ma no, lo ha fatto durante il tour di Kunar, in Afghanistan, c’era al Zarqawi al basso, ecc. ecc. Roba da filologi. Ieri è uscito un video inedito del 2000. Delirio tra i fans, così si crea un mito, no?

A guardare i video nessuno direbbe che quello lì è uno che può cambiare il mondo, ma questo si diceva anche di Elvis, e poi hai visto com’è andata.

Ora si discute se è morto, se è vivo, se è vivo ma ancora per poco, cioè quasi-morto. Ed è un altro tassello del mito. Come succede con le rockstar, preparatevi a una grandinata di inediti: se è morto gli eredi svuoteranno i cassetti e pubblicheranno tutto, come sapete anche Hendrix ha fatto più dischi da morto che da vivo.
E del resto, se Jim Morrison fa il barista a Parigi, chissenefrega se mister Bin è morto e sepolto, quel che conta nel rock è la leggenda. E gli affari.

Mi chiedo come mai gente che si intende di divi e di star system, abbia sbagliato tutto con mister Bin. Capisco che in una sparatoria può scapparci il morto, ma più di centomila morti senza beccare il cattivo, beh, sembra esagerato. Si finisce per creare un mito, specie tra quelli con la casa bombardata. E se crei un mito poi devi fare le magliette e il merchandising, i cappellini, e se il mito diventa troppo grosso pure il parco tematico OsamaWorld.
Se gli spari, al mito, peggio mi sento, diventa un’icona pop come la faccia del Che, che ancora gli eredi litigano sui diritti della foto, e tutti si mettono la t-shirt e i tifosi del Livorno c’hanno pure il bandierone.

E’ un problema: l’ultimo mito del rock’n’roll pedinato dall’Fbi e dalla Cia era Lennon, e guardate com’è andata a finire. E dire che Lennon non lo potevi ancora mettere nell’i-pod, mentre i video di mister Bin sì, sempre con la badante con la mitraglia.
Cosa cazzo si diranno lassù sulle montagne come Heidi?

Forse parlano di marketing, come tutti. Questo video solo per il mercato Giapponese. Questo lo mettiamo in cofanetto limited edition. Quest’altro lo spariamo sul web e vedrai che Cnn fa uno speciale. Ecco, diventa gestione ordinaria. E’ così che i miti scompaiono: banale gestione dell’immagine e riunioni con l’ufficio stampa. Il mito diventa rito, e pure trito.
Mister Bin ha rotto le palle, diranno tutti.
Cioè, speriamo.

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