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nov 17

Lo stilnovo renzista (erede dello stilvecchio veltronico) ha rotto

Fatto151117Qui non si parla di politica. Si parla di parole, di un certo modo di metterle in fila, cioè, insomma, in soldoni, di stile e di retorica, e quindi va bene, mi arrendo: si parla di politica.

Mentre infuriano (mah!) la polemica e la discussione su quel che ha detto Renzi alla direzione del suo partito, sulle presunte aperture a sinistra, sulle presunte strategie, sulle presunte medaglie che lui crede di meritarsi e gli altri non gli appuntano al petto, una sola cosa ha fatto fare il salto sulla sedia. Si tratta di una frasetta innocente, quella sul “futuro che è una pagina bianca”, balzata fuori dal contesto come un pupazzo a molla.  Da anni siamo abituati a questo florilegio di frasette, sospiri para-poetici, baricchismi, costruzioni retoriche da diario delle medie, quindi nessuna sorpresa. Anzi sì, invece, molta sorpresa che ancora non si sia capito, nel bunker del Nazareno, quanta irritazione suscitino nell’ascoltatore. Si tratta di un fastidio fisico, come un prurito improvviso, dovuto a una ormai conclamata crisi di rigetto. Naturalmente si è scritto molto sulla poetica renziana, interi trattati e antologie, collezioni e faldoni pieni di esempi del ben noto stile. E si badi bene che non è invenzione nuova: lo stilnovo renzista si congiunge abbastanza bene allo stilvecchio veltronico, quello di “Il dolore non è un ciao”, ermetismo lisergico.

Dunque siamo nella tradizione letteraria (e politica, che è peggio) del nullismo, una corrente quasi pittorica, che sistema con due pennellate spesse e coprenti i difetti del disegno e gli errori di prospettiva: la riforma ci è venuta uno schifo, vabbé, diamogli una pennellata con qualche frasetta cretina. Qualcosa che potrebbe andare bene come claim pubblicitario per un’auto ibrida, o per un telefono nuovo, tipo “Il futuro è qui”, o “Apriamo le porte al futuro”. E questo da anni. Così può capitare (è capitato) che un italiano di quelli che escono (?) da dieci anni di crisi con le ossa rotte e le poche certezze frantumate, meno diritti, meno prospettive, si senta dire da chi lo governava e pretende di governarlo ancora amenità come: “la bellezza è la chiave di lettura dei prossimi anni”.

Poi ditemi che non fa incazzare.

Silvio Berlusconi, uno che se ne intende, è stato oltre vent’anni sulla scena politica ripetendo ogni giorno che lui non era un politico. La stucchevole retorica progressista della frasetta a effetto cerca di fare subdolamente la stessa cosa: sì, siamo costretti, ahinoi, a fare la politica spicciola (sbuffando), ma quello che ci interessa sono i grandi temi dell’umanità. Così si impastano strambi intrecci semantici con le parole “speranza”, “futuro”, “bellezza”, “riparte”, “avanti”, sempre uguali e sempre strampalati nella costruzione. Scemenze, insomma, che subito partono come il tam tam delle tribù del Borneo, rilanciati da colonnelli e marescialli, giù giù fino alla truppa. Pessima letteratura in pillole per non-lettori diffusa (o derisa, fa lo stesso) come una filodiffusione in sottofondo, quasi non udibile, ma pervasiva, come la musica che si sente negli ascensori, o prima del decollo in aereo: tranquillizza, e non vuol dire niente.

Il fastidio del cittadino (di destra, sinistra, centro, populista, sinistra bersaniana, incazzato generico ascendente cinquestelle, e tutti gli altri)  è ormai palpabile, accompagnato dalla netta sensazione di essere preso per il culo. Ogni azione ha la sua poetica e le parole per dirlo, ma stupisce come le piccole elegie tascabili del renzismo siano tramontate in fretta, passate di moda, si siano logorate e abbiamo mostrato la loro sublime inconsistenza, insieme alle politiche di chi le declama. Il fallimento delle cose e il fallimento delle parole sono un po’ la stessa cosa. Lo sapevamo già, ma al poeta del Nazareno piace ripeterlo all’infinito.

21 commenti »

21 Commenti a “Lo stilnovo renzista (erede dello stilvecchio veltronico) ha rotto”

  1. Aperture a sx? Con il filiforme ex di tutto a tirare i fili? Maddechè?

    L’ho sempre considerato un imbonitore di fuffa,direi che negli anni ho avuto le conferme del caso.

    Chi si fa ancora affabulare peggio per lui,quei pochi che non hanno interessi con un tizio del genere…

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 15 novembre 2017 alle 10:11

  2. Mìiii, se fa incazzare!? Comunque io trovo che il maestro di tutti questi fuffaroli sia uno che nel 2002 ipotizzò il rilancio della Fiat associandola al marchio Ferrari(la Tipo-Ferrari).Credo che però bisognerebbe cominciare a trattarli da quello che sono. Dei poveracci il cui unico modello di comportamento è stato dettato dalle televisioni berlusconiane e che non sono riusciti, perché culturalmente carenti, ad emanciparsi dal modello Drive-in. Credo che a chiedergli l’enunciazione di uno straccio di ideologia, si rischi di vedergli uscire il fumo dalle orecchie…..

    da Eparrei   - mercoledì, 15 novembre 2017 alle 11:51

  3. la riforma ci è venuta uno schifo, vabbé, diamogli una pennellata con qualche frasetta cretina

    DIAMOLE (alla riforma che è femminile)! Per il resto, concordo su tutto.

    da alice brun   - mercoledì, 15 novembre 2017 alle 12:37

  4. @Robecchi
    Il tuo pubblico ti loderebbe anche se gli faresti,ad ognuno e in privato,un rutto in pieno viso!
    Basta vedere come sublimano ogni tuo afflato letterario come se derivato da un Dickens ante litteram,ma anacronistico per il suo tempo.

    da Orlo   - mercoledì, 15 novembre 2017 alle 15:46

  5. “Ti loderebbe anche se faresti”. Molto bene, direi che per fare critica letteraria devi applicarti ancora un po’, ma è un inizio…

    da Alessandro   - mercoledì, 15 novembre 2017 alle 15:49

  6. In verita’ il punto cruciale e’ un altro. Se Robecchi ritiene che la politica va misurata col metro dei fatti e non con quello delle parole – cosa sulla quale tutti concordiamo – perché’ Robecchi continua a misurare la politica col metro delle parole invece che con quello dei fatti?

    da egidio scrimieri   - mercoledì, 15 novembre 2017 alle 16:04

  7. Sì, vero però…

    Però potrebbe esserci una terza via: l’aver aderito al nuovo partito di Gene Gnocchi, convinto con la promessa di un posto di assoluto rilievo nel suo prossimo consiglio dei ministri…

    A questo punto il nullismo diventerebbe a tutti gli effetti coerente ed efficace strategia politica del “Nulla”, un partito che, considerato l’attuale sconcertante panorama, potrebbe essere la vera sorpresa alle elezioni 2018! ;-D

    da degiom   - mercoledì, 15 novembre 2017 alle 16:30

  8. @Robecchi
    Di solito scrivo senza rivisitare il vergato.
    Ti ringrazio di avermi redarguito,ma se si entra nel loop linguistico per sminuire una critica vuol dire che la stessa ha le gambe.
    Anche se la mia nn era una critica ma una satirica presa per il culo.

    da Orlo   - mercoledì, 15 novembre 2017 alle 17:24

  9. Ma non si tratta di sminuire una critica, sa? E’ che se uno mi parla di “afflato letterario” e di “lettori che sublimano” e poi scrive “Ti loderebbe anche se faresti”, tendo a ridere. Dopotutto se uno mi facesse appunti e critiche sulla matematica e poi sbagliasse due più due, riderei uguale. Si riposi, ne ha bisogno

    da Alessandro   - mercoledì, 15 novembre 2017 alle 17:27

  10. Mha, dire che con Renzi abbiamo meno diritti è una balla (non sto a fare la lista delle leggi fatte) che fà barcollare la noiosa e banale anlisi che sà molto di tappo, letta sull’organoi uffuiciale degli alter ego.

    da Fabio   - mercoledì, 15 novembre 2017 alle 17:51

  11. Ha ragione, dire che avevamo un diritto come l’articolo 18 e oggi non ce l’abbiamo più sa (senza accento) di tappo. Ma… un consiglio: dire che chi non approva Renzi è grillino è una stupidaggine grossa… e oltretutto rischia di far pensare che i grillini siano tantissimi.. comunque, se questa è la sua linea… sarò rispettosissimo: ognuno va a schiantarsi come sa e come può… auguri

    da Alessandro   - mercoledì, 15 novembre 2017 alle 18:15

  12. @Robecchi
    Credo che tu nn sei in grado di riconoscere nulla che vada oltre alle tue presunte prese di posizione.
    Può darsi che una cattedra di patafisica della metafisica applicata alla distrazione del metatarso,ti avrebbe reso più utile al Mondo,ma tu credi di essere più appropiato nel tuo attuale ruolo sociale.
    Credo che anche da un punto di vista economico,tu abbia ragione.
    Come vedi mi assoggetto alla tua indubbia supremazia intellettiva e ne faccio una satirica presa per il culo.

    da Orlo   - mercoledì, 15 novembre 2017 alle 19:26

  13. Sì, va bene, solo due cose. La prima: accetto critiche sensate, se sono dettate solo dall’accecamento per Matteo… mah… La seconda: se è davvero satira fa ridere e non c’ bisogno di scriverlo. Comunque io sono piuttosto liberal su queste cose. Se ti piacciono le frasete tipo “Il futuro è una pagina bianca”, che posso dire, mi spiace per te

    da Alessandro   - mercoledì, 15 novembre 2017 alle 19:57

  14. @Robecchi
    Estrapolare dal contensto è,purtroppo,una pratica sdoganata dalla Gialappa’s.
    Credo che da cotale contesto il Travaglio abbia riconosciuto la strada che gli avrebbe assicurato un futuro.
    L’attacco alla persona per sue mancanze fisiche,intellettive o intellettuale ha segnato il passo nello sviluppo dell’Italia.
    Oramai si guarda di più alla purezza del declamo e pochissima attenzione al declamo stesso.
    Fruttero & Lucentini(nel 1980),insieme a l’antesignaano Italo Calvino(autoespulso da un pci che espelleva Giolitti)esplicarono molto bene le iperboli burocratiche del nostro odierno.

    da Orlo   - giovedì, 16 novembre 2017 alle 13:42

  15. No, davvero, ancora siamo qua a dare corda ai soliti due spiritelli dei boschi (o Boschi) scandinavi?
    Restando al punto, la retorica pret a parler per riempire di vuoto il nulla è tipica di chi comincia davvero a sentirsi gettone tra gli IPhone, e non riesce proprio a farsi una ragione che il futuro sará senza di lui…
    Spiace che ad approfittarne saranno quelli che tanto scempio hanno sempre teorizzato ma mai nemmeno hanno osato mettere in pratica; si troveranno il lavoro fatto senza essersi nemmeno sporcati le mani.

    da Gian Maria   - giovedì, 16 novembre 2017 alle 15:22

  16. Robecchi, cosa aggiungere alla perfetta condivisione dei tuoi enunciati? Ti prego continua così e se fonderai una nuova religione ti prego di dirmi dove celebrerai i tuoi riti. Morte ai nazisti dell’ Illinois!!!!

    da Rosario   - venerdì, 17 novembre 2017 alle 14:33

  17. Caro Robecchi non ti curar dei renzisti (sic), sono gli ultimi giapponesi.

    da Alessandro Regazzetti   - martedì, 21 novembre 2017 alle 12:15

  18. Buongiorno Alessandro
    Buongiorno gentili commentatori

    Da lui ripreso (giustamente) in precedente post per l’eccessiva confidenza che mi sono concesso nella replica …

    Nel chiedere umilmente scusa al Sig. Del Baratro, mi permetto altresi’ di fargli notare come, nel suo intervento (numero 12), per la serie “il congiuntivo, questo sconosciuto”, abbia ciccato per l’ennesima volta il modo verbale:

    “credo che tu non SIA in grado”…

    Guardandomi bene dall’esprimere giudizi in merito alle sue “satiriche prese per il culo”, mi permetto però di consigliarle una rispolverata (e temo ce ne sia tanta, di polvere da levare) alla grammatica italiana… ;-D

    Mi stia bene, egregio.

    da degiom   - martedì, 21 novembre 2017 alle 12:50

  19. Il @De Giom appare inadatto alla discussione in cui,invece il @Robecchi ha appreso.

    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Congiuntivo

    da Orlo   - martedì, 21 novembre 2017 alle 14:21

  20. Ringraziandola per l’utile link (anche se son certo vi siano siti più adeguati di wikipedia per l’apprendimento della grammatica italiana)…

    Mi duole farle notare egregio sig .Del Baratro, come non sia stato neppure in grado di memorizzarne correttamente le regole: l’utilizzo equivalente di indicativo e congiuntivo vale esclusivamente per le “interrogative indirette”…
    E non il caso da lei utilizzato.
    Ritenti: (forse) sarà più fortunato

    da degiom   - martedì, 21 novembre 2017 alle 16:29

  21. Io escludo il congiuntivo,vista la sua inutilità,a mio piacimento.
    Caro @De Giom,hai da proporre argomentazioni da rendere fattibili all’umanità oppure sei un’ispettore della Crusca?…che dovrebbe reggere il suo stipendio sulla neo lingua?

    da Orlo   - martedì, 21 novembre 2017 alle 20:27

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