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Governo #cambiaverso. Basta disastri, è giunto il tempo delle promesse

fatto150916Con tutto il rispetto per i film del filone catastrofico – astronavi aliene, meteoriti giganti, onde anomale, glaciazioni – bisognerebbe avere più rispetto per le profezie di sventura. Un po’ perché i disastri sono una cosa seria, e un po’ per scaramanzia, perché disseminare paranoia a volte equivale a chiamarsela. In più, c’è un altro elemento notevole: se invochi il disastro, l’Apocalisse, “il nulla”, come disse Napolitano in una famosa intervista, poi è difficile tornare indietro e rassicurare la gente, è come dire “abbiamo scherzato”, non rassicura nessuno e ti fa sembrare fesso.

Urge correre ai ripari, correggere la rotta. Il bastone non ha funzionato, amici! Avanti con la carota! Naturalmente non è mai agevole passare dall’annuncio della fine del mondo al “tranquilli, non cambia niente”, e così si pensa che basti sostituire il terrore con la lusinga, la minaccia con la promessa.

Pronti? Via! Ecco il ministro Padoan, maestro di bipolarismo (“Rivediamo al ribasso le stime del Pil, ma l’economia cresce”, bizzarro, eh!), che dice che il Sì ci farà risparmiare qualcosa: bello, si passa dalle piaghe d’Egitto al porcellino salvadanaio. Ed ecco il soccorso dell’amico americano: l’ambasciatore John Phillips convinto che con il Sì gli investitori internazionali arriverebbero a frotte, come dire che la Costituzione non si fa per i cittadini, ma per le aziende, una specie di trailer dello spottone di Renzi alla Casa Bianca, in ottobre, prima del voto.

Risultato: il “disastrismo”, il “o questo o la morte”, il “o me o il nulla cosmico” è archiviato, e ora va di moda la roboante promessa. Insomma, basta, piantiamola col filone catastrofista. Al posto di minacciare sventure si passa a promettere meraviglie.

Non è una cosa nuova, anzi. Ci dissero che permettere agli imprenditori di licenziare i lavoratori senza smenarci troppo sarebbe stato il miracoloso toccasana dell’economia. Risultato: il Jobs act ci ha fatto spendere molti miliardi, i risultati – per quanto decantati – sono assai mediocri, e in compenso si scopre che rendere più facile licenziare aumenta i licenziamenti (chi l’avrebbe detto, eh!). Oppure, così per farsi due risate, si possono rileggere gli studi rilasciati da Confindustria, Bocconi e altri buontemponi su quello che l’Expo ci avrebbe portato in dote. Pil alle stelle, gettito fiscale moltiplicato dal rilancio dell’economia, posti di lavoro a centinaia di migliaia grazie al fantastico volano… Bene, i dati del Pil fermo al palo dicono che lo straordinario indotto di Expo non si è proprio visto: la carota era finta.

Il fatto è che questo oscillare tra la minaccia della disgrazia definitiva (“il nulla”, che meraviglia!) e la promessa dell’Eldorado, rende il tutto ancora più ridicolo, pasticciato e poco credibile.

Ora la palla passa al famigerato Italicum. La legge elettorale perfetta, grandiosa, intoccabile, che tutto il mondo ci invidiava e ci avrebbe prontamente copiato (una carota gigantesca), all’improvviso non piace più nemmeno a quelli che ci hanno messo sopra (e votato) la fiducia. Fino al micidiale paradosso che ora quelli che l’hanno scritto e imposto (o lo votate o cade il governo, con conseguente Apocalisse, ovvio) sperano che la Consulta glielo azzoppi. Dunque si procede così, per contrari estremi: o il paradiso e la Morte Nera, o il trionfo o il disastro, o la medaglia d’oro o l’eliminazione vergognosa.

E’ che fare il profeta è un lavoro difficile, e se in più correggi le profezie ogni dieci minuti, le adatti agli umori, le modifichi a seconda delle esigenze contingenti, delle tattiche, delle paturnie, chi ti crede più? Attenti! Arriveranno dieci terribili piaghe. Ah, no, scusate, otto. No, sei. No, niente piaghe. Però vinceremo all’Enalotto. Fu così che il popolo si volse a guardare il profeta. E si fece la sua risata.

10 commenti »

10 Commenti a “Governo #cambiaverso. Basta disastri, è giunto il tempo delle promesse”

  1. Eri un bravo giornalista di sinistra, ma a frequentare semifasci come travaglio, o meretrici in vendita come padellaro, sei diventato qualcosa tra il qualunquista ed il reazionario. Sono per il “NO” (sebbene in pessima compagnia come il fascista assassino grillo e il pregiudicato piduista berlosconi) ma non mi sei piaciuto. Pazienza, volterò pagina

    da Ivan   - giovedì, 15 settembre 2016 alle 10:08

  2. Grazie per il commento equilibrato. Sì, hai ragione, pazienza. Adieu

    da Alessandro   - giovedì, 15 settembre 2016 alle 10:13

  3. Embe’,speriamo che Alessandro si riprenda dalla feroce accusa…

    Come potra’ notare ci sono ancora reminiscenze su come fronteggiare i simpatizzanti del NO,tramite i bastoni sguinzagliati sul web ovunque,il commento sopra e’ ancora fermo a cosa affermo’ la madonnina alcuni mesi fa.

    Da qualche parte ho letto che ci sarebbe anche un altro effetto,quello del congelamento della Sindaca capitolina,nel cercare un po’ di pace l’idea di congelare il no alla candidatura delle Olimpiadi 2024,potrebbe consentirgli una discreta tregua,come possiamo definire il tutto,un bastone-carota congelati?

    Che delizioso paese e’il nostro.vero?

    da Ivo Serentha   - giovedì, 15 settembre 2016 alle 12:03

  4. Non sarò mai così drastico verso di te, ci possono essere alti e bassi, e chi non ha. In questo frangente mi accorgo che a volte viaggiare in metrò, ascoltare la gente al bar ci può sempre insegnare qualcosa. Premetto, non andrò a votare per il referendum, se il sì non mi attira, nonostante il futuro Eldorado, il no non ha consisnteza, parliamo dell più bella costituzione del momendo preso il culo nella maniera più feroce? la stessa che ha permesso l’abolizione dell’articolo 18? dell’esistenza del MSI? mi spiace non mi interessa, facciano come vogliono, non in nome mio.
    Ascoltando in giro sento crescere la voglia di sì, non dai miei amici impegnati, non dai convinti, ma dal popolino, quello che fa la differenza, lo scenario in caso di vittoria del si è angosciante un’altro governo Renzi, poi due governi Boschi, poi dovrei essere morto e non vedrò il seguito.

    da Marco   - giovedì, 15 settembre 2016 alle 12:42

  5. Il governo Renzi si concluderà con un’enorme perdita di soldi e di tempo. Per il prossimo l’annuncio è già pronto: “Aaa cercasi presidente del consiglio. Astenersi perditempo, Renzi ed affini”.

    da Eparrei   - venerdì, 16 settembre 2016 alle 10:12

  6. OT come al solito, camion deviato da un sasso.

    da david   - venerdì, 16 settembre 2016 alle 11:13

  7. (…) “Allora la Volpe iniziò il proprio discorso dicendo che se andava al campo dei miracoli i suoi 5 zecchini diventavano improvvisamente 100 1000 o anche 2000. Pinocchio doveva solo piantare gli zecchini e sarebbe successa la magia. Infine dal modo di parlare e dal modo di convincere, l’astuzia della Volpe vinse sulla volontà di Pinocchio.”(…)(da “Pinocchio” di Collodi)

    da Vittorio Grondona   - sabato, 17 settembre 2016 alle 10:01

  8. Bravissimo Vittorio! I Pinocchio moderni, quelli con la testa al titanio i muscoli gonfiati e l’iPhone impiantato fisso davanti agli occhi, ormai sono resistenti a qualsiasi forma di discorso politico. Chi vuole vendersi ricorre a dosi sempre più massicce di retorica pubblicitaria, possibilmente in chiave sportiva. Da antologia la trovata della signora Merkel sui rifugiati “Wir werden es schaffen!” … Per lei e la sua squadra dopo questa promessa il disastro è in Corso …

    da Marco da Zurigo   - sabato, 17 settembre 2016 alle 12:01

  9. “lo scenario in caso di vittoria del sì è angosciante”, quindi al referendum non voto, “non in nome mio”. Bravo Marco, un genio!

    da Candido Morandini   - domenica, 18 settembre 2016 alle 16:25

  10. Non votare significa affidarsi alle opinioni altrui. Non mi pare questa una bella pensata.
    Fra si è no non è poi tanto difficile scegliere. Basterebbe infor9marsi un po’, magari fuori dalle TV e dai giornali.
    Ho sempre temuto di trrovarmi nella percentuale dei non so. Io penso che in ogni caso sia meglio sbagliarsi in buona fefe per poi impegnarsi a rimediare alla prima occasione.

    da Vittorio Grondona   - domenica, 18 settembre 2016 alle 21:57

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