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ago 21

I cantori dell’Afghanistan adesso vanno confinati nel disprezzo eterno

PIOVONOPIETREEro tentato di scrivere al direttore per chiedergli – invece dello spazio di questa rubrichina – una pagina, o due, o tre, per elencare tutti gli insulti ricevuti negli anni da quelli, come me e molti altri, che alla guerra in Afghanistan (e in Iraq) sono sempre stati contrari. Utopisti, imbelli, amici dei talebani (qualche imbecille col botto lo ha detto anche ieri), comprese insolenze di stampo fascista (malpancisti, panciafichisti), più analisi geopolitiche dei puffi, più rapporti amorosi (ed economici) con la Cia e il Pentagono, più le accuse di tradimento dell’Occidente. Insomma, mi limito a questa minuscola sintesi delle infamie ricevute per vent’anni. Anche ieri, su Repubblica, Francesco Merlo ci ricordava che “il pacifismo assoluto è un’utopia infantile e qualche volta pericolosa”, ed ecco sistemato anche Gino Strada (ciao, Gino).

Siamo abituati agli insulti, anche se alcuni – recentissimi, di ieri – suonano davvero intollerabili (ah, sei contento che gli americani si ritirano! E le donne? E i bambini? Sei come i talebani!), argomenti di poveri disperati che preferiscono fare la figura dei coglioni piuttosto che ammettere un errore politico durato due decenni.

Paradossalmente, la vergogna non riguarda solo una guerra criminale e sbagliata, ma anche il suo grottesco epilogo. Speravano, tutti gli “armiamoci e partite”, che l’esercito del governo fantoccio resistesse almeno tre mesi. Cioè: fatevi sbudellare per permetterci di scappare con più agio. La risposta – comprensibile – è stata “col cazzo”, e mentre i militari da noi così efficacemente addestrati (ahah, ndr) si arrendevano, i loro capi, da noi così generosamente coperti di soldi, scappavano oltre confine, e chi s’è visto s’è visto.

Avendo letto qualche libro di storia, avevamo imparato che chi perde una guerra viene sostituito, cacciato, sommerso dal disprezzo, insomma, il famoso “vae victis”, guai ai vinti. E invece no. Perché i cantori della guerra persa non hanno perso per niente. Ne escono vittoriosi, più ricchi e più grassi – insieme ai feroci talebani – anche tutti gli apparati militari occidentali, che per vent’anni sono stati ricoperti d’oro per sostenere il più grande affare del mondo: la guerra al terrorismo. Tremila miliardi di dollari, è costato tutto questo scempio di vite, per lo più intascati da contractors privati, produttori di bombe, lobbisti delle armi, consulenti strategici, Pentagono, servizi segreti. Con tremila miliardi di dollari, in vent’anni, si potevano consegnare ad ogni afghano centomila dollari in contanti, trasformando quel paese in una specie di Svizzera o Lussemburgo. Invece i soldi sono passati da una tasca all’altra degli invasori – una partita di giro – e per gli afghani bombe e terrore. I “signori della guerra” (cfr, Bob Dylan, 1963) siedono a Washington e nelle cancellerie occidentali, nei giornali che hanno insultato per vent’anni (e continuano tutt’ora) i pacifisti, nelle lobby degli armamenti, tra tutti i parlamentari che per vent’anni hanno finanziato e rifinanziato le missioni armate all’estero chiamandole “missioni di pace” e “umanitarie”, e si è visto. Non si farà fatica a ricordare nomi e cognomi, da Bush a Blair giù giù fino ai pensosi corsivi di oggi che ci spiegano, in clamorosa malafede, che la guerra era giusta, peccato per come è finita. Ecco, segnarsi i nomi, almeno quello, in modo da non votarli mai più, non leggerli mai più, da confinarli nel disprezzo eterno. Non sarà un risarcimento, ma almeno un piccolo esercizio di dignità personale.

12 commenti »

12 Commenti a “I cantori dell’Afghanistan adesso vanno confinati nel disprezzo eterno”

  1. Analisi perfetta, come appasionato di storia aggiungo che solo Alessandro, il suo omonimo ma gratificato di “Grande” quando arrivò in Afghanistan vista la situazione disse, più o meno “Cavoli loro” e se ne andò. Purtroppo tutte le lezioni vanno in fumo, quanto manca già oggi Gino Strada, la guerra è sempre un errore peccato che gli errori poi li pagano sempre i più deboli, pensare che un paese corrotto, come l’Afghanistan potesse reggere era una pura utopia. Oggi non è più possibile “occupare territori” se la gente del posto non ti vuole, era la lezione di Gorbaciov, ma l’Occidente aveva vinto e quindi nessuno ha ascolatato e, ovviamente, imparato. Grazie

    da Marco   - mercoledì, 18 agosto 2021 alle 09:48

  2. Inizio con la presa di posizione della Merkel, l’unica figura di rilievo occidentale che senza mezzi termini ha ammesso il fallimento totale, senza se e senza ma, tutti gli altri a nascondersi dietro a un dito, amplificando la vergogna che non provano.

    Con le facce come il posteriore con cui lei ha iniziato, dopo vent’anni di insulti e le accuse d’essere amici dei terroristi, lasci perdere, ritengo che sia una mission impossible, girano la frittata in un nanosecondo, fanno molto comodo ai lobbisti delle armi, gli unici ad aver vinto arricchendosi a dismisura sulla pelle della vittime e sulle macerie.
    Dopo il Vietnam, l’Iraq, ora l’Afghanistan, tra qualche tempo la produzioni di armi vorrà avere nuovamente il suo sfogo.

    Termino con il ricordo a Gino Strada, i suoi ospedali in Afghanistan e dovunque gli esportatori di democrazia fanno solo danni, sono l’unica realtà di cui rimanerne fieri.

    Grazie Gino!

    da Ivo Serentha   - mercoledì, 18 agosto 2021 alle 10:29

  3. Non votarli più è un pò difficile. A parte i 2 di Rifondazione (ancora perculati oggi dopo 3 lustri dai fatti) TUTTI hanno rifinanziato la guerra in Afghanistan.

    da Alessandro   - mercoledì, 18 agosto 2021 alle 10:50

  4. Il più lucido e libero intellettuale italiano. Complimenti.

    da Marco   - mercoledì, 18 agosto 2021 alle 10:51

  5. Bravo Alessandro!Sono d’accordo su tutto quello che dici.Ricorderemo sempre Gino Strada e le sue parole.

    da Simonetta Ciampi   - mercoledì, 18 agosto 2021 alle 12:27

  6. Grazie.

    da Massimo   - mercoledì, 18 agosto 2021 alle 14:25

  7. Grazie e non mollare mai!

    da Gianni Cancellieri   - mercoledì, 18 agosto 2021 alle 14:54

  8. Ora giustificano 20 anni di guerra con l’emancipazione della donna afgana, quando nello stesso tempo appoggiano da sempre i sauditi, le cui donne sono trattate peggio dell’ultima ruota del carro.

    da Sergio   - mercoledì, 18 agosto 2021 alle 15:18

  9. Mi piacciono moltissimo “i pensosi corsivi” : mi sembra di vederli i nostri corsivisti, convinti di essere detentori della verità rivelata, sempre gli stessi da decenni, accidenti a loro, pagati un sacco di soldi per sparare cazzate a raffica sui giornali e invitati in TV a ripeterle sollevando le sopracciglia e sorridendo sarcastici se qualcuno tenta di contestarli. Io non guardo più i telegiornali, ascolto R.P. , leggo il Manifesto e il Fatto. Mi resta il problema del voto, non votare non posso, ma onestamente al pensiero mi sento male.

    da Liliana   - mercoledì, 18 agosto 2021 alle 18:54

  10. Ottimo articolo, grazie. La Repubblica con i suoi giornalisti non si smentisce mai. Gino Strada ha messo in pratica i suoi ideali, ma questi uccellacci alla Merlo che vuoi che ne sappiano degli ideali.

    da Rosanna   - giovedì, 19 agosto 2021 alle 19:39

  11. Giustissimo tutto, cazzo.

    da Jacopo   - sabato, 21 agosto 2021 alle 10:17

  12. Sono fuori tema , ma non riesco ancora a capire, da molti anni, perchè le massime cariche dello Stato e importanti personaggi, tipo il capo di Confindustria , siano sempre ben presenti al meeting di CL a Rimini . Associazione privata , lobby della politica di destra e di potere. Forse qualche legame con i cantori dell’Afghanistan c’è (?).

    da giacomo   - domenica, 22 agosto 2021 alle 12:36

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