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Poveri cristi vade retro: respinti pure dalle spiagge

Fatto260717Scene di lotta di classe estiva nel ponente ligure, sequestri di borse frigorifere, pullman fermati ai caselli autostradali, inferrate e cancelli a proteggere le spiagge libere, che sono ormai francobolli di sabbia incollati tra miglia e miglia e miglia di spiagge private. L’emergenza, come al solito, sono i migranti, ma non quelli dei barconi che attraversano il mare, no, i migranti economici che da Milano, partono su torpedoni della speranza, dieci, venti euro il biglietto, con la folle ambizione di andare al mare almeno un giorno, una domenica, e spendere poco. A leggere le cronache estive della settima potenza mondiale, la battaglia è solo all’inizio e si tratta di fronteggiare con vigili, carabinieri, vigilantes privati, ordinanze e divieti, l’orda dei poveri spinti dall’invidia sociale e da un’assurda ambizione: fare il bagno.

Ora si sa che “poveri” è parola scomoda e respingente. Va bene per le statistiche e i titoli che li danno in forte aumento, ma poi quando arriva il povero in carne, ossa e infradito, che si porta la sua birra e il suo panino per stare qualche ora spiaggiato come tutti gli altri, come i non poveri, la cosa appare intollerabile. A Laigueglia, per dirne una, chiudono la spiaggia libera alle otto di sera, in modo da impedire che i poveri in arrivo dalle città sistemino gli asciugamani prima che sorga il sole, per prendere posto. Si provvede alacremente al sequestro di ombrelloni portati da casa (“materiale ingombrante”), borse frigorifere, vettovaglie. Il tutto ai limiti dei pochi granelli di sabbia disponibili per il popolo migrante. Sudamericani, filippini, qualche italiano, molte famiglie, e quindi bambini, nonni, zie insensibili alle sublimi lezioni del giornali sulla prova costume, o sul galateo da spiaggia. E così c’è, immancabile, una discriminazione di tipo razziale e classista tra bagnanti: descritti con rispetto e ammirazione quelli che pagano mille euro al giorno al Twiga di Briatore; respinti con le forze dell’ordine quelli che si portano il panino con la frittata.

Chiusa la spiaggia libera di Laigueglia – scrive ad esempio il Secolo XIX, “Gli irriducibili non si sono arresi e sono partiti all’assalto della vicina Alassio”. All’assalto, proprio così, manovra diversiva, accerchiamento, sfondamento delle linee nemiche e poi, finalmente, il tuffo in mare, una specie di presa del Palazzo d’Inverno, anzi d’estate.

Su altri lidi parte l’eterna lotta contro il venditore abusivo, che aggiunge al difetto della povertà il colore della pelle e la latitudine di origine. In questi casi abbiamo gli arditi da salotto di Casa Pound che fanno le ronde, difendendo il sacro bagnasciuga dove il Puzzone doveva inchiodare gli alleati, oppure Salvini che si fa i selfie coi vigili, in versione mojito e manganello. Poi ci sono i poveri con pretese di consumo culturale, che vanno dove il mare non c’è, tipo Firenze, ma anche lì tignosamente decisi a infrangere il sogno della ripresa italiana portandosi il panino da casa, mascalzoni. Le autorità li hanno annaffiati con gli idranti sui grandini di chiese e palazzi, in nome del decoro. Poi, presente il sindaco Nardella, hanno fatto montagne di merce sequestrata, quella che piace ai poveri, tipo le borse di Vuitton a venti euro, che è meno di quanto lascia di mancia chi si compra una vera borsa Vuitton. L’estate è solo all’inizio, la battaglia infuria, il migrante economico che si avventura da Milano alla Liguria non cede, l’autorità costituita vigila e reprime, i sindaci sfornano ordinanze, i giornali scrivono “dove andremo a finire, signora mia”. Per coerenza, eleganti caicchi carichi di milionari dovrebbero partire dalla Versilia alla volta della Liguria, calare l’ancora, lanciare brioches all’arrogante Quarto Stato, zozzone, che pretende di fare il bagno al mare. Gratis, roba da matti.

10 commenti »

10 Commenti a “Poveri cristi vade retro: respinti pure dalle spiagge”

  1. solo cinque brevi parole……………..mi vergogno di essere italiana.

    da gisella   - mercoledì, 26 luglio 2017 alle 09:41

  2. Facile pontificare quando le vacanze si passano in villa a Stintino, dove non dico i poveri ma nemmeno le persone normali si possono anche solo sognare di avvicinarsi.
    Poi si vorrebbe pure attrarre turisti da tutto il mondo, certo, chi non desidera una bella spiaggia piena di venditori abusivi..
    Bello fare i difensori dei poveri quando nemmeno si incrociano per strada…capaci tutti di sentirsi “di sinistra”, altruisti e generosi abitando a Brera e pontificando su quanto sono zootici, razzisti e abbruttiti ad Affori, si lamentano persino di non poter uscire la sera..

    da maurizio   - mercoledì, 26 luglio 2017 alle 10:22

  3. Capisco, sì… ma di chi sta parlando? Se mi dà l’indirizzo della mia villa a Stintino io ci vado volentieri, eh!

    da Alessandro   - mercoledì, 26 luglio 2017 alle 10:36

  4. Se questo non basta a farci capire che siamo tutti sulla stessa… barca? No: spiaggia; allora davvero non so più cosa potrà servire.
    Il nemico non è ‘il povero che sbarca’, magari fuggendo dalla guerra o dalla miseria. Il nemico è il povero.
    E laddove la polarizzazine fra ricchi e poveri è nell’ordine di 1: 1.000.000, almeno sappiamo da che parte stiamo, ci piaccia o no.

    da Enrico S.   - mercoledì, 26 luglio 2017 alle 12:10

  5. Errata Corrige: leggasi “polarizzazione”.

    da Enrico S.   - mercoledì, 26 luglio 2017 alle 12:11

  6. Prima organizzano una società precarizzata con stage gratuiti di lavoro,e quando va bene 400-600 euro mensili.

    In effetti nel tempo libero costoro dovrebbero starsene nascosti in cantina per non dar fastidio.

    E poi c’è sempre un briatore e una santadeche a meravigliarsi di cotanta povertà,omettendo colpevolmente che pochi ricchi sono possibili solo sfruttando il prossimo senza ritegno.

    È la storia dei secoli precedenti,c’è stata una piccola parentesi,ma le posizioni tanto care a lor signori si sono nuovamente materializzate.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 26 luglio 2017 alle 13:53

  7. bè : anche i povery fanno la cacca,se almeno si portassero i cessi da casa! Questi invece si intrufolano nelle cabine degli stabilimenti confinanti e lasciano li i loro ricordini.Provate a parlare con i bagnini dei suddetti stabilimenti.
    la liguria è inospitale…andate a Capalbio!

    da igor di alassio   - mercoledì, 26 luglio 2017 alle 14:40

  8. Ad Alassio le spiagge libere esistono e sono fruibili da chiunque, ci sono anche spiagge organizzate libere (S.L.O) dove si può pagare un prezzo imposto dal comune per sdraio e ombrellone o (per almeno il 50% della superficie) mettere un telo e sdraiarsi senza pagare. Se si arriva in pulman organizzati e si occupa una spiaggia come se si fosse il battaglione S.Marco ed usando la prepotenza di chi sa di essere in tanti fregandosene delle più elementari regole del vivere cvile non va assolutamente bene. Non si può mettere tende, non si può fare barbeque, non si può e non si deve lasciare una spiaggia pubblica alla sera come se fosse una discarica con vetri, bottiglie, cicche di sigarette ecc..è una questione di ripetto sia delle regole che delle persone che ci vivono ed hanno anche loro il diritto di andare in una spiaggia libera !…non si può mandare a turno qualcuno in avanscoperta alla mattina presto,che copre di teli la spiaggia per prendere il posto di chi arriverà dopo !…ci sono molte persone che vivono ad Alassio e ci lavorano che hanno anche loro il diritto nelle poche ore di pausa di farsi un bagno e prendere il sole !!! E’ l’educazione ed il rispetto che mancano non le spiagge !!!

    da Alfio Marino   - mercoledì, 26 luglio 2017 alle 20:54

  9. Le spiagge libere ad ALassio sono pochi fazzoletti assolutamente insufficienti, rinchiusi fra chilometri di spiagge private (semideserte ma sacre).
    Ad Agosto le spiagge libere sono assolutamente insufficienti anche durante la settimana.
    Quindi vanno aumentate le spiagge libere, per tutti e non solo per i turisti della domenica, la lotta all’inciviltà invece si può fare da subito, ma non c’entra col nocciolo del problema.

    da MarcoMatt   - sabato, 29 luglio 2017 alle 14:39

  10. Quando andavo all’università, non importava se entravi per primo in aula: le prime file erano invariabilmente occupate da qualcun altro per mezzo di post-it. Lo stesso da qualche anno è iniziato ad accadere sulle spiagge libere (parlo del litorale laziale), ed emanare un regolamento comunale che ordina il sequestro di ombrelloni lasciati a occupare la spiaggia mi sembra la cosa giusta da fare.

    da enrico.ds   - mercoledì, 2 agosto 2017 alle 11:08

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