Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
mer
9
nov 16

Ragazzi, che figata la buona scuola: ora lavorate pure gratis

fatto091116Passata un po’ in cavalleria perché il Paese sta pensando ad altro, non ha avuto il giusto risalto la notizia che i nostri figli – quelli che secondo il famoso psichiatra leopoldo Recalcati sono bloccati nella vita dall’ottusità dei padri – potrebbero formarsi oltre che sui banchi, anche alla scuola di McDonald’s. La famosa innovazione dell’alternanza scuola-lavoro è uno dei passi più deprimenti e al tempo stesso esilaranti della famosa buonascuola. L’iter lo conoscete tutti, è quello delle più recenti riforme renziane: 1. Annuncio roboante e applausi. 2. attuazione riforma: accuse di immobilismo a chi contesta e fiducia in Parlamento. 3. la riforma è avviata e non funziona un cazzo.

L’alternanza scuola-lavoro è una specie di ciliegina sulla torta: insomma, bisogna far vedere ai ragazzi cos’è il mondo del lavoro, no? E’ il motivo per cui presidi e dirigenti scolastici hanno passato ore al telefono pregando enti, istituzioni, parrocchie, musei, studi professionali, associazioni caritatevoli, volontariato, marziani e altri, di prendersi in carico per qualche ora qualche studente. Ora, visto che ci sono da piazzare alcune centinaia di migliaia di ragazzi per alcuni milioni di ore di lavoro (pardon, di alternanza scuola-lavoro), il ministero ha siglato alcuni accordi con aziende grandi e piccole, enti, multinazionali. Tra queste (in buona compagnia, tra Eni e Zara, tra Accenture e Fca), McDonald’s, che si impegna a creare diecimila “percorsi formativi” (traduzione, piazzare diecimila ragazzi) nei suoi ristoranti. Ogni percorso formativo comprende (tra le altre cose) 35 ore in un locale della catena. Lasciamo ad altri calcoli più precisi, ma diecimila per trentacinque fa 350.000 ore non retribuite. Ora i casi sono due: se è un lavoro, come dovrebbe, sono 350.000 ore che non lavoreranno quelli che di solito sono pagati per farlo. Se invece non è un lavoro, non si capisce cosa significhi alternanza scuola-lavoro. Puro surrealismo.

A questa caritatevole cessione di ore-lavoro gratuite a varie multinazionali, si aggiunge la componente didattica. Dicono a McDonald’s che ci sarà anche “una parte formativa in aula per spiegare come funziona il nostro modello di business”. Traduco: migliaia di studenti italiani avranno come unico insegnamento di economia (non prevista dai programmi delle superiori), le lezioni di business di un’azienda multinazionale, cui doneranno, per ringraziamento, alcune ore della loro vita.

L’alternanza scuola-lavoro, come si configura fin qui, oscilla dunque tra un frenetico arrovellarsi su come accumulare ore di “formazione” (la prego, la imploro, faccia fare un po’ di fotocopie ai ragazzi…) e il disegno ideologico: la grande azienda planetaria che ti spiega in classe il suo “modello di business”, e poi te lo fa anche vedere da vicino, tra il ketchup e il doppio bacon. Una perfetta sintesi delle riforme renziane, in perenne oscillazione tra “arrangiatevi, cazzi vostri” e il regalo ai potenti di turno. Si ufficializza così l’ingresso (surrettizio, strisciante, travestito da “formazione”) delle aziende nel mondo scuola. Viene in mente un piccolo eroe di cui nessuno si ricorda, il diciannovenne (allora, 1998) Mike Cameron che al Coke Day, giornata ufficiale della Coca Cola, sponsor della sua scuola, la Greenbriar High School di Evans, in Georgia, si presentò con una maglietta della Pepsi. Sacrilegio e provocazione. E infatti fu espulso e sospeso dalle lezioni. Non siamo ancora lì, ma ci stiamo avvicinando a grandi passi. E se le 350.000 ore di scuola-lavoro tra i tavoli di McDonald’s sostituiranno 350.000 ore di lavoro retribuito, il messaggio ai ragazzi sarà chiaro e forte: nel Walhalla delle riforme renziane il mondo del lavoro è una guerra tra poveri, chi lo fa per poco scalzato da chi lo fa gratis. Una vera lezione.

9 commenti »

9 Commenti a “Ragazzi, che figata la buona scuola: ora lavorate pure gratis”

  1. Caro Robecchi,
    cosa proponi?

    da Silvana Porcu   - mercoledì, 9 novembre 2016 alle 09:02

  2. Non è vero che le aziende non sostengono costi per questo progetto: considera soltanto tutto il tempo che alcuni dipendenti devono passare per seguire i ragazzi. Ti assicuro che non è poco l’impegno per i “tutor” interni. Quindi l’azienda già paga in mancata produttività, ci manca pure che paghi uno stipendio in più per produrre di meno. Non si tratta di associazioni filantropiche, quindi non scandalizziamoci.

    Che poi la riforma non funziona, è chiaro, ma non perché i ragazzi sono sfruttati e non pagati, anzi, quasi per il motivo opposto: non si sa bene cosa far fare a questi ragazzi, il tempo a disposizione è troppo scarso, si finisce per far perdere tempo a loro e tempo ai dipendenti (e quindi soldi all’azienda, come già detto).

    da Zipceo   - mercoledì, 9 novembre 2016 alle 09:24

  3. Ma non scherziamo, eh! Solo McDonald’s risparmia 350.000 ore di contributi! Un costo? Eh?!?
    E poi: esatto: “Non si sa cosa far fare ai ragazzi”. Perfetto, una legge fatta col culo, una di quelle famose riforme, “se non è la palude”. La propaganda e poi quando vai a vedere non funziona (o funziona fin troppo bene, per McDonald’s, per esempio)…

    da Alessandro   - mercoledì, 9 novembre 2016 alle 09:41

  4. Nella mia scuola già la facevamo cinque anni fa l’alternanza scuola-lavoro.
    Per una settimana ho copiato in excel per cinque ore al giorno delle ricevute mentre il “datore” ci fumava addosso (nell’ufficio al chiuso).
    Immagino che abbia ripagato i cinque lunghi minuti in cui ci hanno spiegato come copiare una ricevuta in excel e sono sicuro che col governo del #fare l’alternanza continuerà ad essere così.

    da Elza   - mercoledì, 9 novembre 2016 alle 10:57

  5. Zipceo, per certi versi capisco il tuo punto di vista (ed in parte lo condivido) ma allora non capisco che interesse ci sia, da parte delle aziende, di sottoscrivere questi accordi. Perché, lo dici anche tu, non sono associazioni filantropiche. Quindi qualcosa non torna. Fosse anche il solo ingresso massiccio di società private nella scuola pubblica. Inquietante.

    da chiara   - mercoledì, 9 novembre 2016 alle 11:05

  6. OT da Twitter, guarda le municipali in Mali per non vedere le municipali a Monfalcone, I suppose.

    da david   - mercoledì, 9 novembre 2016 alle 12:18

  7. David, copio subito

    da Alessandro   - mercoledì, 9 novembre 2016 alle 12:27

  8. Poi non c’è da stupirsi se le democrazie si affidano al populista di turno,con un pizzico di razzismo qua e là,muri da erigere,donne da utilizzare alla bisogna.

    L’ultima ricetta della grande serie,finanziamenti a stage studenteschi di lavoro,cose per altro già viste,è paragonabile a curare un tumore con l’aspirina,quando si rendono precarie e miserabili milioni di persone,bonus e stipendi faraonici ai manager,qualsiasi pifferaio magico può andare bene.

    Si sono impegnati a organizzare una società del genere,le reazioni non saranno piacevoli e chissà dove porteranno.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 9 novembre 2016 alle 21:48

  9. Scuola e lavoro non vanno d’accordo nel nostro Paese. Ad un certo punto della vita bisogna scegliere, o scuola o lavoro. Per i più volenterosi una buona scelta, ma molto difficoltosa e carica di rinunce, potrebbe essere il lavoro di giorno e la scuola di sera, iniziando così l’avventuroso percorso di autodidatta, tanto per non rimanere del tutto indietro e doversi rassegnare a fare l’operaio tutta la vita senza prospettive di miglioramento. E’ ovvio questo vale solo per i figli delle famiglie che fanno fatica ad arrivare economicamente alla fine del mese. I figli dei ricchi, invece, possono scegliere tranquillamente la scuola, anche privata, ed aspettare il lavoro dall’eredità. Purtroppo questa è la logica sociale che si sta consolidando sempre di più nel nostro paese… Consolazione, davvero stupida, è l’ossicino da piluccare che i governi delle banche e dell’alta finanza buttano sotto la tavola al popolino affamato in occasione delle elezioni… ma anche queste ultime, stanno nella prospettiva di essere tolte piano piano. Vedi le modifiche alla nostra Carta Costituzionale ed alla nuova legge elettorale già approvata da un Parlamento nominato (sic).

    da Vittorio Grondona   - venerdì, 11 novembre 2016 alle 11:35

Lascia un commento