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Coraggio, tutti insieme appassionatamente verso i primi del 900

Fatto081015E’ passato un annetto giusto giusto da quando il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi emetteva il suo sfumato giudizio: “Il governo Renzi realizza tutti i nostri sogni”. Il problema è che da allora l’attività onirica di Squinzi, Confindustria e imprenditori italiani è stata frenetica: la logica prevalente è quella che se si aiutano i padroni (uh, parolaccia), si aiutano anche i loro dipendenti, un sillogismo piuttosto bislacco, a dire il vero, ma accettato come un dogma. Così, per fare un esempio, mentre si mascherano i tagli alla sanità con una variante del Comma 22 (non ti pago gli esami se non sei grave, ma per sapere se sei grave devi fare gli esami), si annunciano tagli alle tasse sui profitti d’impresa. I famosi vasi comunicanti, solo che comunicano in un verso solo: dal pubblico al privato, dal welfare al profitto, dai tanti ai pochi, dal basso all’alto della piramide sociale.
Chissà se prende qualcosa, pillole, gocce, per sognare tanto, ma insomma, sta di fatto: il padronato italiano ha ora un nuovo sogno e il governo si accinge a realizzarlo. Per la verità non è un sogno nuovissimo ma un vecchio pallino: “superare” il contratto collettivo di lavoro e lasciare che ogni azienda se la veda da sé nelle vertenze sui rinnovi contrattuali. Contestualmente, si dovrebbe varare il salario minimo, cioè una linea di semigalleggiamento sotto cui non sarà possibile andare (né campare). Ora, per tradurre in italiano: l’operaio metalmeccanico (poniamo) della piccola media azienda non potrà più contare sulle lotte comuni e condivise di tutti i metalmeccanici, e quindi su una forza poderosa per sostenere le trattative, ma dovrà vedersela col singolo consiglio di amministrazione. Non è difficile immaginare, dunque, che il potere contrattuale penderà clamorosamente dalla parte degli imprenditori ed è piuttosto fantascientifico immaginare che l’operaio di una piccola azienda di Crotone avrà un domani gli stessi diritti (e lo stesso stipendio) di un collega che lavora in una grande fabbrica del Nord. Dal punto di vista tecnico-economico si tratta di una nuova rapina ai danni del mondo del lavoro, dal punto di vista storico-culturale è invece il definitivo omicidio di concetti come unità dei lavoratori, l’unione fa la forza, uniti si vince eccetera, eccetera, tutte cosucce che ingombrano il disegno thatcheriano in corso.
I narratori delle gesta renziste si affanneranno a dire che – wow! – arriva il salario minimo, e lo venderanno come progresso e cambiaverso in una selva di hashtag osannanti, il che rappresenta, ovviamente una fregatura parallela. Perché tra poco, per essere in regola, basterà offrire ai lavoratori un salario minimo appena sufficiente a campare, e tutto il resto (il salario accessorio) dipenderà dai risultati, dalla disponibilità (straordinari, festivi, notti, doppi turni, obbedienza). Insomma, a farla breve, dalla discrezionalità di chi guida le aziende, con le ovvie e prevedibili ricadute in termini di ricatto economico: fai così o prendi due lire, ubbidisci o ripiombi in un lumpenproletariat da inizio secolo. Riassumendo: sei demansionabile (Jobs act), licenziabile a costi risibili (sempre Jobs act), i tuoi diritti sono determinati dall’umore del datore di lavoro, il tuo salario è variabile a seconda di come ti comporti, e tra poco si metterà mano a una restrizione del diritto di sciopero. Niente male, per un governo – destra e sinistra Pd, Ncd, sor Verdini e compari – che si affanna a dire a tutti che è “di sinistra”.

11 commenti »

11 Commenti a “Coraggio, tutti insieme appassionatamente verso i primi del 900”

  1. Quello e quelli di Confindustria fanno i gradassi grazie a due componenti fondamentali, grazie alla globalizzazione e la relativa delocalizzazione delle produzioni,quel poco che c’è ancora da fare lo fanno sospirare togliendo a man bassa diritti acquisiti, di pari passo alla frammentazione contrattuale che divide i dipendenti,tra quelli che si possono permettere assemblee sindacali ed eventuali scioperi,al contrario delle nuove assunzioni che hanno costantemente la spada di Damocle sulla testa.

    Il divide et impera pare sempre strategicamente perfetto.

    da Ivo Serenthà   - giovedì, 8 ottobre 2015 alle 08:31

  2. E’ così, purtroppo!… Ci diano il permesso di licenziare e i dipendenti si adatteranno perfino a pulire i cessi con la lingua… (Parola di imprenditore).
    Lavoratori, apriamo gli occhi fin che siamo in tempo. I sindacati qualche volta faranno pure schifo, ma hanno di estremamente positivo il fatto che tengono unito il mondo del lavoro e, come è facile da dimostrare, uniti si vince.

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 8 ottobre 2015 alle 10:09

  3. Le ultime e uniche speranze sono due: 1) che ci siano le elezioni politiche; 2) che con queste il “popolo” sbatta via questo governo con le sue politiche padronali.
    Difficile che si verifichino entrambe le cose. I padroni non mollano.
    Resterebbe anche quella di una bocciatura popolare del nuovo senato al referendum, ma ormai sono veramente pessimista.
    La lotta di classe è lunga

    da adele5   - giovedì, 8 ottobre 2015 alle 10:45

  4. da stampare e distribuire davanti a tutte le fabbriche

    da gis   - giovedì, 8 ottobre 2015 alle 11:12

  5. Un’immagine vale più di mille parole renziane:

    http://www.joeydevilla.com/wordpress/wp-content/uploads/2006/05/trickle-down_economics.jpg

    da Marco da Zurigo   - giovedì, 8 ottobre 2015 alle 11:43

  6. a questo punto, e probabilmente il punto è già all’ordine del giorno, gli “imprenditori” potrebbero anche ottenere il favore di eliminare l’obbligo delle visite mediche dei lavoratori finora a loro carico. Tanto poi se si rompono li buttano e qualche altro disperato lo troveranno sempre

    https://www.youtube.com/watch?v=gylE1GiHj8s

    da diamonds   - giovedì, 8 ottobre 2015 alle 17:49

  7. E’ vero che i grillini sono di destra, ma sono comunque meno di destra del PD.

    da david   - giovedì, 8 ottobre 2015 alle 17:52

  8. le primarie, il mito fondativo, la faccia come il culo

    da david   - venerdì, 9 ottobre 2015 alle 08:21

  9. tutto vero, e magari fosse solo il mondo del lavoro… Faccio notare lo “schema Marino” a Roma: prima il divieto di sosta per la Panda, poi le vacanze in Usa, poi l’invito dar papa, infine la cena al ristorante. Così alle prossime elezioni vincono gli amici di Alemanno (magari la Meloni, o chi per lei, o magari uno dei grillini così in prima linea oggi), e finalmente si può tornare a fare affari come prima.
    Anche queste sono vecchie strategie, come quelle sul mondo del lavoro di cui parla Robecchi; ma qui ormai ci cascano tutti, ma proprio tutti tutti, anche con i trucchetti più banali e risaputi.
    (detto da uno che non ha mai avuto simpatie per Marino, al quale però contesto altre cose: prima fra tutte, l’essere stato in prima fila per la chiusura dei cosiddetti “piccoli ospedali” – che invece sarebbero essenziali, permetterebbero di risparmiare i soldi per la badanti, per esempio. Chi le conosceva, le badanti, prima delle menti geniali che abbiamo avuto negli ultimi vent’anni?)

    da giuliano   - venerdì, 9 ottobre 2015 alle 10:24

  10. L’eliminazione del contratto nazionale di lavoro e l’introduzione del contratto aziendale verrà venduta al popolo credulone come l’opportunità di “trattare” direttamente (ashtag: #diventamanagerditestesso) le condizioni (livello di stipendio, bonus, ferie, auto aziendale, villa aziendale, gestione dell’immagine, ecc.) con il datore di lavoro, come Messi tratta direttamente (od attraverso un procuratore) con il presidente del Barcellona od Ibrahimovic con il presidente del PSG. Quello che i lavoratori agricoli già fanno, tramite un procuratore che si chiama “caporale”.

    da Confucius   - venerdì, 9 ottobre 2015 alle 12:58

  11. Sì ma il bello è che con quel che fanno certificano l’essere di destra o meno degli altri, non si sa poi a che titolo; comunque il momento più di sinistra del PD è stato il decreto antisindacale già pronto nel cassetto e usato contro lavoratori non pagati strumentalizzando i turisti.
    Sarà dolcissimo non votarli più.

    da david   - venerdì, 9 ottobre 2015 alle 14:15

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