Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
ven
8
mag 15

Il Pd. la sua mutazione genetica, l’arte di accettare tutto. Una storia vera (e un caso di scuola)

Ora un po’ di pazienza. Perché quella che racconto qui è tante cose insieme. E’ una polemichetta da social network (certo), ma anche una lezione su come vanno le cose e, per così dire, sullo stato della nazione. E’ un piccolo esempio di cosa è diventata la politica (uff) e la sinistra (ri-uff). Insomma, una cosa abbastanza istruttiva.
L’antefatto è semplice e noto. Da giorni si polemizza sulle liste del Pd alle elezioni regionali in Campania. Dico liste perché il Pd vanta di aver severamente verificato i suoi candidati (anche se candida presidente un candidato ineleggibile per la legge Severino, Vincenzo De Luca), ma nelle liste alleate e parallele è clamorosa l’infiltrazione di candidati che con Pd (la sinistra in generale, la voglia di pulizia dei suoi elettori e qualche valore non negoziabile) non c’entrano nulla. E’ il caso di un fascista conclamato nostalgico di Mussolini non pentito e omofobo dichiarato (“Io i gay li schifo”) che si chiama Carlo Aveta. Oppure di una signora che promette il condono sul bollo auto (alla faccia della legalità), tale Gina Fusco, anche se il caso più grave riguarda i molti “cosentiniani” alla ricerca di un seggio, alcuni addirittura in odore di camorra. Un allarme che ha suscitato anche una clamorosa (ma inspiegabilmente tenuta sotto traccia dai media) dichiarazione di Roberto Saviano, uno che di Campania e camorra se ne intende, che ha rilasciato una lunga intervista all’Huffington Post con parole come pietre: “La lotta alla mafia non è una priorità del governo Renzi”

Saviano

Insomma, più di qualche polemica. E’ che molti a sinistra (e anche molti dell’elettorato del Pd, spero) cominciano a chiedersi cosa sia quest’accozzaglia e se non si poteva stare attenti, e se magari non ci sia in questo raccattare impresentabili pur di vincere le elezioni un nucleo vero, concreto e visibile di quel Partito della Nazione di cui si parla ormai apertamente. Per come la vedo io: altri passi sulla via di quella mutazione genetica dal Pd (che già…) al Pd renziano, postideologico, cinico, ambizioso di vincere perchessia, anche rottamando (ehmm…) alcuni valori importanti.
Poi, ecco il caso veneto. Nelle liste Pd in Veneto (candidata Alessandra Moretti) compare un signor Santino Bozza, definito “ex bossiano di ferro”, anche lui si chiare e direi clamorose posizioni omofobe. Ne parla l’Espresso:

culattoniveneto

Ovvio che su Twitter qualcuno faccia notare la cosa

1bucc

E visto che si rivolge a una nota militante per i diritti civili come Paola Concia, mi sembra giusto girare la domanda anche a Ivan Scalfarotto, sottosegretario del governo Renzi, gay, attentissimo alle problematiche dei diritti degli omosessuali e alle tematiche di genere LGBT, come si dice

2io

Quel che vorrei non è solo evidenziare le contraddizioni (che sono sotto gli occhi di tutti), ma avere una presa di posizione, una dissociazione, forse adirittura una condanna. Da Scalfarotto, insomma, mi aspetto un “Sì, è una vergogna, ne parlerò con Renzi”, oddio, forse non proprio questo, ma insomma… Immagino che lui, tanti anni spesi a lottare per i diritti non gradisca per nulla una simile infiltrazione. E invece, ecco la risposta:

3lui

Ammetto. Faccio un salton sulla sedia. Cioè: la risposta di chi, nel Partito Democratico sta in prima fila a difendere i diritti gay dice sostanzialmente… beh., lo fanno tutti. Dunque insisto.

4io

No. “Lo fanno tutti” è una risposta irricevibile. E’ vero che potrei lasciar perdere e – come dice Renzi – “farmene una ragione”. Ma mi sembra troppo. In più, Ivan Scalfarotto lo conosco, abbiamo persino lavorato insieme (oddio, lavorato… era ospite fisso in un programma di cui ero autore, ma insomma…) e sono convinto che sia una brava persona. Mi sembra sì, di fare polemica politica, certo, ma anche di dargli un modo per uscirne. Invece la risposta è questa

5lui

Ecco. E’ una modalità classica. Se dici “Ehi, attento, qualcosa non va”, la reazione immediata, direi quasi  il renzista di Pavlov, scatta e ti identifica con il nemico. Non sei d’accordo? sei grillino. Cosa che però con me (per storia, per quello che scrivo da trent’anni, per cultura politica e per varia militanza) non può funzionare. Ma preferisco non rispondere alla provocazione su Casaleggio e decido di restare nel merito:

6io

Mi spiace che la cosa abbia preso questa piega. Vorrei dirgli: “Ivan, torna in te!”. Mi aspetto (ancora, sono scemo, eh!) che lui risponda nel merito, che finalmente dica quel che pensa (io lo so che lo pensa!). E invece:

7lui

Ecco. Un’altra modalità di risposta. Andato a vuoto il proiettile sul fatto che sono grillino, e quindi automaticamente non credibile (cosa che con me non funziona), si prova con la modalità “Non ti va bene niente”. Attenzione. Sono poche parole, ma dietro c’è un mondo. E’ l’argomento “gufo”, quello che Renzi sfodera spesso e volentieri, quello che ha tirato fuori anche all’Expo (“I professionisti del non ce la faremo mai”), il “non vi va mai bene niente”, il “dite sempre no”. L’accusa, insomma, di remare contro. Ma qui – nella vicenda specifica – non c’è in ballo solo la politica. Non è un mistero che non mi piaccia ciò che fa l’attuale governo (dal Jobs act, all’Italicum, dalla riforma della scuola alla fascinazione per Marchionne, dal finanziere Davide Serra alla questione generazionale usata strumentalmente…). Ma qui è una cosa diversa. Qui ci sono in ballo valori veri (il rispetto della libertà affettiva e sessuale) e io ne parlo con un esponente del Pd che di quelle lotte ha fatto una bandiera. E mi ritrovo accusato di essere uno a cui non va bene niente (i camorristi e i fascisti in lista in Campania, gli omofobi in lista in Veneto… no, in effetti non mi vanno bene) e per di più con un buffetto sulla guancia e una piccola dose di paternalismo: dai veniamoci incontro, beviamo un caffè, vediamoci a metà strada…

I valori non  negoziabili, scopro, sono negoziabilissimi. Sono mediabili, sono… veniamoci incontro, anche se quello a cui sta veramente andando incontro è un ex bossiano omofobo che “li chiama culattoni”. Ecco.  A questo punto chiudo la conversazione, in modo un po’ amaro. Ma più deluso che incazzato:

io ultimo

Capisco che non ho nulla da aspettarmi da questa nuova classe dirigente che si ostina a dirsi di sinistra. Vincere è quello che conta, per loro. Vincere come o vincere per cosa è assolutamente secondario: un fascista mussoliniano, un nemico dichiarato dei gay… va bene un po’ tutto, anzi… “Lo fanno tutti”… Proprio come il manifesto ideologico perfetto, anzi, proprio come il suo titolo a caratteri rossi enormi: “Il desiderio di essere come tutti”.
Quel concetto perfettamente illustrato – e questo di tristezza me ne ha messa ancor di più – da una persona molto intelligente e a cui voglio molto bene, Michele Serra. Che di fronte a un Civati che se ne va dicendo “Questa non è più il mio partito” dice che no, che lui sta lì, che “Preferiamo rassegnarci in compagnia che ribellarci da soli”.

Una frase terribile, forse peggiore di “Ma lo fanno tutti”.

 

 

 

 

35 commenti »

35 Commenti a “Il Pd. la sua mutazione genetica, l’arte di accettare tutto. Una storia vera (e un caso di scuola)”

  1. Civati che se ne va dicendo “Questa non è più io mio partito” mi ha fatto molto ridere.

    da david   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 17:10

  2. Michele Serra non mi ha mai entusiasmato; comunque é da tempo che é ito facendosi trombetta di regime alla grande. Ho letto tutte le sue svarionate pro statu quo.
    Il rivoluzionario sessantottino adagiato sull’amaca pddista… ah.
    Effetti secondari della superbia degli intellettualini italiani di sinistra. Da prendere a schiaffi.

    da ab   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 17:10

  3. Dico per non piangere.

    da david   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 17:10

  4. Caro Robecchi, a me sorprende la sua sorpresa. La metamorfosi di Scalfarotto è in corso da anni e queste risposte le ho trovate piuttosto prevedibili.
    Mi sono cascate le braccia, questo sì, a leggere l’amaca di Serra riferita al caso Civati.
    Stento a credere che sia lo stesso Serra che all’indomani dello scandalo dei 101 franchi tiratorii scrisse:

    “Importa moltissimo, però, capire che avere votato Pd, nelle presenti condizioni, non significa avere speso il proprio voto per una sinistra possibile (mediocre, ma possibile), come credono da molti anni milioni di elettori riformisti come me. Significa averlo dato a una sinistra impossibile. (…) Quando si tratterà di tornare al voto ce ne ricorderemo. Eccome se ce ne ricorderemo”.

    Un uomo ridicolo.

    da Maurizio   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 18:00

  5. Maurizio, chiarisco. Io non mi sono tanto stupito, quanto… non so, volevo capire fino a che punto arrivava. Scalfarotto è vicesegretario, non il ragazzo del bar (come ha benissimo scritto qualcuno. Abbiamo avuto una voce ufficiale, non quella di un militante…

    da Alessandro   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 18:03

  6. Il potere, i soldi, il “prestigio” annebbiano molti. La parte oscurata di ciascuno è sempre pronta a manifestarsi specialmente in periodi di diffusa ingiustizia sociale e carenza di valori. Molti, buttando a mare le ideologie nefaste, hanno ucciso anche speranze e nobili obiettivi. Mi pare che Scalfarotto, in questo dialogo, stia manifestando che ha ucciso una parte della sua libertà. Mi dispiace per lui e per chi è da lui influenzato.

    da Fabio Falchi   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 18:28

  7. d’accordissimo sulla tristezza di questi “allineamenti” ma il pd attento alle istanze dei diritti civili non lo è stato mai… è iniziato con la binetti che ci si poteva aspettare?

    da eve   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 18:29

  8. Michele Serra mi fece rabbruvidire già con un pezzo su Lupi pubblicato dak Post…io gli risposi garbatamente scrivendo al Post…il Post non ha mai pubblicato la mia risposta ….

    da bruno alfonsi   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 18:36

  9. Grazie per la risposta, Alessandro.
    Al di là delle sue posizioni inevitabilmente illuminate a favore del mondo LGBT (da un gay di sinistra mi sembra il minimo sindacale), su altri temi Scalfarotto è molto meno progressista di quanto molti credano, e non da oggi.
    Quanto alla presunta “mutazione genetica” del PD, sottoscrivo l’osservazione di eve, e non soltanto in tema di diritti civili. La mutazione genetica va fatta risalire come minimo all’Ulivo.
    Rispetto ai suoi predecessori Renzi ha solo più faccia tosta.

    da Maurizio   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 18:50

  10. Quel che più mi “disturba” (per usare un eufemismo) è che per 20 anni ci siamo accaniti, anche per molto, contro Berlusconi & Co., per i suoi comportamenti disonorevoli, eticamente irriverenti… Restare nel Pd, per chi ci ha creduto davvero, per chi crede ancora nei valori di Sinistra, anche quella più dialogante e riformatrice, diventa ogni giorno più insopportabile, imbarazzante, difficile. Mi raccomando Renzi ci aveva promesso un sogno…

    da Claudio   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 19:50

  11. Credo nn si possa parlare di mutazione genetica.
    nè che l’elettorato accetti ogni cazzata a prescindere.
    C’è dibattito e disagio spesso affrontati altre volte no dipende dalla situazione locale.
    Ma nn è certo questa la condizione di mutamento a cui Lei fa rif immagino.
    L’Omofobia fa schifo. NN aver ancora affrontato il capitolo dei diritti civili è un GRAVE ritardo politico del PD.Sono certa che la stragrande maggioranza (che ha autonomia di pensiero)la pensa così. Anche IVAN appare preso all’improvviso (con un paio di TW a colpi di TW)ha risposto ad un amico..

    da raffaella nistri   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 20:14

  12. Le sue parole sono profondamente ingiuste. Chiunque conosca il lavoro di Scalfarotto, le sue battaglie, le sue convinzioni non può non sapere quanto la notizia veneta da cui è partito lei l’abbia ovviamente ferito e fatto incazzare. Chiunque lo conosca, anche poco, sa che a quell’indignazione seguiranno dei fatti, come è sempre accaduto e la cosa è di dominio pubblico, comprovata da molteplici dichiarazioni e scritti.

    Cosa dire invece della sua domanda?
    Cosa auspicava, una pubblica autocritica? Un mea culpa ad uso e consumo suo, che oggi stimola l’onorevole Scalfarotto a una riflessione dopo che da giorni dà a lui e ai suoi colleghi dei fascisti, degli assassini della democrazia? (Salvo poi rimproverare ad Ambrosoli l’uso storicamente improprio del termine “disfattista”)
    Ma chi gliel’ha data quell’autorevolezza, chi le permette di alzarlo così in alto, quel ditino che indica, giudica e condanna?
    Perché è sempre così scontata la dirittura morale di quelli come lei (“schiena dritta”, siete soliti dire di voi stessi), e invece viene subito messa in dubbio quella degli altri? Facile diventare dei venduti, degli yes man, persone che vendono per pochi spiccioli i valori in cui avevano creduto fino a ieri.
    Chi gliela dà quell’autorevolezza? I 30 anni di articoli? Ma secondo lei qualcuno se li ricorda, i suoi articoli? Sono le rime baciate delle canzoncine scritte per Crozza?
    Le ricordo che lei oggi insorge per la frase di un candidato del Pd veneto contro gli omosessuali, ma è evidente che di tutto questo a lei interessano soltanto il passo falso del piddino, e le conseguenza di questo passo falso nei “pezzi grossi” del partito. E’ ovvio che i diritti degli omosessuali sono solo uno sfondo, uno di quei temi che nei suoi scritti spuntano solo, guarda un po’, in casi come questo. Davanti a Scalfarotto che (può negarlo?) lotta e si impegna da anni. Lei non twitta MAI di diritti Lgbt, lei twitta del pastone politico quotidiano alla ricerca di qualche pulce da fare a Renzi o chi per lui. E i suoi valori non negoziabili, dove sono? Il pastone politico, ecco il valore in cui sembra credere.
    Non so se l’onorevole Scalfarotto vorrà rispondere a questo suo scritto (rimane in fondo lo scritto compiaciuto di uno che fotografa i propri tweet, cosa che manco quel megalomane di Renzi…), mi auguro lo faccia e possa davvero incontrarla, facendola un po’ uscire da questo blog.
    In attesa di un bel pezzo sul rispetto della libertà affettiva e sessuale – Scalfarotto sarebbe il primo a darne diffusione – la saluto.

    Slb

    da Sara Livi Bacci   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 20:38

  13. Ho “amici” che si comportano esattamente nello stesso modo sui social. Passano subito sul personale politico, poi quando cerchi di scavare, entrare nel merito, scappano con la battuta, sempre personale. O sei radical chic, o sei grillino, o sei di Sel. Sempre così, a giro. Per alcuni è tifo, la maglia non si può mettere in discussione. Per altri è semplice percezione sociale, rappresentazione cognitiva di essere sul carro del vincitore. E non è colpa di Renzi purtroppo, è lo stato attuale della cosa pubblica. L’unico modo di sentire partecipazione, il tifo, l’eroe, far parte di una bella storia.

    da Michelangelo Longa   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 20:51

  14. Michele Serra è da sempre un onesto moderato, col senso della misura e della discrezione e una specie di repulsione congenita per qualunque forma di conflitto. La sua intelligenza non è mai stata capace di uscire da questo perimetro. Quando il PCI teneva insieme (o almeno lo credeva) maniere dimesse e alti ideali, la cosa si vedeva di meno. Da quando non si può più delegare al proprio partito la quota di radicalismo che c’è in qualunque progetto di cambiamento, i tanti Serra (onesti, misurati, discreti) si rivelano per ciò che erano, sono e saranno: gente che nel 1932
    avrebbe giudicato Hitler una improbabile macchietta.

    da Jacopo   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 23:15

  15. Gentile Sara Livia Bacci,
    la tranquillizzo, sì, Ivan mi ha risposto. Sì, io gli ho ri-risposto. E’ incredibile, vero, che da un simile anziano gufo venga qualcosa che somiglia a un dibattito, vero? Che robe strane che accadono.
    Detto questo, le dico un paio di cose.
    Una. Cosa mi dà il diritto di fare certe domande e di alzare il ditino? Non lo so, sarà che faccio ‘sto mestiere (sì, cara, tanti mestieri, mi occupo di politica, scrivo libri, anche le canzoncine di Crozza con le rime baciate – ci provi, a volte è divertente! – faccio il giornalista, scrivo corsivi da anni)… si chiama opinione pubblica, giornalismo, stampa… ha presente? Veda qualche film americano… Se qualcuno si ricorda i miei articoli… non so, non è il primo dei miei pensieri, vedo che lei, almeno, gli articoli di oggi li ricorda. Mi basta.
    Due. Lei ha scritto un commento molto lungo (dico per la media dei commenti, ma qui non si limita lo spazio a nessuno). E non c’è una riga, una parola, nemmeno una lettera che dice: “che schifo, io questo nel mio partito non lo voglio”, o che difenda qualche barlume di ideale, qualche valore. No, ce l’ha con me e basta. Le va bene il fascista campano, i cosentiniani, il celodurista bossiano omofobo, su quello non batte ciglio. Però attacca me che sollevo il problema. Che poi, cara Sara Livia Bacci, è un problema suo: è il suo partito, è il suo Presidente del Consiglio, è la sua idea di futuro. Auguri

    da Alessandro   - venerdì, 8 maggio 2015 alle 23:47

  16. Mutazione genetica:

    “La parola d’ordine è una sola, categorica e imperativa per tutti, essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all’oceano Indiano: vincere. E vince Renzi!”

    da MacFerrin   - sabato, 9 maggio 2015 alle 00:29

  17. Ma che palle con sto merito!
    Vuole che le dica che un ofofobo è brutto è cattivo?
    Certo, lo penso anch’io.
    E la rassicuro, l’antifascismo evidentemente l’ha inventato lei, c’ha il copiright, ma sono antifascista pure io. Se vuole le dico pure che l’acqua calda è calda.
    Il merito significa che uno non può mai andare oltre?

    Le spiego, ci provo.
    Lei scrive e fa politica, legittimo. Si può farla con maggiore o minore classe.
    Ieri è accaduta una cosa, una cosa decisamente non enorme. Scalfarotto le ha fatto notare che il Pd ha un (1) omofobo ma farà la legge sulle unioni. Lei sembra preferire i partiti privi di omofobi (0) che non la facevano.
    Certo lei ha i valori, lei (solo lei) è antifascista e antiomofobo (salvo scriverne solo in questi casi). Ma il Pd non è in mano agli omofobi, anzi. E’ un partito grande, nel quale accadono questi pasticci. Lei, giustamente dal suo punto di vista, ne ha approfittato per fare un punticino e ricordare a tutti che lei no, non pensa che i gay sian culattoni.
    Le rubo ancora un minuto per farle un esempio e dimostrarle come lavora.
    Mi lasci scegliere un argomento nuovo (ma in fondo è lo stesso) e poi mi raccomando, niente vittimismo, niente fughe, mi raccomando: NEL MERITO. Presidierò il confine tra NEL MERITO e NON NEL MERITO.

    Ho letto spesso lettere accorate di persone ferite dal suo direttore al “Fatto quotidiano”.
    Cosa c’entra? Zitto, nel merito!!!
    Una volta quella della mamma di un cerebroleso. Lei sa che un cerebroleso può esser molto più intelligente di un individuo normale, la lesione immobilizza soltanto alcune parti fondamentali del suo corpo, le gambe, le braccia, ecc. Travaglio non lo sa e usa il termine per insultare un avversario e dargli dell’idiota, lo fa spesso. In quel caso uno di Forza Italia, non ricordo chi e mi scusi. Lo ha fatto anche dopo quella lettera.
    Ecco, una roba brutta e io la immagino subito un po’ in imbarazzo. E’ il direttore del giornale per cui scrive, e quella è la prima pagina.
    Allora dico: “chissà Robecchi, fianco scoperto…”
    E allora le chiedo pubblicamente di prendere le distanze, di dirle quanto le fa schifo una roba del genere, dai Robecchi, dicci che uno che scrive così oltre ad essere un gigantesco ignorante fa anche del male alle persone, è superficiale, è stupido.

    Ma resti nel merito, non dica che ce l’ho con lei. Io sono solo una che ha i valori e non li negozia, e sta dalla parte di quella mamma. Vuole non starci anche lei con la sua storia? Su, quindi, faccia abiura insieme a me del suo direttore… Cosa aspetta?

    Simpatico, il giochino? Me l’ha insegnato lei.

    Capisce? Certo che capisce benissimo.

    Tutto questo l’ha capito anche Scalfarotto che – tra un bicchiere di neve e un caffè come si deve (ah, le rime, divertenti), le ha chiesto però di comportarsi DA PERSONA SERIA.

    Slb

    da Sara Livi Bacci   - sabato, 9 maggio 2015 alle 04:34

  18. una vita passata tra DC PSI Forza Italia Prodi e adesso renzi….
    vivrò e morirò senza mai essere contenta della società che mi circonda…messico e nuvole…ma renzi è immondo perchè ci ha fregato

    da antonella   - sabato, 9 maggio 2015 alle 05:29

  19. Sento l’eco del ‘chi se ne frega’ mussoliniano.
    O sbaglio?
    Antonio, militante PD (dal ”94), circolo giustizia Roma

    da Antonio Manca Graziadei   - sabato, 9 maggio 2015 alle 07:16

  20. Caro Alessandro, non mi stupisco più purtroppo. La mutazione genetica del PD non è tutta farina del sacco di Renzi, ma viene dalla sua fondazione, chi come me ha fatto assemblee nelle sezioni ascoltato le motivazioni di quelli favorevoli alla fusione si è dovuta rassegnare di constatare che la generazione che prese le redini del partito dopo il 1984 non solo non ha saputo tenere la barra, ma con una costanza ha demolito giorno dopo giorno tutto quello che erano valori fondanti della militanza di sinistra. Ora pur di vincere imbarcano tutti, un film già visto be due volte in questo paese, privo di memoria. Alle prossime elezioni questo PD non avrà bisogno come nelle passate edizioni di richiamare i cittadini al voto utile si basta. Però a che prezzo! Mi interesserebbe sentire Veltroni il creatore del “noi andiamo da soli”. A votare andrò non voterò PD, non sono grillina, sarà dura.

    da Giulia   - sabato, 9 maggio 2015 alle 08:03

  21. @slb,
    certamente Robecchi le risponderà ” nel merito “, ma mi permetta di farle notare, anche se certamente ne è consapevole, che la sua risposta non entra ancora nel merito, ma si limita al tifo da stadio ormai dominante dentro il pd.
    Il potere per il potere è la filosofia del pd e anche la sua, quindi vanno bene tutte le alleanze che permettano la sua conquista. Non esiste etica, non esiste progetto per una società futura, l’importante è avere un voto in più per soddisfare la propria bramosia. La mancanza di autocritica è la cifra del partito della nazione, esattamente come accadeva nella vecchia forzaitalia. Ma non bastava dire abbiamo sbagliato, cercheremo di rimediare? Non sarebbe stato più semplice che arrampicarsi sugli specchi del così fan tutti, pratica seguita anche da lei, nel suo intervento. Auguri a lei e anche a tutti noi, che ne abbiamo veramente bisogno visto l’orizzonte.

    .

    da giulia   - sabato, 9 maggio 2015 alle 08:33

  22. Gentile Giulia, io nel merito caccerei con un calcio in culo all’istante il candidato omofobo e tutti gli altri. Esattamente come Robecchi. Esaurito il merito (per noi esterni che risolviamo i problemi colle parole è piuttosto facile, anche se ovviamente Robecchi arriva prima, pensi, io sono antiomofoba da stamattina, antifascista da ieri l’altro, mica come lui…).

    Io ho contestato a Robecchi soltanto la pretesa di chiedere una sorta di meaculpa a Scalfarotto, oggettivamente indebolito davanti a quei fatti.

    Scalfarotto ha garbatamente risposto che quel tizio fa schifo, non sarebbe stato da candidare, ma che il Pd ha avviato un lavoro sui diritti cui nessuno prima si sarebbe avvicinato.

    Robecchi, fedele ai valori non negoziabili (ma il Pd per colpa di un coglione e di un pasticcio non è che adesso abbia scritto “che schifo i culattoni” nello statuto), sa che qualunque altra soluzione che accolga finalmente le istanze del mondo LGBT è lontana anni luce, e non gliene frega nulla.
    Ciò che conta è la sua purezza. Tutto qui.

    Devo ribadire il merito? Che schifo certe candidature! Fatto. Ma tutto il resto?

    da Sara Livi Bacci   - sabato, 9 maggio 2015 alle 09:22

  23. Una cozzaglia di strumentalizzazioni giustamente creata da re dei burattini italioti…siete tutti così ridicoli nel vostro essere inetto, gretto e fazioso che da qualche giorno non vi presto neanche più attenzione (diventerei più idiota) e questo è il mio ultimo post del genere

    da alexandro   - sabato, 9 maggio 2015 alle 09:28

  24. La signora Sara Livi Bacci qui sopra non sarà antiomofoba da stamattina, né antifascista da ieri l’altro, ma di sicuro è Sara Livi Bacci da ieri. Prima si chiamava, mi pare, Antonella o qualcosa del genere (sempre un nome femminile). Il tutto è molto divertente: magari grave ma certamente non serio. Saluti, Silvia

    da Silvia   - sabato, 9 maggio 2015 alle 10:01

  25. Gentile (più o meno) Silvia, mi scriva in privato a questo indirizzo (che uso per iscrizioni, account o altro):

    saralb@gmail.com

    sarò lieta di inviarle la scansione (scannerizzazione o come si dice) di un documento d’identità.

    Ma lei invece, chi cazzo è?

    E nel merito, ha qualcosa da dire?

    da Sara Livi Bacci   - sabato, 9 maggio 2015 alle 10:26

  26. Sara Livi Bacci,

    La differenza (NEL MERITO) é che il Sg. Robecchi non fa parte del governo, non é deputato, non é un politico, non é vicesegretario del Partito della Nazione, non si é costruito una carriera politica facendosi alfiere dei diritti LGBT. Mentre Scalfarotto, sí.

    Questa é l’enorme differenza.

    Inoltre, mi sia permesso questo… rispondere “Ma non ti va bene niente”, come ha fatto Scalfarotto, di fronte a una specifica obiezione, mi sembr averamente…non so… infantile? Patetico? Scegliete voi la parola.

    da Claude   - sabato, 9 maggio 2015 alle 12:03

  27. Per fortuna Dio ha regalato agli uomini dieci comandamenti che calzano a pennello sia per le teste di destra che per quelle di sinistra. Ecco, un bravo governo dovrebbe fare altrettanto. Dovrebbe in sostnza accontentare col buon senso tutti. Quando non lo fa subentrano le polemiche, gli odi e tutto il negativo possibile. Scalfarotto è sul carro del vincitore e la sua posizione politica attuale è molto importante per le sue idee e quindi penso che il suo “disinteresse” sulla faccenda del Veneto sia un boccone amaro che per lui vale la pena di ingoiare senza tante storie al fine di non offuscare o rallentare i suoi veri ideali. Fa bene?… Fa male?… Non so! Io in proposito sono dell’idea che certi bocconi amari vadano sempre rifiutati. Renzi o non Renzi. Gufi o non gufi… Michele Serra mi ha spaventato. Non riesco a trovare altro commento alle sue parole… Chissà, come spera perfino lui stesso, bisogna trovare il modo di convincerlo. Civati, datti da fare!…

    da Vittorio Grondona   - sabato, 9 maggio 2015 alle 12:19

  28. I commenti sono un enorme perdita di tempo.
    Confucio

    da qlc1   - sabato, 9 maggio 2015 alle 17:54

  29. beh, almeno abbiamo appreso da Scalfarotto e dai suoi difensori che il PD “farà” la legge sulle unioni. È già una notizia, visto che per ora c’è stata una gran fretta di asfaltare i sindacati e chiunque nel partito fosse ancora di sinistra, di terminare il lavoro della Gelmini con la riforma della scuola, quello di Berlusconi col jobs act, quello di Alfano con la responsabilità civile dei giudici, quello di Lunardi con lo sblocca italia ecc. ecc., ma su diritti civili e lotta alla mafia non si è mossa una foglia: niente matrimoni egualitari e manco unioni civili, niente reato di tortura, niente numeri di riconoscimento per le forze dell’ordine, niente ecoreati, e riciclaggio a go go di camorristi e collusi vari nelle liste del PD. E sia gli Scalfarotto che i militanti renziani sono silenziosi…

    da Silvio Arcangeli   - sabato, 9 maggio 2015 alle 19:26

  30. In realtà Michele Serra denuncia una sua personale incapacità di prendere una qualsiasi decisione, una impossibilità, una inanità esistenziale : se fosse in Forzaitalia continuerebbe a restare lì, nemmeno cercando di arrampicarsi sugli specchi per una qualche scusante. Mi spiace dirlo perchè da anni lo leggo e lo stimo. Peraltro tra le persone per bene ci sono anche i don Abbondio, non dobbiamo abbandonarli.

    da Giuseppe   - domenica, 10 maggio 2015 alle 10:07

  31. innanzi tutto i miei complimenti per l’articolo, davvero interessante e puntuale.

    il fatto che con renzi si vinca pare sia fuori discussione. io mi interrogo da tempo sul “chi è che vince”, quando oggi vince il pd. quali idee, quali valori, quali politiche.

    da gianluca   - lunedì, 11 maggio 2015 alle 11:07

  32. Urlo come Piccinini: Tiraboschi più a sinistra di Renzi sulla solidità dei nuovi posti di lavoro:
    http://www.lastampa.it/2015/05/12/economia/ma-senza-larticolo-questi-lavori-sono-a-termine-WCrjPo3l0lVFsJZHf6uVTN/pagina.html
    Tiraboschi PD

    da david   - martedì, 12 maggio 2015 alle 15:37

  33. Io preferisco continuare a ribellarmi in compagnia.
    Resto nel PD , dissento da Renzi e lo combatto dall’interno.

    Antonio, militante PD dal ’94, Circolo Giustizia Roma

    da Antonio Manca Graziadei   - domenica, 24 maggio 2015 alle 08:44

  34. Riprendo questa discussione per dire che non risulta che l’on Scalfarotto abbia nulla da dire sulla libertà di coscienza lasciata dal segretario Renzi sulle unioni civili.

    da david   - giovedì, 25 giugno 2015 alle 17:08

  35. Riprendo questa discussione per dire che oggi l’On. Scalfarotto accusa la “società civile” di non spendersi per le unioni civili, e tutto ciò dalla sua seggiola di sottosegretario di un governo che ha messo la fiducia sulla qualunque e ha negato libertà di coscienza ai suoi parlamentari sulla falcidia dei diritti dei lavoratori.
    E’ bene che l’On Scalfarotto e quello che è diventato il PD si abituino al fatto che quella società civile progressista che costituiva il suo elettorato non li caga più, anche perchè se devo votare Fanfani è meglio l’originale.

    da david   - giovedì, 22 ottobre 2015 alle 09:26

Lascia un commento