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Cronache delle baby-prostitute: la pancia (e dintorni) del Paese

Brutta roba la crisi dell’editoria stampata. Non è facile far concorrenza al web, ma ci si prova, eh, ci si prova con una certa tenacia. Compie un paio di settimane, per esempio, il caso delle baby-prostitute, dette anche baby-squillo (scuola ateniese), baby-escort (upgrade socioeconomico), o “lolitine” (licenza poetica). Non c’è giornale che non abbia ogni giorno – da giorni – una sapida pagina sull’argomento. Le telefonate. I verbali. La mamma cattiva. Il pappone stronzo. Gli appartamenti. Il quartiere chic. Gli annunci. I rarissimi omissis e le numerose analisi sociologiche. I soldi. La cocaina. Le borse firmate. L’immaginario arcorian-maialesco, ascendente porco con la luna in mutande, se fosse un oroscopo. Eccetera, eccetera. Ancora da valutare quanto tutto questo scrivere e pubblicare e titolare con malcelata malizia, strizzatine d’occhio e colpi di gomito da bancone del bar-sala-bigliardo abbia rubato spazio a Youporn o eleganti cenacoli hegeliani consimili. Con due grandi assenze in primo piano, che brillano come neve al sole. La prima: qualche moto di umana pietà per delle ragazzine triturate da tutti (madri, sfuttatori, media). La seconda: nulla o quasi sui clienti. Ora, lo dico da maschietto italiano né buono né cattivo, non esattamente moralista ma in qualche modo sensibile a un barlume di morale: se un adulto va a letto con una quattordicenne è un delinquente. Non lei, la quattordicenne, che è la vittima e a quattordici anni ha tutto il diritto di non capire, o di non sottrarsi o di essere un po’ scema. Ma lui, che è (scusate il francesismo) un pezzo di merda.
Dunque, a leggere la grande saga delle due ragazzine romane si ha la sensazione di leggere le cronache di una rapina, dove per giorni e giorni si parla della vittima, cosa faceva, cosa non faceva, cosa diceva al telefono, se andava a scuola, se non ci andava, se aveva la mamma scema o delinquente, se aveva la famiglia disagiata, se si comprava le scarpe da cento o duecento euro, se si truccava, se metteva gli annunci in rete. E nemmeno una riga sul rapinatore, che rimane senza nome, senza identikit, senza colpa, alla fine. E questo nonostante la legge punisca lo sfruttamento della prostituzione minorile (clienti e sfruttatori, come ben sappiamo dai tempi di Lele Mora, Emilio Fede e e nonno Silvio) e non la ragazza, che è vittima. E così ecco il florilegio di raccapriccio per le madri complici o ignare delle ragazzine, ma nemmeno una riga su quelli che (magari padri anche loro, no?) mettevano a mano al portafoglio per divertirsi con le figlie. Leggereste un pezzo di cronaca nera in cui si dice tutto della vittima e non si spende nemmeno una parola per il colpevole? Forse no. Ma il questo caso sì. E per un motivo molto semplice: quel vago prurito che confina con la morbosità, quel voyeurismo che finge scandalo e occhieggia compiaciuto, quel “Uh, signora, son cose che non si possono vedere, ma si sposti un po’, per favore, che mi toglie la visuale”. La grande stampa ci marcia alla grande, condisce con qualche analisi socio-qualcosa e serve caldo per il gentile pubblico. Dopo il caso Cancellieri, l’immonda situazione delle carceri italiane ha tenuto banco un paio di giorni, poi ha stufato. Due ragazzine vittime di anonimi delinquenti, invece, valgono pagine di carta, speciali, dossier, riflessioni, cronache, pruderies, ammiccamenti, doppi sensi e moralismi a basso costo. In un paese in cui la pancia è ancora molto, troppo più importante del cervello. Si intende: la pancia e zone circonvicine.

10 commenti »

10 Commenti a “Cronache delle baby-prostitute: la pancia (e dintorni) del Paese”

  1. Sono perfettamente d’accordo con Robecchi, tutti gli articoli grondano di malcelata morbosità, i peggiori sono quelli che credono di aver capito tutto e si sfanno in articolate, si fa per dire, analisi sociologiche.

    da Franca Luongo   - giovedì, 14 novembre 2013 alle 12:04

  2. e francesismo per francesismo… che paese di merda!!!

    Lo dico con convinzione… non crediate! Nonostante le sue meraviglie artistiche, architettoniche, NATURALI. Punto.

    da Tiziana   - giovedì, 14 novembre 2013 alle 14:15

  3. Morbosità sì, ma radicata nel maschilismo, secondo cui le donne, a qualsiasi età, non sono altro che oggetti sessuali, e chi se ne serve esercita un diritto. Brutalmente chiaro.

    da Irene   - giovedì, 14 novembre 2013 alle 16:13

  4. Questi episodi stanno diventando sempre piu`frequenti e sono paralleli all`impoverimento del paese. Non solo impoverimento culturale, ma proprio mancanza di denaro, per cui inizia a passare il concetto che la prostituzione minorile e`una possibilita`per campare. Togliete loro le opportunita` e il futuro, e allora i giovani maschi andranno a rubare, fieri della propria rabbia e violenza, le giovani femmine (quelle che non si uniranno ai furti) andranno a vendere l`unica cosa che rimane loro. Buon divertimento.

    da Enrico Marsili   - giovedì, 14 novembre 2013 alle 16:56

  5. Cari sessantottini: eccovi nella tempesta che avete seminato.

    da r1348   - giovedì, 14 novembre 2013 alle 19:02

  6. .. e lo sapevo che la colpa era tutta di quei senzadio dei sessantottini!

    da paola   - giovedì, 14 novembre 2013 alle 22:59

  7. Ha ragione r1349! Pensate un po che poco tempo fa perfino un ultra-settantenne si fece una ragazzina venuta dal Marocco, pensando che fosse la nipote di Mubarak … Sicuramente in stato confusionale post-68 …

    da Marco da Zurigo   - venerdì, 15 novembre 2013 alle 01:59

  8. Perchè questo stupore? E’ giusto denunciare, come fà il nostro ospite, quanto sia ormai tragico l’ angolo di visuale con cui si considerano certe vicende e si “giudicano” solo alcuni comportamenti e solo alcuni protagonisti. In realtà non si giudica un bel niente. Si osserva, si prende atto, ci si imbeve di scabrosità che non fa’ mai male, si scuote per circostanza la testa e basta.
    I lupi sono dati per scontati, fanno il loro mestiere in fondo, prendono da rapaci quali sono. Il mondo è la loro riserva di caccia. Sono convinto che in fin dei conti ci sia in questo riconoscimento una quieta accettazione da parte di tutti. Forse i più presenti a sè stessi non arriveranno a strizzare l’ occhio ai corruttori ma gli altri quasi.
    L’ etica dei comportamenti, la morale, la comprensione del dolore che puoi generare negli altri, è una faccenda che esula da qualsiasi dibattito, da qualsiasi pruriginoso articolo di giornale, da qualsiasi “memento” che nessuno si sogna di fare.
    E persino le vittime giustificheranno i loro carcerierei : pagano e anche bene. E poi prendo io le decisoni sulla mia vita (anche se ancora non so bene cosa siano nè l’ una nè l’ altra).
    Ma di chi siamo figli tutti quanti ? Io non lo so più.

    da Luca   - venerdì, 15 novembre 2013 alle 10:35

  9. siamo tutti figli dell’autista di craxi

    da diamonds   - venerdì, 15 novembre 2013 alle 11:35

  10. Io nun capisco ‘e vvote che succede
    e chello ca se vede nun se crede! (…)
    (Tammurriata nera, 1944 – Musica di E. A. Mario, testo di Edoardo Nicolardi)
    Nei primi anni successivi alla seconda guerra mondiale molte donne usavano trascorrere le prime ore delle serate estive sui gradini della porta di casa discorrendo sugli avvenimenti che veri o falsi avevano di corto interessato la vita della loro via. Uno degli argomenti che più interessava era la vita sessuale delle adolescenti. Ne avevano da dire un po’ su tutte… Purtroppo la guerra aveva lasciato la sua brutta impronta di miseria e non era raro che alcuni disgustosi quattrinai del tempo irretivano le ragazzine con pochi spiccioli… “È nato nu criaturo (…)” era la frequente conseguenza… Proprio come oggi… La guerra della finanza dei nostri giorni favorita da una politica mangiona e senza scrupoli ha riportato l’Italia a quei tempi di povertà estreme e di desideri repressi aprendo una via facile agli istinti più bassi di certi ripugnanti quattrinai del giorno d’oggi. I media, che non hanno più nulla di interessante da raccontare, si sono buttati sulla rivelazione delle intercettazioni telefoniche che riguardano politici e vip non tralasciando nel contempo di informarci su ogni rigurgito del Cavaliere. Notizie come quelle che destano curiosità pruriginose nel popolino sono quindi oro colato per riempire costose pagine di giornali e per coprire di ignoranza i tempi di lucrosi intrattenimenti televisivi tra una pubblicità e l’altra.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 18 novembre 2013 alle 00:20

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