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Pronti i nuovi ammortizzatori sociali: i licenziati andranno a cena da mamma

Una straordinaria riforma del Welfare a costo zero: i nuovi disoccupati vittime della crisi potranno dormire sotto i ponti senza pagare l’Ici – Offerta dalla Camorra: “Assumiamo noi, ma con turni festivi e notturni, e senza pause” – Marchionne indignato: “Copioni!”

Servono urgentemente nuovi ammortizzatori sociali per far fronte alla crisi. Tutti d’accordo, dal Presidente della Repubblica, che ha lanciato l’accorato appello, ai sindacati. Già, ma come fare? Le fabbriche di ammortizzatori contattate dal governo hanno subito declinato l’invito: “Se un lavoratore finisce col culo a terra non c’è ammortizzatore che tenga, come minimo rovina i semiassi e la coppa dell’olio”. Solo la Fiat si è offerta di fornire agli italiani rimasti senza lavoro un nuovo ammortizzatore, quello della vecchia Panda: “Ai disoccupati che abbiamo creato noi – dice un dirigente del Lingotto – li montiamo di serie, gli altri potranno pagarli a rate”. Ma non è solo alla meccanica che ci si rivolge per alleviare le situazioni critiche di tanti italiani spinti verso la soglia di povertà. Raffaele Bonanni, il capocomico della Cisl, ha avanzato ieri nuove soluzioni: “Uno zio in Puglia da cui mandare i bambini è una buona soluzione – ha detto -. Ma anche i nonni al posto degli asili funzionano bene. Un altro buon ammortizzatore sociale è la vecchia cara moglie: perché mandarla a lavorare pesando sui conti delle aziende quando si può farle fare la badante al nonno invalido?”. La Confindustria si è detta interessata, anche se ha sollevato un problema di produttività: “Non si potrebbero affidare a ogni moglie due nonni invalidi?”. Intanto, molte organizzazioni si offrono come ammortizzatori sociali sul territorio. La Camorra, per esempio, fa sapere che potrebbe assumere qualche migliaio di disoccupati campani. “Lo facciamo da anni e ci troviamo benissimo – dice Ciccio Mezzacanna, capobastone di Caserta Sud – anche se i nuovi assunti entreranno senza contratto e a salario minimo, una cosa che ci ha insegnato Marchionne”. In ogni caso, come dice il governo, bisogna fare presto e agire prima che i disoccupati si costruiscano da soli ammortizzatori sociali improvvisati, come la rapina al supermercato, al distributore di benzina o al tabaccaio. “Sarebbero soluzioni provvisorie – dicono al ministero del Lavoro – mentre l’Europa ci chiede riforme strutturali”.

3 commenti »

3 Commenti a “Pronti i nuovi ammortizzatori sociali: i licenziati andranno a cena da mamma”

  1. Ha Ha Ha…
    Geniale Robecchi.

    da Tarkus   - domenica, 8 gennaio 2012 alle 11:19

  2. Il nostro è quello strano paese che odia il progresso civile e quando riesce ad avvicnarsi alla soglia di ingresso del benessere esteso a tutti i cittadini fa tre passi indietro. Non c’è proprio gusto mangiare almeno due volte al giorno senza tante preccupazioni. Il mangiare è un lusso per certa gente… Così si mettono al potere dei politici che pensano appunto a questo. Niente mangiare, ma solo sognare di mangiare, altrimenti non si rende, sembrano dirci. La TV, da parte sua, intervista la gente della strada e manda in onda solo i pareri favorevoli ai giri di vite al sistema sociale. Dateci la possibilità di licenziare e gli operai lavorerannoo 24 ore al giorno senza lamentarsi, è il motto del capitalismo becero di questi tempi. I sindacati in TV dicono una cosa e davanti alla controparte tirano giù le braghe. Non a caso gli incontri col governo che il “Tassator Cortese SuperMario” ha previsto saranno solo bilaterali, senza quindi tanti testimoni avversi. Dai sindacati sono ammessi solo pareri, nessuna cogestione, quindi… I sindacati, a mio prere, a questo punto dovrebbero comportarsi di conseguenza: agire autonomamente negli scioperi senza curarsi dei disagi. Sia chiaro che non è questo che personalmente mi auguro, ma ad estremi mali, estremi rimedi… E, poi, dulcis in fundo, eccoli lì con gli ammortizzatori… Invece di creare posti di lavoro duraturi nel tempo, anche in considerazione dell’innalzamento iniquo ed esagerato dell’età per andare in pensione che in sostanza è inteso a portare il lavoratore dalla fabbrica direttamente alla tomba, si assicurano fantomatici ammortizzatori sociali… Si pensi piuttosto a proibire la libera delocalizzazione delle imprese sane, come l’OMSA, la FIAT e tante altre floride aziende italiane, per esempio…

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 9 gennaio 2012 alle 10:59

  3. che triste…

    da Adele5   - martedì, 10 gennaio 2012 alle 07:22

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