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Voi siete qui – Uno spettacolo a metà

E’ il momento, gente. Tirate fuori dal cassetto quel biglietto di prima fila che avete comprato due anni fa in attesa del grande spettacolo, fatelo strappare all’ingresso e prendete posto. Il più grande fuggi fuggi di topi mai visto sarà superbo. Siamo gente attenta, da queste parti, sappiamo distinguere tra roditori. Ci sono topini che fuggono dopo anni e anni di tentennamenti convenienti. Ratti astutissimi che fuggono dalle azioni Mediaset come scommettitori che capiscono al volo quando un cavallo è bolso. Ci sono topi generici che passano ad altre navi correndo sulle funi. Altri che negano di esser mai stati imbarcati e addirittura alcuni che negano di esser mai stati topi. Ci sono toponi terzisti che frugano nel loro archivio di elogi al capitano della nave ora in panne alla ricerca di qualche riga mellifluamente critica, da esibire come salvacondotto in caso di controllo. Ci sono topi pensosi che all’improvviso si levano le fette di salame dagli occhi. E addirittura topi che dicono “io l’avevo detto”, e non avevano detto niente. E’ il bello della biodiversità: tanti topi gambe in spalla, con il ratto più grosso, ormai ammaccato, che scappa anche lui, da Seul, un uomo in fuga per non parlare con la stampa, per non esporsi ai frizzi e lazzi di giornali stranieri che non gli farebbero sconti. E questo per non dire delle tope (sorry…), che cominciano a chiacchierare sui divertimenti segreti nelle varie tane, anche loro in fuga, anche loro capaci di annusare la fine del baccanale. Riempiono verbali e pagine di indiscrezioni con la stessa velocità con cui riempivano coppe di champagne e siparietti cochon. Spettacolo glorioso: solo noi che comprammo il biglietto per tempo possiamo godercelo appieno. Stupiti e divertiti. Solo, un po’ irritati dal sonnecchiare eterno dei gatti, che davanti a questo immenso fuggi fuggi di topi sembrano storditi, inani, incapaci. Un 25 luglio senza 25 aprile, ecco. Insomma, uno spettacolo a metà.

18 commenti »

18 Commenti a “Voi siete qui – Uno spettacolo a metà”

  1. sicuro sicuro? e la maggioranza silenziosa?

    da Adele5   - domenica, 14 novembre 2010 alle 11:37

  2. Come vorrei che tu avessi ragione…
    …e che fosse veramente la fine del ventennio.
    Ancora non ci credo e soprattutto mi sembra quasi
    impossibile che ciò possa accadere in maniera indolore,
    senza colpi di coda o nuovi trasformismi.
    Metteranno all’asta tutti i suoi beni come negli USA?
    Mitico Robecchi.

    da Tarkus   - domenica, 14 novembre 2010 alle 11:57

  3. Ancora una volta la tragedia della storia si ripete come farsa, se questa ripetizione del 25 luglio verrà a compimento, temo che un nuovo 25 aprile dovrà essere preceduto da un farsesco 8 settembre. Mi auguro che la farsa non risulti piú tragica della tragedia stessa.

    da fB   - domenica, 14 novembre 2010 alle 12:05

  4. caro Roberto Giallo,
    se non ci fossi, ti dovrebbero inventare!Scarp e io glorifichiamo la domenica con le tue righe, ascoltando musica, preparando manicaretti. In quanto al 25 aprile, urge sostituire i gatti bolsi. ce la possiamo fare… Il 29 aprile mio padre era in piazzale Loreto con la brigata Garibaldi. Mai dimenticare!

    da Lg   - domenica, 14 novembre 2010 alle 12:11

  5. Sì, godiamoci lo spettacolo…perché mi fa veramente paura pensare a quello che succederà dopo.

    da Irene   - domenica, 14 novembre 2010 alle 12:28

  6. All’elettore ben pensante, che, emulando il pifferaio di Hamelin della favola dei fratelli Grimm, ha reso possibile la paurosa avanzata politica dei roditori di risorse pubbliche che hanno invaso il nostro paese, non resta altro che guardarsi allo specchio e dare del cretino all’immagine riflessa. Succede spesso a chi del buon senso ne ha fatto la virtù capace di riconoscere i propri errori. Purtroppo non capita a tutti…

    da Vittorio Grondona   - domenica, 14 novembre 2010 alle 14:32

  7. io ho sempre avuto la fobia dei topi…

    da eve   - domenica, 14 novembre 2010 alle 14:35

  8. i topi sopravvissero ai dinosauri durante la glaciazione…

    da mir   - domenica, 14 novembre 2010 alle 14:51

  9. i topi portarono la peste nera nel continente…

    da mir   - domenica, 14 novembre 2010 alle 15:20

  10. Invidio e ammiro i topi – anzi, i ratti – in un certo senso, e mi dispiace che la loro straordinaria socialità e adattabilità venga utilizzata per significare il miserabile fottìo di parassiti umani che sciamano da una pelle all’altra. I topi abbandonano la nave ma anche noi siamo su quella nave e, in un certo senso, siamo ANCHE la nave. Se siamo su quella nave non potremo che seguire le sorti del naufragio e sperare di essere noi stessi buona scialuppa con meno parassiti possibile sulla pelle nostra …

    da Paolo   - domenica, 14 novembre 2010 alle 15:44

  11. La mattina del 16 aprile il dottor Bernard Rieux, uscendo dal suo studio, inciampò in un …

    da Pococurante   - domenica, 14 novembre 2010 alle 16:16

  12. chi di topo ferisce..

    da iggy   - domenica, 14 novembre 2010 alle 18:20

  13. I topi ballano fino a quando il gatto affamato e incattivito non si stufa e si apparecchia la cena. E’ successo già nella storia. L’episodio del 1789 in Francia ce lo ricorda bene, altro che Brioches. Siccome anche nel nostro piccolo qualcosa si è riusciti a fare questi hanno paura di finire a testa in giù e cominciano a mimetizzarsi. Dopo la guerra non si trovava un fascista neanche a pagarlo a peso d’oro. Qualche segnale di sopravvivenza fu avvertito durante il periodo del cattolicissimo Scelba quando contadini e operai cercarono di quadagnarsi un pò di libertà dalla fame. Furono assaliti e malmenati dai celerini e forze dell’ordine, meno in forze di loro. Anche loro non è che mangiassero tanto. Poveri contro poveri. I topi più subdoli sono i terzisti e i cerchiobottisti. Loro fluttuano leggeri senza schierarsi mai, hanno sempre ragione, intrecciano le dita delle mani che appoggiano sulla pancia e distillano saggezza senza alzare i toni e se stanno per dire cose riprovevoli sul governante di turno ad un certo punto introducono sempre le frasi miracolose, le frasi boa, le frasi bolina, le frasi chiavi: “d’altra parte però, anche se, d’altronde, ricordiamoci pure”. Alla frase boa fanno una virata di 180 gradi per ricordare che anche l’altra coalizione si è macchiata anni prima dello stesso errore, dello stesso modus vivendi, andando in dietro negli anni fino all’uomo di Neaderthal se mai ce ne fosse bisogno. Insomma hanno inventato il “così fan tutti, tutti uguali”. Sono topi esperti nell’equilibrismo. I più paraculi. I gatti di gusto buono non dovrebbero farseli mancare nel piatto.

    da EDOARDO   - lunedì, 15 novembre 2010 alle 17:35

  14. Vi ricordo che la barca l’abbiamo paga noi.

    da rino   - lunedì, 15 novembre 2010 alle 18:01

  15. i topi stanno sempre al CENTRO delle cose

    da ab   - lunedì, 15 novembre 2010 alle 18:59

  16. Caro Edoardo, Tutto vero! Purtroppo davanti a certi topacci anche i gatti più aggressivi si schifano. C’è il bisogno impellente di gatti affamati che non guardino troppo per il sottile.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 15 novembre 2010 alle 19:12

  17. Chiedo scusa in antipico per il fatto di dire qualcosa che a tutti o quasi risulterà sgradito, ma devo dire che io non sono affatto contento di vedere affondare *ora* ed in *questo modo* questo sgarrupato Titanic da basso impero.

    Io sono uno di quei tanti italiani che tengono da parte una bottiglia di quelle buone, da stappare quando “papi” si sarà riusciti finalmente a levarselo dalle palle – o perchè finalmente condannato e interdetto dai pubblici uffici, o perchè schiattato o almeno perchè sonoramente sconfitto una volta per tutte alle elezioni – da tanto di quel tempo che ormai lo spumante mi sta diventando aceto.

    Ma questo, purtroppo, non è il momento buono.

    I conti dello stato hanno un picco di uscite che si concentra entro la fine di quest’anno e che rimarranno comunque altissime entro la fine teorica della legislatura in corso:
    http://img222.imageshack.us/img222/6083/chart205.jpg

    In aggiunta a questo i conti dello stato non sono mai stati messi così male, abbiamo una compressione del lavoro senza precedenti, una generazione condannata alla precarietà perpetua avendo permesso dai tempi di Treu ( il centrosinistra ha recitato il mea culpa nel frattempo ? ) di aggirare lo statuto dei lavoratori e renderlo completamente lettera morta.
    Tutto questo per fare un favore a confindustria; ovvero in mancanza di rinnovamento di tipologia e metodo della produzione si è fatto in modo che lorsignori potessero almeno produrre attivo risparmiando sul costo del lavoro, o creare società fittizie attraverso le quali transitino appalti e commese aumentando a dismisura i passaggi, cosicchè a parità di lavoro svolto arrivi di meno nelle tasche di chi il lavoro l’ha svolto, ma di passaggio in passaggio a delle aziende composte solo dai loro titolari/azionisti possano rimanere impagliate nelle mani quote del danaro che vi transita per non aver svolto il lavoro ma averlo fatto svolgere a qualcunaltro.

    Risultato: il mercato interno è morto, morto, morto.
    Perchè il lavoro, oggi, non vale più niente, niente, NIENTE.

    Per 10 anni abbondanti la sola strategia incentivata dalla legge è stato: metti gli artigli sulla cassa e scappa.
    Qualcuno ci ha guadagnato somme formidabili in pochissimo tempo trasferendo soldi dai poveri ai ricchi.
    Ma oggi non è rimasta più nemmeno la cassa da fregare e l’illusione è finita.

    In aggiunta metteteci che un sacco di enti pubblici sono così alla frutta che da mo’ neanche pagano più le bollette. ( lo so bene, ci lavoro dentro… )
    Accumulano debiti che scontano alle banche d’affari che li reimmettono come obbligazioni e/o titoli derivati spacciati per titoli di stato perchè, almeno nominalmente, è lo stato che garantisce.
    Ma garantisce cosa, ormai?
    Qualcosa di simile più in generale è stato fatto su scala industriale con un po’ tutto il nostro debito pubblico con operazioni di swap selvaggio.
    Il debito sembra essere meno di quello che è, perchè lo dilazioni, ma prima o dopo toccherà comunque pagarlo e nel frattempo ci matereranno sopra anche gli interessi.

    Ormai da tempo c’è chi paventa prospettive alla “Argentina”, ma io ho paura che la questione non sia più se e quando questo accadrà.
    La questione è, piuttosto, fino a quando con gli strumenti della finanza creativa riusciranno a tenerci nascosto che questo è già successo.
    E intanto la Merkel ha da pochi giorni detto che la Germania non sanerà più i debiti di chi fallisce, chè anche loro hanno dei problemi da gestire e non posso andare avanti a far beneficenza a chi adesso paga lo scotto di aver prima fatto troppo il furbo.
    Credete veramente che parlassero dell’Irlanda o non viene anche voi il sospetto che abbiano paura del contraccolpo che stanno per subire dal crack del loro principale partner commerciale, troppo indebitato perchè anche loro possano riuscire a salvarsi salvandolo( cioè noi )?

    Insomma, io non ne capisco tantissimo di questi argomenti, non ho studi specifici alle spalle.
    Ma cerco di leggere e farmi un’idea attraverso le fonti più indipendenti cui posso accedere.

    Ed anche se spero – spero ardentemente – di sbagliarmi, mi sono convinto che siamo alla resa dei conti.
    Chiunque governi tra un anno, al massimo entro due anni, si ritroverà col proverbiale cerino in mano.
    E la metafora del cerino è solo un pallido eufemismo per descrivere la situazione dello scoppio di una granata tenuta in braccio.

    Non credo si possa più evitarlo, forse è addirittura già successo anche se la polvere non è ancora del tutto uscita da sotto il tappeto.

    Quando verrà fuori la rumenta sa sotto i tappeti, chi avrà il cerino in mano, complice il monopolio editoriale-televisivo-“informativo”, se ne prenderà tutta la colpa.

    E allora, beh….io preferisco che col cerino in mano ci resti chi questa situazione l’ha provocata.
    Che ci si bruci una volta per tutte, che a ciò segua la giusta e definitiva damnatio memoriae.
    Poi toccherà a tutti umiliarsi e cospargersi il capo di genere quando tireremo una riga sui nostri debiti e dovremo dire al mondo “ci dispiace, siamo insolvibili”.

    Però nella storia queste son cose che capitano e possono anche essere sfruttate per ricominciare: idee nuove, metodi nuove, persone nuove.
    Le crisi sono spiacevoli ma sono anche una occasione per cambiare rotta.

    Se ora si andasse a votare e andasse su una persona finalmente stimabile e di sinistra come Vendola, potrebbe ritrovarsi a dover governare l’ingovernabile.
    Ci si brucerebbe lui.
    E il risultato sarebbe Silvio Santo Subito, Presidente a vita con poteri esecutivi illimitati, altro che solo Presidente della Repubblica.

    No no, siamo seduti su una polveriera che non può più non esplodere.
    Che esploda mentre su c’è ancora appoggiato l’augusto, insigne culo del governo presente!

    Dai governi berlusconi e dall’ancor più problematico metodo del berlusconismo ( che travalica le compagini politiche e del quale, ad oggi, berlusconi è solo uno dei tanti epifenomeni ) ormai non si esce senza un cataclisma.
    Se si rivotasse subito e gli andasse “male” il cataclisma travolgerebbe prima gli altri che lui.

    Se dal berlusconismo vogliamo uscire accettiamo subito le estreme conseguenze che questo comporta e mettiamoci in testa che il modo per riuscirci sarebbe tenerlo li a cuocere a fuoco lento nella sua stessa merda fino a termine legislatura.

    da E B   - martedì, 16 novembre 2010 alle 14:20

  18. E.B. in linea di principio trovo il ragionamento giusto, ma se così andassero le cose che paese lascerebbero e come porvi mano?
    Noi non siamo degli osservatori esterni, viviamo questa realtà ed i danni li pagheremo solo noi e chissà quanto a lungo!

    da Mietta   - martedì, 16 novembre 2010 alle 14:49

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