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Voi siete qui – L’orgia solenne dell’Unità d’Italia

Con spirito pacato e sereno, nel rispetto che si deve alle istituzioni e alla storia nazionale, affermo che le solenni celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia hanno già rotto i coglioni. Sarà la retorica patriottica, saranno i roboanti toni da Risorgimento dei Puffi che si sentono in giro, ma temo che l’anno che verrà sarà pessimo, e che lo sventolare ipocrita di tricolori lo peggiorerà assai. Intendiamoci: riflettere sulla propria storia è cosa nobile e doverosa, così come lo è preservare la memoria. Ma so per certo che il ripasso dei nostri primi 150 anni non ci racconterà onestamente né da dove veniamo né dove andiamo. E questo perché già le premesse sono fallaci e truffaldine. Qualche esempio? Ecco. Le celebrazioni partono in pompa magna con uno scandalo sugli appalti per le celebrazioni: nemmeno Woody Allen avrebbe osato tanto. Un quarto del patrimonio immobiliare della capitale è di proprietà del Vaticano, il che è come fare maramao ai bersaglieri di Porta Pia. Alcuni italiani possono essere sequestrati in acque internazionali da forze armate israeliane senza che il governo o il ministro degli esteri balbettino alcunché. Il partito che esprime il ministro dell’Interno, “ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana” (articolo uno del suo statuto): alla faccia dell’unità d’Italia. Nonostante questo ci apprestiamo a un’orgia di sventolamenti, e tricolori, e discorsi solenni, e parate, e francobolli, e alte uniformi. Si sa che l’enfasi è inversamente proporzionale alla verità di ciò che si dice. E allora non facciamola così lunga, basta un cartello, uno slogan pubblicitario, qualcosa come: “Italia: prendiamo per il culo gli italiani da 150 anni. E ci riusciamo piuttosto bene”. Buon anniversario.

24 commenti »

24 Commenti a “Voi siete qui – L’orgia solenne dell’Unità d’Italia”

  1. Bravoooooo

    da giovanni   - domenica, 6 giugno 2010 alle 09:49

  2. Alessandro, se non ci fossero stati tutti quei ragazzi, donne e uomini che ci hanno lasciato la vita in questi 150 anni per avere un paese unito e democratico approverei incondizionatamente il tuo fastidio. Sono un cittadino italiano perchè pago una sorta di affitto, esoso, ingiusto, per avere diritti solo ad abitare in una catapecchia. Non per tutti è chiaro. Dal mio stipendio prima e dalla pensione oggi già si prendono 70% dell’affitto ipotetico. Mettiamo bolli auto e altre tasse e balzelli, pedaggio autostradale, e tra poco anche per le mulattiere, domando e vi domando, di che cazzarola siamo cittadini? Sono più italiani quelli sconosciuti al fisco con gli yatch con la bandierina di Panama e Liberia. Senza parlare della gran rottura di scatole di essere un cittadino sotto tutela di due stati, di cui uno ospite: il Vaticano. Mi sentirei più italiano se il clero, con il suo capo, fosse itnerante: due anni in Francia, due in Germania, vari anni in Africa (li si che c’è da fare)e, dopo trenta e passa anni, ancora da queste parti. La Padania? L’ennesima buffonata italica con capelli verdi e corna celtiche, tricche ballacche e putipù, scoppole, fucili a canne mozze, fichi d’India, e carrettini colorati, Padre Pio, prega Dio e fotti il prossimo. Mi entusiasma di più “Vota Antonio, Antonio La Trippa”, mille volte più sveglio di tutte le TROTE italiche. Buona domenica.

    da EDOARDO   - domenica, 6 giugno 2010 alle 10:38

  3. Che dire…W l’Italia, abbasso gli Italiani..certi italiani,tipo:
    quelli con la coppola e la lupara,quelli che se non c’era Saviano non c’era la camorra, quelli con l’elmo cornutone celtico,quelli della Milano da bere che si sono ciucciati tutto e ci han lasciato solo gli occhi per piangere, quelli off-shore, quelli con la bandana, quelli che non pagano le tasse ma poi si lamentano per i tempi di attesa di una tac, quelli che fanno il funerale alla scuola pubblica, quelli che si bevono tutte le panzanate in circolazione, quelli che i poveri e i “colorati” gli fanno impressione, quelli che quando parlano ci vogliono i sottotitoli e poi chiedono la prova d’ingresso d’italiano a chi magari parla già tre lingue e comunque si fa capire,quelli che o avevano 3 in storia o hanno la memoria corta,e via dicendo sullo stesso stile…Mi viene da intonare la Marsigliese, povera me!

    da antonella   - domenica, 6 giugno 2010 alle 11:30

  4. Super Robecchi, fresco e preciso come sempre!

    da Tarkus   - domenica, 6 giugno 2010 alle 14:06

  5. Finalmente uno strappo nel cielo di carta!

    da Valeria Conedera   - domenica, 6 giugno 2010 alle 20:26

  6. ROBEK ti dico solo una cosa senza di te ed il tuo operato scritto e parlato (piovono pietre)sarei rimasto un italiano dementoide mediocre ignaro che ahimè è tuttora maggioranza nel paese….quindi non smettere di infondere perle di saggezza , caustici commenti e divulgare i tuoi pensieri al vetriolo ! TI RINGRAZIO PER LA SFERZATA DI VERITà elargitami ! HASTA SIEMPRE !

    da alessandro   - domenica, 6 giugno 2010 alle 22:26

  7. Grande Notizia. Nella piccola repubblica del Butan viene calcolato, invece dle Prodotto Interno Lordo, la Felicità Interna Lorda (il FIL). I parametri sono:meritocrazia, sicurezza, legalità, libertà di espressione, pluralismo mediatico, giustizia rapida, lavoro, rispetto della dignità individuale, mobilità sociale, ambiente sano.
    Ragazzi bisogna informarsi che tipo di vino bevono e che prodotti mangiano e ci trasferiamo in massa. Se dici che vogliamo il Fil anche qui con quei parametri i nostri politici rischiano l’effetto aglio come per Dracula.

    da EDOARDO   - lunedì, 7 giugno 2010 alle 10:20

  8. Grandioso come sempre!

    da JaneK   - lunedì, 7 giugno 2010 alle 10:21

  9. Caro sign. Robecchi, non so di dove è originario ma tra tra le “premesse fallaci e truffaldine” su cui è stata costruita la retorica dell’Unità d’Italia lei dimentica la principale: il Mezzogiorno d’Italia è stato colonizzato dal Piemonte dei Savoia e come tutte le aree colonizzate, spogliato delle sue tante ricchezze che ne facevano, al 1861, un area di gran lunga più ricca rispetto al Centro-Nord. Se non si comincia a fare un po’ di chiarezza dall’inizio è inutile andare a guardare cosa dice lo statuto della lega: avranno, per l’opinione pubblica, sempre ragione!

    da Luca   - lunedì, 7 giugno 2010 alle 12:27

  10. scusa ma sono senza parole! Inizi col parlare di menzogne sui 150 anni di storia e tutto quello che riesci a dire che mezza roma e’ di proprieta’ del vaticano? Che c’entra? E’ vietato che il vaticano o chiunque altro abbia delle proprieta’? Lo schifo delle celebrazioni e’ che continuano a raccontare la storia della liberazione delle Duesicilie definendolo uno stato arretrato e vergogna d’Italia e d’Europa mentre era lo stato piu’ ricco, il piu’ sviluppato in industrie e la gente amava la sua terra e si riconosceva nelle sue istituzioni, al contrario di quelle venute dopo. In piu’ rapinando le Duesicilie e portandosi al nord anche i macchinari delle nostre industrie hanno fatto nascere l’ industria padana. Epoi i massacri, le fucilazioni indiscriminate, insomma un vero massacro, altro che liberazione! A Teramo i nostri soldati che si arresero dopo un anno di straordinaria reisistenza furono fucilati dopo la resa e in citta’ furono fucilate piu’ di 500 persone in una sola settimana. L’ elenco e’ infinito. Quanto al plebiscito era con voto palese e non segreto e le urne erano presidiate dai militari occupanti, due urne, una per il si e una per il no. I soldati piemontesi potevano votare senza essere registrati e quindi votarono piu’ volte. A Caramanico (CH) inizio’ la rivolta contro l’ occupazione proprio durante il plebiscito perche’ la folla dei cittadini sfilo’ con cartelli per il NO, quando arrivarono al seggio gli intimarono di andarsene, si rifiutarono e spararono sulla folla, cosi’ la mia gente assali’ il municipio, la gendarmeria e il paese torno’ libero, purtroppo per pochi mesi, poi se lo ripresero a cannonate. Queste sono le verita’ non dette, altro che le case del vaticano. L’ avete letto Gramsci?? Beh, Alessa’, dagli una letta che ti fa bene! E lasciate in pace i preti che le colpe piu’ grosse non le hanno loro!

    da giulio larosa   - lunedì, 7 giugno 2010 alle 12:28

  11. Wow! c’è dibattito!
    Bene!
    a.r.

    da a.r.   - lunedì, 7 giugno 2010 alle 12:48

  12. Beh Admin, è contento del dibattito suscitato e va bene, ma ora intervenga rispondendo alle sollecitazioni mie e di Giulio larosa, il cui pensiero condivido totalmente.

    da Luca   - lunedì, 7 giugno 2010 alle 13:08

  13. @ admin (a.r.)
    Evviva il dibattito! Purtroppo, con grosso rammarico, mi convinco sempre più che l’ironia non è proprio il forte degli itaGliani, di qualsiasi latitudine. L’importante è che penne argute come la tua non mollino la presa!

    @ Luca
    Concordo sul fatto che i Savoia fossero dei mediocri opportunisti. Ad ogni modo …

    @ giulio larosa
    … difendere il Vatik-Ano è l’ultima cosa che un itaGliano dovrebbe fare. Amen.

    da JaneK   - lunedì, 7 giugno 2010 alle 14:06

  14. E quindi, appunto, c’è poco da celebrare e quello che si celebra parte da premesse sbagliate … embè il senso del pezzo di a.r non era proprio questo ?

    Luca (l’ altro)

    da luca   - lunedì, 7 giugno 2010 alle 14:16

  15. Superlativo l’articolo di Norma Rangeri; sottoscrivo ogni singola parola e rigo. Che classe di recensione! Wow!
    Già avevo espresso le mie critiche al libraccio in questione sul fenomeno “Saviano”, ma l’aver letto la chiara analisi di Rangeri mi ha soddisfatto ancor di più perché in genere mi piace molto il suo modo di ragionare. Confermo dunque la mia solida stima alla firma de Il Manifesto.
    Il Prof. Alessandro Dal Lago ne è uscito effettivamente in macerie da quell’analisi razionale.
    E questo, cari, è un professore (!) che insegna all’Università, un intellettuale, un sociologo, uno che dovrebbe chiarire, far luce seee… Un light, invero, secondo me; uno cioé che vede solo la superficie ambigua delle cose e ci fa su sermoni.
    Come mettere un ramo nell’acqua, insomma: il ragionamento di Dal Lago direbbe che quel ramo si è spezzato, è storto; quando, in realtà, noi sappiamo che è solo un riflesso, un abbaglio, un’illusione ottica, un accecamento di chi non ha strumenti adeguati d’indagine e blatera a casaccio.
    Poveri noi, se son questi i docenti in cattedra e finanziati pure da case editrici d’eccellenza, altro che Rivoluzione Copernicana del pensiero globale ci vuole!

    da ab   - lunedì, 7 giugno 2010 alle 18:07

  16. Ombretta Colli (senatrice Pdl): “Lo show di Gigi D´Alessio mostra il bello di Napoli. Non come i discorsi di Saviano”. Di tutte le plastiche tremende che ti sei fatta, quella al cervello è venuta malissimo!

    da gianguido mussomeli   - lunedì, 7 giugno 2010 alle 20:14

  17. si, nell’anno che verrà, ci sarà ben poco da sventolare!
    Per curiosità, oltre alle plastiche della Colli (google immagini grazieaddioesistitu!), andiamo a dare un’occhiata agli interventi infrastrutturali anticipatori?
    così tanto per.

    …vedi caro Amico cosa si deve inventare
    per poter riderci sopra
    per continuare a sperare!

    da stefania   - lunedì, 7 giugno 2010 alle 22:21

  18. Amici, si sta consumando “una giornata di ordinaria eversione” del Cavaliere. Oggi è uscito fuori di testa con le sue dichiarazioni. Ha lanciato una “fatwa” a tutti: RAI, MAGISTRATI, AQUILA. Questi riescono a coprire gli eventi della giornata alzando polveroni mediatici e dichiarazioni che rasentono l’eversione. Spazi non ce ne sono per nessuno. Tra le cazzate della Lega e quelle del Cavaliere l’asticella non è mai a portata di mano dell’opposizione (c’è???). L’Europa dovrebbe sanzionarlo visto che gli italiani non sono in grado di farlo. Il caimano è tornato.

    da EDOARDO   - martedì, 8 giugno 2010 alle 16:36

  19. La notizia è ufficiale: Roberto Calderoli affiancherà Nelson Mandela durante la cerimonia che precederà la partita inaugurale dei Mondiali, Sud Africa – Messico.
    L’anziano leader desidera provare un’ultima volta l’ebbrezza di avere al suo fianco un secondino Afrikaaner.

    da gianguido mussomeli   - martedì, 8 giugno 2010 alle 20:17

  20. Oggi l’Italia è così. Unita nel popolo e nella configurazione geografica, come è giusto che sia. Secondo il mio parere l’unità d’Italia è stata una conquista e come tutte le conquiste è costata lacrime e sangue. Del resto, come in tutte le guerre, chi vince è sempre il più forte, il quale, spesso, corrisponde al più prepotente. Nel frattempo, nell’indifferenza generale, il Vaticano continuava ad arricchirsi fuori misura circondandosi di beni terreni, distanti anni luce da quei valori predicati al popolo finalizzati ufficialmente alla conquista del Regno dei Cieli… Questo mi fa pensare che in effetti, da duemila anni a questa parte, molti anni prima quindi dell’epoca del Conte Camillo Benso di Cavour, di Garibaldi e dei Savoia (sic), si sia consolidato il più forte proprio quello Stato, minuscolo solo in apparenza, che ha saputo disseminarsi concretamente ad arte in ogni angolo del nostro territorio. Ciò che è stupefacente è il fatto che, nonostante l’evoluzione culturale pre-Gelmini, ancora oggi sia di gran lunga ancora il più forte. Evidentemente la paura dell’inferno, la facile scomunica, anche politica, hanno premiato tantissimo fra i credenti timorosi… Niente tasse in cambio di una prece… Ditemi voi se non sembra una televendita per gonzi.
    Non vorrei però essere frainteso. Non ho proprio nulla contro i preti. Ne ho conosciuti davvero tanti veramente umani. Oserei addirittura definirli santi. Sempre pronti ad aiutare i bisognosi nei momenti difficili. Ma questi sono i preti che praticano il credo divino come lo intendo io. Il piacere dell’amore per il prossimo… Il resto, almeno per me, conta meno di niente.

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 9 giugno 2010 alle 16:36

  21. … secondo me, l’Unità d’Italia ha comportato anche lo stabilirsi della mafia nel Sud, violentato da un progetto posticcio, appiccicato con la forza e l’ignoranza.
    Come si mette la questione meridionale senza capire un cazzo del brigantaggio? Di coloro cioé che resistettero fino alla morte, animati dalla difesa del territorio contro quella violazione della loro vita?

    da donnadibrigante   - mercoledì, 9 giugno 2010 alle 17:18

  22. Tutto il problema della calebrazione del 150° anniversario dell’unità d’Italia sembra ormai ridotto all’incognita della Lega: boicotteranno le celebrazioni, o concederanno qualche atto di presenza che permetta di salvare le apparenze? Ma anche nella migliore delle ipotesi siamo sicuri del valore di questo evento? L’Italia è un paese particolarmente prono alla retorica. Le ricorrenze storiche non sono mai uno sforzo collettivo di riflessione sul passato ma una faccenda di parate, concerti bandistici, noiosi pistolotti delle autorità dello stato, e la scopertura di targhe e monumenti. Abbiamo bisogno di questo per ricordare l’Unità d’Italia? La mia previsione e che ci verrà riproposto l’assurdo culto dei padri della patria. Si riforzerà cioè l’immagine che lo studente italiano medio ha del Risorgimento; quella secondo cui in qualche stanza si riunivano Mazzini, Garibaldi e Cavour, che con spirito patriottico decidevano il modo migliore per spezzare le ossa all’Austria. Con il solo Garibaldi che faceva anche un po’ di moto dirigendo personalmente qualche carica.

    Verrà ricordato che Cavour odiava Mazzini? E che questi andò in esilio per decisione di quel retrivo stato sabaudo di cui Cavour successivamente assunse la guida? E che poi il Piemonte liberale — per volontà di Cavour — aggiunse alla misura dell’esilio la condanna a morte in contumacia, l’invio di agenti provocatori, la costruzione di una leggenda nera diffusa attraverso i giornali di regime e i rapporti di polizia fasulli che doveva compromettere Mazzini presso le polizie di tutta Europa perché lo estradassero nel Regno di Sardegna dove lo attendeva la forca? L’uso dell’accusa di terrorismo per screditare gli avversari politici ha questo precocissimo impiego da parte di Cavour ai danni di Mazzini.

    Verrà ricordata l’amarezza che Garibaldi semina in ogni passo delle sue Memorie per il boicottaggio continuo che Cavour ordiva ai suoi danni, scavalcando persino la volontà di Vittorio Emanuele? Se il Piemonte si era rassegnato alla “collaborazione” con Garibaldi era solo per evitare che questi avesse successo da solo — come sembrava possibile — in tutte le imprese militari in cui si metteva. Se Garibaldi avesse dimostrato che le milizie volontarie erano almeno altrettanto efficienti dell’esercito regio il Risorgimento poteva avere tutt’altro sviluppo, niente affato gradito al moderatismo savoiardo. Molto meglio irretire Garibaldi in una “collaborazione” che imponeva a questi disciplina e ai sabaudi impegni che si dimostravano sempre promesse di marinaio. Come il ritardare all’estremo l’invio di denaro, vettovagliamenti, armi e munizioni proprio quando le camicie rosse ne avevano più bisogno. Hai visto mai che quello scavezzacollo di Garibaldi si buttava comunque in un’azione disperata rimettendoci le penne e salvando tutti dall’incomodo della sua persona?

    Ma al 150° anniversario dell’Unità d’Italia questa storia non ci verrà raccontata.

    da gianguido mussomeli   - sabato, 12 giugno 2010 alle 12:19

  23. Oggi il vecchio tossico di Arcore ci ha somministrato un’altra delle sue solite dosi di veleno settimanale che, sommandosi al caldo afoso, rende la sopravvivenza in questo Paese di sado-masochisti ai limiti della sopportabilità. Dal sito “NostroSilvio” (o ForzaSilvio o SantoSilviosubito o simili fandonie) il dissennato ha detto che metterà ordine in quel di Giustizia e a breve. Perché è ora di finirla (!) con quella minoranza di magistrati rossi che tentano di ribaltare (golpe?) il risultato elettorale.
    Arieccoci con la solita minestra riscaldata del consenso popolare che per il puttaniere coincide con la licenza di comandare su tutti e, in particolare, sulla Costituzione … non è fascismo a tutti gli effetti questo, caro Massimino???
    Nella posizione in cui si trova adesso il nano grazie soprattutto a quella vanitosa di D’Alema e colleghi della corrente migliorista o finta sinistra (…), accade che qualsiasi cosa noi facciamo per ribellarci è rigirata come una frittata a livello retorico-verbale dal telefascismo mediatico e usata per accrescere sempre più la confusione linguistica.
    Fintantoché c’è caos, l’omuncolo sa che regnerà sovrano.

    da ab   - sabato, 12 giugno 2010 alle 19:15

  24. io sono chiamato per lavoro ad “eseguire” i festeggiamenti per i 150 dell’unita’ d’Italia.
    penso che l’Italia non è stata ancora unita, e la strada intrapresa dalla politica difficilmente la unira’.
    il Sud d’Italia non ha ancora le infrastrutture che in un paese unito è normale che siano equeamente distribuite.
    Le politiche economiche sembrano non accorgersi che le differenze economiche NORD SUD stanno innescando la nascita di pericolosi movimenti.
    bisogna “formattare” e iniziare un percorso basato su onesta’ politica, economica, storica e sociale.

    da Ennio   - giovedì, 21 ottobre 2010 alle 14:25

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