Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro
 
mer
5
lug 17

Il razzismo “perbene” della classe media: non sono “perseguitati”

Fatto050717Siccome il catalogo delle ipocrisie planetario si arricchisce ogni giorno di più, servirebbe una bussola, un tutorial su YouTube, o almeno un rinnovo periodico del vocabolario. Il trucchetto funziona sempre: se non si riescono a cambiare le cose si cambiano le parole. Le parole nuove vengono ripetute e quindi accettate, e così, ecco che il migrante non è più migrante semplice, ma si divide in migrante perseguitato e migrante economico, con il corollario che il primo è un migrante vero, e l’altro una specie di furbacchione che non vuole lavorare al suo paese, è povero e cerca di esserlo meno andando via di lì.

Col suo piglio neogollista da glaciale sciuparepubbliche il presidente francese Macron l’ha detto meglio di tutti: “Come spieghiamo ai nostri cittadini, alla nostra classe media, che all’improvviso non c’è più un limite?”. Perfetto e di difficile soluzione, in effetti: come spiegare a gente che borbotta se trova più di tre persone in fila alla cassa dell’Autogrill che ci sono migliaia di uomini e donne che vengono qui sperando finalmente di mangiare qualcosa? Mentre Macron diceva quelle cose (notare l’equazione “cittadini” uguale “classe media”), nei boschi tra Ventimiglia e Mentone era in corso una poderosa caccia all’uomo con i cani lupo alla ricerca di qualche decina di migranti passati clandestinamente in Francia. Scene degne dell’Alabama di fine Ottocento, a poche centinaia di chilometri dalla recente esibizione di grandeur di monsieur le Président.

Dietro le parole, le formule, le riunioni politiche ai massimi livelli, insomma, si certifica e accetta un concetto caro al pensiero liberale: i poveri sono in qualche modo colpevoli di esserlo, e quindi un po’ – lo dico in francese – cazzi loro. Le Le Pen e i Salvini e tutta la compagnia neofascista che ogni giorno starnazza dalle cronache, hanno il loro conclamato razzismo, certo. Ma esiste un razzismo molto più presentabile e pulito, accettabile e incoraggiato, da “classe media” per dirla con monsieur Macron, ed è quello contro i poveri. L’aggettivo “economico” è usato a piene mani per descrivere chi non ce la fa, chi rimane sotto le soglie, chi resta stritolato. Restando alle voluttuose giravolte del vocabolario, non è un caso che i licenziamenti economici nelle politiche del lavoro italiano si chiamino “licenziamenti per causa oggettiva”. Capito? Il mercato è oggettivo, le vite delle persone invece sono soggettive, e quindi (di nuovo) cazzi loro.

Non è niente male come paradosso per iniziare un secolo e un millennio: superate le ideologie (ahahah), archiviata ogni idea di socialismo, di pari diritti, di pari dignità eccetera eccetera, ecco che il mondo – e l’Europa in prima fila – riscopre una grandissima rottura di palle per ceti medi: i poveri. Irritano i migranti economici, in quanto poveri, irritano i turisti low cost che mangiano il panino in strada invece di andare al ristorante, con grande scorno dei Briatore e dei Nardella, irritano i laureati poveri che reclamano una vita più decente, con grande scorno dei Poletti. E’ come se si affermasse (a destra e a sinistra) un nuovo status sociale: l’equazione cittadino uguale ceto medio che Macron ha così soavemente esposto, penetra nelle coscienze. Come la bella Lisa, la prosperosa salumiera de Il ventre di Parigi di Zola, tutti paiono vagamente, persino subliminalmente convinti che il povero “si è cacciato in quella situazione”, e in un piccolo, veloce passaggio logico si trasforma la povertà in una colpa. Ecco spiegata la guerra in atto: una guerra contro i poveri, colpevoli di minare – con il loro colpevole essere poveri – la tranquilla stabilità di tutti gli altri. Non male come modernità: sono cose che si sentivano dire a tavola tanto tempo fa, quando annuendo e dicendo “signora mia”, si passava la salsa allo zar.

19 commenti »

19 Commenti a “Il razzismo “perbene” della classe media: non sono “perseguitati””

  1. Perfetto. Ecco cosa significa “leggere” : trovare qualcuno che scrive il tuo pensiero in modo così chiaro e conciso!!!

    da crippa laura   - mercoledì, 5 luglio 2017 alle 08:34

  2. Discorso lungo,riflessioni che possono partire dal jobs act e la porcheria dei licenziamenti senza giusta causa,inseriti da un molto presunto governo di cxsx.

    Continuando verso una immensa migrazione epocale perlopiù dall’Africa dove il colonialismo ha portato a queste conseguenze.

    Ma l’orribile schifezza arriva da questa inesistente comunità europea,quella che s’interessa solo di banche per intenderci,e sul fenomeno dei migranti da i 35 eurini a Italia e Grecia lasciando parcheggiati all’infinito tutte queste persone,ovviamente nell’inevitabile scontro tra poveri.

    Poiché nei quartieri tipo Prati mica fanno centri d’accoglienza,o a Capalbio ad esempio….

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 5 luglio 2017 alle 09:51

  3. Tra l’altro mentre la LePen si sarebbe trovata contro un’opposizione totale e compatta che non le avrebbe fatto passare liscio nulla, Macron si ritrova beato dai numeri e dal retropensiero che tutto sommato è il meno peggio…
    Potenzialmente può intraprendere riforme con meno ostacoli di quelli che avrebbe avuto la LePen.
    Notare inoltre che al primo turno lo hanno votato il 18.2% degli aventi diritto di voto (ovvero 24% dei 77,7% che hanno votato) cifra significativamente minore di quanto prese Hollande (22.2%).

    da Sebastiano   - mercoledì, 5 luglio 2017 alle 10:47

  4. Grazie. Parole chiare, dal suono condiviso.

    da Robertoli   - mercoledì, 5 luglio 2017 alle 10:52

  5. Un articolo perfetto per chiarezza e contenuti. Un applauso! :-) Grazie.

    da Valeria   - mercoledì, 5 luglio 2017 alle 12:44

  6. Caustico ma esatto, come sempre. Robecchi, un mito

    da Antonella Bernardi   - mercoledì, 5 luglio 2017 alle 13:21

  7. Complimenti a Robecchi per questa disamina chiara e sintetica!

    da Albino Imperial   - mercoledì, 5 luglio 2017 alle 15:15

  8. Grande Robecchi, grande. Grazie per aver scritto queste cose.

    da gis   - mercoledì, 5 luglio 2017 alle 17:41

  9. E intanto in Europa si parla di immigrati, ma i Salvini europei avevano altro da fare che non guadagnarsi il lauto stipendio.

    da Fiorenzo   - mercoledì, 5 luglio 2017 alle 17:51

  10. CONCETTI SPIEGATI MAGNIFICAMENTE, BELLO IL FINALE CON LO ZAR SIAMO AD UN SECOLO E LE CARTE SI SONO UN PO’ MISCHIATE PUR MANTENEDO LA SOSTANZA. OGGI I “PROLETARI” HANNO ALCUNI BENI DI CONSUMO (CELLULARI TELEVISIONI AUTO) E NON SOLO LA PROLE COME PROPRIETA’ E SONO CONVINTI DI ESSERE CLASSE MEDIA IL SOGNO DEL SOCIALISMO E’ STATO IMBRATTATO DA STALIN E SOCI (PENSARE CHE IL COREANO E’ CONSIDERATO UN COMUNISTA ESTRAE UNA BESTEMMIA SORDA ANCHE AD UN ATEO) L’ISLAM HA SOPPIANTATO L’IDEOLOGIA ANTIMPERIALISTA ALLA FACCIA DELL’INTERNAZIONALISMO. PRESTO I BIANCHI SCOPRIRANNO DI ESSERE MINORANZA E ALLORA:::

    da giuseppe lavezzo   - mercoledì, 5 luglio 2017 alle 19:11

  11. non c’e’ una virgola da aggiungere l’analisi e’ perfetta per intelligenza e sensibilita’

    da Marco Zapparoli   - mercoledì, 5 luglio 2017 alle 19:21

  12. In realtà la prima, tra i governanti europei, a dividere i migranti economici da quelli che scappano dalle guerre è stata Angela Merkel. Lei, molto prima di Macron disse che i migranti economici non li voleva. Scelse i siriani, ne fece entrare centinaia di migliaia e stop. Fine. Quanto alla classe media, mi piacerebbe sapere dove è finita. Non c’è più nessuna classe media.

    da Gena   - giovedì, 6 luglio 2017 alle 14:35

  13. Condivido tutto. Rimane però il problema di come gestire eventuali milioni di disperati che volessero cercare migliore vita in paesi come l’Italia da cui i giovani fuggono all’estero in cerca di un vero lavoro non sottopagato o a cottimo.

    da Alessandro Regazzetti   - venerdì, 7 luglio 2017 alle 13:32

  14. L’articolo di AR mi ha portato alla mente una vecchia canzone del cantante bolognese Mario Medici intitolata “amici miei”. Il cantautore dialettale nella canzone ricorda fra gli altri anche la sua mamma quando in tempi di miseria raccomandava a lui bambino “non saltare che ti viene fame”… Avere conosciuto la miseria e il disagio sarebbe per i nostri politici lontani mille miglia dalla realtà un ottimo bagaglio professionale per aiutare come dovrebbero il popolo meno abbiente del mondo attuale dove ormai quasi nessuno ama il prossimo suo. Invece gestiscono spudoratamente la miseria degli altri come merce per ottenere meri consensi elettorali.

    da Vittorio Grondona   - sabato, 8 luglio 2017 alle 17:19

  15. Equazioni – una parte è uguale a zero

    Presupponiamo che sappiano scrivere,
    mentre è tanto se sono ancora vivi
    quando arrivano qua e chissà chi
    gli è morto a casa o in viaggio – e gl’insegniamo
    pure la nostra lingua, li “integriamo”
    in questo nostro disintegramento
    che non sa più ascoltare, non è umano:
    guardate bene, dove sono i poveri?

    Intorno alla ricchezza: e non è un caso,
    anzi è una ferrea causalità –
    questa genera quelli, e per di più
    se la prende ché le danno disturbo;
    non vuol vedere grazie a cosa esiste,
    non riconosce la propria violenza:
    pretende che gli schiavi le sorridano
    quando li schiaccia passandoci sopra.

    (17/03/2017)

    da ness1   - domenica, 9 luglio 2017 alle 00:23

  16. Grazie: poche parole che fotografano la realtà, senza sconti e scuse ipocrite

    da Sara Bergamasco   - lunedì, 10 luglio 2017 alle 08:53

  17. Un ceto medio impoverito che si avvia a costituire i futuri poveri e che va ad ingrossare le fila del lumpenproletriat.

    da Nachtigall   - mercoledì, 12 luglio 2017 alle 15:04

  18. Come si fa a dire che non si ha il diritto di sfuggire alla miseria e alla fame? Per non parlare dei migranti ambientali, che sono già 250 milioni e se va avanti così aumenteranno sempre di più. Lo spazio abitabile del pianeta può diventare sempre più piccolo. Ci troviamo di fronte a problemi enormi, ad una classe politica incapace di affrontarli e ad una società che non avrebbe niente in contrario a risolverli con le soluzioni “classiche” delle guerre e dei genocidi. In che brutto mondo viviamo…

    da Irene   - venerdì, 14 luglio 2017 alle 08:51

  19. Grazie!

    da Rosanna Tommasi   - sabato, 15 luglio 2017 alle 21:37

Lascia un commento