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Fasci, neonazi, svastiche: il maiale in cucina ha iniziato a puzzare

fatto140617Colpo di scena, tutti stupiti che ci sia ancora la destra. Grandi oh! di sorpresa, analisi messe su in fretta e furia per spiegare il contrario di quello che si era spiegato fino al giorno prima. Questo ci ricorda due cosette da nulla: la prima, il blocco sociale della destra c’è, esiste, non se n’è mai andato. La seconda, i voti di destra che Matteo Renzi aveva programmaticamente detto di voler attrarre (testuale: “Se con i nostri voti abbiamo non vinto, per vincere davvero i voti li andiamo a cercare di là”) non sono arrivati, non arrivano mai, preferiscono l’originale, seppur sbiadito, alla copia, com’era prevedibile (e come si è ripetuto fino alla nausea, avendone sempre in cambio sberleffi e contumelie, vabbé).

La mucca in corridoio di Bersani ora è una mandria, difficile non vederla. E in più, per restare alla metafora, c’è qualche maiale in cucina.

Tipo gli eletti di Casa Pound, per dire, o la lista Fasci Italiani del Lavoro che prende il 10 per cento in un paesino vicino a Mantova con tale Fiamma Nerini, 20 anni, ragioniera. Consiglio un viaggetto tra le pagine Facebook sue (ma ora le ha chiuse), del padre Claudio Negrini, fondatore del movimento, e del movimento stesso, posti dove si festeggia la presa di Addis Abeba, per dire dell’aderenza al presente e dell’odore di olio di ricino.

Come sia possibile che l’immagine di un fascio littorio compaia su un simbolo elettorale, venga stampato su una scheda e addirittura votato da 334 persone che nel caldo afoso della bassa hanno scelto una granita alla merda, è una cosa che dovrebbe spiegarci il ministero degli Interni. Si vede che la battaglia per il decoro non è ancora arrivata alle schede elettorali e si limita ai diseredati.

Naturalmente si può minimizzare, archiviare tutto come marginalità folkloristica, cavarsela con l’irrisione della macchietta, sorridere davanti alle cartoline del Ventennio, cose che in effetti qualche risata la strappano. E però i segnali si moltiplicano, le barzellette in orbace si affacciano alle cronache sempre più spesso, al punto che passa la voglia di sghignazzare. La torta con la svastica con cui Casapound di Lodi ha festeggiato il compleanno di un suo dirigente è piuttosto indicativa. Risultano le allarmate proteste delle comunità ebraiche italiane e poco altro, come se ci si trovasse al cospetto di un cretino che si veste da Uomo Ragno o una goliardia da gente che ha studiato poco. Insomma, si lascia correre (non risulta sia arrivata la polizia, ecco). A Roma, i cartelli contro i negozi stranieri affissi dai bellimbusti di Azione Frontale (urca!) sono passati via come una bravata. Anche lì non risultano retate. A Milano, città Medaglia d’oro della Resistenza, un manipolo di

Lealtà Azione ha pensato bene di andare al Cimitero Maggiore a fare il saluto romano ai camerati defunti. Gli stessi che qualche giorno dopo hanno partecipato a un’iniziativa (contro la pedofilia, andiamo, chi non è contro?) che ha ottenuto il patrocinio del municipio 7 della città. Dunque, ci è toccato pure vedere il logo dei filonazi accanto a quello del Comune, che si è poi fortunatamente – e dopo molte proteste – dissociato. E questo senza contare i periodici spettacolini con labari e gagliardetti, o i concerti dove si canta di difesa della razza.

Si sa che i paragoni storici valgono quello che valgono, l’Italia non è Weimar, una ragioniera della pianura mantovana non è un pittore austriaco coi baffetti da pirla, quelli che tagliano la torta con scritto Sieg Heil! non invaderanno la Polonia, d’accordo. Però si sappia che il virus è in circolo, che quotidianamente si infrange la legge inneggiando alle peggiori pagine della nostra storia, e che chiudere un occhio, anche due in certe occasioni, non ha frenato il fenomeno. Che il maiale in cucina, insomma, puzza un bel po’.

16 commenti »

16 Commenti a “Fasci, neonazi, svastiche: il maiale in cucina ha iniziato a puzzare”

  1. Sa, ho come l’impressione che abbiamo già mangiato quella torta (al gusto un po’ dolciastro alla Salò): abbiamo avuto ministri che celebravano la X MAS, cui Presidenti della Repubblica antifascista non avevano mai chiesto nulla del loro passato (pur ben documentato). Quindi…

    da Giuseppe Michieli   - mercoledì, 14 giugno 2017 alle 08:24

  2. Ma lo sa anche lei immagino,come mai quel virus si diffonde,tra l’Europa della banche che lascia a se stesse famiglie,precari e disoccupati.
    In aggiunta l’ondata migratoria che peggiorerà la guerra tra poveri,sempre con l’Europa che se ne fotte,dando i 35 eurini a Italia e Grecia,che aiutano perlopiù affaristi e criminalità organizzata.

    La storia si ripete ciclicamente,con delle novità legate ai tempi.

    Sarà mica tutto organizzato per caso…?

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 14 giugno 2017 alle 08:47

  3. Adesso vedremo se il prode Minniti scioglie o meno il comune e lo affida ad un commissario.

    da Eparrei   - mercoledì, 14 giugno 2017 alle 09:11

  4. Caro Robecchi, viviamo brutti tempi, in cui lo “zeitgeist” è quel che è… se poi si trovano dei miserabili come Grillo che pur di nascondere la sconfitta elettorale e l’ennesimo fallimento del pupo Di Maio, strumentalizzano i peggiori istinti razzisti di collettività sfiancate da una crisi economica che sembra non aver termine, allora i rischi per questo paese sono davvero grossi… i fasci e le svastiche sono solo la ciliegina sulla torta!

    da Ago   - mercoledì, 14 giugno 2017 alle 11:49

  5. Scandaloso quello che sta succedendo.è una vergogna che i nostri politici,non fanno nulla,per estirpare,questo fenomeno.Sono indignato,anche su Face-book e social,girano persone,che inneggiano al nazifascismo,il che è un reato,ma nessuno dice niente,all’infuori dei siti Ampi,che cercano di combattere,questi ignoranti,che nulla sanno del periodo,e di quello che è stato e ha fatto.Se andiamo avanti cosi di questo passo,mi sa che,ritorna il vento nero del nazifascismo.Questi giovani,senza cultura,non sanno nulla e si lasciano trasportare dalle compagnie e amicizie cattive.Speriamo bene,d’altronde finita la guerra,sono rimasti,quelli che c’erano prima,altro che i comunisti,che non esistono più;hanno solo cambiato pelle,(vedi Lega e destre,più o meno estreme).Bisogna darci un taglio,ma se non lo fanno chi di dovere,purtroppo,non se ne esce.Ora e sempre Resistenza!

    da giorgio brunelli   - mercoledì, 14 giugno 2017 alle 15:11

  6. Mah nella Germania dell “nazista” Merkel, costoro sarebbero tutti in galera.
    Provati a fare il saluto con il braccio destro alzato in pubblico
    a Gottingen per esempio.
    Ma qui abbiamo minniti il Gustav Noske de noantri, e sezioni del pd che fraternizzano con casa pound.

    da Nachtigall   - mercoledì, 14 giugno 2017 alle 21:03

  7. Credo che l’ ANPI dovrebbe cambiare l’approccio verso queste espressioni reiterate di nazifascismo: invece di appelli a prefetti e questori, che lasciano il tempo che trovano e men che meno a un ministro dell’ interno inetto come Minniti, mobilitazioni delle sezioni e “servizi chiavi in mano” su tutto il territorio nazionale!

    da FEDELE SPOSATO   - mercoledì, 14 giugno 2017 alle 23:36

  8. Il commento su Bersani e’ importante il povero PL e’ da oltre un anno che parla di destra ma una destra non liberale ma fascista e tutti a prenderlo per il culo per la metafora della mucca in corridoio. Ma il suo ammonimento e’ valso nulla tutti a seguire il prode Renzi. Adesso incomincia ad essere tardi come dice il solito Bersani. Il problema e’ che non esiste una forza significativa di sinistra che possa contrastare questa deriva. Ed invece quelli che la dx e sx non esiste piu’ (cioe sono di dx ma non lo dico) dominano le scene col loro comico vaffanculista ( e’ il me ne frego fasista in versione blog). UN bel problema.

    da carlo magis   - giovedì, 15 giugno 2017 alle 07:52

  9. Buonasera Robecchi, il quotidiano su cui scrive ha tra i propri lettori una schiera di miserabili bestie analfabete e rancorose che non perdono occasione di mostrare la propria inadeguatezza al vivere quotidiano commentando qualsiasi notizia con rutti di infima fattura (anche il rutto bisogna saperlo fare). Di fronte a questa forma di inquinamento protogrillinolegaiola (bastava aprire gli occhi a tempo debito per accorgersi di ciò che adesso turba le anime candide) che infesta la sua dimora professionale, lei e i suoi colleghi come reagite ? Glielo chiedo con affetto e mi scuso se appaio impudico ma, porca puttana, come si fa a passare da Fausto e Iaio, Cuore, Radio Popolare, IlManifesto a un quotidiano letto da gente che nella stragrande maggioranza considera i partigiani dei vigliacchi traditori ridotti a inutili orpelli, gli stranieri una malerba da estirpare con il lanciafiamme, i comunisti la cantilenante rovina di questo Paese (non è bastato perdere le elezioni per quarant’anni, vedere compagni ammazzati dall’ordine costituito, dedicare la propria vita alla lotta contro le ingiustizie sociali, adesso arriva il primo stronzo che passa per caso e ti dice che se non funziona niente è colpa della sinistra) ? L’indirizzo è http://www.ilfattoquotidiano.it, scelga un argomento a piacere e verifichi lei stesso. Se oggi non può, faccia domani o la prossima settimana o quando vuole lei. L’esito sarà lo stesso.

    da leandro   - giovedì, 15 giugno 2017 alle 18:09

  10. Ci ho pensato un po’ prima di rispondere. Anche perché è la 187ma volta e la cosa comincia diventare noiosetta. Dunque di cosa mi si rimprovera? Che i commenti su un sito pubblico aperto a tutti contengano un alto tasso di scemenze? Che quindi io lavoro in una “casa professionale” in cui parlano in qualche modo anche dei lividi commentatori portatori di ignoranza? Che strano ragionamento, oltretutto non del tutto centrato. Perché alla fine si sarebbe anche un po’ stufi delle lezioncine sui media da parte di chi non ha mai messo piede in un giornale, non conosce le dinamiche, non sa come funziona. In più, lo dico per esperienza, il lettorato de Il Fatto è molto variegato. Vero che nei commenti on line ci sono moltissimi troll, deficienti generici eccetera eccetera, ma è solo una parte (per parte mia ho risolto così: non leggo i commenti, non troverai mai in tutti questi anni una mia risposta). Invece ho partecipato a qualche festa de Il Fatto e ci ho trovato un pubblico molto diverso da quello. E anche i lettori che leggono l’edizione cartacea (o elettronica, ovvio) del giornale, interagiscono in modi assai diversi e quasi sempre civili e urbani (e sensati). I 286 pezzi che ho scritto (a oggi) per il Fatto stanno nell’archivio e li puoi trovare tutti su questo sito (integrali e gratuiti). Di quelli rispondo al cento per cento. Di chi ci mette sotto un commento cretino no. Mi sembra che basti. Quanto alla “casa” eccetera eccetera, mi sembra questione peregrina assai: quando ho lasciato il manifesto (per motivi che spiegai ai tempi), il Fatto mi offrì una rubrica settimanale, considerandomi (bontà sua) una “firma”. Ricordo benissimo la telefonata con Marco Travaglio che considero un ottimo direttore, e quella telefonata non conteneva né indicazioni né ordini di scuderia. In 35 anni di mestiere ho avuto il privilegio (non è solo fortuna, si tratta anche di avere il coraggio di rifiutare offerte molto vantaggiose, a volte) di scrivere solo per giornali che mi permettessero di essere totalmente libero nei miei commenti, il Fatto è uno di quelli, altrimenti non ci scriverei. E in ognuno di quei 286 pezzi ho scritto esattamente e senza filtri quello che pensavo. Confondere i lettori di un giornale con quelli che commentano on line e farli aderire in scala uno a uno è una scemenza grossa: i lettori del Fatto Quotidiano che ho visto io (alle tante iniziative sul No al referendum, per esempio) non sono quelli lì e non gli somigliano nemmeno. Quanto ai deliri protogrillini leghisti ecc ecc, credo appartengano a una tattica del momento, domani ce ne sarà un’altra, temo altrettanto deprimente. Del resto ripeto da tempo che sono assolutamente equilontano dai tre poli in campo, guardo da fuori, non appartengo. Se mi dici che avere un tripolarismo con tre poli tutti e tre di destra è deprimente, sono d’accordo. Quello che ho scritto sul Fatto è lì da (ri)leggere. Io rispondo di questo, non di quelli che ci scrivono sotto viva Beppe, o viva Salvini o viva il Duce, o viva Renzi. Quindi accetto critiche, appunti e persino insulti su quello che scrivo io, non su quello che scrivono gli altri (a parte il fatto che i commenti on-line anche di altri giornali non mi sembrano… bah, lasciamo perdere).

    da Alessandro   - venerdì, 16 giugno 2017 alle 08:23

  11. L’articolo l’ho letto con un po’ di ritardo, in altre faccende affacendato. Corretta e condivisa l’analisi, resta un problema di fondo, riassunto in uno “slogan” partigiano, in tutti i sensi, “SE CI FOSSE DA RIFARE LA STESSA STRADA LA RIFAREMMO, OOGI E SEMPRE RESISTENZA”. Non so, ma credo che la rispsota debba esserci in maniera significativa, che sia un richiamo alla vigilanza e mai come oggi manca una sinistra capace di chiamare a raccolta con credibilità, prevenire e sempre meglio che combattere, anche questo, in tutti i sensi.

    da Marco   - venerdì, 16 giugno 2017 alle 10:56

  12. Leandro cosa si è fumato?

    Bestie rancorose tra i lettori del Fq?

    Ma va a de via i ciap….

    da Ivo Serenthà   - venerdì, 16 giugno 2017 alle 13:54

  13. Buongiorno Alessandro, non ti si rimprovera di nulla nè ti si chiede di rispondere di ciò che scrivono altri diversi da te. Non ti ho dato del traditore nè tantomeno del venduto e soprattutto non ho mai confuso la totalità dei lettori del giornale su cui scrivi con i commentatori. E’ innegabile però che tra i lettori-commentatori del Fatto ci siano diversi esemplari di subumani, cosa che tu, forse senza volere, hai confermato (“Che i commenti su un sito pubblico aperto a tutti contengano un alto tasso di scemenze ?”, “Vero che nei commenti on line ci sono moltissimi troll, deficienti generici eccetera eccetera, ma è solo una parte”, “a parte il fatto che i commenti on-line anche di altri giornali non mi sembrano… bah, lasciamo perdere”). La sensazione è che questa feccia alla fine faccia comodo a chi vive di click, perchè in ogni modo fa volume. Sarebbe bello, tornando al tuo articolo, che un direttore qualifichi pubblicamente con un sobrio “stronzo” ciascun autore di commenti di matrice fascista, un piccolo passo per un giornalista, un grande passo per la collettività. Perchè, inutile negarlo, ci sono sempre stati. E’ solo che oggi hanno una legittimazione, nemmeno guadagnata ma tragicamente concessa, che non si può giustificare.

    da leandro   - venerdì, 16 giugno 2017 alle 17:51

  14. Credo che ti sbagli. I commenti sono liberi e non moderati, che è una scelta. Sul mio sito, per esempio, non ci sono commenti fascisti perché non li autorizzo. Ma là arrivano migliaia di commenti e credo sia giusto lasciarli così. Che la rete sia anche uno sfogatoio dei peggiori istinti è noto, basta saperlo e non dargli quel peso. Quando penso ai miei lettori non penso certo a quelli lì, allo stesso modo quando faccio un tweet non penso ai troll che arrivano a frotte a dire viva quello e viva questo, li metto in qualche modo in conto sapendo che contano quasi zero (vale per gli insulti e per le adesioni acritiche, ovvio)

    da Alessandro   - venerdì, 16 giugno 2017 alle 17:59

  15. È da una vita che mi sbaglio, ma nel caso specifico dei commenti sul fatto.it ho ragione. Infatti la dicitura “Questo commento è in attesa di moderazione” appare spesso, quali siano poi i parametri che i moderatori adottano per decidere cosa deve o non deve essere pubblicato, non lo so. Posso chiederti cosa pensi della posizione del M5S sullo Ius soli temperato ? Conosco e condivido il tuo pensiero sulla miseria umana delle maglie blu piddine del 25 aprile, sarei curioso di conoscere quello sul silenzio tombale che in quella data (e in generale sull’argomento fascismo/antifascismo) ha contraddistinto i nè di destra nè di sinistra solitamente logorroici su tutto lo scibile umano. Ultima domanda, poi tolgo il disturbo: secondo te sono pochi o tanti i giornalisti o sedicenti tali che esprimono opinioni sul chi e non sul cosa ? Mi riferisco ai monomaniacali non dichiarati che il giorno in cui il PD depenalizza il cannibalismo sprecano fiumi d’inchiostro (si sarebbe detto una volta) sulla forfora che risiede sulla giacca del grillino o a quelli che il giorno in cui si scopre che i 5 stelle sono un prodotto eversivo realizzato in laboratorio fanno stampare 60 milioni di magliette con la scritta “E allora il PD ?”

    da leandro   - venerdì, 16 giugno 2017 alle 22:56

  16. Nachtigall, la corte suprema tedesca ha dichiarato che Alternative fuer Deutschland NON è incostituzionale, e pare che anche la polizia sia spesso connivente. Siamo sicuri che fare il saluto nazista sia così malvisto? Oppure, se è così, è solo un’ ipocrita questione di forme, che mi ricorda una cosa che ho letto una volta sui lager: sappiamo che i bambini erano torturati e uccisi, ma picchiarli era proibito.

    da Irene   - sabato, 17 giugno 2017 alle 08:02

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