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Caro Michele, la risposta è no

Caro Michele,

ho letto con attenzione il tuo aperto – direi conquistato, posso? – sostegno alla “proposta Pisapia” (oggi su Repubblica, lo trovate qui) con conseguente pippone (mi consenta) sulla sinistra che dice sempre no, no, no. Non un argomento nuovo, diciamo, visto che ci viene ripetuto da tre anni almeno: vuoi mangiare la merda? No. Uff, dici sempre no.

Ma prima due premesse. Giuliano Pisapia è stato il mio sindaco, uno dei migliori degli ultimi decenni (oddio, dopo Albertini e Moratti…), credo anche di essere stato tra i primi a firmare un appello per la sua candidatura a sindaco di Milano, altri tempi. Ricordo che il giorno del ballottaggio (suo contro la mamma di Batman) avevo una prima a teatro, e sarà stato il clima in città, la tensione della prima, l’aria di attesa di un’elezione che squillava come un 25 aprile, ma ricordo quei giorni come giorni di grande gioia. Di come poi quell’entusiasmo si sia un po’ smorzato nella pratica quotidiana e nella maldestra uscita di scena di Pisapia non è qui il caso di dire.

Seconda premessa: non ho tessere in tasca, a parte quella dell’Anpi (una volta avevo quella dell’Inter, altri tempi pure quelli), e faccio parte di quella sinistra-sinistra “mai con Renzi”, come la chiami, senza essere né un “blogger trentenne a corto di letteratura” né “solido quadro di partito”. Vivo (bene) del mio lavoro, ho una casa, una macchina, due figli che vanno alla buonascuola e tutti i comfort, anche quelli inutili, del presente. Insomma, non vivo su Saturno, né abito in una  comune, né coltivo il culto del Grandi Padri del Socialsmo buoni per le magliette. Mi trovo, nel grottesco tripolarismo italiano, nella felice posizione di equilontano.

Ma veniamo ai tuoi argomenti (in sostegno fiero e pugnace alla proposta Pisapia). Attribuisci alla “sinistra del no” una specie di pregiudizio insormontabile: non vuole Renzi segretario del Pd, lo considera un corpo estraneo alla storia di quel partito e della sinistra in generale (anche quella che ha detto troppi sì, a Napolitano, a Monti, alla Fornero…), lo schifa e lo irride come fosse un leader della destra.

renzigettone2

Insomma, quei cattivoni della “sinistra del no” non praticano il principio di realtà, che il Pd oggi è Renzi, e quindi rifuggono alle sirene di un lavoro comune. Di più e peggio. Dici che il renzismo non è la causa di questa diffidenza, ma ne è invece l’effetto. In soldoni: Renzi sarebbe Renzi (arrogante, decisionista, sprezzante nei confronti del dibattito, insofferente ai distinguo e alle opinioni diverse), proprio per colpa loro.
Mah, io preferirei parlare di politica, la psicoanalisi dei leader mi interessa pochino.

E sia, allora: immaginiamo lo scenario. Una sinistra-sinistra guidata da Guliano Pisapia va a sostenere Renzi e quel che resta del renzismo, in modo da cacciare il sor Verdini e la sua cricca, Alfano, parlandone da vivo, e compagnia cantante. Intanto, un problemino. Naturalmente non si può parlare di una vittoria al referendum della sinistra-sinistra (a meno che non si voglia intestarle il 60 per cento, sarebbe ridicolo tanto quanto Renzi che si intesta il 40), ma dire che aveva visto giusto (con l’Anpi, l’Arci, Zagrebelsky, la Cgil… mica pochi, eh!) sì, quello si può dire. E allo stesso modo si può dire che Pisapia, con il suo Sì al referendum si sia schierato, in una scelta di-qua-o-di-là, contro la parte che aveva ragione, e lui torto. E’ già un’incrinatura: uno sconfitto federa e unisce i vincitori per andare a sostenere un ipotetico governo del capo degli sconfitti. Non suona male? E anche i tempi suonano male: se Pisapia avesse lanciato il suo sasso prima del referendum, il suo “Che fare?” sarebbe stato più denso e credibile. Proposto così, il giorno dopo la sconfitta, sembra solo un piano b, una via d’uscita dal cul de sac. E’ come se i napoleonici chiedessero a inglesi e prussiani di fare pace con Napoleone non il giorno prima, ma il giorno dopo Waterloo, un po’ surreale. E ho il sospetto (sono rognoso e diffidente) che questa uscita dal cul de sac, sia anche un perfetto piano b per riportare in gioco i pentiti del Sì: commentatori, intellettuali, corsivisti, guru, bon vivants, vip, filosofi, psicologi leopoldi che si sono schierati con Renzi e ora non vogliono tramontare con lui. Scusa, retropensiero maligno, succede. perdonami.

Ma poi: ammettiamo che una “sinistra-sinistra” che dice sempre no dicesse sì, e andasse a vedere le carte di questo mirabolante governo senza Verdini ma con Landini (semplifico), cosa porterebbe? Cosa chiederebbe?
Ok, programma di massima. Via la legge sul lavoro scritta da Confindustria. Via il pareggio di bilancio in Costituzione (strano: Renzi ha tuonato e tuonato contro quel vincolo, ma poi, volendorenzigettone cambiare 47 articoli della Costituzione, non l’ha messo nella sua riforma). Via la buonascuola e le sue stupide visioni aziendalistiche. Via riforme e riformette fatte per compiacere questo o quel potere o poterino (le concessioni per le trivelle, le banche degli amici, i bonus, le regalie, le nomine, l’occupazione della Rai, i bonifici una tantum al posto dei diritti…).

In pratica si andrebbe a governare con Renzi con il presupposto di cancellare ciò che ha fatto Renzi. Non credo sia un caso, Michele, che quando passi dalla teoria (il pippone contro i cattivoni del no no no) agli esempi (quel che di buono ha fatto Renzi) citi solo e soltanto la legge sui diritti civili. Bene, evviva, hurrà. Ma su tutto il resto glissi, silenzio. Davvero pensi che una sinistra-sinistra possa governare insieme a chi ha “vaucherizzato” (pardon) il mondo del lavoro? Davanti a chi non solo ha colpito (articolo 18) ma anche irriso i lavoratori dipendenti? Con chi ha usato il sarcasmo per descriverne la patetica antichità? Con chi ha detto “ciaone” e si è inventato la frase idiomatica “ce ne faremo una ragione” che – ammetterai – suona come un moderno “me ne frego?”. Con chi, per “disintermediare” e cioè per evitare mediazioni e politica, ha sputato in faccia ai corpi intermedi che rappresentano il lavoro flirtando invece con quelli che rappresentano il capitale, la finanza? (il tuo omonimo finanziere a Londra passato per ideologo di quella roba lì, il renzismo, è un caso di scuola).

Riassumo: si chiederebbe alla sinistra-sinistra di andare a sostenere una destra sbrigativa, decisionista e a-ideologica, che penalizza i bassi redditi, non difende i giovani né i ceti medi, che toglie l’Imu anche alle ville dei cumenda, che regala 500 euro ai figli diciottenni sia del notaio che del bracciante. Insomma, lo dico male, che in tre anni ha fatto di tutto – ma di tutto – per aumentare le diseguaglianze, e non per ridurle o attenuarle. In sostanza: è bella la cornice (le varie anime della sinistra che dimenticano il referendum e si ritrovano in pizzeria) ma fa schifo il quadro (una delle due sinistre non è di sinistra per niente e ha fatto molte delle cose che la destra ha sempre sognato di fare, più il tentativo di stravolgimento della Costituzione, che non è un dettaglio). In sostanza si sollecita (nobile intento) l’unità della sinistra con una forza molto forte (il Pd renzista) che di sinistra non è nemmeno lontanamente, ma nemmeno col binocolo.

renziscuolaE poi c’è un’altra cosa: insieme, Michele, abbiamo visto dalla scialuppa pirata di Cuore (e riso parecchio) il craxismo tronfio e grottesco, il berlusconismo delle furbate e delle scappatoie. Possibile che tu non veda nel renzismo (nel ciaone, nel “gettone del telefono” degli operai, nella celebrazione seppiata delle foto da agenzia Stefani di Nomfup, nelle strette di mano a Marchionne, nella retorica leopolda, potrei continuare per ore) una differenza che non è più nemmeno politica, ma antropologica? E non ti fa ridere? Quante volte in questi anni ho pensato: che titolo avremmo fatto a Cuore su un leader della sinistra che dicesse e facesse le cose che ha fatto Renzi? Avremmo riso molto, Michele, so che lo sai. Il titolo del primo numero di Cuore parlava del Pci-Pds e diceva : “Siamo d’accordo su tutto purché non si parli di politica”. Mi sembra attualissimo, eravamo bravini.

Ma visto che parti dal principio di realtà (Renzi è segretario del Pd con ampia maggioranza), ti oppongo un altro principio di realtà: la fauna renzista dei fighetti milanesi, della schiatta toscana, dei Rondolini, della nostra gloriosa Unità trasformata in fanzine della rockstar di Rignano, dei portavoce che giocano a Leni Riefenstahl, mi è lontana come Dell’Utri, come la Meloni, come un finanziere-squalo che fa il grano a Londra e viene a darci lezioni di come tagliare le pensioni in Italia. E’ a questa roba qua che dico sempre no, no, no? Esatto, è a questa roba qua. E se Giuliano Pisapia, che stimo e ringrazio per quello che ha fatto nella mia città, mi chiede di costruire qualcosa con quelli lì io dico no. Telefonatemi quando il Pd sarà un’altra cosa, quando davanti a un paese in ginocchio, stanco, ferito, spaventato, non verrà a dirmi gufo, rosicone, disfattista, non mi presenterà una storiella di Italia potenza culturale con le scuole che cascano in testa agli studenti, non mi dirà #Italiariparte o stronzate consimili.

Aspetto. Per ora no, grazie.

132 commenti »

132 Commenti a “Caro Michele, la risposta è no”

  1. Sottoscrivo ogni parola. Bravo.

    da Roberto Coggiola   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 13:10

  2. La invidio: mai avrei saputo esprimere con tanta arguzia e intellignza un’analisi così profonda, mé porre così efficacemente in rilievo le mega-contraddizioni in atto e la pochezza della storia recenti dei citati personaggi.

    Un sentito grazie

    GG

    da Gaetano G   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 13:16

  3. Serra mi fa schifo,
    come il quotidiano su cui scrive,
    il grande giornale di proprietà dei compagni Agnelli-Elkann e De Benedetti

    da giovanni   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 13:19

  4. La invidio: mai avrei saputo esprimere con tanta arguzia e intellignza un’analisi così profonda, né porre così efficacemente in rilievo le mega-contraddizioni in atto e la pochezza della storia recente dei citati personaggi.
    E la sintesi sui sintomi ed i danni del renzismo è di una rara efficacia

    Un sentito grazie

    GG

    da Gaetano G   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 13:20

  5. Grazie grazie grazie. Ovazione e standing ovation.

    da Deficit Spending   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 13:48

  6. Michele Serra mi ha schifato da un pezzo. Comodamente sdraiato sulla sua Amaca da tempo dispensa giudizi destrorsi: contro i negozietti e a favore dei supermercati, per l’allungamento dell’età pensionabile, per non parlare delle ultime prese di posizione. Bravo Robecchi

    da Raul   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 13:57

  7. Grazie Robecchi, chiaro ed efficace così, pienamente d’accordo.

    da Tanino de rosa   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 13:59

  8. credo che questo commento provi il punto di serra.

    da lorenzo   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 13:59

  9. Che poi Serra dimentica una cosa: provato dalla sconfitta, il buon Renzi ormai ha scelto di ritirarsi a vita privata.
    Mica è come noi LUI.

    da alessandro   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 14:11

  10. Caro Alessandro lascia che ti esprima tutta l’invidia che posso, per essere riuscito, come praticamente fai dai tempi di cuore, a rubarmi i pensieri dalla testa, ed averli disposti in modo così chiaro e organico.
    Seriamente, un grandissimo grazie, per aver detto a Michele esattamente quello che penso. Non so se è confortante, ma siamo davvero in tanti a pensarla come te, sia nei confronti del PD, sia nei confronti della foglia di fico del PD, i tanti in buonafede che credono alla definizione mediatica che si dà del PD come di “partito di sinistra”…non sono ancora abbastanza vecchio per mettermi a piangere, nè abbastanza giovane per fregarmene, ma questo epilogo di quello che fu il PCI, con annessi e connessi, mi provoca un gran magone, i motivi sono esattamente quelli che tu hai elencato qui sopra.
    Fa piacere sapere che c’è ancora gente come te.
    Ciao

    da federico   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 14:12

  11. Da ex lettrice di Cuore, che ha accompagnato la mia gioventù, da sinistra-sinistra, che ha provato anche a cambiare il PD “da dentro” per poi desistere di fronte all’impossibilità di incidere sulla linea politica, ti dico: GRAZIE! Tu parli di differenze antropologiche, io da ex PD ho assistito a vere e proprie mutazioni genetiche. A gente che si era battuta contro le proposte berlusconiane per la “liberalizzazione” – rectius precarizzazione – del lavoro, che si è trasformata dopo l’avvento di Renzi in pro Jobs Act!

    da Monica Bartolini   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 14:15

  12. Bello. Bellissimo ritratto.
    Manca una pennellata:chi pretendeva di affidare la “sicurezza” e certi servizi di sicurezza nelle mani di un amico.

    da Casella   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 14:20

  13. Quel partito se rimarrà con Renzi al comando,l’abbiamo visto all’opera non ha più nulla delle politiche sociali tipiche della sx,inutile perdere tempo,i tempi del cappello in mano sono finiti.

    Eravamo messi malissimo con D’Alema e con Bersani,figuriamoci ora,ciò che fa digerire a Serra anche le pietre,è lo spauracchio per ciò che potrebbe emergere fuori dal partito della nazione,ma se le idee socialdemocratiche sono diventate un tabù a livello nazionale e continentale,lascerei vivere il sapore dei populismi,e forse un giorno tornerà di moda altro.

    Se l’alternativa a tutto ciò sono le banche,la finanza e la più totale mancanza di sovranità nazionale,grazie al soffocamento di queste,rimanere nell’oblio turandosi tutti gli orifizi,penso che molta gente non ne possa più.

    da Ivo Serentha   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 14:25

  14. Pisapia arriva tardi e arrivare tardi in questi casi non è efficace. Votiamo i referendum della CGIL e se ne riparla, naturalmente con un PD diverso. Credo occorra lavorare a dividere i 5stelle (il loro elettorato) con intelligenza, Renzi li rafforza nel loro blaterare con furbizia, una volta a destra (migranti) e una volta a sinistra (job act)

    da giuseppe guadagnoli   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 14:26

  15. Grazie. Come sempre metti ordine nei miei pensieri confusi. Dici cose che pensiamo in tanti, ma hai l’indubbio dono di dirle meglio.

    da silvano   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 14:46

  16. caro Alessandro,
    sono un ascoltatore di Radiopopolare, oltre ad un’altra serie di cose, persona di sinistra, ho anch’io votato no. Lavoratore in un mercato precario, Padre di un ragazzo con disabilità. Non sono elettore del Pd.

    Ho letto alcuni interventi recenti di Serra, non ho voglia di andare a leggere anche questo.

    Ma.

    La proposta di Pisapia, che credo debba essere approfondita, io almeno per adesso ne ho sentito solo il nome e un accenno a un dialogo, anche, col Pd, potrebbe essere proprio l’elemento che partecipa a modificare “questo” Pd.
    Forse dare a chi ha votato Sì a questo referendum anche una visione della sinistra che ha votato No capace di ripartire da un confronto potrebbe dare fiato a chi, ad esempio Walter Tocci, non ne ha potuto avere fin qui, e che comunque per suoi motivi ritiene il Pd la sua casa. In modo a me non comprensibile. Come ugualmente incomprensibile mi è sempre sembrata la scelta di Lorenzo Milani di stare dentro quella Chiesa. Ma non è importante che sia incomprensibile a me. Sono scelte che semplicemente rispetto.

    Allora forse non sarà Pisapia la persona più titolata ora a dire rimettiamoci insieme, dopo avere fatto dichiarazione di voto a favore del sì, ma lui con altri, direi anche con la sinistra (non c’è bisogno di raddoppiare, ma forse lo avrà fatto Serra nel suo articolo, non ho voglia di andare a verificare, le sua argomentazioni mi hanno da tempo stancato) credo sia un percorso da guardare con interesse. A cui portare argomenti, sì anche revisioni e cancellazioni necessarie, alcune di quelle indicate, necessariamente non tutte, scegliamo (jobs act e art. 18, buona scuola, – questo nome ogni volta che lo scrivo mi fa venire alla mente 1984 di Orwell -).

    Io credo sia il tempo di fermarsi ed ascoltarsi. Se poi è il caso rigettare, ma dopo avere ascoltato. Cosa ha da dire Pisapia, cosa Landini e cosa anche Fassina, che pure ha reagito in modo analogo al tuo, ma con un linguaggio offensivo, a mio avviso non accettabile.

    Con la tua intelligenza potresti portare elementi in questo dialogo, come altri.
    Starne fuori in questo caso mi sembrerebbe un errore.

    Un saluto, Antonio Bianchi

    da Antonio Bianchi   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 14:48

  17. Grazie. Sottoscrivo ogni parola

    da Cristina   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:01

  18. Grazie Mr. Robecchi, con i tuoi pezzi dai voce a un sacco di gente di “sinistra-sinistra” che odia le stronzate del renzismo e di tutti i suoi tentacoli del cazzo.
    Veramente grazie.

    da Walter   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:02

  19. “Naturalmente non si può parlare di una vittoria al referendum della sinistra-sinistra (a meno che non si voglia intestarle il 60 per cento, sarebbe ridicolo tanto quanto Renzi che si intesta il 40), ma dire che aveva visto giusto (con l’Ampi, l’Arci, Zagrebelsky, la Cgil… mica pochi, eh!) sì, quello si può dire. E allo stesso modo si può dire che Pisapia, con il suo Sì al referendum si sia schierato, in una scelta di-qua-o-di-là, contro la parte che aveva ragione, e lui torto.” Così, chi vince ha automaticamente “ragione”. Ma allora aveva “ragione” Berlusconi nel 1994, nel 2001, nel 2008, e oggi ce l’hanno Trump e i Brexiters. Con “argomenti” del genere, si può dimostrare qualsiasi cosa, anche che un triangolo è quadrato.

    da Luca Simonetti   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:07

  20. Bravo, Grazie, bravo, grazie, ho provato a dire le stesse cose a Serra ma non c’è confronto! Grande!!!

    da SABRINA FORTINI   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:10

  21. anpi, non ampi……………..

    da nello69   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:13

  22. D’accordo al 100%. Solo un’osservazione: “Sinistra-sinistra”, come infelicemente dice Serra, è definizione volutamente ironica e poco rispettosa. Ma per marcare la differenza con Serra e il renzismo – e non solo il renzismo: l’attacco alla Costituzione, con il tentativo di consentire modifiche “in deroga” all’art.138, risale al già sereno Letta – basta la parola: “sinistra”, detta una sola volta, ben scandita, senza trattini, aggettivi, ambiguità e gli inganni dei pompieri del giorno dopo.

    da Alessandro   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:31

  23. La – splendida – vignetta di Bucchi al centro fa scacco in una mossa al discorso di Serra.

    da david   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:31

  24. Tutto comprensibile. Ma il problema io lo porrei in altri termini.
    La sinistra-sinistra che dice sempre no, con legittimissime ragioni ed elegantissime obiezioni e inattaccabili punti di vista,
    alla fine, nel lato pratico , non rischia di avere come unica risultante politica il fatto di essere un cancro che erode la sinistra moderata e consegna il partito nelle mani della destra?
    Perchè, considerazioni a parte, l’effetto mi sembra sempre quello:
    il no che fa esultare Salvini, Bersani che fa recuperare e “pareggiare” un Berlusconi ormai morto e così via andando dietro nel tempo lungo il ventennio berlusconiano. E capisco che la sinistra sinistra si senta lontana anche da Renzi, ma questo giustifica l’appoggio alal destra? perchè, lo ripeto, indipendentemente da tutto è ESATTAMENTE questo il risultato pratico che dà.

    da Lorenzo   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:33

  25. tutto quanto non sono riuscito a spiegare ai miei amici (o forse ci sono sono riuscito, ma hanno problemi di udito), ora userò questo link nella speranza che riescano almeno a leggere. grazie

    da Cesare   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:35

  26. Grazie. Parole chiare.
    Applausi. SIPARIO.

    P.S.
    Mi spiace per Pisapia che stimo. Ma ho stimato molto anche Michele Serra. Va bene che sono tempi di “terremoti”, ma nessuno il cui pensiero abiti in costruzioni fatte con criteri antisismici?

    da Robertoli   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:39

  27. Serra è la dimostrazione di come il tempo trasformi le persone. Solitamente in peggio…

    da Yak56   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:52

  28. Dato per perso ormai da un pezzo Serra e il suo consueto disprezzo – che, anche se elegantemente espresso, resta tale – nei confronti dei pezzenti che si ostinano a non voler capire, devo dire che fatico invece, da milanese, a comprendere gli entusiasmi che ancora suscitano la figura di Pisapia e l’annesso “modello Milano” con tutta la retorica della metropoli europea che lo circonda. Una città divenuta, se possibile, ancor più classista, una politica del territorio che ha dichiaratamente puntato su alcuni luoghi vetrina dove i gonzi possono andare a bersi la birretta prima di fare ritorno in qualche periferia di merda dove nel frattempo si sopprimono servizi e trasporti pubblici, incarichi per chiamata diretta distribuiti a pioggia agli amici e, estremamente attinente al tema in oggetto, la spregiudicata operazione politica che ha portato alla vittoria alle Primarie, e poi alle Comunali, di Sala, secondo il collaudatissimo schema terroristico del meno peggio che ormai pare essere l’unica leva con cui il PD chiede il voto. E qualcuno pensa seriamente di affidare all’artefice di tutto questo il rilancio a sinistra del partito non considerandolo invece, come ormai mi sembra palese, l’ennesimo specchietto per le allodole per recuperare almeno una porzioncina dell’ex elettorato?

    da Roberto   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:56

  29. Straordinariamente preciso ed esauriente! Bravo! Grazie per riuscire ad esprimere cosí bene il malessere che viviamo noi di sinistra e che non riusciamo ( purtroppo…..) ad unirci e quindi ad essere rappresentati !

    da M.Cristina Mannozzi   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:57

  30. e allora??? che si fa??Dici cose convincenti ma il principio di realtà mi mette alle corde…se questo è ciò che abbiamo, politicamente parlando, si può costruire qualcosa di nuovo in quattro e quattr’otto? Oppure: da dove si comincia?

    da manuela roggero   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 15:58

  31. Manuela, la politica è anche fatica. Compresa, innanzitutto, quella dell’elaborazione (che, anche se ormai si tende a scordarlo, viene prima dell’organizzazione). Chiaro che sgomenti partire da zero: e mi riferisco innanzitutto e soprattutto a uno zero culturale, vista l’assenza totale di elaborazione politica nell’area della sinistra da almeno un trentennio. Ma se concordiamo sull’insostenibilità dell’esistente si, è tempo di farlo. Non avessero ragionato cosi i nostri nonni e bisnonni, saremmo ancora alle prese con i pronipoti di Cavour, Giolitti e Quintino Sella.

    da Roberto   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 16:13

  32. Grazie moltissime per la tua sintesi di “cuore” sulla vicenda. Se c’e’ una cosa che non posso dimenticare di questa destra sbrigativa, denominata PD, e’ stato il boicoitaggio sulle trivelle, i miei alunni, 7 e 8 anni, non dimenticano l’abuso di potere su un bene comune cosi’ ricosnosciuto come il mare, e con questo credo di avere fatto un’ampia sintesi, anche per chi non ha diritto di voto, pur avendo diritto di futuro. Un ultima precisazione ma Pisapia esattamente oltre che a votare Expo e a non costruire un tavolo sulla questione della casa con chi vive oppresso da questo problema esattamente per cosa si mette la spilletta? Perche’ Pisapia e’ cresciuto su un’onda di movimento esplosiva e non ha risposto alle questioni necessarie, anche di questo val la pena ricordarsi. Non solo altro PD anche altro compagno. Un bacio a Pisapia che c’ha provato, ma non e’ stato ne’ incisivo (vedi expo) ne’ di sinistra (vedi welfare). A pugno chiuso Gio

    da gio   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 16:19

  33. Bravissimo!
    Ma una domanda. Perché Michele Serra si è ridotto così?

    da antonio campione   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 16:22

  34. Che commento! Sembra l’alcova del risentimento. Però mi riconosco nel discorso dell’equidistanza: non la penso come Serra, ma dopo aver letto tutte le sue missive, non la penso neanche come lei. Non condivido gli argomenti degli intellettuali da salotto che si mettono sul piedistallo e pontificano su tutto e tutti, arrogandosi, in maniera subdola e presuntuosa, il diritto di parlare in nome di una sinistra più pura e certamente migliore dell’altrui idea di sinistra. Ad un certo punto bisogna pur svegliarsi dal sogno e misurarsi con la realtà, che è fatta di compromessi, di sporcarsi le mani per portare avanti il paese. Perché il governo è fatto di compromessi, non crede? Oppure vuol portare avanti un’alternativa di governo delle idee perfette che neppure ha esposto?! Può sembrare una brutta parola ai puristi come lei, ma in democrazia non si ha alternativa, bisogna dare voce anche alle minoranze.
    Lo sforzo di creare un’alternativa credibile di sinistra parte dalla volontà di aprirsi al confronto senza pregiudizi e con umiltà. Purtroppo però, dal suo articolo emerge prepotente l’ideologia disfattista che si insinua in larga parte degli intellettuali da salotti nostrani, per i quali conta soltanto la bellezza effimera delle parole e del ragionamento.
    La prenda come una critica costruttiva.

    da fabbrus   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 16:22

  35. Sottoscrivo al 100%.
    Grazie per la sintesi.

    da Ramon   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 16:28

  36. …E quindi?
    Facciamo la Rivoluzione? Ci ritiriamo in montagna?
    Nelle analisi, a sinistra, siamo sempre stati imbattibili…nelle elezioni, un po meno…

    da Roberto   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 16:38

  37. Robecchi all’Istruzione, Benni alla Cultura e recuperiamo anche Pisapia (per la Giustizia). Per Palazzo Chigi decidano poi loro.

    da Paolo   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 16:43

  38. condivido al 100 % il tuo programma “alternativo”. Problema. Con chi lo realizziamo? Da soli non credo; con grillo? con Salvini? Con Berlusconi?
    Credo che Pisapia, avendo conosciuto la fatica dell’amministratore, affronti con sano pragmatismo la questione.
    Coi tempi che corrono e che spesso ci precedono la “spocchia” è pessima consigliera. NO a Renzi … e va bene; ma con la consapevolezza che oggi è necessaria una disponibilità pratica e non spocchiosa alla mediazione. E la mediazione si fa con le forze attualmente in campo e disponibili.

    da ANTONIO LISSONI   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 16:52

  39. Oltre che a lei, volevo fare anche i complimenti all’impaginatore di La Repubblica, accostare la vignetta di Bucchi , all’articolo di Serra a suggerire tesi contrapposte è, se non involontario, geniale. Sarà forse qualcuno della sinistra-sinistra(ma quella vera), ormai costretto a mimetizzarsi all’interno dell’house organ del renzismo?

    da Eparrei   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 17:08

  40. Giuste considerazioni. Ma allora, mi chiedo, perché questa sinistra che non può accettare tutte le leggi fatte dal governo Renzi, non è riuscita a fare nulla in passato quando avrebbe potuto? Perché non è mai diventata una forza maggioritaria visto che alle ultime elezioni Bersani ha ” non vinto”? Questo è il punto. Bene ribadire la propria orgogliosa intransigente posizione. Ma poi qual è la proposta?

    da Gloria   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 17:12

  41. tu hai ragione ma anche serra ne ha. è venuto il momento che le due parti si vengano incontro, punto e basta. chiuso. se no non si va da nessuna parte. per piacere, siamo stanchi!!! e se no restiamo divisi e consegniamo il paese alla Casaleggio associati. tanto noi di sinistra che siamo REALISTI e disponibili ogni tanto a qualche compromesso, pur di portare a casa qualcosina, la piglieremo sempre in quel posto.

    da frances agraziani   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 17:14

  42. ” E allo stesso modo si può dire che Pisapia, con il suo Sì al referendum si sia schierato, in una scelta di-qua-o-di-là, contro la parte che aveva ragione, e lui torto”.

    Mi sono fermato qui, alla frase Berlusconiana per antonomasia: chi vince ha ragione, chi perde ha torto.
    Sarà per questo, allora, che la sinistra italiana perde da trent’anni…

    da paolie   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 17:18

  43. Ecco arrivare i commenti renziani nello spirito “gli intellettuali da salotto”, “il governo fatto di compromessi”,”l’ideologia disfattista” e il cerchio si chiude.

    Ma egregio fabbrus, ha letto quanto scritto da Alessandro Robecchi? Ma soprattutto, ne ha capito il senso?

    E dove mancherebbe al Robecchi (o ad altri, esclusa l’attuale direzione PD) “la volontà di aprirsi al confronto senza pregiudizi e con umiltà”?

    Costruttivamente suo.

    Federico

    da federico   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 17:35

  44. Perché la sinistra sinistra dovrebbe fare un accordo con la destra destra? cosa sia la destra l’abbiamo visto tutti, mi piacerebbe che la sinistra sinistra si palesasse con un programma. Personalmente credo che abbia perso i punti di riferimento, sarò antico, ma se non è marxista e/o libertaria di cosa stiamo parlando?

    da VALTER   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 17:42

  45. STANDING OVATION Alessandro!

    da Fosca   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 17:43

  46. Quello di Serra sarà un pippone, ma lei chiude con “per ora no, grazie”. Sogno che un giorno lei e questa sinistra che condivide la sua legittima visione, possiate svegliarvi con il 50% più un voto di consensi e siate costretti a governare. Tanto per capire quali politiche applichereste per i giovani, in un paese che si mangia 230 miliardi di euro all’anno per pagare le pensioni (che ovviamente andrebbero riviste riabbassando l’età pensionabile), come trasformereste un sistema scolastico ingessato da un tacito accordo politico-sociale basato sul “ti pago poco e pretendo di meno”, come governereste il cambiamento del modello di produzione in un mondo dove l’automazione sta eliminando centinaia di migliaia di posti di lavoro. A me non interessa sapere se lei dice sì o no a Serra o a Pisapia. Mi piacerebbe sapere come “concretamente” intenderebbe governare il presente e il futuro di questo paese.

    da Alessandro F   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 17:50

  47. Perfetto, quando si dice entrare nel merito. Quanto al che fare, qui sì occorre essere realisti. Fa più paura chi crede alle scie chimiche o chi crede alle proprietà apotropaiche dell’austerity, del pareggio di bilancio, dell’euro?

    da pococurante   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 17:57

  48. Manca solo un aspetto non secondario al tuo bell’articolo: Pisapia ha la faccia come il culo (con rispetto parlando). Ci ha lasciati soli di fronte al progetto inclusivo di Milano per affidarci al manager Sala, dopo un accordo con Renzi. Non ne ha azzeccata una compresa la candidatura della Balzani (brava ma torda che non ha capito di venir sacrificata, o forse sì, vedremo), ha favorito la spaccatura di SEL a fronte di due scellerate forze contrapposte SinistraXMilano e MilanoInComune… Insomma, mi sembra che di guai ne abbia già fatti abbastanza.
    E poi: non è che porta anche un po’ sfiga?

    da Paolo   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 18:02

  49. Un lungo commento totalmente condivisibile. Poi mi pongo una domanda con la speranza di avere una risposta: come è possibile ricostruire un’area – un blocco – una federazione – un luogo dove la sinistra, tutta, possa ritrovarsi per essere protagonista delle risposte a tutte quelle miserie che nel bellissimo articolo si mettono in evidenza? Sarò fuori strada ma non mi interessa consegnare il governo ai comici come non mi interessa dare certezze politiche future al toscanaccio dal “danno” facile. Ne possiamo rimanere testimonianza a vita.I Giovani – i disoccupati – i pensionati – i lavoratori, tutto il popolo che sta ai margini questo non se lo merita.

    da Aldo D   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 18:25

  50. A me Serra non fa schifo, anzi. Lo ammiro e appezzo la maggior parte dei suoi articoli, (spesso, come scrive Federico di te, mi ruba i pensieri dalla testa) oltre che dei suoi libri. Sono persino suo amico, ma su questo referendum ci siamo trovati su posizioni opposte come mi è capitato con tanti altri amici (compagni) che mi hanno sorpreso nel loro schierarsi per il SI. Questo referendum ha spaccato amicizie e famiglie, ma non sarà il pontiere Pisapia a mettere insieme i pezzi e a conciliare noi con il renzismo (tardivo remake del blairismo?), proprio per tutto quello che esso comporta e che egregiamente riassumi in questo bellissimo e condivisibilissimo articolo (ammiro e apprezzo da tempo anche te, Alessandro, e adoro i tuoi romanzi). Non fosse altro per la scelta nefasta dei tempi, come giustamente evidenzi.

    da Alberto   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 18:38

  51. Ha letto nel mio pensiero, solo che lei lo sa anche scrivere. Congratulazioni

    da SERGIO   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 18:49

  52. Meraviglioso. Grazie!
    Non poteva esserci spiegazione migliore che attestasse così bene il punto di vista mio e di decine di miei conoscenti.
    Chapeau.

    da Carlo   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 19:08

  53. Penso che intorno alla figura di Stefano Rodotà si possa fare un’alleanza di governo con il M5S.
    È difficile certo, perché anche il MoVimento ha questo mito della velocità e della semplificazione che è un ostacolo alla ricerca di un’intesa ma bisogna provarci e anzi bisogna darsi da fare fin da subito.
    Per la sinistra in questo momento gli unici ad avere una certa vicinanza ideologica sono i grillini, ma per pesare servirebbe una sinistra unita che abbandoni senza rimpianti il PD al suo campo liberista di destra ed è cosa molto complicata perché lo spezzatino che si è creato in questi anni segue percorsi ideologici fortemente identitari e si è ormai totalmente scollegato dalla realtà.
    Qualcuno potrebbe considerare la mia idea assurda perché ritiene il M5S di destra; se le cose stanno così rassegniamoci perché vuol dire che il 75% del paese è di destra ok?
    E comunque vorrei ricordare a chi ha la memoria corta che nel 1994 la sinistra si alleo’ con la Lega Nord di Bossi per far cadere Berlusconi, è lo stesso partito oggi guidato da Salvini o sbaglio?
    Come spesso ripete Giulietto Chiesa serve una Grande Alleanza e questa si può fare solo con i 5S.
    Che poi per quanto riguarda me personalmente la discriminante ormai non è più sul nazionalismo/mondialismo ma sull’uscita dalle ricette neoliberiste e dall’atlantismo, e su questi temi è più facile trovare un’intesa con le destre che con il PD totalmente in mano alle lobbies massoniche.

    da Vanni   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 19:10

  54. Molto tagliato con l’accetta.
    Esistono molte variazioni possibili sul tema.
    Tu scegli la più estrema: siccome Renzi o chi per lui non sono disponibili a rimangiarsi le cose che hanno fatto, quell’accordo tra sinistra alternativa e pd non si puo’ fare.

    Risposta : NON SI POTEVA FARE.

    Con la sconfitta del referendum è scattato il momento giusto.
    Per una mediazione.

    Certo se uno si siede al tavolo convinto che o si fa come dice lui o non se ne fa niente.

    Se all’arroganza dell’uno si oppone la intransigenza dell’altro non si va da nessuna parte.
    Ma non mi sembra che nessuno dei due soggetti politici che si incontrerebbero a metà strada in questo caso abbia alternative.

    Il Pd non puo’ continuare ad appoggiarsi a Verdini e Alfano all’infinito ( la scelta dell’italicum era la prova provata della sua intenzione di liberarsene).
    La sinistra alternativa non può continuare a perdere restando disunita ( almeno 4 o 5 leader diversi ) e isolata ( perchè rifiuta l’interlocuzione con il Pd e viene esclusa dal tavolo dai 5 stelle, parlo di fatti, non faccio congetture).

    E’ proprio questo che rende propizio il momento per un accordo

    da filippo cusumano   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 19:33

  55. Con tutto il rispetto, Filippo, il Jobs act mica l’ha fatto Verdini, eh! L’ha fatto Renzi, vantandosene

    da Alessandro   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 19:37

  56. Serra, della serie si nasce incendiari e si muore pompieri!

    da Pasquale   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 19:42

  57. Ce ne faremo una ragione di Bombacci e del Sol dell’Avvenir

    da Federico   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 19:46

  58. Grazie di esistere Alessandro fa piacere sapere che c’è ancora gente come te.

    da marina morgagni   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 19:55

  59. Grande Alessandro! Sottoscrivo tutto.

    da Franco   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 20:05

  60. C’è qualche commentatore che chiede a Robecchi non critiche, ma soluzioni, un po’ come quando i genitori mi chiedono “Ma non c’è un modo per spingere i ragazzi a leggere con passione e interesse?” Se uno risponde che è il contesto storico-culturale italiano e , al suo interno, il sistema scolastico italiano, ad aver prodotto e a produrre la disaffezione per la lettura e lo studio, non capiscono, tutti vorrebbero “una magia” o un mago per migliorare le cose, soprattutto le proprie,personali cose e figli…Nelle buone analisi , nella buona interpretazione critica ( e quelle di Robecchi,per me, lo sono) ,sono rintracciabili strade o ,quanto meno, sentieri che potrebbero condurre a soluzioni o alla ricerca di soluzioni che vadano oltre la scelta dello stregone, del mago o del capoccia di turno, cosa che non porta a nulla o al peggio. Gli italiani,dopo 2 infausti “ventenni” e gli ultimi “fantastici 1000 giorni del “piccolo principe fiorentino”, non vogliono o, forse, non possono , proprio capire che la politica, quella seria, è un’altra cosa e ciò è tanto più grave in chi si professa di sinistra. Bisogna leggere bene, nelle parole di Robecchi emerge quanto e come la sinistra italiana, ad ogni livello, ha sbagliato. La fondazione di una sinistra efficacemente pensante e operante, dovrebbe partire da un riconoscimento e una conseguente riflessione sui propri macroscopici errori, senza forme di mistificazione e di “falsa coscienza” di cui serra è ormai uno dei più emblematici e sicuramente meglio pagati campioni.

    da Maria Polcaro   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 20:06

  61. Parafrasando: -Siamo d’accordo su tutto purché non si parli di… euro-pa. È possibile ragionare di progetti a sinistra senza mai, nemmeno una volta in due articoli, il tuo e quello di Serra, vedere l’enorme ostacolo che impedisce qualsiasi programma di sinistra? I trattati euro-pei annullano ogni possibilità di agire per il lavoro, la disoccupazione, il reddito. L’unica cosa possibile sono i diritti civili e infatti lì siamo. Per quanti gay soddisfatti ci siano non credo arrivino alla percentuale dei disoccupati italiani. Forse la tua equidistanza riguarda anche qualche nozione di economia, eppure a sinistra di economisti che potrebbero darne ce ne sono…

    da mariof   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 20:07

  62. caro Alessandro,è vero Pisapia ci ha fatto gioire alla vittoria, c’ero anch’io in piazza del Duomo, e venivo da lontano. E nei 5 anni “qualcosa è cambiato” a Milano, ma questo disegno entrista non nasce a caso, forse era un progetto già pronto… Ma sono d’accordo con te, se vogliamo una sinistra nuova (anche senza fare i signorini del no)dobbiamo “esigere” che i leader siano Nuovi e Senza Macchia per raccogliere il popolo di giovani e sofferenti che aspettano una proposta credibile e sociale. Anzi deve arrivare prima possibile altrimenti rischiamo le conseguenze della disperazione che non è mai costruttiva.

    da teo de luigi   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 20:16

  63. Grazie Alessandro,
    ora prendiamo quest’articolo e facciamone il manifesto per una sinistra che c’è. Magari realisticamente non ha la maggioranza ma neanche il PCI degli anni d’oro l’aveva. Aveva in compenso dall’altra parte alcuni DC che capivano quando le cose da fare fossero giuste e convenienti per tutti. Riforme importanti sono state fatte senza dover forzare le cose e senza spezzare la società. Se la forbice tra le classi si è sempre più allargata è impossibile stare con un piede di qua e un altro di la, occorre scegliere.

    da Gian Carlo   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 20:19

  64. Mi dispiace, ma per una volta non condivido affatto l’amaca di Serra, e non considero affatto “sensata” la proposta di Pisapia. Spiego perché.
    Pisapia dice che vuole “unire la sinistra riformista fuori dal PD” per poi “allearsi col PD stesso” e creare così un nuovo centrosinistra.
    Ma non c’è logica in questa affermazione.
    Il PD nasce per unire la sinistra riformista, è questo il suo scopo. C’è riuscito in questi nove anni? Non c’è riuscito? Questa è una valutazione che ciascuno può fare, ma delle due l’una: o c’è riuscito, e allora il PD è la sinistra riformista, e non c’è alcun motivo di costruire un soggetto diverso dal PD che abbia il suo medesimo scopo.
    Oppure non c’è riuscito, e il PD non è di sinistra, come dice qualcuno, ma è un partito di centro o di destra. E allora questo nuovo soggetto dovrebbe essere alternativo al PD e non allearsi con esso.
    Aggiungo che la sinistra fuori dal PD ha votato NO al referendum di domenica scorsa, e Pisapia ha votato SI’.
    Per proporsi come leader della sinistra che ha votato NO, poteva farlo prima del 4 dicembre. Farlo adesso dimostra uno scarso tempismo.

    da Giorgio Radaelli   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 20:28

  65. Robecchi, d’accordo su tutto. E complimenti per il tuo libro.
    PS: ho letto avidamente anche io Michele Serra ai tempi di Cuore, ma poraccio è invecchiato proprio male.

    da Roberto Galantini   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 22:41

  66. Condivido pienamente!

    da Maurizio Magnani   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 22:52

  67. Condivido pienamente

    da Maurizio Magnani   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 22:53

  68. Bravo, non avrei mai voluto leggere il nome di Michele Serra nell’elenco di quelli che hanno perso la ragione al seguito di Renzi.

    da igino panzino   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 22:57

  69. Chapeau!

    da Laura   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 23:01

  70. Sono sempre commosso dalle persone che con fare sbrigativo liquidano chi esprimere un parere diverso dal proprio sostenendo la tesi “ma non è più lui”, “da incendiario a pompiere” e via dicendo. Evidentemente la capacità dialettica è una dote che va cercata, non arriva dal cielo. . . anche se si è di sinistra pura

    da Sergio Bevilacqua   - venerdì, 9 dicembre 2016 alle 23:42

  71. condivido, alla lettera, quanto scritto dal signor Antonio Bianchi (commento n. 16), ed aggiungo che, se rifiutiamo il PD come interlocutore, non so proprio con chi altro si dovrebbe andare a parlare. Renzi ha avvelenato i pozzi, d’accordo, ma non è neppure credibile che in tre anni sia svanito ogni legame con la propria storia (anche quella relativamente recente, diciamo l’Ulivo, toh..). Ne conosciamo tutti di persone che hanno votato Sì obtorto collo, che hanno salutato l’avvento del renzismo con fastidio ma oggi si trovano a sostenerlo unicamente perché temono le alternative di governo; e io credo che oggi la leadership del PD sia contendibile, o per lo meno che si possa fortemente ridimensionare la concezione padronale di segretariato che in modo cosi arrogante ha segnato questa ultima fase. E poi, insomma, Pisapia è uno che l’ha gia fatta ‘sta cosa, di innestare la sinistra nel PD! niente, bisogna chiudergli la porta in faccia perché si è schierato dalla parte sbagliata? Siamo sicuri di voler chiudere i rapporti con il 40% del paese perche aveva torto?

    da andrea   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 00:19

  72. Lunedì prossimo mi dimetteró da segretario di un circolo PD di Perugia. Mi mancavano le parole, poche ma chiare. Posso per favore usare la tua perfetta chiusura della lettera?

    da Vittorio Boccini   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 00:56

  73. sei uno dei pochi che si è ricordato dell’Anpi.

    grazie

    da Carmela   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 01:04

  74. sei uno dei pochi che si è ricordato dell’Anpi

    da Carmela   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 01:05

  75. In risposta al commento 43.
    Ed eccolo il Federico con la spada tratta a difesa del tempio violato. Spero su questo forum non ci si limiti a contemplare il totem, ma anche a portare avanti idee. Detto questo e viste le domande poste, sono io a meravigliarmi su come possa sfuggirle il senso sottile dell’articolo del suo preferito. Il pregiudizio non lo si vede solo quando lo si è fatto proprio. Le consiglio vivamente di riflettere su concetti logici del tipo “ho votato x, ho avuto la maggioranza, quindi avevo ragione e gli altri torto!”. Prodromo della dittatura delle maggioranza e del pregiudizio infimo di chi non tollera il dissenso. Testimonianza preziosa dell’inadeguatezza del Robecchi a decifrare persino i fondamentali di sinistra. Le consiglio di lasciar perdere i voli pindarici volti alle categorizzazioni correntistiche dell’altrui pensiero e di dedicarsi a scrostarsi di dosso la malvolenza ad accettare critiche. Con ottimismo.

    da fabbrus   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 01:32

  76. Le mosche cocchiere, NO.
    NO, NO, NO.
    E poi: allearsi perche’ i 5stelle sono fascisti (o “figli di impiegati fascisti”; le colpe dei padri …… incredibile)?
    NO, NO, NO.
    E poi, ancora: è stato un voto di classe, oltre che in difesa della Costituzione. Allearsi con chi è alleato con i diseguali che stanno in alto, sempre più in alto, contro i diseguali che stanno in basso, sempre più in basso?
    NO, NO, NO.
    Non sarà che proprio Pisapia, gentile Michele Serra, a dispetto del principio di realtà e in perfetta buona fede, propone “l’immaginazione al potere?
    Mi pare di capire che il NO, NO, NO di Alessandro Robecchi sia per restare con i piedi per terra: allearsi con la sinistra confindustriale, marchionniana, davideserriana, nazarena (sono semplificazioni, ma è per la sintesi); con la sinistra anticgil, antianpi, antiparlamentare, anticostituzionale?
    NO, NO, NO.

    Grazie, Alessandro Robecchi

    Ruggero Coluccio – Torino – Ruggero.coluccio@gmail.com

    da Ruggero Coluccio   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 07:42

  77. Braaaavo!

    da Domenico Mirarchi   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 07:55

  78. Grande Robecchi!Ottima risposta al signor Serra che ,evidentemente,già da tempo ,non distingue più la destra dalla sinistra.Da vecchio lettore di CUORE la cosa mi delude molto .Tutti questi ex sinistri che appena assaggiano notorietà e successo si vendono al piazzista di turno mettono tristezza.
    Grazie ancora e complimenti per tutto ciò che scriviDa quando Ti ho conosciuto su Cuore non ho mai smesso di seguire le cose che proponi.
    Saluti
    Piero

    da Piero   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 07:57

  79. Grande Robecchi.

    Serra che si esprime (ancora) come se fosse di sinistra conferma la sua straordinaria capacità di far ridere. Involontariamente, da un po’ di tempo.

    da ghiaccio-nove   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 08:40

  80. Bravo Alessandro, Condivido in toto.

    da Ldllo Gurrado   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 09:09

  81. caro Alessandro, probabilmente a me e’ sfuggito qualcosa ma a me pare che Pisapia abbia parlato di alleanza con il pd non con Renzi che e’ cosa assai diversa. Anzi a me e’ parso un modo elegante per mandare a dire a quelli del pd che la condizione se vogliono interloquire con la sinistra e’ che devono cambiare “musica”..quanto ai “musicanti” e’ un problema loro interno decidere chi la deve suonare.

    da Luigi g.   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 09:44

  82. Quello che si fa fatica a capire è che il PD è ormai un contenitore elastico, con un area di riferimento che può variare molto. Come il Labour inglese, che può passare da Blair a Corbyn, o i Democratici statunitensi, da Clinton a Sanders. Idee diversissime, a volte diametralmente opposte, tutte dentro lo stesso contenitore. Che, come dice giustamente Renzi, è “scalabile”. Paradossalmente ritengo che il grosso lavoro da fare a sinistra-sinistra sarebbe proprio questo: entrare in massa nel PD e “scalarlo”, costringendolo a posizioni di sinistra.

    da Godel Escher Bach   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 10:13

  83. Tra posti fissi e posti temporanei in mille giorni abbiamo almeno un milione e mezzo di persone che lavorano in più. Perchè poi in Italia per ogni disoccupato c’é un lavoratore in nero ben contento di esserlo (anche al nord). Non tutte lavorano 40-48 ore alla settimana ma non mi pare poco.
    Come non mi pare poco che il Bersani ci abbia consegnato una mezza vittoria o una mezza sconfitta mentre si dilettava di smacchiare il giaguaro. Ci provasse la sinistra sinistra a vincere e governare con Alfano che coi casini che ha combinato doveva essere scaricato prima ancora di caricarlo. Poi tutto si può fare meglio, ma con questa maggioranza, dove volevi andare?!

    da Leone Z.   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 11:20

  84. Gentile sig. Robecchi,
    Mi ritrovo in molte delle sue esperienze e dei suoi giudizi esposti nella prima parte del suo articolo.
    Mi lasciano profondamente perplesso le considerazioni della seconda parte.
    Che mi portano a dire, anticipando la conclusione: ecco perché la sinistra si è sfasciata, ecco perché perdiamo e perderemo.
    Le sue considerazioni partono da due, anche tre, forse quattro, asserzioni date per certe: che chi ha votato SI sia Renziano; che chi ha votato SI aveva torto, e chi ha votato NO ragione; che la sinistra sinistra ha vinto. Potrei continuare: che fosse in pericolo la democrazia (anche questa sarebbe stata una vignetta da Cuore), che i poteri forti, che Verdini, ecc. ecc.
    L’unica cosa triste, e tristemente vera, delle sue conclusioni, è quel “chiamatemi quando…”.
    La sinistra e la sinistra sinistra hanno perso.
    Non saranno loro a vincere le prossime elezioni.
    Se è vero che i giovani non hanno votato per il Si, è sicuro anche che non hanno votato No seguendo le indicazioni di Bersani (Bersani!) e D’Alema (cazzo, D’Alema! Ci rendiamo conto? D’Alema! Ai tempi sarebbero stati seppelliti dalle vignette di Cuore).
    Quindi non si sorprenda se il suo telefono non suonerà. Il suo, come il mio.
    Tanti cari saluti

    da Ugo Morenzetti   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 12:07

  85. Ma se invece di sinistra del no . comnciassimo a definirla (e definirci) “sinistra del poco ma ben fatto”?

    da massimo   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 12:22

  86. Continuiamo a fare partitini duri e puri e la destra vince

    da Maurizio   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 14:14

  87. La proposta Pisapia, non so poi ancora per quale ignoto motivo, da subito mi aveva suonato male all’orecchio. Probabilmente non mi sembrava arrivata al momento giusto. Per il resto ritengo che il periodo Renzi abbia creato all’interno del paese un celato timore di libero pensiero. Caratteristica del cd “gufo”, tanto per capirci… Forse io sono rimasto indietro e penso all’antica, ma tutto l’andazzo pre elettorale mi ha confernata la convinzione che alcuni personaggi gonfiati di potere fanno purtroppo ancora paura… Grazie agli italiani che, a parere mio, a maggioranza hanno scongiurato un potenziale grosso pericolo ai concittadini male informati.

    da Vittorio Grondona   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 17:19

  88. Cotanti sproloquio per tratteggiare il ritratto di un piccolo borghese elitario di sinistra votato a difendere il suo piccolo orticello affrancandisi cosi’ dai sensi di colpa. Non a caso la risultante di tanta roboante analisi e’ ne piu ne meno la difesa della casta.

    da Luca   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 17:24

  89. Condivido ogni sillaba. Mi chiedo però se sia il caso di prestare ancora attenzione a tutti quelli che, in un modo o in un altro, gravitano nell’orbita del pensiero (si fa’ per dire) renziano. A mio parere con qs gente non c’è davvero più nulla da dire e niente da spartire. La storia non li assolvera’.

    da Alessandro Regazzetti   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 19:10

  90. perfettamente d’accordo

    da settimo   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 19:21

  91. Condivido al 100% l’analisi che fai in maniera lucida e arguta.detto no Pisapia ( che mi starebbe anche bene) da dove ricominciamo se non dal PD? Insisto al di là della soluzione della crisi,che pure è un segnale importante ,bisogna prepararsi e organizzarsi sin da ora al congresso e alla scelta del nuovo gruppo dirigente e andarci a riprendere i consensi che sono scappati o si sono dispersi o nascosti nell’astensione
    Apriamo la discussione e non solo, ma anche l’azione su questo!

    da raffaele sellitto   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 20:13

  92. Ma piú che altro, se la sinistra dice sempre di no, sará anche perché le fanno delle proposte del cacchio

    da federico_79   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 20:20

  93. l’analisi è assolutamente condivisibile, ma qual’è l’alternativa?

    da maria giovanna nevoli   - sabato, 10 dicembre 2016 alle 23:30

  94. Alessandro Robecchi, il suo punto di vista sarebbe leggibile come opinione anche senza condividerla. il suo capo è sempre Crozza? E allora no, il discorso non torna. Crozza è un comico fantastico che ha sterzato sull’antirenzismo per confermare la sua carriera. Si sa, un delirio che spesso divora i comici assetati di potere. Il guaio però, e la malafede, è che Crozza non tocca mai Grillo. Pare impossibile non approfittare di tale macchietta, Grillo è fatto apposta per essere rappresentato in ridicolo e alla grande. O c’è una legge non scritta per cui comico non morde comico?
    Per me entrambi, anzi insieme, hanno bloccato un progetto italiano che, prima volta dopo vari governi, – ultimo Monti, ricorda?- tentava una prima risalita in Europa. Noi renziani l’abbiamo presa male. Crozza ha invece nuovo materiale per cui fregarsi le mani. Lei lavora per Crozza. Ergo non è più leggibile.
    Peccato. Ci eravamo già conosciuti una volta che lamentavo una facile volgarità di Crozza. Renzi allora era in fasce.

    da marina wiesendanger   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 08:31

  95. Michele Serra ha scritto un articolo che condivido, non sporcato da alcun legame e senza arrampicata su
    Specchi

    da marina wiesendanger   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 08:45

  96. Che Renzi abbia molto del “berlusconismo” o del modo di comunicare in genere oggi – non solo dei politici – è evidente.
    Un po’ retorico parlare di scuole che crollano (competenza regionale) e di altri malanni statali dando sempre la colpa al Governo quando proprio il decentramento previsto dalla Costituzione salvata dall’ultimo referendum attribuisce alle Regioni e ai Comuni molte responsabilità che però non vengono MAI assegnate, sempre colpa del Governo (e mai del Parlamento ovviamente).
    Ecco, magari ripartire da una responsabilità degli Enti territoriali, da un Nord che funziona e un Sud inefficiente e clientelare (non per colpa del Governo) sarebbe più onesto.
    La sinistra “vera” vuole discutere sul serio di progetti fattibili, di disegni di legge realizzabili, di realtà costruibili davvero o di sogni che son desideri?
    Ricordo che quella sinistra ancorata ai puntigli fede cadere nel 1998 uno dei migliori governi di sinistra che abbiamo avuto, il Governo Prodi. Cosa ci sia costato quel puntiglio di Bertinotti lo sappiamo tutti.
    A proposito di Bertinotti, dove è finito ora? Così tanto per parlare di gente che il tempo cambia…
    Cordialità

    da Francesco   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 09:57

  97. Vedo che c’è dibattito, bene, se ne era perso un po’ il gusto, un po’ il filo… Alla signora Marina qui sopra non so che rispondere, ma ci provo. Sì, lavoro per Crozza (mi piace più dire “con” Crozza), come altri autori, un lavoro collettivo e ricco di dibattito, in un gruppo a cui sono orgoglioso di appartenere. Non capisco cosa c’entra questo, però. Lavoro anche per un importante quotidiano nazionale, scrivo libri per un importante editore molto prestigioso. Quindi chi mi manda? Crozza? Sellerio? Marco Travaglio? La signora Marina per chi lavora? Per le poste? In banca? Chi la manda? Non lo penserei mai, parto sempre dal presupposto che uno sia respinsabile delle proprie parole e (fino a prova contraria) che non abbia mandanti. L’equazione “lavori per Crozza quindi sei Crozza” sarebbe solo una scemenza (direi dettata dalla frustrazione post- sconfitta), e se ne parlo è perché involontariamente spiega bene una cosa. Se non c’è stato dialogo e scambio (male) tra la sinistra e il renzismo è proprio per questo: invece di ascoltare si è sistematicamente delegittimato l’interlocutore, che era via via gufo, rosicone, nostalgico, oppure “con te non ci parlo perché scrivi su Il Fatto”. E ora “con te non ci parlo perché lavori per Crozza”. Ci vedo, insomma, la totale incapacità di accettare una cosa enorme: che uno sia libero e che parli da uomo libero, un fatto così semplice e così inaccettabile, chissà perché. Non me la prendo. Ho lavorato per (con?) l’Unità, quando era un giornale, Cuore, la Rai, la 7, il manifesto, una decina di altri giornali, ho fatto la radio (tanta), ho scritto libri e persino romanzi (che vanno benino, mi dicono)… So che così suono trombone (ho l’età per esserlo), ma mai, in trent’anni di “carriera” (ossignur) ho detto quello che pensavano altri. Se la signora vuole dire “Uh, che bello il Jobs act”, o “Uh, che bravo Matteo” può farlo, può farlo persino qui, perché qui non si delegittima nessuno, non si dice “ah, lavori per questo o per quello”, e si leggono le parole per quello che dicono. Che poi si dica che Crozza ha “bloccato un progetto italiano”, fa molto ridere. Insomma, il dibattito c’è, con punte alte e basse. È vero, in un centinaio di commenti sono stati pochini i renziani, peccato. Ma che l’unica dichiaratamente renziana (“noi renziani”) che interviene lo faccia non nel merito, ma per delegittimare mi sembra una conferma al mio ragionamento. Dunque la sinistra dovrebbe unirsi per sostenere Renzi e i renziani che parlano solo per dire “tu non puoi parlare perché in realtà non parli tu, ma Crozza?”. Il mio no è ancora più forte.

    da a.r.   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 09:57

  98. sono un ex di sinistra sempre critico però, giá negli anni 80 vedevo la cecità dei compagni di fronte alla realtà l’inquinamento che avrebbe pesato economicamente solo sulla gente comune (vedi fiat e metalmeccanici, autostrade..) la difesa elitaria dei salari senza uno studio e analisi globale della globalizzazione e delle situazioni europee e mondiali (paesi comunisti, socialisti, di destra ed altro) una scarsa visione del futuro (dipendenza per le materie prime, petrolio!) si poteva fare moltissimo!
    La sinistra si é seduta e alleata con il potere per convenienza dei suoi lider (mai si sono vergognati di prendere 10.000 euro mese o di piú!) ora qualcune vorrebbe coinvolgere il m5s mentre i piú dicomo che siamo fasciti! No ragazzi la realtá è che non conoscete il movimento che non accetterà mai di scendere a patti con politici che hanno prodotto questa realtà pena l’autodistruzione del movimento, penso e spero che saranno questi partiti a sparire e rinascere da gente sincera onesta e che ama la vita non la morte della comunitá mondiale
    dorino

    da dorino paccagnella   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 10:00

  99. “Via la legge sul lavoro scritta da Confindustria.”
    Il Jobs Act e’ la cosa migliore fatta da questo governo. Mi spiega perche’ un sistema, presente tra l’altro in Germania e nei paesi scandinavi, di contratti a tutele crescenti, sia preferibile all’intollerabile dualismo del mercato del lavoro generato, in combutta, da sinistra (Pacchetto Treu) e destra (Legge Biagi)? Perche’ un Articolo 18 che copriva meno della meta’ dei lavoratori del settore privato, lasciando il destino del lavoratore alla decisione arbitraria di un giudice (http://www.lavoce.info/archives/27539/la-roulette-russa-dellarticolo-18/) sarebbe preferibile a un cospicuo indennizzo monetario che copre, potenzialmente, tutti i lavoratori, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda?
    “Via il pareggio di bilancio in Costituzione”
    Ma si e’ reso conto che questa e’ una stupidaggine per far contenta l’UE che non ha avuto il minimo effetto? Lo sa che quest’anno, come sempre, la legge di bilancio sara’ in disavanzo?
    “le banche degli amici”
    Mi indica quali favori avrebbero avuto gli “amici” (immagino i parenti del ministro Boschi)? Non sono regolarmente sotto processo? Inoltre, sbaglio o questo governo, con la legge sulle popolari, e’ stato il primo a metter mano all’assurda commistione tra banche e politica? Mi spiega inoltre perche’ lo Stato debba rimoborsare gli obbligazionisti di tali banche, come taluni politici di “Sinistra” sostengono, invece, che so, di abbassare le tasse ai lavoratori meridionali?
    Questi sono solo alcuni dei luoghi comuni del suo pezzo
    Mi permetta di dire a lei e ai suoi politici di riferimento che non mi sento affatto meno di sinistra di voi. Semplicemente, c’e’ chi studia, si sporca le mani coi dati, guarda alle esperienze straniere, valuta caso per caso, e chi si limita a venerare ANPI, CGIL e Zagrebelsky, ritenendoli evidentemente infallibili anche quando proferiscono cretinate. Io posso con coscienza dire che la Buona Scuola fa pena, che il Jobs Act e’ una buona legge, che e’ una vergogna che lo ius soli sia fermo da un anno in Senato (evviva il bicameralismo perfetto!), che il governo ha avuto coraggio sulle unioni civili. Semplicemente valuto caso per caso, senza ricorrere ad assurde guerre fra “puri” e “impuri”
    Scusi lo sfogo, ma questa puzza sotto al naso della “vera Sinistra” e’ intollerabile. Si puo’ essere di sinistra e al contempo a favore della flessibilita’ nel mondo del lavoro senza essere servi di Confindustria; favorire politiche di bilancio responsabili che non distruggano il futuro di noi giovani senza essere schiavi della BCE.
    Saremo in disaccordo di tanto in tanto? Benissimo, confrontiamoci! Magari avra’ ragione lei, o magari verra’ fuori che quello di destra e’ lei…

    da Vincenzo   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 10:40

  100. Mi sembra che ci sia un po’ di confusione fra destra e sinistra. Il coraggio di autodefinirsi di destra no?

    da Alberto Fuzzi   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 11:02

  101. Da quattro, cinque che commentavano qui, siamo arrivati a cento. Sarà l’argomento o ci sono un sacco di troll al lavoro??

    da Eparrei   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 11:25

  102. Alla risposta del nostro ospite alla signora Marina Wiesendanger (post 94) vorrei aggiungere che sono i personaggi presi di mira dai comici che con il loro comportamento ispirano comicità, purtroppo molto spesso amara. Renzi e Grillo a mio parere sono molto simili nel modo di fare. Entrambi in sostanza non ammettono pensieri diversi dai loro ed è per questo che, a mio personalissimo parere, li ritengo poco rassicuranti per un sistema sociale complessivamente accettabile da tutti.
    Chiarissima è l’argomentata riflessione di Vincenzo (post 99) che però non condivido per niente. Io penso che una persona umana abbia il diritto di essere considerata con dignità sociale ed economica indipendentemente dalle sue eventuali condizioni precarie anche in un sistema capitalista becero come l’attuale dove chi è dotato di mezzi economici esagerati si ritiene con prepotenza autorizzato a non fare nulla, a comandare, a trattare male i propri simili meno fortunati o addirittura a schiavizzare i propri dipendenti. La sinistra che intendo io è proprio quella che ha per ideale la tutela del riconoscimento istituzionale di tale diritto. Tanto per citare un esempio, l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori andava in questo senso. Non a caso la politica asservita al capitalismo, nel nome di una sinistra inesistente, lo ha praticamente annullato.

    da Vittorio Grondona   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 12:31

  103. Rispondo volentieri a Vincenzo, perché mi stupisce e rafforza la mia tesi. Mi stupisce perché è pare l’unico a dire che il Jobs act è una buona legge. Persino i grandi giornali renzisti, in qualche momento di lucidità hanno ammesso il disastro. Naturalmente porta ad esempio paesi con lavoro flessibile, posti dove il welfare funziona, quindi diciamo gioca un po’ sporco, ma ci sta. Ovviamente potrei entrare nel merito: licenziare costa meno (molto meno) ed è totalmente discrezionale. In compenso esplode il lavoro precario che si era detto sconfitto (Renzi: “Abbiamo abolito il precariato”, testuale). In più, i dati (su cui il governo ha ripetutamente mentito, è stato sbugiardato e ha ammesso l'”errore”) sono miserelli. Ma mi fermo qui per due argomenti più generali.
    Uno. Il jobs act è la tipica riforma renziana. Spende molti soldi (9-10 miliardi) per avere un beneficio immediato e di immagine. Dopo un anno e mezzo, finiti gli incentivi, tutto torna come prima, anzi peggio perché non c’è argine ai voucher e si può allegramente licenziare. Una riforma del lavoro (emergenza numero uno nel paese) che non risolve la questione e che è stata usata per la propaganda renzista (che abbiamo finanziato con 10 miliardi). Passati due anni, all’apparir del vero, si scopre che ogni nuovo posto di lavoro creato con il Jobs act è costato 60-80.000 euro di soldi pubblici.
    Dunque una sinistra-sinistra, al primo punto dovrebbe avere: via ‘sta schifezza e rifacciamo una legge seria (magari chiamandola in italiano).
    Seconda questione, più tattica, diciamo. Ammetterà che in questa ipotetica falange della sinistra per il No che Pisapia divrebbe portare in dote a Renzi la Cgil conta qualcosina, vero? Bene, tra qualche mese avremo un referendum sul Jobs act, promosso da Cgil e ammesso dalla Consulta. Immagina un Renzi che dice “ognuno voti secondo coscienza” o un Renzi che sbava fiele verso chi sarà favorevole a cancellare il Jobs act? Veda lei. Givernare insieme a lui sarebbe un problemino, non crede?
    Quanto alle soluzioni, per carità, uniamo la sinistra, io ci sto sempre. Prima però capiamo cosa si unisce. Dunque bisogna capire cos’è stato il renzismo e superarlo, salutare il ragazzo e fare una cosa nuova. Perché lui è vecchio, non ha funzionato e ha pure avvelenato i pozzi.

    da Alessandro   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 15:06

  104. Ma che palle si può dire? Serra un c…. Pisapia un c….. doveva farlo prima, dopo, durante…. vedere le cose in modo più semplice? Ma che c’abbiamo dentro? La voglia di distruggere la sinistra invece di salvarla in qualche modo? Nessun desiderio di votare un programma che si possa realizzare, di un idea che ricordi lontanamente quello che dovrebbe essere la sinistra? Il coraggio di ammettere che Fidel Castro ha salvato Cuba dal delirio dell’America Latina. Invece di andare dietro ai non detto ai non pensato, a decisioni prese sull’onda dei mal di pancia del momento. Un minestrone che tutto facogita…

    da Livia   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 16:07

  105. Sempre per Vincenzo, e non ho fatto una ricerca, solo una minuscola esplorazione. ecco,. in mezz’ora puoi trovare decine di articoli come questo

    http://www.lastampa.it/2016/12/11/italia/cronache/effetto-jobs-act-crescono-i-licenziamenti-disciplinari-bCi3iZEKm4EMKY4j0CZcVO/pagina.html

    da Alessandro   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 17:34

  106. In risposta al cortese fabbrus (commento 75), mi pare che di pindarico qui ci sia solo il suo tentativo di imputare al Robecchi (non si capisce attribuendogli quale ruolo, se non l’unico, legittimo, di liberissimo pensatore, che, ricordiamolo, non prescrive, in sè, necessarie responsabilità politiche diverse da quelle, appunto personali), atteggiamenti riconducibili in qualche modo a”prodromo della dittatura delle maggioranza e del pregiudizio infimo di chi non tollera il dissenso”. Dittatura delle maggioranze ed intolleranza al dissenso di cui è stato, pare, epifanico, l’ultimo congresso PD.

    p.s. non è un forum, che io sappia.

    La saluto con altrettanto ottimismo.

    Federico

    da federico   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 17:49

  107. Cara Livia, quindi se va bene tutto e comunque, se basta “un programma che si possa realizzare” allora vanno bene anche Renzi, Grillo, chiunque… I distinguo su Pisapia sono, a mio modestissimo parere, squisitamente politici e maledettamente fondati, appaiono oltretutto, i tentativi di P. come tentativi di cavalcare la tigre del dissenso a sinistra del PD, buonafede vorrebbe che questa volontà coagulatoria si fosse manifestata in tempi non sospetti, magari un annetto fa, ora che appare questo ampio spazio di dissenso a sinistra arriva P. e si propone… mah.
    Serra, che qui molti stimano e stimavano (compreso A. Robecchi), ha preso proprio una brutta piega, si sta scalfarizzando (!), liberissimo lui di farlo, chiaramente, ma in quanto personaggio “pubblico” altrettanto liberi altri di esprimergli il dissenso e la condanna politica.
    Cordialmente.
    Federico

    da federico   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 18:03

  108. aspetta pure, ma spero senza scrivere altri “pipponi”, come questo. Cose dette e ridette per ribadire l’eterna vocazione della “sinistra vera” a star ben lontana da ogni idea di governare. Meglio il puro no. Questo difende i deboli? O li difende l’eroe nazionale della satira, quel Crozza che campa ormai su una satira ripetitiva che sopravvive a se stessa, distruzione e No, solo feroci no.

    da Marco   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 18:13

  109. Ringrazio Vittorio Grondona e Alessandro per le risposte.
    In primo luogo noto che le critiche al mio intervento si concentrano sulla parte dedicata al Jobs Act, mentre non si menzionano gli altri due esempi che facevo, pareggio di bilancio in Costituzione e le banche “degli amici” salvate. Ne deduco, salvo ulteriori commenti, che non mi contestiate questi aspetti.
    A Vittorio Grondona, rispondo che, al di la’ della retorica, il problema e’ sempre li’. Se un imprenditore assume un lavoratore, ed e’ incerto sulle sue qualita’ o sulla domanda futura, avra’ mai incentivo ad offrirgli un contratto senza scadenza piuttosto che un contratto a tempo determinato? Trent’anni fa forse si’, oggi mi sembra improbabile. Perche’ e’ da qui che dobbiamo partire, prima di fare le nostre “alte” riflessioni sul capitalismo. Inoltre (e mi perdoni se le sembro inutilmente polemico, non e’ mia intenzione) perche’ sente il bisogno di premettere “Io penso che una persona umana abbia il diritto di essere considerata con dignità sociale ed economica…”? Pensa che il sottoscritto non lo creda? Pensa che i giuslavoristi ed economisti che si sono battuti da anni per queste innovazioni nei rapporti di lavoro non siano d’accordo con lei, o semplicemente non lo siano tutte le persone di buon senso?
    Vittorio Grondona mi accusa di barare, cosa che, temo, faccia lui, magari involontariamente. Con il termine Jobs Act il governo (alquanto in cattiva fede) si e’ riferito sia all’ introduzione del contratto a tutele crescenti, sia agli incentivi sulla decontribuzione. E’ evidente che io mi riferissi alla riforma dei contratti di lavoro, mentre lui concentra il suo intervento principalmente sui secondi, che non ho minimamente menzionato. Questi ultimi sono ovviamente discutibili, ma bisogna mettersi d’accordo. Tutti i paesi occidentali hanno adottato politiche anticicliche durante la recessione, ovvero aumenti di spesa (o tagli di tasse) temporanei, vincoli di bilancio permettendo. I leader della cosiddetta vera sinistra da un lato menzionano Keynes ad ogni pie’ sospinto, dall’altro deprecano decontribuzione e 80 euro come mancette. Sarebbe il caso di mettersi d’accordo con se’ stessi.
    Su una cosa sono invece pienamente d’accordo, e cioe’ che nei paesi che menziono il welfare funzioni. E’ proprio questo il punto! L’anomalia italiana non sta nel non lasciare che un giudice decida del destino di un lavoratore, ma nel fatto che (unici assieme alla Grecia in Europa) non abbiamo un sistema decente di sussidi di disoccupazione! Perche’ la CGIL, invece di ciarlare di Articolo 18 e difendere un’economia di trent’anni fa, non fa una battaglia seria sull’assistenza ai disoccupati? Prometto che se la fanno, e seriamente, mi iscrivo domani. Non sara’ che i disoccupati di solito ai sindacati non sono iscritti mentre gli occupati si’?
    Lieto infine che lei, come i sindacati, abbiate scoperto che esista il precariato. Faccio notare che dal 1997 (legge Treu) al 2007 la disoccupazione e’ scesa dall’11’3% al 6%. Una performance da miracolo economico, stranamente non accompagnata dalla benche’ minima crescita economica. Ovviamente, questo crollo della disoccupazione fu dovuto unicamente all’esplosione dei contratti a termine. Oggi che si prova ad eliminare l’assurdo dualismo tra lavoratori iper-garantiti e giovani che hanno accesso al solo precariato, e a risuscitare i contratti a tempo indeterminato, i sindacati gridano vendetta. Potevano iniziare a farlo venti anni fa, invece si limitavano a fare referendum sull’Articolo 18. Tra l’altro a partire da Ottobre, proprio il governo ha finalmente imposto una prima regolamentazione all’uso dei voucher (introdotti nel 2008, anche se sembra li abbia inventati Renzi).
    Infine, non ho ben capito cosa avrebbe voluto dimostrarmi con il link all’articolo della Stampa. Sono aumentati i licenziamenti, e con cio’? C’e’ da stupirsi, visto che non bisogna ricorrere piu’ al giudice? Un’obiezione convincente dovrebbe mostrare che (a) I lavoratori licenziati non sono stati rimpiazzati, provocando un calo netto dell’occupazione. Cio’ e’ improbabile, visto l’aumento netto dell’occupazione in questi tre anni. (b) In media, i lavoratori licenziati stavano meglio prima di adesso. Difficile sostenerlo, visto che, almeno, oggi hanno tutti diritto a un indennizzo, mentre con l’Articolo 18 era tutta po’ una roulette (http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-1cbee959-3115-481f-866d-5be52b1a70a3.html).

    da Vincenzo   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 20:32

  110. Pardon, la seconda parte del mio intervento (quella che comincia con “Vittorio Grondona mi accusa di barare”) si riferisce ad Alessandro, non a Vittorio.

    da Vincenzo   - domenica, 11 dicembre 2016 alle 23:31

  111. Caro Vincenzo, mi sono limitato al Jobs act per non andare vergognosamente lungo. Ho da dire anche sul resto, e lo dirò. Grazie del contributo. Non sono d’accordo su quasi niente, ma questo si etra capito…

    da Alessandro   - lunedì, 12 dicembre 2016 alle 10:27

  112. Bravo non è semplice demistificare il pensiero di tanti sinistroidi pentiti, ma ci sei riuscito con successo. Ancora una volta, consentimi, la classe ‘ 60 non è acqua è piena di sostanza! Altro che rottamatori!

    da Salvatore   - lunedì, 12 dicembre 2016 alle 10:41

  113. Sì, anch’io non sono d’accordo con Vincenzo, indipendentemente dalla ricostruzione storica esplicitata che è comunque passibile di interpretazioni completamente diverse dalle sue, peraltro chiarissime e ben esposte. In sostanza, non credo che una buona società si possa esprimere solamente in un contesto puramente di vantaggi o svantaggi per chi ha la possibilità culturale ed economica di manovrare. Tutto il resto non può non contare… e se si escludono con leggi i diritti dei deboli davvero i deboli non contano più nulla. Per me non è un bene! Cordialità

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 12 dicembre 2016 alle 13:06

  114. Stupirsi di Michele Serra? Ragazzi ma uno che respira l’aria di “La Repubblica” da mane a sera (e con quello vive, e bene, molto bene…), cosa dovrebbe scrivere? Suvvia, il Gruppo l’Espresso ha trasformato un mediocre come Saviano in un eroe (non dico intellettuale perché c’è un limite a tutto), perché pretendere che non trasformi anche il buon Serra? Gli anni di Cuore sono lontani, tanto lontani.

    da Agostino71   - lunedì, 12 dicembre 2016 alle 13:12

  115. Sì, certo, c’è dibattito e questo e bello! Ma perchè focalizzarlo così a lungo su una bassa mediocrità che c’intossica e non spingerci con un po’ d’entusiasmo a progettare il futuro? a ipotizzare percorsi efficaci di cambiamento? A partire dalla constatazione che non è Renzi il nostro male assoluto, ma la mediocrità che ha invaso il Parlamento da troppi lustri e che ad ogni legislatura riproduce se stessa, solo un po’ peggio per non farsi ombra da sè?

    Per Renzi e Pisapia una battuta e via! e ce n’è d’avanzo!

    Perchè non può bastare certo questo referendum a far si che che gli ottimi indirizzi della Carta si realizzino se non si sono avverati dal 48 ad oggi. E’ molto evidentemente necessaria una espressione propositiva, assertiva e concreta della Sovranità Popolare perchè essi diventino realtà a dispetto di quella politica che è andata azzerando progressivamente il proprio tasso di qualità fino ad esprimere una mediocrità intollerabile, rinnegandoli e negandoli.

    Il Comitato del NO riprenda la sua ragione costitutiva originaria di COMITATO per la DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE e prosegua il suo impegno per realizzarla.

    E a me sembrerebbe bellissimo farlo proprio brandendo, da Popolo Sovrano, la Costituzione agli articoli 71 e 50 che consentono a Democrazia Diretta Propositiva che i Costituenti ci hanno lasciato perchè potessimo intervenire qualora gli eletti si fossero rivelati indegni, incapaci o complici.

    Il modo migliore per “imporre” quelle norme e riforme di cui il Paese ha bisogno e che la Cittadinanza attende, senza lasciare alla casta il tempo e la libertà di produrre altre nefandezze per poi doverle rincorrere per correggerle o cancellarle, come l’italicum o il job act: e sarebbe bellissimo!

    Ma almeno che si presenti alle prossime politiche con una Lista Civica Nazionale che porti benissimo quelle insegne di “COMITATO per la DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE”, non più e non solo per difendere la forma, ma per esprimere assertivamente lo Spirito Originale ed Autentico di quella Carta che resta un ottimo programma tutto da svolgere.

    Si può fare! E’ tutto pronto, tranne l’innesco, il catalizzatore!

    Paolo Barbieri

    da Paolo Barbieri   - lunedì, 12 dicembre 2016 alle 22:24

  116. BROVONE,ottima risposta sottoscrivo tutto.

    da Mori   - martedì, 13 dicembre 2016 alle 02:15

  117. Bravo Robecchi hai manifestato il meglio di te e descrivere una dolorosa distanza da Serra. Segnalo che esiste un’altro graffiante post su quanto detto da Serra al link http://www.iskrae.eu/?p=61256

    da pierre   - martedì, 13 dicembre 2016 alle 08:28

  118. Bello avere la tessera dell’ANPI e poi fare scena muta su queste miserie umane
    “Fascismo e antifascismo, ancora a parlare di questa roba?” (L’on. Di Battista, @facciafacciala7)

    da Alexios   - martedì, 13 dicembre 2016 alle 12:11

  119. velocemente, che mi ha cancellato il primo script

    divido il mondo in parti. qui si parla di sx. astenersi comici con i capelli grigi, figuranti viaggiatori e bimbibelliarrogantelli (che allora ci si tiene il matteo)

    la sx è fatta di 2 parti. PD e non PD.

    capisco che QUI sia affermazione forte dire che il PD è di sx. Ma credo che Alessandro me la conceda. xché almeno buona parte dei suoi elettori lo sono, e questo conta

    parte PD. io non ho mai avuto tessere. penso di farla per partecipare al congresso. e votare il lanciafiamme per la minoranza. brave persone, che hanno votato contro solo per azzoppare Renzi, in perfetto dalemastyle: fosse stata la riforma più bella del mondo, avrebbero fatto uguale. non voglio più vederli, devono andare al rogo (spero che Minniti ministro non sia un segnale contrario a questa purificazione)
    cito Moretti “con questi dirifgenti non vinceremo mai”

    parte non PD. c’è vita. bene. se Pisapia non va, bene: è un po’ in là con gli anni per fare una cosa nuova, servirebbe un 50nne. ma x far cosa, la guerra tra sx?

    Alessandro, tu ironizzavi qualche anno fa su Vendola e i suoi distinguo parlando di “Giochi di matematici pugliesi” ricordi? la storia del secolo scorso si dibatte tra vari litigi e scissioni (da Livorno al Governo Prodi). ci meritiamo di meglio, e di più. ma questo solo se la smettiamo con “Sinistra Critica” (lista presentata alle elezioni ribattezzata “Sinistra Criptica”) e con un programma di 200 pagine negoziato per mesi tra Prodi e Bertinotti

    quindi va bene il “no, x ora”. se significa che c’è una possibilità di dialogo e apertura. ma a un mondo diverso

    occorrerà accettare che Renzi (o un suo simile: non è che chi scrive sia innamorato) è il meglio che ci può capitare x un certo numero di anni, ovvero fin quando il circuito “nuovo modo produttivo-nuovo potere-nuovi bisogni-nuova rappresentanza” non si mette in moto. sta arrivando, non è lontano: se leggi Michael Moore il day after Trump capisci che siamo quasi lì. ma la storia fa i suoi giri (Trump, appunto) e poi da noi serve più tempo xché arriva dopo (periferia, è così)

    e in questo tempo, vorrei evitare di buttare un decennio tra il M5S (NdR: sono di Ragusa, dove M5S governano il comune da un mandato. amministrato anche benino, come in passato il PDL e prima il PD; ma dopo 4 anni non c’è ancora la differenziata e l’acquedotto è come sempre. allora xché? xchè sono puliti? visti all’opra sono più puliti, ma non sono lindi…..e io non giudico le persone dal numero di docce…) e l’impresentabile dx italica (che se almeno uno avesse la Merkel…)

    preciso: io, mia moglie e mia figlia un decennio da buttare lo abbiamo anche; un sacco di gente no; neanche tu Alessandro, dato che i tuoi figli sono più grandi della mia. e come dice il Matteo “si fa politica x i figli, non per le poltrone” (vi starà antipatico, ma il discorso d’uscita era bello…)

    chiudo con un piccolo esempio. Alessandro ha sempre detto che con i 10 mld per il Job Act si poteva far di meglio (non ho verificato dati): io dico che sicuramente si poteva far diversamente, meglio è una categoria più complessa, perché far ripartire le assunzioni (anche se tramite voucher) era un obiettivo economico forse più rilevante
    Cosa intendo: bisogna trovare una sintesi su cosa fare e sulla velocità a cui farlo (il tema della velocità va inserito nel menù, è figlio del tempo. può non piacere, ma è così…) ma non basta dire che la scelta JA è sbagliata, quindi è un governo di dx, quindi ‘fanculo
    Questo, scusa Alessandro, è grillismo deteriore: può andar bene per far satira (apro: quando l’imitazione genovese del genovese???) ma non per un discorso politico

    mi scuso per lo spazio occupato

    da glk   - martedì, 13 dicembre 2016 alle 13:43

  120. @glk
    Già dal genere di pensiero espresso nei confronti della cosiddetta “minoranza interna” del PD avrei dovuto interrompere la lettura…”lanciafiamme” rogo” “purificazione”.

    Bene.

    (Avrebbe dovuto bastarmi il “xchè”, ma son testardo)

    saluti

    p.s. al di là di destra e sinistra, è questo il concetto che lei ha di “democrazia”? La informo che i “roghi” i “lanciafiamme” e le “purificazioni” sono armamentari di altre forme di potere (dittature, teocrazie, etc etc), perdoni l’apparente saccenza.

    da federico   - martedì, 13 dicembre 2016 alle 15:08

  121. E’ chiara la differenza tra chi cerca, con molta difficoltà, di governare i processi e chi sta alla finestra, continuando a sorridere e a far sorridere! Speriamo di non favorire la destra vera, quella che non ci farà sorridere e non ci permetterà di far sorridere gli altri!

    da Lorenzo Avincola   - martedì, 13 dicembre 2016 alle 15:11

  122. No, no, speriamo di no! Che poi la destra vera fa il Jobs act, cancella l’articolo 18, per carità!

    da Alessandro   - martedì, 13 dicembre 2016 alle 15:13

  123. federico io sono rispettoso di tutti
    ma ho aderito nel 1999 a un gruppo che si chiama(va) “quelli che non ne possono più dell’intelligenza politica di D’Alema”. e quindi la purificazione mi pare un processo corretto. detto da chi tra Bersani e Renzi aveva votato il primo

    Alessandro, apprezzo la battuta. Ma vedi di non fare come quella roba di Brecht, vennero a prendere uno zingaro e io mene disinteressai, perché non sono zingaro…..

    da glk   - martedì, 13 dicembre 2016 alle 15:35

  124. alessandro,
    ben scritto il tuo pippone ma la sinistra che dice di no non c’è da 3 anni ma purtroppo da 30 (e comunque il fatto che abbia visto il no non dimostra che quelli del si avevano torto)…. a volte vincono gli altri anche se sono di destra o leghisti o di sinistra-sinistra che non accetta compromessi…vedi chi governa in Italia forse può anche dare la mano a Marchionne (tutto sommato rappresenta una delle principali aziende), così come non è necessariamente da criminalizzare chi per vivere accetta i compensi di RCS/corriere delle sera …..

    da alessandro   - martedì, 13 dicembre 2016 alle 22:03

  125. @glk, di quel gruppo avrei potuto fare parte anche io, tanto poca simpatia (politica e umana), provo per D’Alema, a cui imputo anche lo scivolamento verso destra di quello che rimaneva del PCI, oltre al fatto innegabile di essersi fatto menare per il naso da mr b. per un bel pò di anni, o c’erano accordi sottobanco? Incapacità o malafede.

    Coerentemente Michelino (ex) nostro oggi ha annunciato che restituirà la tessera ANPI, poichè da lui giudicato colpevole di “uso indebito della propria funzione”, visto che suddetta ANPI avrebbe addirittura l’ardire di sobillare “nuove mobilitazioni contro alcuni provvedimenti del governo Renzi“, come se non bastasse, a stì rompicoglioni, di aver osato difendere la Costituzione, in funzione vergognosamente antigovernativa…Michele, riprenditi, pensavi che l’ANPI fosse come una maglietta del Che, da tenere in naftalina ben chiusa nell’armadio ed estrarre prontamente e stancamente, magari il 25 aprile? Fortunatamente non è così, sfortunatamente c’è bisogno ancora dell’ANPI, magari potessimo ricordarcene solo il 25 aprile…

    Sei diventato più craxiano di intini, che tristezza, che pena.

    da federico   - martedì, 13 dicembre 2016 alle 22:36

  126. Caro Robecchi, per favore, salvi il soldatino renziano Michele Serra!!! Il pezzo di ieri, 13/12, pubblicato in La Repubblica e dedicato all’ANPI è il sintomo di un disagio grave, oramai a stadi avanzatissimi d’incomprensione della realtà… povero Michele nostro di “Cuore”… all’epoca sparava cazzate che facevano morire dal ridere cogliendo il lato indegno di questo nostro disgraziato paese; adesso spara ancora cazzate, ma queste fanno piangere, mentre alimentano loro stesse narrazioni indegne delle quali sono megafono e non più critica aperta… ripeto: SALAVATE IL SOLDATINO RENZIANO SERRA!!!!!!!

    da AGO71   - mercoledì, 14 dicembre 2016 alle 09:35

  127. Articolo carino, ma da correggere all’inizio che non sono tre anni che si parla della sinistra che dice sempre no, ma dalla caduta del governo Prodi per opera di Bertinotti. Lascio alla storia valutare come abbia inciso la sinistra nella storia in quell’occasione…

    da Gabriele Verdinelli   - mercoledì, 14 dicembre 2016 alle 10:22

  128. @Gabriele Verdinelli: in realtà anche quel Caino, di colpe ne aveva mica poche… forse anche lui era di sinistra?

    comunque, onore alla coerenza, perlomeno lei è cosciente del fatto che nel PD di sinistra non c’è rimasto quasi nulla, il quasi lo lascio giusto per gente come Emiliano, Tocci…

    da federico   - mercoledì, 14 dicembre 2016 alle 10:58

  129. Vittorio Grondona (commento 113), ricambio la sua cordialita’.
    Provi pero’ per una volta a immaginare che i suoi interlocutori, anche quando non sono d’accordo con lei, possano condividere i suoi stessi valori, altrimenti non c’e’ margine per alcuna discussione ma solo per il disprezzo. Per capire gli effetti di un certo atteggiamento, scrolli l’elenco dei commenti e noti quanti danno del “venduto” a Serra, colpevole di chissa’ quale tradimento.

    Alessandro (commento 111, tra l’altro ho capito solo ora che lei e’ Robecchi, pensavo fosse un utente omonimo!), Non ho dubbi che lei giunga a conclusioni diverse, ma mi ha colpito la frase “Non sono d’accordo su quasi niente”. Sono molto incuriosito dal “quasi”, magari questo dialogo puo’ fare progressi… :)

    da Vincenzo   - giovedì, 15 dicembre 2016 alle 10:01

  130. Vincenzo (post 129)
    Mi dispiace se ho dato l’impressione di non avere presente la fondamentale regola di ogni discussione che richiede rispetto incondizionato del pensiero del mio prossimo. Sono convinto che in tanti casi gli ideali siano identici, ma nel contempo ritengo indispensabile che ciascuno abbia il diritto di concretizzare tali ideali con metodi diversi. Il disaccordo però sta nell’esame finale tramite la logica della ragione dei fatti realizzati. In estrema sintesi, se per esempio un provvedimento di qualsiasi tipo e di qualsiasi provenienza fosse la causa evidente di conseguenze obiettivamente negative per la società o anche solo per la parte più debole della stessa, la logica della mia ragione mi porterebbe a giudicare dannoso quel provvedimento e nel contempo mi sentirei autorizzato a formulare severe critiche nei confronti dei responsabili.

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 15 dicembre 2016 alle 11:14

  131. La ringrazio. Appoggio completamente.

    da Nadia   - venerdì, 16 dicembre 2016 alle 10:23

  132. Ben detto. No e ancora no!

    da Virginia   - domenica, 29 gennaio 2017 alle 21:20

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