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La lezione di Angela: colpirne uno (la Grecia) per educarne ventisei

Fatto150715La storia non mai già scritta, eppure capita che la si sia già letta. E allora nei giorni della battaglia di Atene, conclusa con la marcia trionfale dei generali del Fondo Monetario sotto il Partenone, si è forse esagerato con le metafore e le allegorie. Ma sì, dai, quelle cose a base di carrarmati e blitzkrieg, con il Beethoven dell’Inno alla Gioia mai così wagneriano, e le condizioni poste alla Grecia molto simili a ordini secchi urlati in tedesco: in fila! Marciare! Spalle al muro! Un déja vu potente, che chiama spontaneamente l’equazione, essendo almeno la terza volta in cent’anni che si vede la Germania senza argini europei.
E però: troppo facile. Va bene per la vignetta, va bene per il paradosso, che sono preziosi, eppure la metafora è un’altra, l’immagine è per così dire più moderna: è quella della testa di cavallo nel letto, della “proposta che non puoi rifiutare”.
Insomma, non il Terzo Reich, ma Il Padrino.
Si sa che il creditore tende a non ammazzare chi gli deve dei soldi, per il semplice motivo che poi il morto non pagherà i debiti. Tenderà piuttosto a mandargli qualche picciotto armato a spaventarlo, metterà qualche ragioniere a gestire i suoi affari (il gioco d’azzardo a Chicago, l’alcol illegale nel proibizionismo, le pensioni greche, la sanità in Portogallo, il mercato del lavoro in Italia…). Ma anche alla regola aurea di non ammazzare il debitore ci sono eccezioni. Per esempio una lezione dura e un’umiliazione cocente potranno sì, far perdere qualche dollaro al Boss, ma saranno preziosissimo esempio per gli altri debitori. Dunque non solo colpirne uno per educarne cento (ventisei, nel caso europeo), ma addirittura sacrificarne uno per tener buoni tutti.
Questo è stato fatto dall’Eurogruppo a guida Shauble-Merkel alla Grecia ribelle. E le metafore belliche in stile Terzo Reich dipendono appunto dal fatto che passano gli anni, ma le parole no, e la parola è: rappresaglia.
Ammesso che ora gli sconfitti si adeguino alle sanzioni dei vincitori, sia chinando la testa, sia cambiando governo e certificando che le elezioni greche si svolgono a Berlino, una cosa è certa: il Boss guarderà soddisfatto come le altre famiglie si ritirano intimorite con la coda tra le gambe. La soluzione greca non riguarda la Grecia, riguarda tutti gli altri, assistere oggi indifferenti all’umiliazione di Atene significa una cosa sola: essere tutti umiliabili domani. E già si vedono gli effetti. Altri debitori in bilico sulle curve pericolose dei loro precarissimi conti già plaudono alla soluzione. Dovendo schierarsi, lo fanno con il Boss a cui devono molti soldi, illudendosi che quando verrà il momento quello sarà con loro più comprensivo: stupidi, perché non s’è mai visto uno squalo dire “sono sazio”, o “non ho più fame”.
Ed ecco allora la pioggia di tweet e commenti di colonnelli e caporalmaggiori renzisti che plaudono al “capolavoro politico”, alla “soluzione finalmente trovata”, alla “buona notizia”. Con le parole che dicono persino più di quanto si vorrebbe, come nel delizioso – da incorniciare – tweet della signora Serracchiani Debora che dice: “Impariamo tutti la lezione”. Ecco, appunto.
Che se vai a guardare le riforme chieste alla Grecia insieme alla testa dei suoi leader e al sangue del suo popolo, ci trovi proprio quelle che ci si vanta di aver fatto qui, tipo i licenziamenti collettivi. Fatto!, come diceva Silvio buonanima.
E si dirà, sì, ma i soldi, sì, ma i debiti… E questo mentre in silenzio e zitto zitto qualche funzionario a Berlino ristrutturava senza clamori il debito dell’Austria: premio per esser stati in silenzio, sconti secchi di un miliardo e mezzo, apprezzamento per non aver alzato la voce e la testa come i greci. Il messaggio è questo: siate docili e vivrete. Don Vito Corleone non avrebbe saputo dirlo – e farlo – meglio.

17 commenti »

17 Commenti a “La lezione di Angela: colpirne uno (la Grecia) per educarne ventisei”

  1. che bravo robek. e che triste.

    chi non conosce la storia (è stato detto a ragione, mi pare da Bufalino), è destinato a riviverla.

    da angela   - mercoledì, 15 luglio 2015 alle 09:45

  2. Bellissimo articolo. Non avrei saputo dire meglio.

    da Giuseppa Caruso   - mercoledì, 15 luglio 2015 alle 10:51

  3. “Ottima” la sberla nella storia della Grecia,un governo sgraditissimo e la sfida tramite il referendum hanno creato le ritorsioni,incorporando con tutta probabilita’ la fine di Tsipras dalla politica.

    Senza il senno di poi avevo pensato anch’io che si sarebbe creata la situazione del castigarne uno per educare gli altri,ora pero’ tocchera’ osservare cosa accadra’ quando ci saranno le elezioni in Spagna,in Francia e perche’ no anche da noi forse un giorno,se i movimenti critici o contro l’euro avranno il sopravvento e come si trasformeranno gli scenari,se le ipotetiche fuoriuscite creeranno disastri o finalmente la fine di un incubo,continuare ad essere stritolati dalla ricette tedesche con a braccetto olandesi e finlandesi,se va bene a loro continuino e lascino a noi il solito indebitamento controllato,si spera,e la ripresa dell’economia,quella che si e’ fermata da almeno una decina d’anni.

    da Ivo Serenthà   - mercoledì, 15 luglio 2015 alle 12:01

  4. Eh no Robecchi, non puoi glissare così sul mandato elettorale tradito (doppiamente, dopo il referendum) da Tsipras. Il popolo greco era pronto alla lotta, lo ha dimostrato alle urne, i suoi governanti però no, forse hanno troppo da perdere, chissà…
    Comunque credo possiamo mettere una pietra tombale sull’ “Europa con Tsipras”, povera sinistra italiana, di nuovo costretta a contare solo sulle proprie mediocri capacità!

    da r1348   - mercoledì, 15 luglio 2015 alle 13:42

  5. ciao alessandro, quando hai un quarto d’ora dai un’occhiata a questo,

    https://www.youtube.com/watch?v=Mt2AlztQpV0

    due mesi e mezzo dopo quel discorso sankara fu assassinato. negli anni 80, il gioco del debito e della crisi lo si faceva sull’africa con la banca mondiale, in europa c’erano ancora i sussidi e non ancora i debiti. i sussidi si sono trasformati in debiti con l’unione monetaria. insieme è arrivata la bce.

    è interessante quando sankara dice che la sua posizione sul debito non è ideologica o morale ma che dovrebbe essere qualcosa di oggettivo.

    ciao, spero che tu legga questo commento

    da lorenzo   - mercoledì, 15 luglio 2015 alle 13:43

  6. Sì però (di però ce ne possono essere i pacchi) io non credo sia giusto accusare – solo – la Germania.
    Voglio dire che anche se la Germania dicesse “facciamo pari e patta” ecco che arriva il FMI e dice “no”.
    Oltre al Reich secondo me è ora di rispolverare un classico FMI go home !

    da david   - mercoledì, 15 luglio 2015 alle 14:44

  7. Sempre d’accordo con Alessandro Robecchi (qualcuno dirà che siamo ciechi comunisti in cerca di riscatto dalle cantine ammuffite della Storia), ma soprattutto voglio ringraziare l’autore del commento 5. Devo ammettere, con vergogna, che non avevo mai visto il video che ci propone, e con paura che anch’io ho pensato a Tsipras come figura politica ed essere umano in pericolo… Ho condiviso il video sul mio blog, grazie ancora.

    da Tiziana   - mercoledì, 15 luglio 2015 alle 14:59

  8. @6 david : -il FMI ha bocciato il piano EU. E’decisamente dalla parte del taglio del debito greco. Saluti gis

    da gis   - mercoledì, 15 luglio 2015 alle 21:23

  9. Bell’articolo Alessandro! Ma attento, le bocce non son ancor ferme … un Grazie anche a Lorenzo per il ricordo al grande Sankara!

    da Marco da Zurigo   - mercoledì, 15 luglio 2015 alle 23:33

  10. Bravo gis.. rispetto alla UE, l’FMI sembra un covo di veterocomunisti.

    Quello che veranmente non capisco e’ perche’ Tsipras non sia uscito dall’euro.. come dice Krugman (e, sospetto, Varoufakis), il disastro e’ gia’ avvenuto, questo “piano” non da’ speranze, che cos’hanno da perdere?

    da Emanuele Ripamonti   - giovedì, 16 luglio 2015 alle 10:05

  11. Alcune considerazioni sono corrette (anche se nell’articolo viene scoperta – con molto clamore – la classica acqua calda, ovvero che la politica internazionale è un confronto continuo tra bande armate). Ma la conclusione nella quale si afferma che “Berlino ristrutturava senza clamori il debito dell’Austria” è assolutamente errata e fuorviante e dimostra molto pressapochismo (e una punta di becero populismo). Infatti NON E’ STATO RISTRUTTURATO IL DEBITO DELL’AUSTRIA , ma è stato chiuso un contenzioso che vedeva una BANCA PRIVATA austiaca (immaginiamo ad esempio MPS in Italia) che era fallita , poi era stata venduta come Bad Bank alla Bayerische LB, controllata dal lander della Baviera, e poi alla fine ricomprata con un salvataggio (disastroso) dal governo austriaco. Alla fine ne era sorto un contenzioso legale tra il governo austriaco e la Bayerische LB la quale pretendeva di riavere indietro 2mld di Euro investiti nella banca quando era di sua proprietà… cosa opinabile, tralaltro, ma il giudice aveva dato ragione alla Bayerische , così il debito della banca austiaca era schizzato in alto di 2mld (virtuali, perché il contenzioso avrebbe potuto durare anni di ricorso in ricorso). A questo punto i due contendenti si sono accordati per una transazione, sicuramente vantaggiosa anche per i tedeschi , in quanto incasseranno subito una parte di quei soldi, che era davvero difficile risquotere se la causa legale fosse proseguita a lungo… Alla fine una normale vicenda di fallimento bancario (si pensi che anche MPS in Italia è stata salvata dal governo Monti con oltre 4mld di prestito , ovvero un importo maggiore della famosa rata FMI non pagata da Atene)… Si possono fare tutte le considerazioni che si vogliono sull’assurdità di certe peripezie finanziarie delle grandi banche, che coinvolgono sempre più spesso anche il denaro dei governi, ma usare una vicenda di questo tipo pretestuosamente, con titoli e slogan urlati del tipo “Tagliato il debito dell’Austria!” è assurdo, pretestuoso e fuorviante.

    da Paul Olden   - giovedì, 16 luglio 2015 alle 14:35

  12. Dove si certifica, quindi, che i debiti privati delle banche private si possono non pagare. Bene. E poi, come mozione d’ordine (qui sopra, almeno), cercherei di evitare le accuse di populismo, che ormai sono un po’ come il prezzemolo o la rucola a Milano, che si mette ovunque e spesso, come in questo caso, a cazzo. saluti

    da Alessandro   - giovedì, 16 luglio 2015 alle 16:05

  13. Va bene, Alessandro, mi scuso per aver parlato di populismo. Comunque, siamo d’accordo sul fatto che non è corretto, in relazione a questa complessa vicenda finanziaria, parlare di “Taglio del debito dell’Austria”?

    da Paul Olden   - giovedì, 16 luglio 2015 alle 16:50

  14. Fino a un certo punto. Non fosse stato condonato, il debito della banca privata della Carinzia l’avrebbe dovuto coprire lo stato austriaco. La cosa è certo più complessa di così, ovvio, ma qualcosa mi dice che a una banca greca non sarebbe stato perdonato.

    da Alessandro   - giovedì, 16 luglio 2015 alle 17:29

  15. x gis: “l FMI ha bocciato il piano EU. E’decisamente dalla parte del taglio del debito greco”
    Ti sfugge la seconda premessa, e quindi la conclusione implicita del ragionamento dell’FMI, ovvero che l’FMI, per statuto, NON può prestare nemmeno un centesimo a uno stato insolvente. Quindi dire che il debito greco va tagliato, anche se oggettivamente vero, equivale a dire “noi non daremo più niente, arrangiatevi”.
    Non lo dicono per dar ragione a Zippo e torto a Schauble, lo dicono per farsi i loro comodi.

    x Alessandro:
    l’ho già letta cento volte in giro questa storia del colpirne uno per educarne 100, ma imho non sta in piedi. Chi dovrebbe educare, esattamente? Gli altri PIIGS le (contro)riforme più o meno le hanno fatte tutte, e più o meno tutte hanno danneggiato i lavoratori SENZA migliorare per questo i livelli occupazionali (è anche scontato, se si dà al datore di lavoro diritto di vita e di morte sul dipendente, perchè ne dovrebbe assumere due e farli lavorare 8 ore al giorno, quando puoi spremerne uno e farlo lavorare il doppio?). La rappresaglia si fa quando si teme che la resistenza sia popolare, ma i fatti ci dicono che di combattere davvero non ne hanno voglia nemmeno i greci stessi (altrimenti voterebbero in massa chi vuole uscire dall’euro, anzichè fare la coda ai bancomat), le trattative hanno dimostrato che nessuno si vuole opporre alla Germania, per cui chi è esattamente che dovrebbe essere educato? Un Italia che l’obbligo di pareggio di bilancio lo mette addirittura nella costituzione (ed è una manovra ai limiti del golpismo, visto che contrasta con tutti i doveri di assistenza sociale che lo stato deve dare secondo i principi fondamentali enunciati nei primi articoli), in Spagna tanto hanno fatto che gli stipendi sono crollati del 20%, e via andare…
    Insomma, che bisogno c’è di spaventare gente che genuflessa agli ordini tedeschi ci è nata?

    da giovanni   - giovedì, 16 luglio 2015 alle 20:03

  16. sì però qualcosa in più si può dire, credo

    In realtà Tsipras qualcosa ha ottenuto: aver messo paura, aver costretto gli ortodossi a ripensarci. l’FMI che dice che è indispensabile ristrutturare il debito è una cosa notevole

    Il clima cambia, il nuovo economista dell’FMI è quello di Obama
    Ancora, DSK che per cercare un posto al sole dà ragione ai greci comincia a cambiare il clima: la prospettiva di consolidare il debito in un debito pubblico europeo è + vicina.

    L’Europa è maturata per crisi che hanno modificato il percorso lineare delineato prima delle stesse. la crisi del 2010-2012 ha portato le strutture finanziarie/bancarie comuni (che magari vi fanno orrore) ma che al momento sono l’unico vero potere europeo. Magari questa porterà l’unione fiscale, che sarà intitolata a Tsypras.

    e malo bonum

    infine: io preferisco comunque litigare con un tedesco, per quanto antipatico e pervicace possa essere, che aver a che fare con Salvini e Grillo. e voglio continuare a andare a Lione e Barcellona pagando con gli Euri, e non con i talleri veneti

    Del resto l’unico vero intellettuale di sx rimasto oggi scriveva su Rep (un sacco di citazioni che non piaceranno, ma so che l’ospite è tollerante) che il problema è l’assenza di leadership tedesca, non l’eccesso: è vero, purtroppo i politici tedeschi sono nella fase in cui “io eseguivo degli ordini!”

    forza e coraggio

    da glk   - martedì, 21 luglio 2015 alle 17:55

  17. Secondo me sull’Europa attuale grava un grosso equivoco, dovuto al fatto che il sogno Stati Uniti d’Europa è ancora radicato nell’opinione pubblica, ma è distante anni luce nei progetti delle leadership.
    In realtà l’EU si è avviata da tempo verso una forma che è di fatto un club di Stati autonomi legati da trattati e accordi multilaterali, e (non per tutti) da una moneta unica. E’ di fatto poco più che un’area di libero scambio, priva di un vero potere centrale (qualsiasi decisione va ratificata dai parlamenti locali) , non vi è di fatto vera cessione di sovranità, ma solo collaborazione e accordo su alcune regole condivise (perlopiù utili agli scambi e alla produzione).
    Per questo tutti i paragoni con gli USA sono assurdi, senza senso, e l’idea di solidarietà reciproca avrebbe senso solo se ci fosse maggiore integrazione politica (non ci sono veri trasferimenti di risorse dal potere centrale europeo, ma solo prestiti, perché non c’è una cassa comune europea).
    In questa situazione è ovvio che nel litigioso evanescente club europeo abbia più peso il più grosso, il più forte, ovvero la Germania.

    da Paul Olden   - mercoledì, 22 luglio 2015 alle 08:30

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