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Jobs act, Expo 2015: il Grande Fratello

Fatto280615Roba da Orwell, neolingua e Grande Fratello. Nome e cognome: Jobs act, quella legge sul lavoro detta in inglese per fregare i gonzi e scritta da Confindustria per “superare” (sic) lo Statuto dei Lavoratori. Ciambella riuscita (con la fiducia, ovviamente), ma con molti buchi. E qualche autogol. I solerti salariati della propaganda renzista non facevano in tempo a sbandierare un comunicato del ministero del lavoro (18 giugno) che rassicurava, e troncava, e sopiva, che venivano impietosamente sbugiardati il giorno dopo dal garante della Privacy, che ammoniva sul rischio di “indebita profilazione delle persone che lavorano”. In italiano: il controllo elettronico della vita dei lavoratori. Insomma, fate attenzione, siate gentili, si valuti, si vigili… le solite belle parole, ma rimane il fatto che il Jobs act consente controlli capillari: una festa per le aziende, piccole e grandi (di privacy e Rai dice, qui accanto, Carlo Tecce).
Che poi, a ben guardare, il Jobs atc liberalizza, sì. Liberalizza, per l’esattezza, comportamenti di enorme scorrettezza padronale. Come la proposta del marzo scorso di Fincantieri, che pretendeva di inserire microchip negli scarponi degli operai, poi accantonata grazie alle proteste Fiom. O come accade (anche ora, mentre leggete) nel suggestivo scenario di Expo, dove i lavoratori forniti da Manpower devono avere una app nel cellulare (collegata alla mail fornita all’assunzione, cioè alla mail personale) che permette di controllarne minuto per minuto, tramite wi-fi e gps, gli spostamenti. E non solo, come sospettano NidiL Cgil, Felsa Cisl e Uil­temp, perché sarebbe tecnicamente possibile anche il monitoraggio delle memorie dei telefonini e delle mail private. Forse è questo che si intende con “Expo, un modello per il Paese”: più controlli per tutti.

11 commenti »

11 Commenti a “Jobs act, Expo 2015: il Grande Fratello”

  1. una cosa piccola, piccola. Ho un figlio che lavora all’estero, là è normale lavorare da casa ed è normale sapere se il dipendente lavora o meno, perchè la legge, con tutti i limiti, è chiara e condivisa, qua la scelta sarebbe accettabile se fosse rimasto l’articolo 18 dello Statuto, che l’Azienda sappia chi è il lavoratore più vicino per intervenire per risolvere un problema sarebbe solo un caso di efficienza, ma quando tu, governo, togli un diritto, in maniera subdola e nascosta ecco che le azinede, che l’hanno fortemente voluto, diventantano, giustamente dei tagliagole prezzolati. resta la domanda di fondo, ma perchè le aziende non controllano i loro diregenti che rubano milioni?

    da Marco   - domenica, 28 giugno 2015 alle 12:57

  2. Anche senza jobs act. Fino a ieri ho lavorato con una telecamera puntata sulla capoccia. Se denunciavo? Rimanevo senza lavoro. E quindi? Lavori e zitta. Lavori in un clima da campo di concentramento dove, uno come te, viene nominato kapò e assicura ordine e disciplina altrimenti verrà massacrato psicologicamente. Insomma, una roba da incubo. Per fortuna son riuscita a venirne via.

    da donatella   - domenica, 28 giugno 2015 alle 13:06

  3. Caro Robecchi, io lavoro in Expo – assunta da Manpower – so di cosa stiamo parlando, e mi sento di puntualizzare che:
    1) la app sul tablet serve per effettuare timbrature (in entrata, in uscita, all’inizio e alla fine della pausa pranzo), come qualsiasi lavoratore, con il vantaggio di farlo comodamente dove ci troviamo all’interno del sito espositivo;
    2) la app non è collegata alla mail personale fornita all’assunzione, bensì a un account separato che abbiamo creato appositamente quando ci è stato consegnato il tablet per lavorare in Expo.
    Quindi nessuna violazione della privacy, e nessun controllo da Grande Fratello.

    da Isabella   - domenica, 28 giugno 2015 alle 13:28

  4. Gentile Isabella,
    Prendo atto della sua precisazione. Però esistono numerose testimonianze che vanno in senso contrario. Certo, le due app di cui Manpower chiede l’installazione servono per le timbrature, ma – pare – non solo. Ci sono numerose denunce al riguardo e richieste di chiarimenti da parte delle sigle sindacali citate nell’articolo.

    da a.r.   - domenica, 28 giugno 2015 alle 13:34

  5. Il problema è molto serio e va affrontato a vari livelli.
    Già solo con la mail alcuni mettono in atto comportamenti molto scorretti come se i tempi di convocazione non esistessero più.
    Bene hanno fatto in Francia a rifiutare di essere perseguitati dalle mail.

    da Silvana Porcu   - domenica, 28 giugno 2015 alle 14:21

  6. Cara Isabella:
    anche il telepass serve solo per pagare l’autostrada – beh, questo in teoria…
    anche le videocamere nelle stazioni servono per la nostra sicurezza, poi ti ritrovi in primo piano nel tg…
    anche pagare con il bancomat è comodissimo, però poi il fisco – e non solo il fisco…
    il Grande Fratello è ormai qui, ed è ben oltre a quello che si era immaginato Orwell. Per esempio, il protagonista di 1984 veniva spiato da elicotteri con personale a bordo, oggi invece abbiamo i droni e il personale non serve più. Chi lo avrebbe mai immaginato (ma il drone serve solo per portarti la pizza a casa, lo so, lo so)

    da giuliano   - domenica, 28 giugno 2015 alle 23:00

  7. Il capitalismo è convinto che con i soldi possa comprarsi il diritto di diventare padrone assoluto dei dipendete. I controlli del jobs act, sistema brutto come il nome straniero che gli hanno appioppato,, sono il guinzaglio, mentre le app e le è mail sono la catena. Nonostante questa tremenda realtà, il governo stupidamente detto di sinistra, con il ricorso sistematico alla fiducia, per completare l’opera, mette ogni volta addirittura la museruola ai novelli schiavi. Nel frattempo il capo piovuto dal cielo gira il mondo cinguettando qua e là. Mi domando,, con un capo così a cosa serve un Ministro degli Esteri? A cosa serve un Parlamento?

    da Vittorio Grondona   - domenica, 28 giugno 2015 alle 23:33

  8. Gent.le sig.ra Isabella,
    ringraziandoLa per la – dovuta – precisazione a favore della Società datrice di lavoro, terremo nella dovuta considerazione il suindicato messaggio di posta elettronica.
    Distinti saluti
    Ufficio Personale Manpower s.p.a.

    da david   - lunedì, 29 giugno 2015 alle 07:47

  9. Al tempo,l’anno scorso,non sapevo dei risvolti sul controllo dei lavoratori tramite la neo porcata sul lavoro targata dalla ditta Renzi & Confindustria,ma su questo piano ho la coscienza apposto,le mie ore di sciopero le ho date con incorporati i cortei in piazza,come dire ciò provato e me la sono pigliata in saccoccia,però il tutto andava doverosamente fatto.

    Anche perchè tra demansionamento legalizzato,controlli selvaggi e contratto lavorativo che può chiudersi da un momento all’altro con delle penali quasi irrisorie,non esisterà più un minimo di autonomia del dipendente,e su questo piano intendo assemblee sindacali,scioperi,far sapere apertamente le proprie idee sull’andamento dell’azienda,etc,etc,poichè tutte queste componenti potrebbero ledere gravemente la vita lavorativa e professionale di chiunque.

    In poche parole,se non si sveglieranno le nuove generazioni saranno un “sogno” gli ambienti lavorativi di oggi e domani.

    da Ivo Serenthà   - lunedì, 29 giugno 2015 alle 12:03

  10. Frattanto all’Expo il grande fratello mi controlla la maglietta

    http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_giugno_30/milano-expo-tre-sordomuti-scambiati-black-bloc-0751544c-1ef7-11e5-be56-a3991da50b56.shtml?refresh_ce-cp

    da david   - martedì, 30 giugno 2015 alle 10:32

  11. OT nello stesso girno in cui rinasce l’Unità (vabbè) e il Segretario rilascia l’intervistona al giornale padronale, per dire quanto ci tiene.

    da david   - martedì, 30 giugno 2015 alle 14:23

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