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Palazzo Chigi, un bulletto e la sindrome del possesso

Chissà cos’hanno pensato i dirigenti del più grande Partito Comunista del mondo quando hanno visto Matteo Renzi occuparsi di Corradino Mineo. Abituati a leader occidentali che vanno lì a parlare dei dissidenti loro, vederne uno che da Pechino si occupa dei dissidenti suoi li avrà divertiti un bel po’. Poi, appena tornato in patria, il premier ha fatto tutta la classifica delle sue proprietà. Mio il 41 per cento, miei i voti delle europee, mio il partito, e mio anche il paese, che “non si può lasciare in mano a Corradino Mineo” (che è un po’ come sparare alle zanzare con un lanciamissili, diciamo). Tipica sindrome del possesso: è tutto suo, ce ne sarebbe abbastanza per uno studio sul bullismo. Studio già fatto, peraltro, perché pare che il paese proceda di bulletto in bulletto. Prima quello là, il Bettino degli “intellettuali dei miei stivali”, che Renzi ha voluto rivisitare con i “professoroni”, con contorno di gufi e rosiconi (al cicca-cicca manca pochissimo, prepariamoci). Poi quell’altro, Silvio nostro, parlandone da vivo, che rombava smarmittato dicendo che “dieci milioni di voti” lo mettevano al riparo dalla giustizia. Non diversissimo dal nuovo venuto, secondo cui “dodici milioni di voti” (suoi, ça va sans dire) sono un’investitura per fare quello che vuole senza se e senza ma. Insomma, che le elezioni europee fossero un voto per la riforma del Senato era meglio dirlo prima, non dopo.
Ora, si trema all’idea di cosa, ex-post, tutti quei voti possano giustificare, dallo scudetto alla Fiorentina alla riforma della giustizia, dalla rimozione dei senatori scomodi alla renzizzazione selvaggia del partito. Come sempre quando si va di fretta, non mancano i testacoda. Il “lo cambieremo al Senato” (il voto della Camera sulla responsabilità dei giudici), detto da uno che il Senato lo vuole abolire. Oppure il famoso lodo “Daspo e calci nel sedere” ai politici corrotti, che si è tramutato in silenzio di tomba quando il sindaco di Venezia è tornato, dopo un patteggiamento, al suo posto. Se n’è andato lui, Orsoni, e sbattendo la porta, senza nessun Daspo e nessun calcio nel sedere (pare che intenda tirarne lui qualcuno al Pd, piuttosto). Ora, forgiata una falange di fedelissimi (persino i giornali amici e compiacenti ormai li chiamano “i colonnelli”) è bene dire che nessuno si sente al sicuro. Ne sa qualcosa Luca Lotti che per zelo ebbe a dire che Orsoni non era del Pd: Renzi lo sbugiardò a stretto giro, come dire, va bene essere più realisti del re, ragazzi, ma ricordiamoci chi è il re.
Tanto, che uno sia del Pd oppure no è irrilevante: quel che conta è si è di Renzi oppure no. Perché Giggi er bullo vince sempre. Se il Pd va bene è il suo Pd. Se va male è quello vecchio e mogio di Bersani. Un po’ come il Berlusconi padrone del Milan, che si intestava le vittorie e scaricava le sconfitte sugli allenatori. Lo stile è quello.
L’avesse fatto Bersani, di levare da una commissione un senatore sgradito (magari renziano, toh) avremmo sentito gemiti e lezioncine di democrazia fino al cielo, perché anche nel “chiagni e fotti” le similitudini non mancano. E qui c’è un po’ di nemesi, a volerla dire tutta. Perché se fino a qualche tempo fa si poteva sghignazzare sulla gesta di Renzi, “Ah, l’avesse fatto Silvio”, ora siamo arrivati al punto di dire: “Ah, l’avesse fatto Pierluigi!”. Che è poi la storia di come procede a passi rapidi l’uomo solo al comando: si teorizzava qualche mese fa da parte renziana che come alleato Berlusconi fosse meglio di Grillo. Oggi si teorizza (anche coi fatti) che come socio per le riforme Berlusconi è meglio di alcuni senatori Pd, eletti per il Pd da elettori del Pd.
Quanto ai soldatini, ai pasdaran e ai guardiani della rivoluzione renziana, che sgomitano per farsi notare dal capo, devono per ora limitarsi all’arte sublime del benaltrismo. Ad ogni nota stonata del loro conducator sono costretti ad argomentare: e allora Grillo? Come se davanti a una bronchite un medico intervenisse dicendo: e la polmonite, allora? Nel merito, niente. Poveretti, come s’offrono.

9 commenti »

9 Commenti a “Palazzo Chigi, un bulletto e la sindrome del possesso”

  1. Veramente non ho mai sentito dire dal PD: se vinciamo le elezioni europee mandiamo all’aria il Senato… Forse che anche in questo caso l’Europa sia stata solo una scusa per avere la benedizione globale, peraltro di appena un 40% di un risicato 50% di italiani votanti, per rivoltare l’Italia secondo i desideri di un tipo uscito dal costante nulla mediatico con una presenza imposta e rivoltata in tutte le salse fino a farci venire il voltastomaco? L’Europa è una cosa, le riforme sono un’altra cosa e le elezioni amministrative sono un’altra cosa ancora. Le riforme sono necessarie, ma non quelle che ci riportano alle condizioni dell’età della pietra… Per mangiare torneremo a cacciare?… Ma dove poi se il verde dei boschi ce lo stanno mangiando con Expo, Tav ed altre diavolerie e la stessa natura ce la rovinano con modelli sperimentali come il Mose di Venezia? L’uomo solo al comando è sempre là che ci porta: al coatto signorsì generale. Senza una sana opposizione siamo rovinati e Berlusconi per il suo amore agli inciuci tornaconto non è sicuramente un’opposizione affidabile per un contrasto benefico per la società… Viva l’Italia libera e democratica!

    da Vittorio Grondona   - sabato, 14 giugno 2014 alle 11:33

  2. è vero. come S’OFFRONO! e non come soffrono.

    da mario   - sabato, 14 giugno 2014 alle 11:48

  3. Un errorino: si è di renzi oppure no-> se è di renzi…
    Voto 10 meno meno

    da pablox   - sabato, 14 giugno 2014 alle 14:27

  4. che dire sono d’accordo …. alle europee gli ho dato il voto ‘contro’ grillo e come me tantissime persone…mai più!!
    se n’è appropriato e ci fa quello che gli pare , crede di aver avuto l’investitura… ma le riforme fanno schifo …concordate solo con berlusconi fanno ancora più schifo!!

    da daniela   - sabato, 14 giugno 2014 alle 17:00

  5. Provo brevemente a spiegarle le perplessità di quelli che lei chiama soldatini.Procedo per punti. 1. Lei scrive per il “Fatto “, giornale non certo ostile a Grillo, sulle cui colonne le critiche ai 5 stelle sono buffetti sulle guance.fatto salvo il rispetto degli elettori, con la sua cultura politica dei vertici del movimento lei non può che pensare in termini di “merda”, ma si è spesso mascherato dietro dei vaghi e imbarazzanti i non capisco; 2. Lei è tra gli autori di Crozza ,che ha da sempre graziato Grillo e sparato blandamente sul movimento. Certo, ci son le parodie, ma se Renzi ne esce come il capo della mafia Grillo ne esce come uno che al massimo dice troppe parolacce;3oggi stesso su Twitter ha ipotizzato di lasciar cadere nel silenzio la deriva destrorsa dei grillini, talora antisemita, ma é sempre attentissimo nello scagliarsi contro Passera e le sue iniziative politiche. Renzi è autoritario, uomo solo al comando, Mineo vittima di epurazione (nel partito a detta di tutti più attrezzato in quanto a democrazia interna, la sfido ad indicarmene un altro…).. i grillini boh… loro non s’offrono mai. Mi creda, per chi era abituato a leggerla sotto Rossanda, vederla scimmiottare Scanzi e Travaglio (mi rifiuto di pensare che non la facciano inorridire) è una tristezza vera..

    da Sonia Liva   - sabato, 14 giugno 2014 alle 17:24

  6. Gentile signora Sonia Livia
    qui si ospitano opioni e dunque la sua è stata pubblicata senza problemi.
    Ma contiene alcune falsità in pura malafede che meritano una risposta.
    Vado per punti anch’io.
    1 – I miei “non capisco” su Grillo e quel che vuole sono noti (e sono già un giudizio, direi, se uno vuole capire, preferisco parlare ai non accecati, di norma…). Bizzarro, però: sul Fatto Quotidiano ho scritto cose molto dure su Grillo (veda il 4 giugno, su quella scemenza dei brogli elettorali, per dire, ma troverà altri pezzi, sia del Fatto, sia di Pagina99), e non ho sntito suoi commenti, quelle volte. Chissà, forse non “scimmiottavo” nessuno. Ma l’equazione scrive sul fatto = è grillino è il primo cantone, quindi molto attraente per chi si ferma lì. Niente di male. (tra parentesi, ho una collezione completa di grillini che mi insultano dandomi del renziano, quindi, diciamo, sono a posto).
    2 – Crozza, come penso sappia, è un lavoro molto collettivo (sette autori più il capocomico), dunque non dico, perché parlerei a nome di altre persone. Se però lei ha visto su Grillo solo satira sulle parolacce forse ha perso parecchie puntate… Non è grave, anche le stupidaggini sono opinioni e quindi qui si pubblicano anche quelle.
    3 – Qui invece non si tratta né di opinioni né di stupidaggini, ma di conclamata malafede (ed è la ragione della mia risposta).

    Lei scrive:
    “Oggi stesso su Twitter ha ipotizzato di lasciar cadere nel silenzio la deriva destrorsa dei grillini, talora antisemita, ma é sempre attentissimo nello scagliarsi contro Passera e le sue iniziative politiche”.
    Dunque, io avrei ipotizzato di far cadere nel silenzio la deriva destrorsa sui grillino?

    Vediamo.
    Il mio tweet su Grillo di oggi era questo:
    “Il sito di Grillo, per commenti antisemiti, si colloca dalle parti del Mein Kampf. Complimenti vivissimi (e solidarietà a @gadlernertweet)”
    Mi ha scritto un follower dicendo:
    “Non sarebbe più umano lasciare che gli M5S scompaiano nel gran silenzio, non parlando più di loro?”
    Mi sono fatto una risata e ho risposto così:
    “Ogni tanto lo penso anch’io, poi saltano su dei pasdaran renzini che urlano: “E di Grillo non dici niente?” #opposticretinismi”

    Da questo scambio lei deduce io “ho ipotizzato di far cadere nel silenzio…”
    Beh, si tratta di malafede pure e semplice. Oppure di non attenta lettura (ma se uno fa le pulci e alza il ditino, è un consiglio, prima deve leggere attentamente, perché la figuraccia è in agguato, e lei ci è caduta in pieno).

    Cosa c’entri Passera, poi non so, credo di aver fatto due tweet su Passera nella mia vita, non mi appassiona, non mi interessa, è stato minstro del govermo Monti e ha gestito l’affare Alitalia per conto del governo Berlusconi (si sa come, tra l’altro). Mah…
    Ultimo: altra inesattezza. Il riferimento al quotidiano in cui lavoravo prima, il Manifesto, giornale che ho amato molto, che amo molto anche oggi e per cui ho scritto per una quindicina d’anni. “Sotto Rossanda” è un brutto modo di dire. Ma per la precisione le comunico (forse non era lettrice così attenta come vuol far credere) che me ne sono andato da quel giornale dopo D’Eramo, Parlato e, appunto Rossanda (per la precisione il giorno dopo che ha lasciato Rossanda). Dunque, vede, stia più attenta.
    Benvenute le opinioni contrarie. Benvenute anche le sciocchezze. La malafede no, specie se si è così ingenui da non saperla nemmeno mascherare un po’.
    Ma veda lei. dire “ha ipotizzato di lasciar cadere nel silenzio la deriva destrorsa dei grillini” quando ho scritto che i commenti di quel sito sembrano il Mein Kamps dice tutto.
    Cordialmente
    a.r.

    da a.r.   - sabato, 14 giugno 2014 alle 21:21

  7. Allora, con “sotto Rossanda” intendevo spazialmente, nella stessa pagina. Accanto cioè a prosa lucida e analitica di grandissima firma. Parlavo di livello alto, poi uno è libero di andarsene quando vuole e perché vuole. La scrittura dei nomi storpiati è la realtà in cui mi sembra lei si muova oggi, alla Scanzi, appunto.Giornalisticamente un sacco di piani sotto. Crozza è lavoro collettivo, è risaputo, ed è risaputo che lei in quel gruppo è minoranza . Nel mio commento dicevo: a lei Grillo fa tanto, ma tanto, ma tanto, ma tanto, ma tanto , ma tanto schifo. Una satira che dia a Grillo la medicina che si merita da quel gruppo non può nascere, punto. Si fa quel po` che si deve, per decenza.il resto son battute su Renzi (benvenute) o sulla statura di Brunetta (non credo siano sue). Ci mancherebbe che poi lei non avesse scritto nulla sui grillini antisemiti, ma ha fatto un tweet di risposta che suonava come un “sono d’accordo, andrebbero lasciati farsi male da soli, fino a scomparire, senza dargli troppo peso… teoria bizzarra per un movimento dal 25%e che soprattutto cozza con le parole sempre senza silenziatore riferite da lei al capo del governo, tacciato di autoritarismo (epurazioni, dissidenti…) un giorno sì e l’altro pure…le do atto dell’onestàintellettuale di aver pubblicato queste critiche, davvero non da tutti…Su Grillo le ripeto: a mio avviso ha perso un`occasione e sul fatto le é mancato il coraggio di scrivere ciò che pensa davvero davvero. La sbatterebbero fuori il giorno dopo. Saluti.

    da Sonia Liva   - sabato, 14 giugno 2014 alle 22:02

  8. Apprezzo l’arrampicata sugli specchi, e vedo che il tono è già un po’ cambiato.
    Dunque rispondo anche a questo:
    1 – Ho lavorato all’Unità, al manifesto e al Fatto (non le elenco gli altri numerosi giornali che sarei noioso, ma insomma, i quotidiani sono questi): in nessuno dei tre giornali mi è mai stata toccata una sola riga di commento (me ne sarei andato un minuto dopo). Sul Fatto scrivo assolutamente quello che voglio, non una riga di meno. Sulla scala gerarchica della qualità giornalistica le lascio le sue opinioni. Mi trovi una sola volta che ho storpiato un nome, se è capace (non è il mio stile, se l’ho fatto era per esigenze… diciamo così satiriche, mai in un commento)
    2 – “E risaputo (????) che in quel gruppo (quello di Crozza, ndr) lei è in minoranza” (????). Prego? Scusi? Risaputo da chi? Minoranza de che? Le assicuro che è un gruppo in cui la discussione è libera, aperta e totale. Non mi risultano maggioranze o minoranze, se ci sono sono molto variabili, non dico da puntata a puntata, ma addirittura da battuta a battuta. Forse dovrebbe provare a fare un lavoro collettivo di tipo creativo: a farlo bene queste stupidaggini si superano facilmente… mah… capisco che è più facile semplificare…
    3 – Su Grillo ho detto, dico e dirò. Tutti liberi di pensare che non dico abbastanza. Persino (come fa lei) di dire di sapere quel che penso di Grillo (complimenti: farsi dire da un altro quello che si pensa è sempre divertente…). Ma ha ragione, in fondo, ne penso tutto il male possibile. Tra il male c’è anche quello di pensare che è irrilevante, e forse è questa irrilevanza politica che mi impedisce di vederne il mortale pericolo che alcuni (anche lei, mi pare) ci vedono. Diciamo che finché sta lì a tenere in frigorifero il suo 25 per cento (già diventato 20, che diventerà 15, ecc. ecc.) non mi sembra possa fare grandi danni. In compenso vedo un Pd alleato con Alfano e Giovanardi (i Farage del Pd, diciamo), che fa le riforme appoggiandosi a Berlusconi e ora pure (legga Repubblica di oggi, almeno quella per benino) con un patto segreto con la Lega (altri Farage, diciamo… a meno che ora non vi facciate piacere pure Borghezio perché serve ai disegni di Matteuccio… liberi, eh!)
    Il mio era un tweet semiserio di risposta a una teoria (bizzarra) secondo cui è meglio star zitti davanti ai deficienti. Come le ho già detto, il tweet precedente (quello serio) paragonava i commenti del sito di Grillo al Mein Kampf.
    La sua malafede dunque permane, mi spiace davvero.

    Non capisco alla fine cosa mi si rimprovera: di essere severo con il renzismo? Bene, sono severo, e allora? Mi avverta quando diventa obbligatorio essere compiacenti con una forza di governo che non mi piace, magari, per legge, potrò adeguarmi. (Tra parentesi: ma se è così “rossaniana” e lettrice del manifesto come dice di essere, il suo zelo nella difesa del renzismo è assai strano… viene da pensare che sollevi la questione manifesto un po’ strumentalmente…)
    Ultimo: lei sostiene che se io dicessi di Grillo quello che penso mi butterebbero fuori dal Fatto il giorno dopo. Mah, non mi risulta, perché quello che penso di Grillo (dal boia chi molla in aula, ai brogli a tutto il resto) l’ho detto spesso e volentieri e mai ho subito una censura né ricevuto una telefonata né nessuna forma di pressione nemmeno lontanissima. Se vuole dire che non ne sono ossessionato, sì, è vero, non ne sono ossessionato come certi renziani in servizio permanente effettivo (si vede che per forgiare la loro nuova militanza un po’ maif hanno bisogno del nemico… una cosa un po’ adolescenziale, ma va bene… a volte me li rende persino simpatici, i soldatini…)
    Mi dà atto dell’onestà intellettuale perché ho pubblicato i suoi commenti… Uh, che generosità… perché non avrei dovuto farlo? Per chi mi prende? Per un renzino? Per un grillino? Lo ho già detto mille volte: questi opposti cretinismi mi fanno solo un po’ ridere, rivendico il mio diritto di essere “equilontano”. Così come lei mi insulta da un lato molti mi insultano dall’altro, che ci vuole fare, seccede quando si capita in mezzo a due tifoserie… Se mi permette una piccola arroganza di stampo renziano: me ne farò una ragione.
    saluti
    a.r.

    da a.r.   - sabato, 14 giugno 2014 alle 22:37

  9. E’ evidente che i sondaggi che prevedevano un grande successo del M5S alle elezioni europee hanno di fatto condizionato le scelte di molti elettori. Alla fine si è in sostanza riempito il carro del vincitore, anzi, piovono ancora tante nuove richieste come quella del M5S che addirittura sta supplicando il conducente di farlo salire. Ohibò!… IL paciugo generale ha fatto quindi l’effetto sperato procurando il tanto ambito “cibo” politico al fanciullo fiorentino non ancora completamente legittimato per la suprema carica istituzionale. Più tasse per tutti e il “giù i cappello” incondizionato sono quindi il minimo che ci possiamo aspettare in prospettiva…

    Esopo, come sempre ci insegna.
    IL PESCATORE CHE BATTEVA L’ACQUA
    Un pescatore pescava in un fiume.
    Dopo aver teso le reti dall’una all’altra riva,
    batteva l’acqua con una pietra legata a una corda,
    perché i pesci, fuggendo all’impazzata,
    andassero ad impigliarsi nella rete.
    Vedendolo intento a questa operazione, un’abitante del luogo
    lo rimproverava perché insudiciava il fiume
    e non permetteva loro di bere un po’ d’acqua limpida.
    Ma il pescatore rispose:
    “Se non intorbido così l’acqua,
    io non posso procurarmi il cibo di cui ho bisogno.”
    Esopo
    Dal sito: http://www.inrete.ch/cult/FAVOLE/Esopo/Esopo-Il%20pescatore%20che%20batteva%20l'acqua.htm

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 16 giugno 2014 alle 08:58

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