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A proposito di posto fisso… l’importanza di chiamarsi Fornero

Siccome dei tanti posti (fissi e fississimi) del professor Monti abbiamo già detto (qui) e non vorremmo diventare monotoni, ecco un’altra edificante storia di ministri tecnici che ci ricorda l’importanza di avere una famiglia unita e (possibilmente) non precaria. La ministra Fornero, per esempio. Naturalmente ha un posto fisso, è docente ordinario di Economia Politica all’Università di Torino. Come suo marito Mario Deaglio, docente di Politica Economica all’Università di Torino. E come anche la figliola, professore associato di Medicina. Dove? All’università di Torino (bravi, avete indovinato, ma non si vinceva niente, nemmeno un dottorato…), dove insegna da quando aveva trent’anni (oggi ne ha 37). Ora, naturalmente non c’è niente di male se tre persone della stessa famiglia lavorano nella stessa università, a parte il fatto che uno potrebbe anche pensar male… Naturalmente saranno tutti bravissimi, per carità, e come è noto qui si premia il merito… soprattutto il merito di chiamarsi Fornero/Deaglio. Già, perché la figliola di posti fissi ne ha addirittura due: uno all’università di mamma e papà (famiglia unita, dicevamo), e l’altro come responsabile della ricerca presso la HuGeF, che è un’importante Fondazione che si occupa di genetica. Per arrivare a quel posto lì bisogna essere bravi davvero, non c’è dubbio, ma chissà, magari di bravi ce ne sono tanti! E allora, oltre a essere bravi,  potrebbe aiutare il fatto la Fondazione è stata creata dalla Compagnia di San Paolo, di cui mamma era vicepresidente (uff, coincidenze!), finanziata dall’Università di Torino dove lavorano papà e mamma (uff, coincidenze!) e nel cui consiglio direttivo sedeva il rettore dell’università di Torino, un tale Francesco Profumo che ora è diventato ministro nello stesso governo di mamma Fornero (uff, coincidenze!). Naturalmente questa è solo cronaca, e non ci permetteremmo mai (mai!) di avanzare sospetti di nessun tipo. Del resto, molto spesso anche i figli degli operai fanno gli operai, o, al massimo, i precari o i disoccupati, e per di più si ostinano a stare aggrappati ai loro privilegi, tipo l’articolo 18…
Nella foto, mamma Fornero piange pensando ai numerosi sacrifici che l’università di Torino ha dovuto affrontare per la sua famiglia

18 commenti »

18 Commenti a “A proposito di posto fisso… l’importanza di chiamarsi Fornero”

  1. Be’, magari la Cancellieri pensava a lei quando ha detto che gli italiani vogliono il posto fisso e vicino a mamma.

    da silvia   - lunedì, 6 febbraio 2012 alle 11:49

  2. C’è chi si fa il negozietto a conduzione famigliare, tipo un panificio e chi riesce a farsi una Università personale. Che c’è di male?… Forse nel caso del panificio il male viene dalla comunità europea che ci esporta il pane congelato cotto a metà per essere qui venduto a caro prezzo come prodotto nazionale fresco… Per notizia, a Bologna il pane costa nei negozi da un minimo di 5,20 euro al massimo da di 6,90 euro al chilo. Non so se mi spiego!… Forse il male dell’Università di Torino viene dal fatto che nell’Italia dei nominati si è permesso al potere capitalista di fare quello che vuole, perfino di trasformare le Università in parcheggio fisso e ben remunerato per i suoi figli, i suoi parenti e i suoi amici… L’art. 18 non piace a confindustria, ai padroni, alle banche e ai vari politici di professione asserviti al potere… Tiene lontano gli investitori stranieri, è la balla più grossa che ci raccontano… Spero che i nostri giovani tengano duro. Per i lavoratori dipendenti l’art. 18 è ancora l’unico appiglio per mantenersi ancorati al briciolo di libertà di pensiero ancora rimasto nelle fabbriche… Se i tecnici al governo messo insieme a nostra insaputa dall’inciucio parlamentare riusciranno a smantellarlo, cari ragazzi nel mondo del lavoro entrerete solo con la copia fotografata della scheda elettorale che provi la vostra piena umile sottomissione al regime politico del padrone.

    da Vittorio Grondona   - lunedì, 6 febbraio 2012 alle 12:52

  3. Cosa le avranno fatto per farla piangere l’altra volta?
    Cipolle? Balsamo di tigre? Puntine da disegno sulla sedia?
    Credo abbia la sensibilità di un bulldozer
    non avrebbe mai potuto piangere spontaneamente…
    Mi sa che questa ce la ricorderemo, caro Robecchi!

    da Tarkus   - lunedì, 6 febbraio 2012 alle 13:24

  4. Quello che mi fa veramente imbestialire è che questa feccia non ha nemmeno il buon gusto di stare zitta. Fornero, Martone, e compagnia, così come la feccia che l’ha preceduta. Piangono in diretta e ci prendono per il culo al sicuro dei loro posti fissi.
    Questa madama sabauda (e conosco l’articolo perchè sono torinese) mi disgusta nel profondo

    da Lorenzo   - lunedì, 6 febbraio 2012 alle 13:59

  5. come erano quelle vecchie aperture di “Cuore”…

    Hanno la faccia come il culo
    e
    hanno la faccia come il culo/2

    da stella   - martedì, 7 febbraio 2012 alle 07:15

  6. Perfino la Ministro signora Cancellieri ha voluto dire la sua sui giovani d’oggi considerandoli praticamente “mammoni”… Non so dove voglia arrivare questo governo, ma un fatto è certo, sul lavoro vuole iniziare dall’abolizione dell’art. 18. Contro questo articolo si sono mossi un po’ tutti i media che, guarda caso, nessuno di essi è governato dai lavoratori. Sono tutti nelle mani del capitale, quindi è inutile sperare in una parola amica. Il giornalista Belpietro (sic) nel suo editoriale odierno afferma che è più facile il divorzio del licenziamento. Il guaio è che la classe padronale si è abituata a considerare i suoi dipendenti come merce e non come collaboratori. Questa loro medievale convinzione non fa onore ad un paese civile come ritiene pomposamente di esserlo il nostro. Quando i lavoratori non “piacciono”, i datori di lavoro ritengono di avere il diritto di buttarli nella spazzatura “senza pagare dazio”, come si diceva una volta. E fanno male… Non a caso quelle imprese che rispettano i collaboratori, considerandoli persone portatori anche di diritti e non solo di doveri, sono quelle che anche in Italia vanno economicamente bene. Se il governo volesse davvero lanciare l’economia ed attirare finanziamenti esteri dovrebbe innanzitutto proibire che gli imprenditori italiani vadano senza regole ad investire loro stessi all’estero e, nel contempo, rivedere la legge che ha incoscientemente depenalizzato il falso in bilancio… Così, tanto per incominciare per l’interesse del Paese…

    da Vittorio Grondona   - martedì, 7 febbraio 2012 alle 10:54

  7. Ci stiamo arrivando finalmente…
    Piano piano le fettine di salame cadono giù e oplà… si intravede un po’ di luce. Avevo già preannunciato che Martone non sarebbe stato l’ ultimo.
    Chi mangia caviale e tartufo ogni giorno, ed è abituato a raccattare (si fa per dire) qualche centinaio di migliaia di eruro di reddito dalle tasche-tasse degli italiani, non puo’ avere a cuore il problemuccio di chi deve scegliere se comprarsi la scatoletta di tonno o di carne perchè di più non si può permettere.
    Gente con la faccia da Passera va capita subito al primo sguardo. E bisogna diffidare di chi parla tenendo le mani ad artiglio come il prof. Monti (notatelo quando parla… guardategli le mani).
    A questa gente (sponsorizzata dal sistema bancario internazionale) interessa solo di recuperare abbastanza risorse per sè e per i loro amici del salotto buono, perchè tutti loro possano continuare a sbafarsi caviale e tartufo alla faccia del popolo, e per far questo sarebbero disposti a togliere dalla bocca la scatoletta di tonno a tutti se necessario.
    Gli andrebbe dato un bel calcio in culo, ma si sa… c’ è la paura dello spread. :-)
    Perdonatemi se sorrido, ma a questo punto sono sempre piu’ convinto che lo spread sia stato solo lo strumento per farvi mangiare merda e stare zitti.
    Lo stesso sistema dei mafiosi che, per costringere a pagare il pizzo, danno fuoco agli esercizi commerciali, poi arrivano loro e si fanno avanti per dare protezione. Pizzo pagato, niente più incendi.
    Non c’ è niente da fare: la cultura mafiosa è qualcosa che appartiene all’ Italia. Sia in chi la mette in atto ormai senza più alcun ritegno, sia in chi la subisce.

    da gianguido mussomeli   - martedì, 7 febbraio 2012 alle 19:40

  8. Anche a me è venuto il sospetto che lo spread sia stato l’osso buttato nel branco per essere prima annusato e poi spolpato dall’ansia popolare in vista di un’ineluttabile miseria paventata nascosta dietro l’angolo. Siamo in un’Europa economica e per niente politica. Prima si aprono le braccia per accogliere tutti senza tanti controlli e poi si rifiutano gli aiuti necessari per mantenersi uniti e forti. Non si esita a mettere a ferro e fuoco una gloriosa Grecia per pochi spiccioli. Si invade la sovranità delle nazioni dettando le norme alle quali devono sottomettersi i vari governi. Che unione europea è mai questa? Un’Europa in pasto agli speculatori e in balia di un giudizio di poche società di rating che pesano il voto assegnati ai vari paesi per incanalare dove fa loro più comodo la baldoria speculativa delle borse. Quello che fa più “rabbia” in tutto questo è il comportamento della Germania, la quale deve appunto ringraziare l’euro e l’unione europea se ora si trova ad essere il paese della comunità che “sta meglio”… Per ora… La speculazione finanziaria è la bomba atomica dei giorni nostri.

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 8 febbraio 2012 alle 10:29

  9. Assolutamente d’accordo con Gianguido e Vittorio.

    da Tarkus   - mercoledì, 8 febbraio 2012 alle 11:44

  10. Dopo aver concesso, 30-60 anni fa, i diritti in temporaneo usufrutto ora li reclamano indietro altrimenti gli investitori non si sentono sicuri e i mercati (molto feroci ma utili … per chi governa) arricciano il naso.

    Comunque l’ ha detto Monti che il suo governo è la continuazione “esecutiva” di quello precedente, quindi perchè dovrebbe cambiare il vero disco di sottofondo ?

    E poi B. ha detto di essere sempre li a dirigere il traffico dietro le quinte, quindi …

    Magari avrà dato lui delle dritte sulle battute da fare … forse pensano di far ridere mentre in Parlamento stanno facendo chissà quali altre nefandezze, tanto sembra che improvvisamente siano diventati tutti uniti e amicissimi fra loro.

    Ma si, tutte queste manovrine servono solo a non rinunciare a tanti nuovi armamenti (e la questione del posto fisso, dell’ art. 18 rientra fra questi giochetti), poi come ciliegina sulla torta magari si preparano a futuri sabotaggi sociali con una nuova amnistia generale sottobanco.

    Tutto questo mentre usano il silenzio assenso dei cittadini su questioni politico-economiche di importanza vitale per il ns. futuro a breve e medio

    da gianguido mussomeli   - mercoledì, 8 febbraio 2012 alle 12:08

  11. Caro Alessandro,
    ho 21 anni e ti leggo da(quasi)sempre sul Manifesto, non solo mi trovo d’accordo con i tuoi articoli, ma li aspetto con ansia, mi danno sollievo: la rubrica si chiama “voi siete qui”, beh io mi sento davvero un po’ rappresentata lì.Questo articolo, però, mi ha un po’ deluso.
    Non mi ritengo una moderata, né una super fan del politically correct, però questo articolo non mi è piaciuto, l’ho trovato inutile e anche un po’ populista.Lo sport di additare il “figlio di”, spostando il discorso sul personale, mi sembra fin troppo praticato in questa Italietta distratta.
    Non sappiamo niente sulla figlia della Fornero, è ovvio che chiunque può immaginare che abbia avuto delle grandi agevolazioni dalle posizioni che ricoprono i genitori..ma è davvero questo il problema?E’ davvero necessario perdere tempo a dimostrare che “il più pulito c’ha la rogna”, per poi magari rischiare di dire “Vedi, lo fanno tutti”, “Vedi, la rogna ce l’abbiamo tutti”?Secondo me il problema è un altro, è che mentre molti di noi sono distratti si sta mettendo in atto una politica ben precisa, nascosta dal velo del linguaggio tecnico..e io capisco che il disgusto e la rabbia per certe affermazioni possano spingere a scrivere un articolo come questo.Ti assicuro che lo capisco bene, perché sono profondamente disgustata anch’io, ma sono ancor di più preoccupata, quindi penso sia importante mantenere la lucidità(quella che trovo sempre in ciò che scrivi), non cadere in facili tranelli e non distrarsi.Non ci distraiamo. Lo dico per prima a me stessa.

    Un saluto grato,
    Cecilia

    da Cecilia   - mercoledì, 8 febbraio 2012 alle 13:40

  12. sta arrivando Carnevale: sono già pronte le maschere della Fornero piangente e quella di Alemanno che sparge il sale?
    :-)

    da giuliano   - mercoledì, 8 febbraio 2012 alle 13:49

  13. Io la prima cosa che ho fatto è andare a vedere su Google Scholar i paper a nome Sivlia Deaglio. Il numero di citazioni che hanno i suoi lavori mi sembra non lasci spazio a dubbi. Tempo richiesto dall’operazione? Due secondi al massimo.
    Troppo complicato per uno che si dichiara giornalista come l’autore di questo post?

    Stesso discorso vale per Monti. Mi sembra che abbia cambiato lavoro più volte. Tant’è che scrivi “tanti posti fissi”. Che è una contraddizione in termini. Non mi sembra abbia svolto il solito lavoro per tutta la vita nel solito posto. Anche questo non mi sembra un concetto difficile da capire.

    da stealthisnick   - mercoledì, 8 febbraio 2012 alle 14:14

  14. Fornero è figlia di un operaio. Per la cronaca.

    da Valentina   - mercoledì, 8 febbraio 2012 alle 16:09

  15. dimenticavo: a Carnevale Mario Monti va fatto vestito da becchino, non da vampiro.

    da giuliano   - mercoledì, 8 febbraio 2012 alle 18:00

  16. Tutti vorremmo mettere “a posto” i nostri figli. Mi pare non solo logico ma anche umanamente giusto. C’è però chi ce la fa senza troppa fatica e chi, per tante ragioni, non ci riesce. Una politica che si burli disgustosamente delle difficoltà altrui è una pessima politica che “deve” essere criticata subito e molto duramente, soprattutto quando essa stessa si trovi dalla parte dei più fortunati ed abbia il potere di cambiare in meglio le cose anche per i più deboli. Purtroppo il governo che ci è piovuto dal cielo non sembra finora essere stato davvero coerente con le promesse pomposamente annunciate per portarci fuori dalla crisi. Doveva infatti usare la massima equità sociale…

    da Vittorio Grondona   - mercoledì, 8 febbraio 2012 alle 18:50

  17. citazione “stealthisnick”:
    “Io la prima cosa che ho fatto è andare a vedere su Google Scholar i paper a nome Sivlia Deaglio. Il numero di citazioni che hanno i suoi lavori mi sembra non lasci spazio a dubbi. ”
    “Tempo richiesto dall’operazione? Due secondi al massimo.”

    ma “stealthisnick” ha letto, compreso e valutato dall’alto di conoscenze almeno pari a quelle della Deaglio, cosa la Deaglio abbia anche scritto?
    o la sua era solo una citazione del numero di citazioni?

    da stella   - giovedì, 9 febbraio 2012 alle 05:09

  18. Stella,
    visto che non mi occupo nè di genetica, nè di medicina, io non ci capirei nulla a leggere gli articoli della Deaglio. Ma visto che nel mio piccolo faccio ricerca, essendo un dottorando emigrato, so come valutare il curriculum di qualcuno che fa ricerca. Il punto è che ci sono centinaia di persone che lavorano nel suo campo che hanno letto, hanno trovato rilevante ed hanno citato nei loro lavori, quello che ha scritto la Deaglio. Ce ne fossero di professori universitari in Italia che meritano come lei.
    E invece il tuo “hanno la faccia come il culo” dall’alto di quali conoscenze è espresso?

    da stealthisnick   - giovedì, 9 febbraio 2012 alle 10:21

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