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Micromega – Il voto ai tempi del colera

Gli incorreggibili giustizialisti di Micromega, giacobini, perfidi, gentaglia che sogna papi in galera e un paese un po’ migliore mi hanno chiesto un pezzo sulle elezioni europee. Per non venire ammanettato all’istante, io gliel’ho fatto e per vendetta loro lo hanno pubblicato.  Tutto qui. Buona lettura…

Quando ero ragazzino sentivo spesso i radicali parlare di Europa, e dire che l’Europa non ci sarebbe mai stata senza Spinelli, e che Spinelli e l’Europa erano praticamente concetti indivisibili. Così io sono cresciuto in questo mito dell’Europa e di Spinelli, tanto che appena sono state depositate le liste per le elezioni europee del 2009, di spinelli me ne sono fatti quattro, e ho cominciato a leggere, tutto speranzoso ed europeista come non mai. E in effetti, dopo tanti anni posso dirlo: senza spinelli sarebbe impossibile prendere sul serio l’approccio italiano all’Europa. Per dire: quando ero ragazzino io, non c’era il bancomat, non esistevano i telefonini, la sola idea di mandarsi della posta elettronica sembrava fantascientifica, ma in compenso c’era Ciriaco De Mita. Ora abbiamo in tasca decine di tessere magnetiche, possediamo uno virgola sei telefonini a testa, e riceviamo ogni giorno mail che ci dicono “enlarge your penis!”. Il fatto che ci sia ancora Ciriaco De Mita, in lista con l’Udc, mette in crisi in concetto stesso di progresso e affascina gli scienziati di tutto il mondo. Ma non vorrei che si pensasse qui che voglio sferrare un duro e virulento attacco a Ciriaco De Mita: prima dovrei riprendermi dalla sorpresa di saperlo ancora in vita. Mi piacerebbe invece sferrare un duro e virulento attacco a Emanuele Filiberto di Savoia, anche lui in lista con l’Udc, ma non avendo mai visto nemmeno una puntata di “Ballando con le stelle” potrei risultare impreparato. E’ colpa mia, mi rendo conto, ma in quelle lunghe sere invernali preferivo seguire alcuni telefilm polizieschi che indagavano su fatti terribili, come per esempio: chi ha sciolto dell’acido nelle macchinette del caffè alla sede dell’Udc?

Mi accorgo ora, riflettendo sulle liste elettorali per le europee, di essere prevenuto e stupidamente negativo. E’ sicuramente colpa della signora Veronica Lario e della sua campagna contro le avvenenti ragazze messe in lista dal suo futuro ex marito. Come tutti sanno, dal Borneo al Polo Nord, la moglie del primo ministro ha sputtanato il primo ministro denunciandolo come un addicted della patonza. Questo non farà che accrescere la popolarità dell’Italia nel mondo. Non c’è spiaggia caraibica dove il turista italiano non sia così apostrofato: “Taliano! Mafia, coca, figa!”. Può anche essere che anni di governi Berlusconi cambino l’ordine degli addendi. Eppure, nonostante la mia recente conversione all’estremismo giustizialista, non riesco a rinunciare a un minimo di garantismo. Bene, si moralizza! Era ora! Ma che razza di moralizzazione sarebbe togliere dalle liste qualche bella figliola gentile con papi Silvio, qualche vistosa ragazzetta già immortalata sulle sue ginocchia, qualche formosa ballerina dai visibilissimi pregi, e poi lasciare il lista Clemente Mastella? E’ un po’ come se il moralismo colpisse solo il lato pruriginoso della vita, senza sfiorarne nemmeno la vera oscenità. E dunque Mastella è lì, in lizza per il Parlamento Europeo nelle liste di papi Silvio per meriti acquisiti. E per meriti, sia detto en passant, ben superiori a quelli di qualunque velina al mondo. Come dire: brutta cosa, e inelegante, la gnocca travasata nella politica, ma poi – ed è un errore madornale – è la gnocca che fa scandalo, e la politica no. E così Clemente Mastella avrà di nuovo un suo scranno, e questa è vergogna pura, altro che qualche scappatella! Mi sono lasciato andare? Mi spiace. E’ che non sopporto questa faccenda di usare il Parlamento Europeo come una discarica per rifiuti speciali e particolarmente tossici. Una volta si usavano le coste della Somalia. Ora che laggiù ci sono i pirati è più sicuro scaricare a Strasburgo.

In compenso riesce il miracolo, una cosa che sembrava impossibile in natura. Già, è davvero un fatto storico: due partiti comunisti che si riappiccicano, mentre tutti gli studi, le ricerche, gli esperimenti e le prove simulate facevano intendere (a partire dal 1921) che i partiti comunisti e simili manufatti dell’uomo si potessero soltanto dividere. Come potrebbe però facilmente spiegarci la grandissima Margherita Hack, candidata dei Comunisti Riuniti, ogni fusione tra corpi produce attriti e scorie, ed ecco dunque orbitare intorno all’area della sinistra un nuovo astro, Sinistra e Libertà, a cui tutti augurano buona fortuna prima di correre a votare per qualcun altro. E poi, segnalato al largo di Orione, un affascinante ma misterioso Partito Comunista dei Lavoratori. Vorremmo dire di più, a questo proposito, ma le attuali tecnologie di osservazione non permettono di capirne abbastanza. L’infinitamente piccolo è sempre un problema anche se si possiede un microscopio elettronico.

Quanto ai fascisti, permettetemi il ricorso all’obiezione di coscienza: non parlo volentieri di questa roba. Mi limiterò a osservare che qualcuno deve averli bagnati dopo mezzanotte e loro, come i Gremlins, si sono moltiplicati. Ora abbiamo fascisti di varie specie. La Destra di Storace, che si presenta con nuovi alleati: Lombardo e Pionati. So cosa state pensando: che se questi sono gli alleati nuovi forse era meglio tenersi tedeschi e giapponesi, come settant’anni fa. Gli altri camerati per l’Europa sarebbero Forza Nuova, che presenta il giudice Sossi, famoso perché rapito dalle Br qualche secolo fa, e la Fiamma Tricolore, che di famoso non ha trovato nessuno, nemmeno coi rastrellamenti. A questo punto della mia ricerca mi è sembrato che mancasse qualcosa. Qualcosa di estremamente pittoresco e divertente, come se lo schieramento di destra mancasse di un tassello fondamentale, come se una figura centrale dell’orgoglio della nazione mi sfuggisse, e come se qualcosa di notevole si sottraesse alla mia memoria. Non dico una cosa importante, questo no, ma una cosa vistosa, con il suo peso e la sua intelligenza. Ed è proprio quest’ultimo dettaglio che esclude la Santanché. Boh, sarà qualcos’altro.
Ma qui iniziano i dubbi. Dove mettere la Lega? Qui, insieme alla destra estrema, o in qualche altra categoria? Decido che il suo posto è qui per vari motivi. Perché Borghezio si è fatto recentemente beccare a spiegare ai nazisti come far finta di non essere nazisti. C’è un video su youtube, cercatelo. Ma non confondetevi: c’è anche il video del giocoliere monco e del petomane che suona l’Aida con il sedere, ed è facile confondersi. Piuttosto, tenderei a mettere qui la Lega per un altro motivo: avendo un referendum puntato alla tempia, si può dire che, come gli antichi camerati, si sta facendo prendere un po’ dal panico. Avete presente tutte quelle canzoncine e slogan con i teschi, la “bella morte”, lo sprezzo del pericolo, eccetera eccetera? Ecco, la lega sta per fare la stessa fine: era arrivata fino a Roma e presto potrebbe rintanarsi a Salò. Quelli là si fecero randellare persino dall’Albania e dalla Grecia. Questi qua, devono stare alla larga da Malpensa, perché se li prende un pendolare Alitalia sono dolori. Tra un po’ “gli operai che hanno votato Lega” (ambìti intervistati da talk show) faranno sì le ronde, ma per cercare i leghisti!

Veniamo ora alle dolenti note. Non si sa come andranno queste benedette elezioni europee, ma si sa perfettamente chi le perderà: il Partito Democratico. Nemmeno il Pil italiano ha avuto negli ultimi due anni più revisioni al ribasso dei democratici alle elezioni. Il 30. No. Il 28. No. Il 25. No. Certo, la politica non è il tresette! Ed è proprio per questo che tutti si chiedono come mai il Pd gioca a ciapànò. In compenso, viene premiata la coerenza. Capolista nelle isole sarà Rita Borsellino. Siccome rischiava di far vincere al Pd le regionali siciliane fu sostituita dalla Finocchiaro che perse quattro a zero. Meglio ancora vanno le cose al Nord: per mesi e mesi nelle stanze del Pd si sono chiesti… ma chi potremmo candidare come capolista per le Europee nel nordovest? Dopo accurate ricerche la scelta è caduta sull’unico politico democratico capace di una vera autocritica. Disse infatti Sergio Cofferati: “Se andassi in Europa sareste autorizzati a dire che sono un ciarlatano”. Autocritica preventiva, addirittura. E poi, sempre per coerenza, ecco Leonardo Domenici, l’uomo che fece il sindaco di Firenze durante gli anni più bui, più drammatici e pericolosi, quando una delle città più ricche del mondo rischiò di essere distrutta da quindici lavavetri. L’uomo costretto, durante il suo governo, a distribuire alla popolazione un manualetto che spiegava le nuove norme in materia di sicurezza, pubblicazione pagata con i soldi della Fondiaria di Ligresti. “Sono schifato, lascio la politica”, disse ai giornali. Eccolo in lista per il Pd: il modo più alla moda per lasciare la politica.

E ora, eccoci alla fine. Manca all’elenco soltanto l’uomo che vincerà le elezioni europee, Antonio Di Pietro. Molto si discuterà sul successo elettorale dell’Italia dei Valori, ma si può già dire che i suoi elettori si dividono in due categorie: quelli che votano Di Pietro per disperazione, e quelli che votano Di Pietro per sconforto. I primi desiderano premiare una formazione politica che si oppone a Berlusconi in modo rude e se volete ruspante. I secondi, invece, desiderano premiare una formazione politica che si oppone a Berlusconi in modo rude e se volete ruspante. I primi perdonano a Di Pietro e al suo partito certi eccessi verbali, certe uscite improvvide e certe – scusate il francesismo – sublimi puttanate. I secondi, di contro, perdonano a Di Pietro e al suo partito certi eccessi verbali, certe uscite improvvide e certe – scusate il francesismo – sublimi puttanate. Sono due elettorati molti diversi tra loro, che probabilmente pagherebbero per non votare per Di Pietro e per poter scegliere qualche alternativa politica all’esistente. E che finiscono – infatti – per votare Di Pietro per un motivo semplicissimo: altrimenti gli toccherebbe votare Pd. E a tutto c’è un limite.

10 commenti »

10 Commenti a “Micromega – Il voto ai tempi del colera”

  1. “E’ che non sopporto questa faccenda di usare il Parlamento Europeo come una discarica per rifiuti speciali e particolarmente tossici. Una volta si usavano le coste della Somalia. Ora che laggiù ci sono i pirati è più sicuro scaricare a Strasburgo.”

    questo pezzetto e’ da incorniciare

    “due categorie: quelli che votano Di Pietro per disperazione, e quelli che votano Di Pietro per sconforto”

    devi sapere che ci sono anche quelli che pensano che con tutti i pregiudicati reticenti che ci sono in parlamento, si fa prima a portare li’ una decina di magistrati che il contrario – sai, Maometto, la montagna… quelle cose li’.

    da zioFa   - giovedì, 21 maggio 2009 alle 15:02

  2. mi inchino a Robecchi: troppo bravo. Anche se a pensarci bene è avvilente vivere una situazione del genere. Mi ricordo che ai tempi della prima campagna elettorale dei Progressisti, Luciana Castellina (almeno credo di ricordare)disse: comunque vada non moriremo democristiani. Allora feci la ola, oggi non sono più così felice

    da gino tomasini   - giovedì, 21 maggio 2009 alle 16:14

  3. Dopo avere sciacquato il cervello con questa innaffiata di fresca realtà, mi viene quasi la voglia di sbattere la testa contro il muro. I politici non hanno più ritegno. L’etica che li riguarda è morta e sepolta da tempo nei lotro cervelli. Nel bellissimo articolo di a.r. si fa cenno a Sergio Cofferati… Ebbene, parlare di lui, a me, petroniano doc, fa l’effetto di una scossa elettrica. Io penso che per capire come un tipo simile sia stato per anni un condottiero sindacale dovremmo attendere che qualche scienziato ne studi prima o poi il cervello. Forse adesso il “sindacalista” tipo deve esser proprio come lui… Non invidio per questo i giovani lavoratori di oggi… Avranno una vita sicuramente molto difficile. Del resto basta sentire i discorsi di Bonanni e di Angeletti: sono addirittura radicalmente staccati dall’andamento delle cose reali e, come la Polverini, decidono per tutti senza nemmeno sentire come la pensa la base. Per fortuna Epifani per il momento sembra avere ancora maggiore rispetto del pensiero dei lavoratori che difende. Del resto concertare ad occhi chiusi con Sacconi sarebbe come darsi una martellata sui coglioni. Che dire poi del velino re ballerino nell’incasinato partito di Casini?… Proprio davvero, al peggio c’è mai fine… Infatti, rispunta Mastella più pimpante e polemico che “pria”…E allora?… Torniamo bambini spensierati e scriviamo “W la figa” sui muri e chi se ne frega? No!… E’ proprio questa la fine che il potere attuale vorrebbe farci fare: spappolarci il cervello da soli… Beh! Io fin che posso cerco di ribellarmi..

    da Vittorio Grondona   - giovedì, 21 maggio 2009 alle 17:09

  4. Caro Alessandro, complimenti davvero. il pezzo è efficacissimo, e parla davvero alle persone che gravitano più o meno “nell’area sinistra” e che hanno già votato e voteranno per Di Pietro, come me. per disperazione nei confronti degli altri partiti. e il criterio di voto rimarrà tale fino a quando non avverà un repulisti generale, una rivoluzione dei costumi e una rinascita culturale etica italiana. Cioè mai. Si è sempre votato il meno peggio. sic.
    ciao luca

    da Luca Morselli   - giovedì, 21 maggio 2009 alle 17:36

  5. Notizie dal futuro.
    1° giugno, Silvio Berlusconi, colpito da improvvisa crisi di coscienza si dimette dalla carica di Presidente del Consiglio. Il giorno dopo su tutti i quotidiani appare il seguente annuncio:
    Presidente del Consiglio cercasi. Referenze richieste: Bugiardo, Corruttore (nell’ordine) di Politici, Giudici e Minorenni. Moralità dubbia, coscienza civile zero. Possibilmente barzellettiere. Fascista nell’animo.
    Astenersi perditempo e integerrimi: gli italiani non gradiscono.

    da gianguido mussomeli   - venerdì, 22 maggio 2009 alle 08:36

  6. Bellissimo articolo Robecchi.

    Però su “chi vincerà le elezioni europee” se posso permettermi, ricordo altre perle.
    In primis, il NO alla Commissione di inchiesta su Genova.
    Visto che nei tribunali non si farà mai Giustizia forse (…?…) storicamente sarebbe il caso di mettere dei punti fermi.

    è appena uscito un libro “scuola Diaz: vergogna di stato”, per edizioni Alegre.
    La prefazione di Carlotto ci ricorda come considerano quei giorni a Genova i sovversivi di Amnesty international:
    “la più grave sospensione dei diritti umani in Occidente dopo la seconda guerra mondiale.”

    Allargando le considerazioni, non credo che si conoscano le inchieste de “la casa della legalità” su DiPietro e il suo partito. Forse prima di considerarlo il meno peggio andrebbero tenuti in conto questi fatti:
    http://www.casadellalegalita.org/index.php?option=com_content&task=view&id=2702&Itemid=26
    (queste cose ad Annozero o sul sito di Grillo non le racconteranno, ma neppure sui media “normali”. Siamo un Paese un po così, è notorio)

    IDV lo considero un partito complementare a PD-PDL: il 4% di sbarramento alle europee lo si deve anche al loro voto.
    Quando si tratta di piccioli e poltrone non si tirano mai indietro.

    Se mi si chiede se ho alternative migliori per queste europee comunque devo ammettere che non le ho.
    Ma non mi basta la storia di persone come Vulpio o DeMagistris per votarli in quel contenitore, sviluppista come tutti gli altri, se non peggio.
    La sola medicina è la cultura e l’impegno in ogni Comunità, a partire da chi ha già messo in pratica moltissimo di quanto serve davvero:
    http://www.comunivirtuosi.org
    Delegare in un Paese come il nostro non basta più (se mai è bastato).

    Su S.B. ricordo uno striscione apparso nella curva del Palermo:
    “iddu pensa solo a iddu”.
    Memorabile. Sintetico.

    da Roberto   - venerdì, 22 maggio 2009 alle 10:49

  7. Tutto giusto, ma allora la soluzione qual’è? Non votare…visto che il più pulito ha la rogna (solito detto trito e ritrito!)…oppure cosa? A questo punto, con quello che si rischia, forse è il caso di sostenere quelle forze un po’ meno buoniste che mettono i bastoni tra le ruote al mini-papi-sultano…o che in qualche modo possano riuscire a renderlo meno nocivo…in attesa di liberarcene. Poi, ovviamente, le cose hanno da cambià….così non si può continuare: chi fa politica dovrà essere cristallino, come un buon padre che vuol indirizzare il figlio ad un sano e civile comportamento.

    da mietta   - venerdì, 22 maggio 2009 alle 12:43

  8. Non c’è più religione e non c’è più chiarezza neanche nel voto.
    Sono confuso e indeciso, come dice il nanetto imperatore davanti alle gnocche, non so chi prendere.
    Ma si che lo so, come dice la gnocca davanti all’imperatore nanetto, so già con chi andare.
    Poco da dire con quelli che hanno meno rogna di tutti. Ma non lo dico. Se volete collegatevi al blog.
    Sciao (come dice il nanetto dopo essere stato con la gnocca)
    Mauspezz

    da mauspezz   - venerdì, 22 maggio 2009 alle 19:37

  9. Purtroppo è propio come dici tu, io ad esempio appartengo ad una delle due categorie…

    da Luigi   - sabato, 23 maggio 2009 alle 08:40

  10. “Davanti alle gnocche, non so chi prendere”… Il dilemma si poneva forse quando erano aperti i casini… Quei luoghi di immatura civiltà erano destinati a coloro che volevano sfogare istinti giovanili di bassa qualità umana. In politica no. In politica bisogna ragionare. Il voto di protesta è la peggiore risoluzione ai nostri problemi. Io penso che in questo momento sia molto importante riportare nei Parlamenti, italiani ed europei, la vera sinistra. Se lasciassimo ancora spazio al capitalismo sfrenato si arriverà ad un punto in cui l’operaio dei paesi attualmente evoluti socialmente come il nostro sarà costretto a retrocedere nel progresso personale e si dovrà rassegnare a lavorare per una cicca. In poche parole si adatterà a fare lo schiavo facendo la guerra ai più poveri di lui per la sopravvivenza. Le delocazioni del lavoro, la Fiat che si allarga all’estero con i nostri aiuti finanziari, che non esita a piantare in asso la produzione negli impianti italiani, sono esempi chiari di come sarà buio il nostro futuro. Non sarà neppure necessario avere un sindacato. Andremo a lavorare in ginocchio baciando i piedi al padrone ed ai politici tipo Brunetta ed il suo Cavaliere, tanto applauditi dalla Confindustria, nota istituzione sociale amica dei lavoratori che, con la complicità politica, li tiene in vita col minimo per poterli sfruttare al massimo. Non è un caso che il nuovo ducetto imprenditore voglia ridurre il Parlamento ad un solo deputato decisionista: lui!

    da Vittorio Grondona   - sabato, 23 maggio 2009 alle 10:26

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