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ven
15
ago 08

Editoriale – Tutti in soccorso del decisionista di cartapesta

La situazione è grave ma non seria. Meno male che ci aiuta Flaiano, perché altrimenti non sarebbe facile mettere in fila tutti i paradossi, ricchi di sfumature, dal ridicolo al grottesco, che la cosidetta comissione Attali-Alemanno-Amato lascia dietro di sé come una scia. Cominciamo dal nome: l’obiettivo dichiarato sarebbe quello di riportare Roma agli antichi fasti (quanto antichi, chi lo sa: si parla persino di “punto di riferimento del Mediterraneo”, quindi non si sa se pensare a Cesare o alle buffonate mussoliniane). E per benedire tanta voglia di grandezza semi-imperiale, ci si richiama alla commissione Attali voluta da Sarkozy per la Francia, come provincialismo non c’è male. Poi c’è il principe dei paradossi: la presidenza di Giuliano Amato. Riassumendo, un sindaco che è arrivato alla carica grazie alla propaganda mediatica sulla sicurezza, quasi sempre montata ad arte dai media del suo presidente del Consiglio, arruola nel suo pensatoio bipartisan proprio colui che nella terribile insicurezza preelettorale faceva il ministro degli interni. Bizzarrissimo testacoda, per cui si vince a sorpresa, quasi inaspettatamente, gridando che la città non è sicura, che la delinquenza impera, che il governo non ci difende. E poi si affida il disegno di rilancio della città proprio al ministro che, dalla poltrona del Viminale, avrebbe dovuto garantire quella sicurezza. Non conta molto qui mettere al centro del discorso – come alcuni hanno fatto, e impietosamente ieri Rino Formica sul Corriere – la personalità di Giuliano Amato: che un socialista (?) corra in soccorso di un sindaco accolto dai saluti romani alla sua elezione parla da sé. Non mancano le dietrologie, più o meno fondate. Per esempio che dietro al sogno di Roma capitale-forte, si celi un disegno presidenzialista. Ipotesi suggestiva, ma un po’ lontana dalla realtà. Per il presidenzialismo, per il governo forte, per la città-stato, servono idee chiare e decisioni. Per ora, la mediocre figuretta di Alemanno si è rivelata esperta soltanto in retromarce. Basta con la festa del cinema e le star straniere, e poi: contrordine camerati, perché senza star gli sponsor scappano. Basta frugare nei cassonetti, perché è indecoroso, e poi: contrordine camerati, pensiamoci meglio. Via le mura intorno all’Ara Pacis, assurdo modernismo nella città simbolo del classico, e poi: contrordine camerati, non se ne fa nulla. Insomma, se cercate qualcuno balbettante e indeciso a tutto, ecco, Alemanno fa al caso vostro, una caricatura. Naturalmente le cose si tengono: a fonte dell’assoluta incapacità di governo di una grande città (d’altra parte conquistata più per i millanta autogol degli aversari che per qualità proprie), c’è l’assoluta incapacità dell’opposizione. Frastornata e suonata come un pugile scarso, guarda di qui e di là in cerca di un aiuto che non verrà. Partecipare ed imbarcarsi in un’avventura bipartisan che le darebbe almeno l’illusione di contare ancora qualcosa? Oppure denunciarne la futilità e la stumentalità (come fa la ministra-ombra Lanzillotta)? Insomma, il Pd è diviso (sai che novità) di fronte al trappolone. Per cui una cosa precisa ci dice la commissione Attali-Alemanno-Amato: che ci troviamo di fronte a un governo incapace di affrontare i problemi che chiama in soccorso un’opposizione che non sa se e come e quando opporsi. Potrà l’unione di due gigantesche, mostruose, imperiali mediocrità – presieduta perdipiù dall’uomo di tutte le stagioni e le mezze stagioni – produrre qualcosa di men che mediocre? Il tutto mentre da Cortina (famosa borgata popolare) Alemanno lancia nuovi appelli alla tolleranza zero, senza che nessuno l’abbia avvisato della fine della campagna elettorale. E mentre altri – burloni più o meno consapevoli – avanzano ogni giorno nuovi nomi per la prestigiosa commissione. Antonello Venditti? Montezemolo? Perbacco, e di Bombolo e Sbirulino ci stiamo dimenticando?

3 commenti »

3 Commenti a “Editoriale – Tutti in soccorso del decisionista di cartapesta”

  1. La piú adatta sarebbe Franca Valeri…la sora Cecioni,vi ricordate?Aldo Fabrizi no,perché era una persona seria e sarebbe schifato di tutto questo.

    da gianguido mussomeli   - venerdì, 15 agosto 2008 alle 17:06

  2. Post scriptum:siccome sono un´appassionato d´opera lascio parlare Norma:
    “In pagine di morte della superba Roma é scritto il nome.
    Essa un giorno morrá,ma non per voi.
    Morrá pei vizi suoi,qual consunta morrá”.

    da gianguido mussomeli   - venerdì, 15 agosto 2008 alle 17:18

  3. Frattini telefona, Berlusconi telefona, Sarkozy telefona, Bush telefona, Napolitano telefona… Pare che oggi si faccia tutto per telefono. Si fa la gerra e si fa la pace. Peccato che intorno a tutto questo vociare lungo i fili sicuri qualche poveraccio ci lasci la pelle… Forza Alemanno, anche lei utilizzi la tecnologia e risvegli gli antichi fasti Roma con una telefonata. Magari al Vaticano… Ora che ha rotto con Famiglia Cristiana può darsi che sia disposto a rilanciare l’antico grido greco eia eia alala della Canzone del Quarnaro di Gabriele D’Annunzio. Lasci stare Amato che dei guai ne ha già combinati abbastanza e dei quattrini non sa più cosa farsene, tanti gliene abbiamo già dati. Gli italiani per adesso ne hanno già abbastanza di pensare ai militari in giro per le città, ai sindaci sceriffi, a Brunetta mago guaritore dei poveri, a Tremonti arciere di fuoco della foresta dei servi di Confindustria, a pagare i debiti di Alitalia prima che sia regalata ai privati… ecc, ecc, ecc…

    da Vittorio Grondona   - sabato, 16 agosto 2008 alle 00:12

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